Il Forum delle Muse

CONTATTO (3/4) - "L'ESERCITO DI HESS", Combatteranno per la vita...fino alla morte!

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IlProvocatorediFsS
view post Posted on 13/12/2008, 00:55     +1   -1




CONTATTO
L’Esercito di Hess


“Domani non ci sarà futuro…”
“Combatteranno per la vita…fino alla morte!”



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Luci. Luci nel cielo roteavano da ore. La città tondeggiava in un mare di ignoranza…nessuna sapeva perché, nessuno sapeva come. Mancavano pochi giorni al contatto, allo scontro finale. Ma nessuno s’era chiesto il perché. Non c’era tempo per disperarsi. Quando sai che oltre la speranza c’è solo il nulla, non ha senso non sperare. E’ come smettere di respirare. Non puoi. E se da tutto il giorno il cielo si illuminava di luci in lontananza, come bombe tra le stelle, nessuno aveva tempo o premura per chiedersi il perché…tutti troppo attenti a consumare gli ultimi istanti di vita, gli ultimi momenti della storia. Quelle luci nel cielo inquietavano ma non più della minaccia del buio assoluto e della morte infinita. I telegiornali continuavano a mandare in onda le immagini degli scontri avvenuti giorni addietro, dei saccheggi, delle violenze e dei morti…era l’inizio della fine. Tutti sapevano però, che la guerra stavolta non era quella vista in tv, ma quella che entrava nelle case, coi fumi, con gli odori, con le lacrime e la disperazione. I potenti della Terra si erano appellati al coraggio e alla speranza in quei momenti così neri. Quasi come fossero doti nascoste. Ma la ragione, adesso, era stata spazzata via da tonnellate di tritolo. Mostruosità non quantificabile. Violenza invece che coscienza. Incoscienza di chi salva vite mentre getta la propria da un vapore di polveri e fuoco dannato. Lo scenario della guerra era terribile e atroce e non lasciava spazio alle analisi di rito o ai talk show sulla politica. Ognuno doveva pensare a salvare la propria famiglia. Quelle luci si avvicinavano ma purtroppo non interessava a nessuno…

New York city, ore 09:44 AM, meno 4 giorni al contatto – In una vecchia casa della periferia di Brooklyn una ragazzina di 7 anni era intenta ad osservare il cielo. La madre continuava a riempire le valigie di provviste e vestiti. Il grande esodo, nella grande Mela, era alle porte. Tutti si preparavano a scappare dalla città. Si era sparso il panico. Un pericolo imminente incombeva sulle teste dei newyorkesi bersagliati più volte negli ultimi mesi. La metropoli stessa era un ammasso di detriti e polveri. Le strade sfatte, dissestate, erano piene di auto accavallate l’una sull’altra. Quella ragazzina, in quel caos infernale, era intenta ad osservare il cielo…

“mamma sono gli angeli?”

“tesoro dobbiamo andare! Spostati dalla finestra è pericoloso…”

La ragazzina continuava a fissare con gli occhi aldilà dei palazzoni e delle grate, in mezzo alle nuvole, quegli strani oggetti luminosi che come lucciole continuavano a spostarsi in formazione nel cielo illuminato dal sole mattutino. La tv ancora accesa, nell’appartamento, immortalava il momento iniziale della missione Deep space hope team, ossia il lancio della navetta nello spazio con la Superarma. All’interno dello shuttle, solo Acute. Il resto della squadra sarebbe partito pochi minuti dopo. A dire il vero Tony Stark scelse di seguire l’amico all’interno dello shuttle per poi abbandonarlo una volta approdati sulla Luna. Lì, sul suolo lunare, si sarebbero re-incontrati tutti per sistemare l’ordigno e attendere intrepidi il nemico stellare. Ma a quella bambina non interessava. Lei lo spazio poteva osservarlo coi cartoni animati o nei film d’avventura. L’aveva visto tante volte. All’improvviso la formazione aerea di quegli oggetti discoidali, che da lontano nel cielo volteggiavano come libellule impazzite, si arrestarono e persero quota. Si avvicinavano verso la terra ferma in direzione Manhattan. La bimba non osservò il richiamo della madre ma anzi sporse il mento aldilà della finestra semi aperta…gli oggetti silenziosi si muovevano sinistri nella confusione disarmante della nuova New York. Poi un esplosione. Fu allora che la madre alzò finalmente lo sguardo verso la finestra. L’America tremò. Il fantasma dell’11 settembre era tornato più forte e vivo che mai! La città tremò sotto quella che sembrava una guerra caotica contro un nemico silenzioso e invisibile. L’onda d’urto fece sobbalzare la bimba che perdendo l’equilibrio cadde in avanti precipitando nel vuoto sotto la finestra! La madre urlò a squarciagola lanciandosi verso la figlia invano…riuscì a sfiorarle i capelli. Poi fu tutto oscurato. Una nuvola di polvere e detriti, quanto mai familiare, quanto mai conosciuta, si infranse su tutta Brooklyn e i quartieri a sud est della città. La donna riprese forza e lucidità gridando a squarcia gola il nome della figlioletta: “Halie! Halie! Oh mio dio! Dove sei?!”

Dalla scaletta anti incendio emerse una figura familiare…vestito di rosso scuro, sempre più tendente al grigio fumo, anche lui, per quanto super sensibile a questi cambiamenti, sembrava stordito. La doppia D sul petto riusciva ancora a distinguersi come un marchio di fuoco.

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Era Daredevil, il protettore di Hell’s Kitchen. Un po’ fuori zona a dire il vero! In una mano teneva la ragazzina che aveva volato per almeno due piani prima di incontrare le braccia miracolose dell’Uomo senza paura. “Grazie al cielo!” esclamò la donna in lacrime potendo riabbracciare la figlia. Daredevil non si scompose, incrociò lo sguardo inerme con la signora, poteva quanto meno scorgere i battiti del cuore velocizzati, la pressione del sangue alle stelle…”che è successo?!” esclamò ancora impaurita la madre di Halie. Il diavolo rosso rispose inizialmente con tono pacato e distaccato via via più emotivo: “qualcosa ci ha attaccato…hanno distrutto il Madison Square Garden. Rifugiatevi al sicuro, via di qui! Siamo in guerra…”


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Un’ora dopo…New York City - Georgia's Island, Quartier generale M.B.S. - Guerra. Parola fredda e pesante. La situazione si faceva pesante. L’isola era stata ultimata da poco insieme alla nuovissima casa in stile vittoriano. La prima riunione non ufficiale della squadra dell’M.b.s. era stata organizzata dallo stesso Hess in sostituzione di Acute che era partito da pochissimo. Alla riunione erano presenti tutti i membri del team meno Iron Man e Green Lantern e, ovviamente, Acute.
“Signori io sono qui come comandante della polizia del Fisc. Sono stato incaricato pochi minuti fa di reclutare i membri di un esercito che dovrà fronteggiare una nuova minaccia. Dal rapporto della C.I.A. risulta chiaramente che gli attacchi al centro di New York di poche ore fa, non sono casuali. Sembra anzi ci sia dietro l’opera di una qualche organizzazione criminale non ben identificata…”

Hess fu subito interrotto dall’intrepido Reed Richards, sempre più protagonista all’interno dell’M.b.s.:

“Sono alieni, Hauptmann. Alieni che provengono da un lontano sistema solare della stella Vega. Non è ancora chiaro cosa vogliano, ma di sicuro non è un caso il loro attacco in questo momento. E’ da sospettare una connessione con il ritrovamento delle sfere d’energia cosmica.”

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La domanda sorse spontanea fra tutti i presenti, compreso Bruce Banner che prese parola mentre sedeva nel salotto di Casa Acute…

“Reed come diavolo sai tutte queste cose??”

“S.H.E.I.L.D. Ho collaborato ad una ricerca segreta finanziata da Nick Fury e composta da una task force di scienziati e ricercatori dello Shield. Purtroppo i risultati sono stati sconcertanti. Ma questi sono arrivati tardi in quanto le nostre previsioni sono state anticipate di molto e abbiamo subito l’attacco di questi alieni in un momento delicato. Non ci sono connessioni con Galactus ma ripeto, la mia ricerca prova che questi esseri potrebbero essere alla ricerca delle sfere energetiche per colmare i loro fabbisogni tecnologici”

Hess sintetizzò ancora una volta col suo spirito organizzativo la situazione facendo il punto:

“bene, anzi male! Richards dovrà dare spiegazioni di questo riserbo in commissione ma visto che siamo in guerra sorvolerò questo particolare…Ciò che emerge ora è capire cosa vogliono ottenere e capire come impedirlo! Sappiamo come lo vogliono ottenere: con la violenza. I vigili del fuoco ci comunicano un dato disarmante: 850 vittime che si aggiungono alle altre a causa di Destino e di Hulk. Serve una strategia e serve subito. Superman che è qui partirà al più presto e darà informazioni agli altri membri del Team Hope che si stanno preparando al contatto…Mancano meno di 4 giorni, diamoci da fare!”

La riunione finì pochi minuti dopo. Si decise di fare dei turni di guardia per il nuovo quartier generale. Fu Blade il prescelto. Ma le risorse non potevano essere sprecate e in caso d’emergenza sarebbe dovuto correre in soccorso del resto della squadra. La batmobile partì sollevando un gran polverone sull’asfalto grigiastro, alla guida di Batman! Il breve tratto, una striscia di terra, che univa l’isola alla terra ferma, si percorreva in pochi minuti. Dall’alto, Superman si dileguò all’istante lasciando Georgia’s Island e i suoi abitanti per raggiungere un posto molto lontano…La Luna!

Un’ora dopo – aeroporto JFK New York City, Hess si precipitava sul Twin Jet per raggiungere l’Europa, laddove avrebbe iniziato a reclutare i suoi soldati. Per la verità, l’esercito di Hess, sarebbe stato un insieme di più eserciti e forze di polizia internazionali, paramilitari e militari, umani e sovraumani, nazionali e internazionali. Oltre le forze dello S.H.I.E.L.D. e della Nato, anche i Marines americani e i Nocs italiani, alcuni corpi dell’esercito tedesco, svizzero, israeliano e russo. Da tirare all’interno del conflitto anche Paesi come il Pakistan e l’India, il Giappone e la Cina che avrebbero dovuto perdere tempo con noie burocratiche, ma che alla fine sarebbero intervenuti sicuramente. Hess aveva la responsabilità davvero enorme che gravava su di lui, ereditata da Acute, nobile stratega politico e abituato agli scenari internazionalisti. Il Capitano non aveva tempo da perdere, col suo fare militaresco a tratti poco diplomatico, avrebbe avuto a che fare col più grande esercito (eterogeneo) della storia umana! Era passato parecchio tempo dall’ultima sua opera di convincimento nel pieno di una guerra ma oggi molte cose erano cambiate e c’era meno tempo da dedicare ai sofismi e alle consuetudini piuttosto che alla pragmatica e alla tecnica. Le prime però sarebbero presto stato d’ostacolo ed Hess, tra le sue rughe circoscritte dal tempo, lo sapeva e lo immaginava…

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Contemporaneamente Base Lunare MBS team Hope – Sul suolo lunare gli eroi del D.S. TEAM HOPE si apprestavano a ultimare il settaggio della SuperArma: l’accumulatore di particelle di energia cosmica che avrebbe dovuto attrarre l’affamato Galactus! L’atterraggio era andato tutto come previsto, Stan Acute nella sua insolita ma solida armatura, la Acute War Module, aveva un’aria minacciosa e superba.

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Vicino a lui anche Green Lantern e Iron Man. La Base era costituita dal modulo lunare della Stark Industries, una volta atterrato, si era trasformato in un laboratorio mobile in cui ci si poteva rifornire di acqua, ossigeno, armi di tutti i tipi tra cui una serie di testate nucleare che si sarebbero certo rivelate utili in caso di fallimento del piano Acute. Frattanto un punto si avvicinava sempre di più nell’oscurità stellare, proveniente dalla Terra, Superman in pochi secondi raggiunse la base operativa e restò stupito da un particolare molto strano…Accanto la navicella si trovava niente meno che l’inconfondibile Bmw X5 grigio metalizzata simbolo dell’MBS e della task force terrestre dei supereroi di New York. Chi l’aveva portata lassù e a quale fine?? Questo sembrava esclamare il volto dubbioso di Superman che voltandosi verso Acute non ebbe il tempo di aprir bocca: un crepitio familiare nello spazio siderale lo interruppe! Improvvisamente la Mbs Car si trasformò in qualcos’ altro…il cofano spostato in alto, gli sportelli rivoltati su loro stessi al centro del tettuccio diviso in due sopra quelle che sembravano due gru…anzi due braccia metalliche! E le gambe, le gambe partivano da quello che restava del cofano diviso in due con le luci ancora funzionanti…poi dalle spalle dell’essere si riconobbero diverse guglie ed estremità luccicanti, dovevano essere le marmitte e il radiatore, e poi un cubo ben delineato con due occhi blu luminosi…Superman era esterrefatto, soprattutto perché agli altri risultava normale quell’auto che lui conosceva come una semplice vettura di servizio, per quanto potente, pur sempre replicabile in un’ottima officina. Allo sbigottimento di Superman l’essere ormai quasi riconoscibile del tutto, rispose con molta lucidità e chiarezza e soprattutto con quel tono metallico e altisonante già sentito sulla Terra…


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“ho ritenuto di poter aggiornare i miei parametri umani di riferimento per una maggiore integrazione visto i miei recenti compiti.”

“diciamo che si è rifatto il guardaroba visto che ora si balla!...”

Questo sottoscrisse l’ironico Acute al microfono della sua armatura, a mo’ di palombaro, parafrasando il serioso e meccanico comandante Optimus Prime.

Germania dell’Est – Berlino, ora locale 15:30 Distretto 5 Spandau… Da qualche ora la città era sotto assedio. New York era stata l’epicentro di una guerra interplanetaria che riguardava l’intera galassia! Adesso la guerra si era spostata come una metastasi nelle altre metropoli del globo terrestre…già a Roma, a Dubai, a Madrid si contavano centinaia di morti che si addossavano a quelli da poco censiti durante il Doom’s cut. Berlino era stata attaccata in buona parte dei suoi 12 distretti amministrativi. Spandau, quartiere popolare della capitale tedesca, era stata rasa al suolo. Le immagini del 46’ tornavano nelle menti dei cittadini. La periferia devastata, somigliava a un formaggio svizzero pieno di buchi e bolle d’aria simboleggiate da aree completamente cancellate rispetto ad altre dove le macerie si cumulavano come alberi, sorgevano dal nulla, dalla polvere, dal cemento, dalle strade interrotte dalle carcasse di auto bruciate. Era l’apocalisse. Un genocidio che avrebbe ucciso il genere Umanità poiché altre differenze, in quel frastuono di immagini, non si potevano scorgere. Poi un uomo, in mezzo al deserto, in mezzo ai detriti, in mezzo alle nuvole grigie e alle guglie di fuoco…un uomo esile, apparentemente calvo, con i vestiti strappati, con il volto martoriato dal dolore e dallo sconcerto. Aveva un socchè di espressivo, un qualcosa di familiare, di spettacolare nel senso drammaturgico del termine. Il vento “atomico”, quel vento caldo ma allo stesso tempo gelido, che ti ghiaccia le ossa e ti brucia la pelle, quel fumo velato ma pesante, che lascia trasparire gli scheletri della guerra, ma pesa come cocci sulle palpebre, quel suolo brunastro e soprattutto fine, acre, poiché a tratti indurito perché privo di vita, a tratti morbido perché costituito da fanghiglia e sangue…
Hess si era accorto di quella presenza. Aveva lasciato il Twin Jet in una zona rada che fino a qualche ora prima poteva essere una piazza, e da una palafitta di detriti osservava quell’uomo, da solo, come una cattedrale nel deserto, rappresentava la speranza ma anche la perplessità. In quel momento il conflitto mutava in un silenzio apocalittico e misterioso, quasi una pausa, quasi un respiro prima della grande mazzata! Hess si avvicinò al pallido uomo minuto, scheletrico, indossava un cappotto pesante rattoppato alla meno peggio. Una stella a sei punte richiamava fantasmi lontani. Hess lo conosceva bene, il loro sguardo trasmetteva una profonda conoscenza…

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“ti aspettavo”

“sai allora perché sono qui. Ti conviene parlare.”

“Voltaire diceva che le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.”

“I mostri di questo mondo continuano a bruciare e continuano a creare sofferenza”

“Tu vuoi sapere…sarò breve poiché chi sa si spiega presto.”

“qualcuno sapeva? Da quanto sono qui?”

“Oh signor Hess, sono già qui da molto molto tempo…”

“io devo sapere chi è la talpa, devo sapere di chi non posso fidarmi”

“hanno pianificato l’invasione da molto, molto tempo. Optimus Prime è solo uno strumento, la punta dell’iceberg siderale. Queste entità si sono chieste, così come Einstein, se Dio avesse potuto scelta prima di creare il mondo… Hanno agito dal dietro le quinte. Questa guerra è una farsa, molti si stanno già mettendo in salvo…”

“chi Ebreo? Parla…devo sapere il nome!”

L’Ebreo allungò la mano e passo un pizzino di carta nelle mani di Hess, con discrezione, pronunciò le ultime parole prima di congedarsi ed allontanarsi definitivamente e, come d’abitudine, sigillò la sua parola con l’ennesima citazione:

“Colui che sa non parla, colui che parla non sa…”

Hess aprì il pizzino stropicciato che ben si abbinava al contesto guerresco e catastrofico…lesse il nome, senza pronunciarlo a voce, nella sua mente. Ma i suoi occhi parlarono chiaro: mai tradimento fu tanto azzardato…


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Contemporaneamente a Bruxelles – Sede del Parlamento Europeo e del F.IS.C. (Federazione Internazionale Superumani per la Costituente). In aula tutti i senatori erano accomodati nelle proprie poltroncine e, tra una scintilla e uno schiamazzo, osservavano attoniti le labbra di Lasswell:

“si, onorevoli colleghi, è uno spreco di risorse! E’ uno spreco di forze e di garanzie! Le garanzie del nostro sistema, del nostro ordine! Una scelleratezza che oggi, ci porta allo sfacelo! Non possiamo, cari colleghi, permetterci il lusso di andare oltre! Non possiamo! 7 anni fa nacque il F.I.S.C. con il Trattato di Milazzo, 18 Paesi decisero di finanziare un progetto di difesa internazionale in caso di guerra! Ed è la cosiddetta clausola 14 a porre la questione laddove si dice espressamente: il Parlamento a maggioranza legale può votare la limitazione dell’intervento di tutte le sue forze nei casi di fondata necessità in guerra. Ora ditemi amici, fratelli, la legge è legge, è la nostra costituzione, io pongo la questione della clausola 14 poiché è necessario limitare l’intervento del nostro esercito per quei soli Paesi firmatari del Trattato. I 18 Paesi rappresentati qui oggi e che oggi sono tutti interessati dal conflitto interplanetario! Basta soprusi, basta sprechi! Dobbiamo difenderci con il Nostro esercito e non possiamo permetterci in termini concreti di difendere il mondo da una minaccia troppo grande, per essere contrastata da un unico vettore! I supereroi sono già impegnati sul campo e l’M.b.s. è obbligata a rispettare le nostre direttive ed i nostri Esili. Con il plotone decimato, visto la decisione altrettanto efferata di spedire i migliori del nostro arsenale sulla Luna per una guerra impossibile, le nostre famiglie, i nostri connazionali, sono esposti a pericoli troppo grandi! Sarete responsabili di un ulteriore sangue versato nelle vostre nazioni? Fino a che punto si spinge la politica Acute? Fermiamola finchè siamo in tempo e difendiamo le nostre origini, i nostri amori, le nostre storie!”

L’intervento scioccò tutti. Fu avviata una procedura di voto dopo l’interrogazione del rappresentante Usa Lasswell, che aveva un buon seguito tra i senatori…Calderon, presidente provvisorio della Camera prese parola:

“ebbene, sia aperto il conclave. Il collega Lasswell pone un interrogativo risolvibile con la applicazione della clausola 14. Siete o meno d’accordo con l’applicazione concreta della legge?”

Si armò un frastuono incredibile nell’aula, tra l’indignazione, lo stupore e la felicità dei più. Il tabellone digitale avrebbe presto realizzato il risultato del conclave, determinante per le sorti del conflitto e, quindi, della Terra…

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Altrove, Sui cieli di Berlino – In una stanza semi buia, che sembrava la plancia di un evoluto velivolo, lo schermo olografico stazionante al centro illuminava lievemente i volti dei 4 umanoidi che ascoltavano il video. Gli alieni erano algidi, esili, alti e longilinei, la loro pelle squamosa rifletteva la luce verde azzurra dello schermo. Ricordavano una sagoma umana. Il loro capo era allungato e la fronte si allargava molto, all’indietro. Dei grandi occhi neri inespressivi a forma di goccia sporgevano in avanti su un naso inesistente e una bocca appena pronunciata. Il colore della pelle era olivastro mentre la fronte era piena di rughe e callosità: sembravano insetti, almeno nel volto, illuminato a tratti dalla schermata olografica…La diretta sul Parlamento europeo, mostrava i risultati del conclave sull’applicazione della clausola 14. 55 favorevoli, 53 contrari, due astenuti. Nell’aula il caos più assoluto: chi esclamava al tradimento, chi alla cospirazione, chi alla sciagura e chi festeggiava la salvezza, come se potesse dipendere da un voto…il tutto ripreso dalle telecamere del mondo, che, impietosamente, osservava svanire la speranza della vittoria. Paesi come l’India, la Cina, l’Australia, la Spagna, sapevano ora di poter contare solo sulle proprie forze…e da qualche parte gli eroi, impegnati a Tokyo, Londra, Madrid, persino nello Sri Lanka, piegavano la testa poiché sapevano che presto sarebbe arrivato l’ordine di ripiegare e tanti innocenti sarebbero dovuti restare inermi e indifesi. All’interno di quella stanza ovale, però, qualcosa di strano accadeva. Gli alieni sembravano poter interagire con il video, sembravano soddisfatti, da quello che poteva capirsi. I loro volti si osservavano, le loro mani mandavano segnali alla plancia, dirottavano ordini e indicazioni. Si preparavano. Si stavano preparando alla vittoria…

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La resa. Per molti quel tabellone voleva dire questo. Ripiegare su sé stessi e molti Paesi nel Mondo, aldilà di quei 18 Stati, sapevano di non poter contare sulle proprie forze e sulle proprie tecnologie…i Capi di Stato ebbero reazioni diverse ma non c era tempo per i formalismi. I più orgogliosi, come il Libano o Israele ordinarono ai propri eserciti di contrattaccare, come in Iran. Altri Presidenti ordinarono l’esodo negli Stati vicini, magari membri del Fisc ma che avrebbero presto chiuso le frontiere ed evitato l’immigrazione clandestina dei rifugiati…All’interno del Parlamento prese di nuovo parola Calderon:

“La clausola 14 dunque, troverà immediata applicazione. Il nostro Comandante della Polizia darà presto ordine all’esercito di ripiegare nei 18 stati membri…venga data disposizione al Comandante Rudolf Hess di intervenire.”

Ed ecco fare irruzione dalla porta principale, come nei film d’amore, l’uomo di cui si parlava e che avrebbe dovuto eseguire le direttive appena votate…Hess si precipitò sul tavolo centrale e prese a parlare appropriandosi di un microfono…

“non posso eseguire queste direttive…”

Alcuni non sentirono, troppo indaffarati a fare telefonate e a dialogare tra loro, altri inorridirono, altri furono semplicemente stupiti ed altri invece, tirarono un filo di sollievo quasi in quelle parole trovassero ossigeno per poter allungare il fiato…Calderon fece cenno a un paonazzo Hess di spiegarsi meglio e di alzare quivi la voce:

“Presidente, questa votazione, non ha efficacia. Io, posso dirvi, con assoluta certezza, che dal momento che le nostre forze impegnate attualmente in oltre 70 Paesi nel Mondo, con un dispiego di quasi un milione di volontari e 500.000 soldati di fanteria, saranno destinate sul suolo dei 18 Paesi, le astronavi aliene attaccheranno simultaneamente il Resto del mondo…è una trappola!”

“Comandante Hess, le sue supposizioni sono alquanto azzardate senza prove a sostegno e presuppongono un accordo tacito degli alieni. Inoltre ciò potrebbe avvenire solo se questa votazione non fosse stata conclusa democraticamente….”

“infatti Presidente, ho dovuto irrompere in questa sede, aldilà dei miei impegni sul campo. Vengo proprio da Berlino, dove ho condotto un’indagine e ho scoperto che all’interno di questo Parlamento, esiste una cospirazione per sabotare la votazione al fine di far vincere il conflitto agli alieni…ho qui il nome della talpa…”

Hess passò il pizzino che gli aveva dato l’Ebreo nelle mani di Calderon. Questi impallidì attonito, poi trovò il coraggio e il fiato per affermare ufficialmente:

“Senatore Lasswell la dichiaro in arresto per alto tradimento alla costituzione del Fisc! In attesa di un processo imminente per dare adito a questa accusa, gli effetti della votazione saranno immediatamente sospesi. Dichiaro sciolta l’aula per i poteri conferitomi dall’articolo 18 e 22!”

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New York city, ore 09:44 AM, meno 3 giorni al Contatto – il New York Times apriva la giornata con la foto gigante di Lasswell arrestato dalla polizia del FISC. All’interno l’intera vicenda: intercettazioni, foto, testimonianze che provavano l’esistenza di un complotto per far fuori i 18 Stati dal conflitto e far sì che gli alieni potessero trovare la strada spianata…Il Corriere della Sera, in Europa, andava anche più a fondo. Secondo la ricostruzione in esclusiva dell’inviato Joe Mallory, addetto stampa del FISC, Hess avrebbe saputo da fonti non rivelate che appartenevano al mondo criminale tedesco, notizie scabrose circa l’invasione aliena! Secondo il rapporto Trebeskyj, infatti, gli alieni erano arrivati sulla Terra diversi mesi prima. Alcuni burocrati molto potenti, tra cui Lasswell, rappresentante USA al Fisc, avevano potuto servirsi di informazioni riservate siglate CIA (e a cui aveva collaborato lo stesso Reed Richards) che rivelavano la possibilità di un’imminente invasione. Da qui il contatto preventivo con una delegazione aliena segreta e l’accordo siglato che prevedeva la lottizzazione di alcuni Stati e di alcune città che sarebbero rimaste amministrate da gruppi umani tra cui Lasswell stesso…l’eventuale conquista aliena avrebbe risparmiato questi stati e queste regioni che sarebbero poi caduti nelle mani di questi uomini che si erano preventivamente “venduti”. Da qui il piano secondo cui le maggiori forze umane si sarebbero stanziate e ripiegate in punti morti sul globo affinché gli alieni avessero trovato terreno facile da un lato e dall’altro…il Tribunale di guerra avrebbe aperto un filone di inchiesta, così si leggeva nello speciale, detta “Deep Throat” per capire quali ponti, quali compromessi e quali soggetti avessero siglato l’accordo oltre Lasswell. Già 19 deputati FISC e 12 rappresentanti alle Nazioni Unite erano stati arrestati o rimandati a giudizio. Inoltre la Clausola 14, vecchio strumento legislativo caduto in disuso ancor prima di essere varato, si prestava al gioco perfettamente, forse troppo: di fatto la commissione relatrice della legge fu presieduta proprio da Lasswell nel 2007, data in cui si presupponeva vi fosse avvenuto il primo contatto indiretto. Hess avrebbe poi fornito altro materiale d’accusa all’Interpool riguardante alcuni passaggi poco chiari e di cui ancora si cela il segreto d’istruttoria nonché il segreto di stato coperto dallo status di guerra. Dell’inchiesta Deep throat non se ne occuperà più nessuno, almeno non a breve perché i giornali avrebbero presto, già dal giorno dopo, iniziato a parlare d’altro…della fine del mondo.

A New York la temperatura era alta a causa dei numerosi incendi e focolai. La Città ripiegava su se stessa come carta pesta appesantita da troppa acqua. Si accartocciava come neve sciolta tra le macerie e le vittime innocenti. Hess ebbe l’intuizione di spostare gran parte del suo esercito nei cieli per colpire i punti nevralgici del nemico: le astronavi. Esse stazionavano sui cieli di Manhattan come nuvole argentate e dalle quali usciva l’armamentario più disparato e ultra tecnologico tra cui le Sentinelle: piccoli velivoli sferici ultraveloci in grado di teletrasportarsi e sparare sulla strada raggi laser sottilissimi ma iper distruttivi. E poi, poi vi erano le Caravelle, grosse navi madri che inglobavano quelle medie, e galleggiavano ancora più in alto nel cielo. Per terra poi, un esercito di fanteria alieno, armato di carri armati volanti senza ruote, di stravaganti creature abominevoli e di alieni inseriti in appositi robot war, facevano da corollario alla strage. L’esercito di Hess, 8° reggimento di fanteria settore Manhattan era numericamente inferiore in rapporto 1 a 8, e tecnologicamente arretrato rispetto al nemico, nonostante questo riusciva a tenere alta la difesa in quanto di attacco non poteva parlarsi. Era una continua trincea, si alzavano gli scudi e si aspettava l’ennesima ordata nemica. Questa portava via soldati come fosse un camion della morte. Agli alieni non sembrava importare delle ricchezze civiche e urbane della Terra in quanto tendevano a polverizzare qualunque cosa gli capitasse sotto tiro. Secondo il rapporto Trebeski e gli studi di Richards, avevano bisogno di acqua e di rocce particolari per poter costruire i loro velivoli. Ma la verità era tutt’altro che scientifica in quanto si sapeva che gli alieni erano interessati alle sfere di energia cosmica e il loro attacca in questo momento così delicato, non era casuale. Con Galactus alle porte, una crisi mondiale alle spalle, la Terra era vulnerabile più che mai ad un simile attacco e non serviva uno storico della guerra per capire che gli alieni dopo aver distrutto il pianeta e recuperato le sfere, avrebbero lasciato banchettare il divoratore di mondi in santa pace! Per loro era puro interesse, una sorta di guerra lampo interplanetaria. Non interessava negoziare, non interessava conquistare, solo distruggere, prendere e scappare. Da qui l’esigenza di preparare un invasione mesi prima in un momento particolare. Lasswell sapeva tutto questo e voleva assicurarsi il minor danno possibile per la sua nazione e una ricompensa in termini di potere…la stampa ignorava ancora tutto questo proprio perché non aveva una concezione globale dei problemi, considerando che si credeva che gli alieni avessero voluto conquistare e ridisegnare il mondo…niente di più sbagliato. In molti si dimenticarono in quei giorni del Contatto imminente, della fine prevista e annunciata dall’araldo, e della folle missione sponsorizzata da Acute. Sulla terra ferma però. La sofferenza continuava. Impegnati sul fronte, lì nei pressi di Central Park anche gli amici James Gift, Giorgia Trebesky, e Alex The Soccer. Con l’8° Reggimento e gli eserciti di quartiere (voluti da Hess radunando gruppi paramilitari ed ex criminali volontari) la linea difensiva reggeva giusto il tempo per poter permettersi di contare i numerosi morti…attorno all’area particolarmente segnata dal combattimento, i grattaceli erano stati gambizzati, letteralmente, e dimezzati. Nei cieli invece la Twin Force comandata da Hess, si destreggiava tra le Sentinelle e le Caravelle aliene. I laser nel cielo disegnavano rotte e lineamenti vari, figure geometriche e coreografie di luci. Lo stesso Hess faceva fatica a destreggiarsi nel labirinto cromato interrotto solo da qualche esplosione e/o implosione. I caduti umani erano almeno il triplo a fronte di una tecnologia ed una velocità limitata. Le navi madri poi, non sembravano neanche scalfite dai numerosi bombardamenti multipli e intrecciati mare/terra. Continuavano a galleggiare paciose nel cielo, come enormi dischi bombati…per terra ancora gli esseri facevano strage delle loro vittime nutrendosi dei loro cervelli ancora in vita…una pratica barbara e crudele che celava la natura complessa ed evoluta degli umanoidi. I colpi erano così potenti che la terra stessa sembrava tremare, quasi a formarsi delle crepe enormi proprio sotto la crosta terrestre. Si aveva l’impressione di stazionare su fogli di carta sospesi su pareti di stuzzicadenti…le trincee scavate all’uopo, erano poi costituite ed irrobustite alla meno peggio davvero, con muri di cadaveri, terra e calcestruzzo…il fetore era languido e tormentante!

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Tra la quinta Avenue e la 97esima strada, proprio in mezzo a Central Park, si registrava la parte più viva, o, più morta, del conflitto! In corsia, o per meglio dire, in trincea, il comando Rescue dell’8° Reggimento aveva destinato 90 uomini: ne restavano 15. Tra questi Alex The Soccer, James Gift il tenente Carpenter e altri soldati semplici e volontari. Un'unica donna: Giorgia Trebesky. Questa aveva un’accesa discussione con James Gift:

“Maledizione Trebesky! Fammi andare! La mia famiglia ad Harlem è in pericolo! Io posso salvarla! Lascia che Alex venga con me…Harlem è stata la più colpita in questa guerra!”

“James non posso lasciarti andare! Servi qui, questo avamposto è fondamentale, uno degli ultimi rimasti! La Resistenza ad Harlem farà il proprio dovere anche senza di te!”

“sai benissimo che non è così, io vado! Fanculo Acute e il suo esercito! I Neri di Harlem hanno bisogno di me…”

“Al diavolo! Tenente facciamo fuoco di copertura da destra; James, Alex, buona fortuna!”

I due ragazzi si fiondarono nel bel mezzo della battaglia, furono attorniati da una pioggia di proiettili saettanti e laser schioppettanti! Dovevano attraversare il fiume per arrivare ad Harlem Meer ma erano costantemente bersagliati da una raffica di fuoco avversario! Non riuscivano a muoversi, così Lady G, decise di uscire dalla trincea per spostare il fuoco di copertura e creare un diversivo…e fu così che gli alieni, aldilà degli alberi, si concentrarono sulla sponda della trincea. Gift imprecava mentre in mezzo al fiume, con l acqua che gli arrivava alla gola, faceva fuoco alle sue spalle verso il centro del campo.

“Alex cazzo fa qualcosa!”

“Non posso! Non riesco a calciare abbastanza forte se sono completamente sotto l’acqua e anche se ci riuscissi, qui ci sono solo ciottoli troppo pesanti…”

Un casco volò in aria, era quello del tenente Carpenter colpito al collo…gli alieni avanzavano. Lady G osservò la scena fermando i colpi, si alzò in piedi e si voltò verso James, tenuto fermo da Alex…questi urlavano di stare giù ma il volto sereno di Giorgia era implacabile, sembrava rassegnata. I suoi occhi piangevano per fatalità, la sua bocca inarcata sussurrava speranza, le sue orecchie ascoltavano il silenzio della terra mentre l’ennesimo frastuono metallico le attraversava il costato…

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e ancora sangue innocente sull’erba newyorkese, gli alieni si fiondarono a ridosso dell’ultimo avamposto umano e facevano strage di soldati: Manhattan era caduta.

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Poco prima - Suolo lunare, quartier generale Deep Space Team Hope – mentre sulla Terra il conto alla rovescia al Contatto sanciva meno 3 giorni, sulla Luna il discorso era più complesso in quanto il contatto sarebbe stato anticipato…la macchina, la Superarma era in funzione e quella che sembrava essere il diversivo che avrebbe salvato tutti, era in procinto di essere danneggiato se qualcuno non avesse fatto da guardia. Stan Acute dentro il suo bel War Module era lì apposta! La minaccia, frattanto, si avvicinava…dallo spazio siderale Galactus, era un insieme di parti più o meno minuscole, come tanti insetti, uno sciame di robot e parti metalliche. Sembravano essere parte di una mente unica e le rilevazioni effettuate da Tony Stark confermavano l’ipotesi. Quelle piccole creature si stavano avvicinando, sul monitor interno di Iron Man, il conto alla rovescia segnava meno 30 secondi…adesso la prima ordata dei mini robot che costituivano lo sciame enorme, di cui le dimensioni si perdevano nell’abisso, erano ben visibili: calamari metallici nella struttura, avevano delle enormi pendici sul retro. Davanti un insieme di occhi e luci rosse di diverso taglio incutevano timore quasi avessero una vita propria…la velocità aumentò considerevolmente e Jarvis sanciva: “meno 5, 4, 3, 2, 1… Contatto!” Fu Iron Man il primo a trovarseli sul capo, egli si scontrò con tutta la sua forza distribuita sulla lucida corazza: un pugno che fece tremare l’intero suolo lunare mentre di poco scalfiva l’esoscheletro dei componenti di Galactus! Superman, poi Green Lantern e lo stesso Optimus Prime si trovarono nel pieno della guerra in men che non si dica. Non avevano tempo per pensare, avevano fatto cerchio alla SuperArma, e lì i robot sembravano dirigersi, attratti come fosse miele…ma nel loro bieco girovagare, incontravano qua e là colpi da tutte le parti, anche dallo stesso Acute che si dava da fare, stando fermo sul posto, grazie ai siluri impiantati nella sua armatura. Non c’era tempo per pensare, tanto meno per ascoltare la radio che preannunciava attraverso la voce di James Gift, la morte dell’Agente Speciale Trebeskyj…non potevano udirlo. La Superarma aveva creato una barriera energetica, una volta in funzione, che impediva le comunicazioni all’esterno del perimetro teatro dell’efferata guerra. Il rapporto della macchine era di 100 a 1, i supereroi non batterono ciglio nel placare quell’onda anomala metallica…e per ogni caduto nemico ne arrivavano altri 10! Quella ferocia, quella freddezza siderale, quella potenza inaudita, si tramutarono presto in una sensazione sinistra: il Team Hope, per la prima volta, aveva avvertito la presenza di Galactus!

Sulla Terra, il giorno dopo, New York da qualche parte ad Harlem…in una casa diroccata, si nascondevano i due amici, Alex the soccer e James Gift. Avevano combattuto tutta la notte, dovevano rifocillarsi. L’ultimo focolaio era il loro, a New York, ma non potevano saperlo. I contatti radio infatti non esistevano più. Gli alieni aveva conquistato gran parte della città, o meglio i punti strategici e si apprestavano a raggiungere gli ultimi insediamenti industriali del New Jersey. Gift non poteva sapere se effettivamente fuori dall’edificio qualcuno era rimasto vivo. Ormai erano ore che non si combatteva ma era ferito alla gamba e non aveva le forze per alzarsi. Anche The Soccer non era messo tanto meglio ma grazie ai suoi allenamenti riusciva a resistere stando in silenzio, nonostante i crampi e le ferite. Nella mente di James le immagini del massacro del giorno prima, del volto perso di Giorgia, caduta sul campo del nemico…non aveva potuto far niente. Saggiamente Alex l’aveva trascinato lontano da lì e trovarono rifugio nella zona dove ora si trovavano. Ma continuava a pensare a quella scena, al sangue versato e a quell’orribile senso di colpa…adesso si trovava lì ad Harlem, laddove più niente era vivo, come invece vivi erano i suoi ricordi di quel posto…c’era un silenzio che sapeva di morte e di disperazione. Ma loro stavano in silenzio. Gli alieni erano passati oltre e questo gli permetteva di rifiatare un pochino. Alex parlò con un tono distaccato e non presente:

“Mancano meno di 48 ore al contatto. Sulla Luna hanno meno di due giorni per annientare Galactus, se questo non dovesse avvenire capirà che era solo una trappola e si precipiterà su quel che resta della Terra…”

“Sai Alex, da piccolo non riuscivo ad andare sulla bici! Proprio non ci volevo andare, avevo troppa paura…Padre John, un amico di famiglia, gli volevo bene, non faceva che incitarmi a trovare il coraggio, quasi che per salire su quella bicicletta avessi bisogno di trovare la fede! Devi crederci James, continuava a dirmi tutti i giorni! I bambini del quartiere mi prendevano in giro ma Padre John continuava ad incoraggiarmi. Un giorno caddi e mi ferì. Imprecai dal dolore e gridai che non ce l’avrei mai fatta! Padre John allora si avvicinò e mi rispose che dovevo iniziare a credere davvero, ed io gli dissi che ci voleva un miracolo! E lui mi rispose che non aveva importanza…dovevo solo iniziare a credere nei miracoli…”

Contemporaneamente nei Laboratori della Stark Industries alla periferia di New York – Non era rimasto più nessuno nell’edificio. Solo i topi. Nel sotterraneo Silver Surfer, rinchiuso, meditava in silenzio, nell’oscurità. Intrappolato com’era, senza forze, non poteva liberarsi. Aveva la sensazione che il mondo stesse morendo ancor prima dell’arrivo del suo padrone, Galactus, eppure della guerra terrestre non aveva potuto udire neanche i bombardamenti più efferati! Laggiù, sotto 8 metri di cemento armato, in quel piccolo stanzino, Norrin Rad a testa china era bloccato come una bestia selvaggia…aveva girato l’universo, visto e distrutto qualunque cosa ma in quel momento per la prima volta si sentì impotente e non imponente…i suoi poteri gli erano stati sottratti, la sua forza dimezzata, il suo ego torturato…poteva contare solo sui ricordi e sui sentimenti, sul suo passato. Eppure, lì, in quella stanza, ebbe la netta sensazione che il tempo si fermò davvero!

“Norrin” gli intimò una voce profonda, proveniente dalla sua testa…

“chi sei?”

“Norrin, io so chi sei”

“chi sei? Mostrati alla luce!”

“hai salvato lei, hai salvato te stesso, il resto non conta…”

“come fai a saperlo? Cosa vuoi da me?”

“sei un essere superiore Norrin. Guarda cosa sei diventato…guarda dentro di te…”

“non capisco, posso sentire la tua voce nella mia testa…tu non sei umano, è come se ti conoscessi, hai un’aura familiare…”

“perché hai viaggiato per tutte le Galassie Norrin, io sono colui che è stato colui che è colui che sarà. Sono il tempo, sono lo spazio e sono la vita.”

“Tu sei uno dei 7 Maestri della Sapienza!”

“Fammi la domanda chiave…”

“come sono arrivato qui? Perché sono qui?”

“L’essere per cui lavori, ha divorato mondi, ucciso innocenti, estinto anime e torturato corpi. Ha dilaniato amori e usato sentimenti malvagi. Ho dovuto trovare un modo per fermarlo, per metterlo alla prova. Non potendo servirmi dei miei poteri del Tempo, ho dovuto creare un altro Universo in cui Galactus avrebbe potuto trovare la morte una volta per sempre! Il mio potere infinito della creazione consiste nel costruire e distribuire energia cosmica…così replicai le energie più forti provenienti da 4 Universi e li riversai in un Mondo Nuovo, parallelo, in cui tali fonti energetiche si sarebbero concentrate…il teatro ideale per l’ultima tragedia, l’ultima serie di morti…per fare questo ho dovuto pazientar migliaia di anni e ricostituire un continuum temporale, una pista energetica che avrebbe attratto le forze del Male nell’Altro Universo! Questo dove tu ti trovi ora. Ma qualcosa è andato storto. Un essere altrettanto malefico di nome Dr.Doom, si è appropriato delle sfere cosmiche nascoste nel Nuovo Pianeta creando una distorsione, un taglio spazio temporale tra tutti gli Universi. E fu così che i vari doppioni si sono ritrovati in questa dimensione. Solo che tu nell’Altro Universo, eri stato liberato dalla schiavitù di Galactus. Quando gli universi si sono ricollegati a causa di Doom ciò ha creato un’anomalia cosmica e tu ne sei venuto fuori, come arma di Galactus, al servizio del male. Quando tu, Norrin il Malvagio, ti sei scontrato con il Norrin liberato dell’Altro Universo, si è creata un’implosione cosmica e il tuo clone è stato rispedito nel mondo da dove proveniva. Il tuo destino, Norrin, è di servire il bene cosmico, di combattere per la libertà, ma purtroppo sei l’aberrazione di te stesso. Io sono qui mi manifesto a te, per far sì che la profezia sia compiuta e l’ordine ristabilito. Sei il mattone che manca Norrin, sei l’ago della bilancia…”

“ora capisco…hai fatto tutto questo per uccidere Galactus, e per farlo hai perso parte dei tuoi poteri, lo percepisco…ma chi sei tu in realtà o Dio dei 4 Cosmi?!...”


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Una luce immensa si sprigionò dalla porta che si smaterializzò! Dalla forte luce stellare, accecante, calda, incredibilmente bella e soave, comparve una figura esile, piccola e aggraziata…era la sagoma di un bambino. La luce accecante proveniva da lui…Silver Surfer ne fu colpito a tal punto che dovette coprirsi il volto; fu investito da una linfa vitale nuova che gli restituì i suoi poteri, le catene che lo trattenevano si dileguarono come polvere…poi quella voce finora udita nella testa, si concretizzò dalle labbra di quel bambino che non era quello che sembrava…tutt’altro:

“Sono Atlhakluhn, Creatore della vita e fratello di Galactus! Va Silver Surfer, ora sei libero…libero di accettare il tuo destino!”

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Edited by IlProvocatorediFsS - 13/12/2008, 04:01
 
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IlProvocatorediFsS
view post Posted on 13/12/2008, 01:41     +1   -1




ATTENZIONE CONTIENE SPOILER! LEGGETE PRIMA IL CAPITOLO SOPRA!

Continuano dunque le avventure dell'MBS nella maxi saga Contatto! in questo numero vediamo le nuove vesti di Optimus prime/Mbs Car, ma anche la prima riunione operativa su Georgia's Island, la morte di Lady G (di cui non svelo le conseguenze) e niente meno che l'apparizione del Dio Atlhaklhun! Grazie a lui era iniziato tutto ricordate? Comunque a parte la trama che mette tanta carne al fuoco, spero il risultato di questo esperimento editoriale stia evolvendo bene. Esperimento che vuole mischiare attraverso la multimedialità, il genere del racconto fantasy e delle trame politiche, della sceneggiatura day by day con l'inserimento dei link ipertestuali per approfondire la storia in continua evoluzione, del fumetto personalizzate in diverse tecniche, del linguaggio musicale e del fotoromanzo (attraverso le foto dal web e i rimandi al racconto 3d sul plastico di Georgia's Island!). Nel prossimo mese scopriremo la fine, quarto e ultimo capitolo di Contatto: L'ago della bilancia...vi svelo solo che Silver Surfer ci regalerà parecchie sorprese! Abbiamo capito grazie al Dio dell'Mbs Universe che è lui la vera chiave della saga...staremo a vedere. Dopo Contatto anche altre mini saghe tra cui Disappening - "morte apparente" in cui vedremo la ricostruzione della Terra e i vari riconoscimenti, nonchè la fine della trama polical scorrect di Contatto e le conseguenze della vittoria di Obama nell'Mbs Universe. Alla prossima! Yes We Can!


Tooms/IlProvocatore/Santy

N.B. A breve nuove foto sull'Isola, nuove tavole e nuove anticipazioni :ok: Consigli per gli acquisti con un film in uscita a natale nei cinema. Trattasi di The Spirit, ultimo film del magico Frank Miller. The Spirit fu acquistato dalla Dc comics negli anni 60' e lo troviamo in alcune avventure a fianco di Batman. Dunque ancora supereroi post moderni per Miller, autore visionario di 300 e Sin City. L'avrete notato, il mio avatar si rifà proprio al personaggio principale interpretato da Gabriel Matc...Eccone un assaggio:




Edited by IlProvocatorediFsS - 13/12/2008, 04:16
 
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1 replies since 13/12/2008, 00:55   166 views
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