Giacomo Rizzolatti è uno degli scienziati italiani più famosi nel mondo, perché ha scoperto i neuroni specchio, le cellule cerebrali che si attivano allo stesso modo quando un individuo compie un'azione o la vede eseguita da un altro, considerate fondamentali per la comprensione del comportamento e delle emozioni altrui.
I Neuroni "specchio"
Qualche settimana fa, nel sito "cool" della comunità scientifica italiana "Scienza in rete" poneva un problema antico, con l'occhio del neurofisiologo:
Che cosa è la bellezza?
Una "Bellezza" della neurologia: cellule neuronali dopo un effetto di cromatura digitale
Il ricercatore, insieme con i suoi collaboratori, ha mostrato a 14 persone una serie di capolavori della scultura classica e rinascimentale così come effettivamente sono oppure leggermente modificati nelle proporzioni, registrando con la risonanza magnetica funzionale quali aree cerebrali si attivavano nelle diverse fasi dell'osservazione e quando si chiedeva alle persone sottoposte all'esperimento se gradissero o meno l'opera. Ha così spiegato i risultati:
«Abbiamo così dimostrato che nella percezione del bello intervengono entrambe le componenti. Da un lato si può parlare di una bellezza oggettiva, dimostrata dall'attivazione di aree della corteccia cerebrale deputate all'analisi fisica dello stimolo e dal centro deputato alla percezione e all'organizzazione delle emozioni, ma dall'altro c'è anche una bellezza per così dire soggettiva, come dimostra l'attivazione dell'amigdala, l'area che codifica l'aspetto emozionale delle esperienze personali».
I dati sembrano suggerire che il senso del bello derivi da un’attivazione simultanea di aree corticali deputate all’analisi fisica dello stimolo (e quindi dipendente dai parametri intrinseci dell’opera, che possono variare da opera ad opera) e dell’insula, il centro deputato alla percezione e all’organizzazione delle emozioni.
Altri valori dell’opera d’arte sono elaborati, invece, dall’osservatore secondo criteri soggettivi riconducibili all’esperienza e al gusto personale dell’individuo. Questo secondo tipo di bellezza, che si può definire come soggettiva, coinvolge l’attività dell’amigdala, l’area che codifica l’aspetto emozionale delle esperienze personali.
Per maggiori approfondimenti si consigliano altre due articoli sull'argomento: