Il Forum delle Muse

Benedetto Norcia - L’Altrui Altrove

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view post Posted on 20/6/2013, 10:39     +1   -1
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Benedetto Norcia - L’Altrui Altrove


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Nato a Monreale, città imbevuta di arte e storia,
Bendetto Norcia, fin da piccolo
è attratto dalla bellezza sottile dei pennelli.
L’incontro con il maestro Pino Anselmo
lo inizia alla pittura e alla tecnica del mosaico.
Da allora, Norcia non ha più lasciato l’arte,
tanta da farne una ragione di vita,
il senso del suo essere al mondo.





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Fin dall'età degli 8-9 anni Benedetto Norcia manifesta un’appassionata attrazione per l’arte.


Sulle pareti della casa paterna campeggiavano riproduzioni fotografiche della volta della Cappella Sistina: ne era soggiogato, in qualche occasione provava a possederne la magia riproducendo quelle figure enigmatiche e piene di forza: risultati infantili.


Era però fermamente convinto d’avere le capacità per comprendere ciò che vedevo sia tecnicamente che poeticamente.



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Presenza - olio su tela - cm 100x100 (2004)




Fortuna volle che da lì a poco incontrasse l’artista monrealese Pino Anselmo, e frequentando la sua bottega di pittura e mosaico iniziasse il cammino alla scoperta della sua passione.



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Gentildonna - olio su cartone telato- cm 18x24 (2008)



Già dai primi tentativi fu consapevole che la strada imboccata fosse l’unica via da percorrere e in un lampo sono passati quarant’anni.



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Tratteggio mimico - olio su cartone telato- cm 38x45 (2006)



Anni pieni di attività sia scolastica (Istituto d’arte per il mosaico a Monreale, Accademia di Belle Arti a Palermo e Milano), che professionali.



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Incontro - olio su cartone - cm 68x71 (2007)



Dal 1983 si occupa di restauro pittorico, musivo e scultoreo. Risale al 1986 la sua mostra personale di pittura a Monreale.
Sempre a Monreale, nel suo Atelier, nel 1989 insieme al maestro Pino Anselmo esegue il restauro dei mosaici Liberty del fregio del palazzo delle Assicurazioni Generali Venezia a Palermo. Da Monreale a Milano presso una grande ditta di restauro.



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Turbinio emozionale - olio su tela - cm 100x120 (2006)



Nel 1993 allestisce una grande mostra a Milano e da Milano si trasferisce in Svizzera dove ha aperto il mio Atelier di pittura - scultura -mosaico - incisione e restauro.
Varie mostre personali sia in Italia che in Svizzera. Diversi interventi decorativi artistici in edifici pubblici e privati. Nel 2009 grande mostra a Bellinzona e nel 2011 esegue il restauro di un mosaico monumentale presso la dogana di Chiasso (Svizzera).



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Il sogno di Qoèlet - olio su cartone telato - cm 24x31 (2001)




Dopo vent'anni è affiorato in Benedetto Norcia il bisogno di tornare in Sicilia, isola magnifica e piena di energia vitale.
Milazzo, epicentro di tre vulcani attivi, si è rivelata per l'artista esercita un'attrazione fatale.Ed è qui che da un anno ha aperto il suo secondo Atelier...



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Consapevolezza - olio su tela - cm 80x100 (1996)

Recensioni

L’Altrui Altrove - Pino Giacopelli


Nel 1986 presentando in catalogo il giovane Benedetto Norcia, rilevavo “l’affondo psicologico lancinante e magrittianamente allusivo” con cui connotava i suoi personaggi “carichi di fregi, orpelli e parrucche” deformanti.

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Tormento interiore -acquerello su carta - mm 350x500 (2005)

In questa nuova mostra, pur continuando a privilegiare la sua vena introspettiva, Norcia accentua il rapporto tra la luce naturale e quella interiore e, soprattutto, comincia ad affrancare le sue immagini d’ogni panoplia barocca, da ogni enfasi retorica, per immergerli in una dimensione atemporale, teneramente poetica.
E, nel momento in cui l’uomo, presentato da Norcia, fa esplodere la natura, arrestando o affrettando precipitosamente l’evoluzione delle forme, la sua pittura prende a distinguersi dall'arte barocca e da quella romantica, per iscriversi a pieno titolo nell'arte del ‘900.
In realtà Benedetto Norcia, in queste sue opere, si caratterizza per i modi con cui riesce a cogliere con immediatezza l’umanità e la spiritualità.
Benedetto Norcia compie un’operazione che potremmo considerare rivelatrice delle sue aspirazioni più profonde.
Se c’è una differenza tra le sue opere precedenti e quelle eseguite di recente, questa riguarda, infatti la sua tavolozza dove il colore si declina per svelare identità segrete, riaffioranti dalla memoria: il verde dell’immaginazione, il giallo dell’incarnato, il rosso del piacere, il celeste della sacralità, l’ocra della solitudine, il bianco della follia che, nella sinopia iniziale dei suoi quadri erano estuari di fiumi acherontei, quindi astrattezza bizantina, attesa, assenza, ora, nella finitudine di questa traversata, spazio mentale, vanità , sospensione attonita, anatomia rivelata, lemnischi di desiderio.
E con la pennellata agile, rotante, inesausta la tensione coloristica da vitale s’è fatta orgogliosa e visionaria, la struttura rimane innervata nel colore, la composizione, ora a strati mosaicati, ora ambiguamente modulare e, infine, quando la cromia si schiarisce come la lontananza, prende corpo una gestualità liberatoria che fa giustizia delle nudità che l’artista ostenta senza particolare compiacimento.
Perché alla fine, al di là dei paludamenti avvolgenti, quello che al pittore Norcia interessa davvero, è l’uomo, il suo essere creatura umana, la sua intelligenza, la sua voglia di vivere, la sua anima che si fa sguardo, occhi e mani.
Una tavolozza cosi svariata potrebbe dare l’impressione di assistere ad un gioco di vaga e incerta fasci-nazione. Ma quelle mani e quelle facce, non sono le grandi mani e le i grandi piedi dei minatori o dei pastori di Sironi, né sono un marchingegno tecnico per calamitare la nostra attenzione. Quegli sguardi sono emblemi di un linguaggio, il linguaggio degli innocenti che affidano a questi sortilegi l’opportunità di continuare a dialogare con l’umanità e con la natura cangiante.
È come se l’artista volesse far sua la considerazione di Arnold Schoenberg (il pittore viennese, maestro della dodecafonia), quando afferma che “l’ordine è qualcosa di artificiale. Ciò che è normale è il caos. L’anima è una terra lontana” e ci suggerisce un intervento tutto affidato alla nostra capacità prensile e allontanante al tempo stesso e alla capacità di penetrare, folgorare ed inquietare la nostra esistenza e la sua ansia di infinito. In questa atmosfera, la stessa Natura morente di Benedetto Norcia ha occhi e pensieri e il suo sentire un colore, trafitto nel profondo, dalla luce che riflette la nudità dei sogni che fanno capolino, per scomparire nei fondali umorosi delle sue tele.
Per significare questo tumulto, Norcia combina i bagliori della memoria, i colori della sua terra e li declina con le ombre. Ed è così che sublima forme, figure arroventate come metallo nel forno fusorio, donde ricrea un inedito racconto della natura che il fuoco di una nuova figurazione accende, sbracia e trasforma in campiture essenziali di trobadorica suggestione.



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I quattro elementi - bozzetto mosaico - cm 30x42 (2004)


Benedetto Norcia, artista eclettico - Salvino Cavallaro



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Allegorie scultoree

Si chiama feeling o idem sentire, empatia o vedere il mondo con gli stessi occhi e dalla stessa angolazione. E’ la bellezza ma anche il mistero della vita, capace a volte di metterti di fronte a persone che quasi non sai chi sono e che, al contempo, ti sembra di conoscere da una vita. Ho sempre pensato che i contatti umani e l’importanza di scambiarsi concetti filosofici sulla vita, su cosa siamo, da dove arriviamo e sapere ciò che ci piace di più con chiarezza di idee, sia basilare nell’intrecciare indispensabili relazioni umane. E’ il sale della vita, senza il quale niente avrebbe gusto, sarebbe insignificante. Così, durante il mio percorso umano e professionale di giornalista sportivo, ho conosciuto diversi personaggi non solo nell’ambito sportivo. Persone che mi hanno arricchito e fatto riflettere sotto il profilo della conoscenza di uomini, nel sapere ciò che pensano, che amano di più fare nella vita, delle loro passioni artistiche, dei loro sogni realizzati e di quelli mai raggiunti. Un’escalation di situazioni che spesso fanno emergere le grandi qualità dell’uomo nel credere fermamente in tutto ciò che è propria convinzione, ma anche delle delusioni che enfatizzano momenti di fragilità umana.
E tra i tanti personaggi che per caso ho appena conosciuto, spicca il nome di Benedetto Norcia. Un’artista poliedrico capace di interpretare l’arte in tutte le sue sfaccettature e con capacità innegabili nel passare con naturalezza e attraverso ottimi risultati, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura ai mosaici e a tutto ciò che si chiama appunto arte. Ma la bellezza del suo modo di interpretare e rendere palpabili ispirazioni che spesso s’intersecano e si annidano tra le pieghe profonde della sua anima sensibile, lo rendono personaggio capace di trasmettere emozioni attraverso quell’empatia della quale facevamo cenno all’inizio. Benedetto Norcia nasce a Monreale in provincia di Palermo, luogo d’arte e antichi mosaici che arricchiscono una Cattedrale che pullula di preziosa cultura. Non so se questa sua nascita in un luogo come Monreale abbia influito positivamente sulla sua passione per l’arte, certo è che una qual tendenza all’amore verso le opere artistiche è stata assorbita dal suo essere persona sensibile alle bellezze architettoniche.
E così Benedetto Norcia, dopo avere completato la sua formazione scolastica presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo e poi di Milano, decide di trasferirsi a Chiasso, dove vive ormai da vent’anni e dove apre un Atelier molto apprezzato e frequentato dalla stragrande maggioranza delle persone che amano il settore artistico, ma anche da coloro i quali sono capaci di entrare nell’anima dell’autore attraverso la propria sensibilità, nell'interpretazione del messaggio culturale. E’, come ho sempre pensato, empatia, un gioco a due, un messaggio da interpretare, dove è importante proporre il senso di ciò che si fa, di come nasce l’idea e da quali sentimenti viene partorita, ma è altresì importante recepirne il messaggio attraverso la propria sensibilità. Ma c’è un altro importante amore nella vita di questo artista eclettico dalle mille percezioni, ed è Milazzo, la bellissima penisola siciliana della provincia di Messina dove egli vive per buona parte dei mesi dell’anno. Qui trova il suo rifugio, l’esaltazione e la realizzazione delle sue opere ispirate da un luogo dove l’alba e il tramonto sono sempre concilianti e significativi del vero senso della vita, fatto di cose semplici ispirati dalla natura stessa. La sua casa è là, davanti all’immenso, maestoso, azzurro mare aperto di Ponente, dove il vento soffia impetuoso ma anche lieve, significando l’umore dell’uomo talora soggetto a impeto ma anche a più dolci pensieri.


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Non è un caso che Benedetto Norcia abbia scelto questo straordinario angolo di mondo che per certi aspetti è davvero particolare, se si pensa che Milazzo, come egli sostiene, è la prua della sua terra natia ed il punto energetico più forte al centro dei tre vulcani siciliani, Etna, Vulcano e Stromboli. Certo, solo lui può dare una definizione così originale di Milazzo e, anche in questo, è capace di portarti per mano verso una realtà che talora sfugge al comune sentire. Per me, cronista sportivo di lungo corso, Benedetto Norcia è una gradita conoscenza non solo sotto l’aspetto artistico culturale che approfondirò ancor di più attraverso il suo bellissimo Atelier Musia (espressione artistica di mosaico che deriva dal greco per significare un’opera paziente degna delle Muse) che si può visitare sul sito, ma anche dal punto di vista squisitamente umano. Questa conoscenza rafforza ancor di più il significato profondo della conoscenza tra uomini, anche di coloro i quali si occupano di mondi diversi ma così vicini nell’interpretare attraverso la sensibilità, il meraviglioso senso del dare e dell’avere in maniera vicendevole. Sono gli incontri inaspettati che amplificano le emozioni talora sopite da un quotidiano appiattito da troppi svilimenti di vita.



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Edited by filokalos - 21/6/2013, 10:22
 
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