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Dance this Way: La poesia della danza

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view post Posted on 10/6/2013, 08:32     +1   -1
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Dance this Way: La poesia della danza

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La galleria d’Arte Contini
ospita la mostra personale
dell’artista fotografica ’Dance this Way’
di Mikhail Baryshnikov, presso la sede di
Calle Larga XXII Marzo a Venezia.
Aperta tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.00
ed alle 14 alle 19.30




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A partire dal 27 maggio e fino al 30 ottobre, la Galleria d’arte Contini di Venezia dedica un intero piano del palazzo a San Marco ad una mostra dal sapore itinerante, un trionfo di colori e movimenti che innesta nello spettatore una curiosità carica di sinergie danzanti.


I protagonisti assoluti della mostra sono infatti la danza, il colore, il movimento, il mondo e l’autore di queste opere è il famoso ballerino Mikhail Baryshnikov.


Si tratta di 33 fotografie di grandi dimensioni che rappresento le varie discipline della danza come il Flamenco spagnolo, l’Hula hawaiiano, il Tango argentino, l’Hip Hop americano, la Breack Dance; un fermo immagine che paradossalmente non ha nulla di statico, ma riproduce attraverso la tecnica e i colori, i movimenti caratteristici di ognuna di queste discipline.



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Mikhail Baryshnikov, nasce a Riga, Lettonia, nel 1948 ed ha iniziato gli studi di balletto classico all’età di nove anni.
Appena adolescente si è trasferito a Leningrado dove è entrato a far parte della Scuola di Coreografia Vaganova, diplomandosi da studente a primo ballerino del Kirov Ballet nel 1969. Nel 1974 ha lasciato l’Unione Sovietica per danzare con le più importanti compagnie di balletto nel mondo, tra cui il New York City Ballet dove ha lavorato con George Balanchine e Jerome Robbins.

Nel 1980 ha iniziato una collaborazione decennale come direttore artistico per l’American Ballet Theatre, formando una nuova generazione di danzatori e coreografi. Dal 1990 al 2002, Baryshnikov è stato direttore e danzatore del White Oak Dance Project, che egli ha co-fondato insieme al coreografo Mark Morris. White Oak è nato dal desiderio di Baryshnikov “di diventare una forza motrice nella produzione di arte”, anzi, ha ampliato il repertorio e la visibilità della danza moderna americana.

Nel 2005 ha aperto il Baryshnikov Art Center (BAC), una casa creativa per artisti del luogo e stranieri per creare e presentare lavori. Collocato a Manhattan nel quartiere di Hell’s Kitchen, BAC ospita quattro studi, uno teatro-studio da150 posti, e il Teatro Jerome Robbins da 238 posti.



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Attraverso il suo programma di residenza, il BAC dà spazio e tempo ad artisti sia giovani che affermati di sognare e creare negli studi del Centro senza alcuna pressione commerciale.

BAC presenta anche un lavoro contemporaneo innovativo attraverso artisti provenienti dal mondo della danza, del teatro della musica, e film a bassi costi se non gratuiti per il pubblico. Sotto la sua guida come Direttore Artistico, i programmi del BAC sono al servizio di circa 500 artisti, e più di 20.000 membri del pubblico ogni anno.

Tra i riconoscimenti più importanti di Baryshnikov troviamo l’onorificenza del Kennedy Center, la Medaglia Nazionale all’Onore, il Premio Commonwealth, il sodalizio del Chubb, il Premio Jerome Robbins, e il premio Vilcek 2012. Nel 2010 gli è stato dato il rango di Ufficiale della Legione d’Onore.

La traccia di ciò che rimane nell’occhio di una pirouette, di un fouetté, quell’evanescenza del gesto ciò che Mikhail Baryshnikov vuole cogliere quando fotografa i danzatori, quasi mettendo una distanza fra l’immagine che lui produce, ricordando se stesso all’opera.



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Nelle 34 fotografe esposte alla galleria Contini di Venezia, danzatore-coreografo e attore (dal 12 luglio reciterà a Spoleto accanto a Willem Dafoe) mette in scena il mondo dal quale proviene, immergendolo in un onirismo di cui ci rimangono delle figure spesso ridotte a un insieme di colori, dalle tinte matissiane.
La fotografia è per lui il medium ideale per la rappresentazione del corpo, colto al massimo del movimento, fino a contrarsi scultoreamente.
Movimento che, negli scatti di Baryshnikov appare, a volte, futuristicamente accelerato.
Più Baryshnikov si allontana dalla figura, smaterializzandola per effetto di straniamento (come nel caso dell’opera Brazilian Hip Hop dancers), più esercita una libertà formale che rende l’icona non subordinata a una narrazione ballettistica, guadagnando terreno nell’immaginazione.
Mikhail Baryshnikov ha così descritto la sua seconda vita artistica:“Per due decenni ho utilizzato una convenzionale macchina fotografica 35 mm, e ho sperimentato la fotografia del paesaggio tradizionale, i ritratti, e gli scatti di viaggio principalmente in bianco e nero.
Ho deciso di rifiutare le ovvie opportunità di fotografare la danza, pensando che i risultati potessero essere noiosi e futili.
Poi, sfogliando alcuni vecchi libri di fotografia della danza- in particolare Ballet di Alexey Brodovitch, e Ballet in Action di Paul Himmel del 1954- ho scoperto che abbandonando l’immagine cristallina in favore dei bordi sfocati e di figure amorfe ci si avvicina all’emozione e all’energia delle performance della danza.
Le immagini ipnotizzanti di Ilse Bing delle ballerine di Can Can al Moulin Rouge, così come le sue foto dell’ Errante di Balanchine, e forse ancor più importante, le recenti immagini di Irving Penn sono una prova ulteriore che la vibrazione del movimento può essere catturata senza essere distrutta. Edwin Denby descrive eloquentemente questo processo nel testo che accompagna le fotografie di Brodovitch: ‘(...)
Il contorno sfocato del danzatore, assimilato a un generale effetto offuscato, si registra come metafora del movimento.
Talvolta la sagoma nebbiosa che congiunge punti consecutivi (nello spazio) attraverso i quali il corpo del danzatore è passato ti stupisce per la chiarezza del suo disegno grafico, e illustra la continuità plastica del danzare. Qua e là il contrasto in una fotografia tra contorni sfocati e chiari attira il vostro sguardo sulla posizione di una figura ferma che sul palcoscenico sarebbe potuta passare inosservata nel frastuono, ma che nella fotografia rivela il suo momentaneo pathos. Così è stato possibile.” ^_^







Edited by filokalos - 10/6/2013, 10:41
 
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