Il Forum delle Muse

La filosofia medievale

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 30/3/2013, 15:14     +1   -1
Avatar

Super Ñasual Dating - Authentic Maidens

Group:
Magazzinieri
Posts:
1,960
Location:
Usa

Status:



La filosofia medievale

0001bkd

La filosofia medievale costituisce
un imponente ripensamento
dell'intera tradizione classica
sotto la spinta delle domande
poste dalle tre grandi religioni monoteiste
.




Agostino d'Ippona


ippona
Sant'Agostino d'Ippona
saintaugustineportrait
Agostino in un affresco di Sandro Botticelli

Nato a Tagaste, una città dell’antica Algeria, nel 354, Agostino è uno dei più eminenti padri della Chiesa. Il suo interesse per la filosofia inizia a diciannove anni, dopo la lettura Ortensio di Cicerone, testo che conteneva un’esortazione alla riflessione filosofica. Dopo una vita ricca di avvenimenti mondani, e l’adesione per un breve periodo alla setta dei Manichei, Agostino scopre la fede sotto la guida di Ambrogio, vescovo di Milano, e abbraccia così la religione cristiana. La sua conversione lo porta ad una riflessione filosofica originale che risente dell’influenza di alcune correnti, tra cui spicca il neoplatonismo. Quest’ultima suscita l’interesse di Agostino per la possibilità di conciliarsi, almeno su alcuni punti, con le dottrine del Cristianesimo. Fra le altre, la tesi neo-platonica che definiva il male come privazione, assenza di essere, costituisce un punto fondamentale per la riflessione di Agostino. Su queste basi, la filosofia assume per lui il compito di un’indagine sull’essere; indagine che può effettuarsi solo rivolgendosi alFinteriorità. L’anima è infatti depositaria della verità che Dio stesso ha concesso all’uomo, pertanto solo un ripiegamento dell’individuo su stesso e solo grazie ad un’introspezione radicale la filosofia può raggiungere la propria meta. Nella visione di Agostino, la ricerca filosofica si presenta come il corrispettivo razionale di un percorso di fede. Vi è insomma una compenetrazione tra fede e ragione che si è soliti ricondurre al duplice motto latino: “credo ut intelligam, intelligo ut credam”, ossia “credo per capire, capisco per credere”.

La Riflessione sul Tempo
Il pensiero di Agostino prescrive dunque il ripiegamento dell’uomo su se stesso, un ritorno all’interiorità del soggetto che risulta l’unica via d’accesso a Dio. Su queste stesse basi viene presentato il problema del tempo. Secondo Agostino il tempo non possiede una realtà esterna ma esiste solo nello spirito dell’uomo. Passato, presente e futuro non sono altro che un’“estensione dell’anima”: il presente è infatti attenzione per le cose contemporanee al soggetto; il passato è memoria delle cose che non sono più; il futuro è l’attesa delle cose che verranno. Questi tre momenti sono dunque interni al soggetto e dipendono dall’anima.

Le Confessioni
Redatta in latino nel 397, quest’opera ricostruisce la vita di Agostino, soffermandosi sulle tappe più significative del cammino verso la conversione. Ricco di riferimenti biblici, che forniscono lo spunto per commenti e riflessioni filosofiche teologiche e morali, questo testo è anche considerato l’iniziatore del genere autobiografico. Il carattere di “confessione” che esso possiede non si limita però ad indicare il contenuto della narrazione autobiografica, ma si riferisce ad un triplice significato: confessione dei peccati; confessione dell’amore per Dio; confessione di fede.

La Città di Dio
Scritta fra il 412 e il 426, la Città di Dio costituisce una difesa del Cristianesimo fondata sul confronto con la civiltà pagana. Nell’opera Agostino sostiene che l’uomo si trova di fronte a un bivio: scegliere la via della carne o quella dello spirito. A questa situazione singolare di ciascuno, corrisponde un’analoga contrapposizione fra una città terrena, in cui dominano le passioni e gli appetiti umani, e una città di Dio che accoglie i giusti, i soli che troveranno la salvezza. Questa opposizione fra le due città influisce sulla storia umana e ne determina l’evoluzione nel tempo. In particolare Agostino individua tre periodi fondamentali: il primo è caratterizzato dall’assenza di leggi e l’uomo non si oppone al mondo terreno; il secondo vede sorgere le leggi e la lotta degli uomini contro il mondo materiale; il terzo infine, è dominato dalla grazia e vede la salvezza degli uomini.



Anselmo d'Aosta - La Prova “Ontologica”


anselmofcanterbury

Anselmo nasce ad Aosta nel 1033. Prima Abate del monastero di Bec in Normandia, e poi Arcivescovo di Canterbury, Anseimo è ricordato soprattutto per due opere nelle quali elabora differenti argomentazioni per la dimostrazione dell’esistenza di Dio: il Monologion (Monologo interiore) del 1077, e il Proslogium(Discorso) del 1078.
La posizione di Anseimo rispetto ai rapporti tra fede e ragione sono ben illustrate dall’espressione latina “credo ut intelligam”, ossia “credo per capire”. La fede è dunque l’elemento prioritario che deve servire da guida alla ragione, pertanto la filosofìa stessa deve seguire questa via. L’argomento centrale del Proslogium intende dimostrare l’esistenza di Dio anche per coloro che non possiedono la fede. Infatti, anche l’individuo che dubita dell’esistenza di Dio deve per necessità averne il concetto.Ma il concetto di Dio è solo uno e si riferisce all’«Essere di cui non si può pensare nulla di maggiore».
Se a quest’Essere si sottraesse l’esistenza, si verrebbe meno alla definizione posta inizialmente. Insomma se questo Essere, di cui non si può pensare nulla di maggiore, non esistesse, non sarebbe effettivamente tale, vale a dire che si potrebbe pensare qualcos’altro di maggiore rispetto a lui. Questa dimostrazione dell’esistenza di Dio, che sarà decisiva per molti autori successivi e determinante per l’intera storia della filosofia, nel XVIII secolo sarà definita “prova ontologica”. L’Ontologia è infatti la “scienza che studia l'essere”, perciò ontologica è la prova di Anselmo che individua l’essenza logica di Dio, il suo concetto, (l'Essere di cui non si può pensare nulla di maggiore) e da ciò procede alla dimostrazione della sua esistenza.



Tommaso d'Aquino


Rivelazione e Ragione
511pxstthomasaquinas

San Tommaso d'Aquino, ritratto di Carlo Crivelli

Nato nel Lazio a Roccasecca, nel 1225 Tommaso è uno dei massimi teologi del Medioevo e l’esponente più autorevole della filosofia scolastica. Appartenente all’ordine dei Domenicani, Tommaso si sposta a Napoli, a Parigi, a Colonia e ha come maestro Alberto Magno.
Alla base delle sue riflessioni vi è una precisa considerazione dei rapporti fra rivelazione e ragione; quest’ultima infatti da sola non è sufficiente per cogliere la verità divina. La grazia, dunque, deve intervenire come guida della ricerca razionale, ma la ragione ha il compito di dimostrare i preamboli della fede, chiarirne le verità, e costruire una difesa della religione cristiana. In sintesi, per Tommaso vi sono verità che riguardano propriamente la ricerca filosofica, altre esclusivamente la fede, e altre ancora che richiedono la col-laborazione di fede e ragione.
L’esistenza di Dio: Rispetto all'argomentazione fornita da Anselmo d’Aosta, Tommaso pensa un altro modo per dimostrare l’esistenza di Dio. Procedere dal concetto di “Essere di cui non si può pensare nulla di maggiore”, come sosteneva Anselmo, è insoddisfacente perché non implica l’esistenza di Dio nella realtà. Per questo motivo, tenendo conto delle riflessioni filosofiche di Aristotele, Avicenna e Averroè, Tommaso propone cinque dimostrazioni a posteriori, cioè che hanno inizio con l’osservazione sensibile e l’esperienza umana. La prima argomentazione riguarda il “movimento” e considera Dio il primo motore immobile dell’universo; la seconda riguarda la “causalità” e considera Dio causa (a sua volta non-causata) di ogni cosa; la terza riguarda la “contingenza” e considera Dio ciò che è in sé necessario e da cui tutto dipende; la quarta si riferisce alla “gradualità” e considera Dio l’essere più perfetto da cui derivano i gradi inferiori di tutte le qualità delle cose; la quinta riguarda la “finalità” e considera Dio come l’intelligenza suprema che tutto governa, stabilendo l'ordine della complessità dell’universo.
Summa Theologica: Redatta in latino fra il 1265 e il 1274, la Summa Theologica distinguendosi dagli altri generi dell’epoca, costituisce una raccolta sintetica del contenuto teorico di una dottrina. Nella fattispecie, quella di Tommaso ha come oggetto l’insieme delle verità rivelate del Cristianesimo e ha l’intento di favorire l’accostamento dei principianti alla fede. La prima parte dell’opera riguarda il tema di Dio come principio di tutte le creature, quello della Trinità e quello della Provvidenza. La seconda patte tratta i temi della virtù, della passione, del peccato; delle virtù teologali e cardinali. La terza, incompleta, affronta la figura di Cristo e discute dei Sacramenti.



640pxlabyrinth
Il labirinto delle chiese medievali, simbolo del pellegrinaggio dell'uomo verso la "città di Dio".



La Patristica

Con il termine “Patristica” si indica la produzione filosofica e teologica realizzata dai Padri della Chiesa, fra il I e l’VIII secolo. Sono definiti “padri della Chiesa” coloro che hanno costruito attraverso le proprie opere un’esposizione chiarificatrice della dottrina cristiana, realizzato teorie prive di errori teologici, ottenendo l’approvazione delle istituzioni ecclesiastiche. Con la nascita e la diffusione del Cristianesimo, sorge infatti l’esigenza di strutturare il pensiero religioso in termini razionali, per affrontarne gli aspetti più complessi, articolare quelli più deboli e rendere possibile la difesa stessa della fede cristiana nei confronti delle altre religioni. Quella patristica è inoltre una riflessione che agli esordi abbraccia molti aspetti della tradizione filosofica greca, al punto da proporsi come continuatrice di un unico cammino fondato sulla ragione. Il “logos” è infatti considerato un dono divino posto nell’uomo, pertanto la filosofia scopre di poter pervenire ad una verità maggiore solo grazie al Cristianesimo.



800pxravennabw3
La Basilica di Sant'Apollinare in Classe a Ravenna.
L'effetto di luce dei mosaici e la smaterializzazione dello spazio evidenziano il prevalere dell'Idea sulla materia.




La scolastica e il Metodo

“Scolastica” indica la produzione filosofica e teologica cristiana che, ereditando e proseguendo i temi della Patristica, comincia nell’VIII secolo e si sviluppa fino al XV secolo. Il nome deriva dal latino “scholasticus” che veniva utilizzato per indicare sia il maestro sia l'allievo delle “scholae” medievali. Il riferimento essenziale è Aristotele del quale, a partire dal XIII secolo, vengono recuperati e tradotti i testi. Aristotele, secondo la diffusa definizione dell’epoca «Il filosofo», costituirà per tutto il Medioevo una fonte inesauribile di interrogazione, attraverso la moltiplicazione di scritti, note e commenti alle sue tesi. Con la Scolastica oltre alla definizione di una teologia capace di unire alcuni tratri del pensiero greco e i principi di fede centrali del Cristianesimo, si arriva alla costruzione di un vero e proprio metodo di studio, insegnamento e riflessione. Esso è principalmente costituito da due momenti, la “lectio”, che consiste nella lettura e nel commento di un brano della Bibbia o di un padre della Chiesa; e la “disputano”, che prevede la discussione di un problema articolando tutte le argomentazioni possibili sia in favore sia contrarie alle tesi considerate. A questo sistema si deve l’enorme diffusione del commentario, genere letterario incentrato sull’utilizzo di fonti autorevoli, momento imprescindibile della riflessione scolastica. I testi sono poi sottoposti a “quaestiones"', momenti di dibattito pubblico in cui le tesi sostenute dovevano essere messe a confronto con argomentazioni e obiezioni di studenti e maestri.



lafilosofiafedericomain
Cos'è la filosofia – Federico Mainardi



AFORISMI


AGOSTINO
alcuin

jpg

- Non uscire da te stesso, rientra in te: neU'intimo dell'uomo risiede la verità.
- Grande e questa potenza della memoria, molto grande essa e, Dio mio, anzi un santuario ampio e infinito. Chi è mai riuscito a giungere sino al fondo di essa?
- Che cosa è dunque il tempo? Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so: così, in buona fede, posso dire di sapere che se nulla passasse, non vi sarebbe il tempo passato, e se nulla sopraggiungesse, non vi sarebbe il tempo futuro, e se nulla fosse, non vi sarebbe il tempo presente.
- Il tempo misuro, sì questo lo so, ma non misuro quello che ha da venire, perché non è ancora, non misuro il presente che non ha estensione, non misuro il passato perché ormai non cè più. Che cosa, dunque, misuro?
- Chi può negare che ciò che ha da venire non è ancora? Ma, tuttavia, vi è già nell’anima nostra uri attesa di quello che ha da venire.
- Chi può negare che il passato più non è? Ma, tuttavia, è ancora nell’anima nostra memoria del passato.
- Così chi può negare che il tempo presente manca di estensione, perché trascorre riducendosi in un punto? Ma, tuttavia, l’attenzione rimane durevole.
- Queste tre cose dunque: memoria, intelligenza, volontà, non sono tre vite, ma una vita sola; né tre spiriti, ma un solo spirito; di conseguenza esse non sono tre sostanze, ma una sostanza sola.
- Lo spirito comanda al corpo e subito gli si presta obbedienza;
- Lo spirito comanda a se stesso e incontra resistenza.
- La fede consiste nella volontà di chi crede.
- Tutte le cose che sono, sono buone; e quanto al male di cui io cercavo donde provenisse, non è una sostanza, perché se fosse sostanza sarebbe un bene.
- Se infatti sbaglio, esisto.



TOMMASO
- Tu non possiedi la Verità, ma é la Verità che possiede te.
- I doni della grazia si aggiungono alla natura in modo da non toglierla di mezzo, ma da perfezionarla.
- Il dubbio, che capita in alcuni intorno agli articoli di fede, non deriva dall’incertezza della cosa, ma dalla debolezza dell’intelletto umano.
- In tutto ciò che affermiamo intorno a Dio abbiamo due classi di verità. Alcune verità trascendono tutto il potere della ragione umana ... Altre invece appartengono alla sfera della ragione naturale.
- In base a qualsiasi effetto noi possiamo avere la chiara dimostrazione che la causa esiste, come si e detto (nel corpo). E così dagli effetti di Dio si può dimostrare che Dio esiste, sebbene non si possa avere per mezzo di essi una conoscenza perfetta della sua essenza.







Edited by filokalos - 30/3/2013, 15:49
 
Contacts  Top
0 replies since 30/3/2013, 15:14   85 views
  Share