Il Forum delle Muse

I Pre-Socratici e la nascita della Filosofia

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 26/3/2013, 10:36     +1   -1
Avatar

Super Ñasual Dating - Authentic Maidens

Group:
Magazzinieri
Posts:
1,960
Location:
Usa

Status:



I Pre-Socratici e la nascita della Filosofia

jpg


Con il termine “Presocratici” si è soliti indicare l’insieme dei filosofi
antecedenti a Socrate, non solo da un punto di vista cronologico,
ma soprattutto da un punto di vista teorico.



0002pd

Pitagora

Con il termine "presocratici" ci si riferisce ai pensatori, del VI-V secolo a.C., che si trovano al di qua di un ideale spartiacque rappresentato dal pensiero socratico.
Di questi filosofi si possiede un numero limitato e piuttosto incerto di notizie, a causa delle narrazioni mitiche e leggendarie che spesso s’intrecciano alle loro biografie.
Inoltre, ci sono pervenuti per lo più solo brevi frammenti delle loro opere e il resto delle informazioni di cui si dispone sono tratte da fonti indirette, come il libro primo della Metafisica di Aristotele.
Un aspetto che caratterizza le origini della filosofia greca, e dunque questi pensatori, è l’esercizio collettivo della riflessione.
In questi secoli la filosofia è radicalmente considerata un’attività corale e si organizza e sviluppa attorno a delle scuole, luoghi adibiti alla condivisione delle idee sotto la guida di un maestro.
Per questo motivo si è soliti raggruppare gli autori presocratici in base alla città e alla scuola di appartenenza.
Nonostante le teorie di questi pensatori possano apparire insoddisfacenti per la loro semplicità o addirittura ingenue, esse rappresentano un progressivo abbandono del modo di pensare dell’antichità (caratterizzato dalle credenze del mito), costituendo i primi passi del pensiero razionale.
Risultano, dunque, ancora oggi insostituibili non solo per la comprensione delle radici della cultura occidentale, ma anche per un’interrogazione consapevole della realtà contemporanea.

Il principio di tutte le cose
Le ricerche svolte dai presocratici tra il VI e il V secolo a.C. costituiscono le prime indagini filosofiche di cui si ha testimonianza in occidente.
Oggetto specifico di questi iniziali studi è l’individuazione del principio di tutte le cose, un elemento originario capace di spiegare in maniera unitaria la molteplicità del mondo.
Il principio, in greco arche, sarà definito in maniera differente da ciascun autore e nell'evoluzione del pensiero greco tenderà ad essere identificato dapprima con una sostanza naturale (aria, acqua), in seguito con un principio metafisico (Logos, Essere).

fototalete
Talete
91019l
Anassimandro
fotoanassimene
Anassimene
eraclito
Eraclito di Efeso
parmenides1
Parmenide di Ela



TALETE DI MILETO

Studioso di astronomia, fisica e geometria Talete, che raggiunse la propria maturità filosofica (in greco acme) nel 585 a.C., può essere considerato il primo pensatore della tradizione greca. Maestro fondatore della scuola ionica, egli pone la questione del principio di tutte le cose e riconosce l’elemento originario dell’universo nell’acqua. Per Talete l’acqua è l’elemento comune a tutte le cose infatti ogni seme che permette la generazione degli esseri è umido, quindi costituito d’acqua. Il senso con il quale s’intende questo principio non si limita, però, alla sfera naturale, ma rinvia piuttosto a una dimensione trascendente, capace di spiegare tutte le forme di esistenza.

ANASSIMANDRO
Allievo di Talete, Anassimandro (nato nel 610-609 a.C.) individua il principio di tutte le cose nell’Indeterminato (in greco àpeiron) «che tutto abbraccia e governa». Ciò che accomuna ogni cosa del mondo non è in questo caso un elemento naturale ma un principio interamente trascendente, infinito ed eterno, da cui tutto si origina.
Anassimandro vede l’origine delle cose come un atto di prevaricazione e in quanto tale destinato ad essere punito con la disgregazione e la morte. Le intuizioni di Anassimandro costituiscono un ulteriore passo avanti rispetto a quelle dei suoi predecessori introducendo la questione della giustizia nella riflessione filosofica.

ANASSIMENE
Originario di Mileto, raggiunse la propria maturità filosofica nel 546-545 a.C. ed individuò nell’aria il principio di tutte le cose. La sua riflessione fu probabilmente frutto dell’osservazione sull’importanza di questo elemento per la vita di tutti gli esseri. Anassimene con l’aria riporta nuovamente sul piano fisico la ricerca del principio originario rispetto alla dimensione astratta e indeterminata dell'apeiron di Anassimandro anche se all’aria attribuisce le stesse caratteristiche: l'infinità e il movimento incessante.
Da questo movimento dipendono la rarefazione e la condensazione, i due moti dell’aria che danno vita a tutta la natura: il primo origina il fuoco e il calore, il secondo invece, l’acqua, la terra e il freddo. Anassimene costituisce un passo ulteriore nell’evoluzione del pensiero greco fondendo in maniera originale tratti delle teorie dei suoi predecessori.

ERACLITO DI EFESO
Pensatore noto con l’epiteto di “oscuro” (Aristotele, Retorica), per la difficile interpretazione dei suoi insegnamenti, ma anche come “piangente” (Seneca, De ira), per la sua disincantata e non ottimistica visione del mondo, Eraclito individua il principio di tutte le cose nel divenire: mutevolezza e transitorietà sono infatti i tratti unitari dell’universo. Ulteriore testimonianza di questo aspetto Eraclito la individua nella tensione fra i contrari, vero ordine del mondo, al punto da affermare «Pòlemos [il conflitto, la guerra] è il padre di tutte le cose». Altri nomi per definire il divenire e la relazione fra opposti sono “logos” e “fuoco”. Quest’ultimo, forse il più mutevole degli elementi naturali, assume una valenza metafisica, e secondo Eraclito tutto da esso proviene ed è destinato eternamente a ritornarvi. Con il termine logos, invece, si indica al contempo la ragione e il discorso che sono la legge fondamentale dell’universo. D’altra parte, per Eraclito la comunicazione e la ricerca assumono un compito importante, ben testimoniato dalla celebre immagine che distingue l’umanità fra “svegli” e “dormienti”. In questa metafora solo i primi, vigili e accorti, possono perseguire l’indagine della verità che per sua natura, afferma Eraclito, «ama nascondersi».

PARMENIDE DI ELEA
Principale esponente della Scuola di Elea, probabilmente nato fra il 516 e il 511, Parmenide espose il proprio pensiero attraverso un componimento poetico in esametri intitolato, secondo un uso allora frequente, Intorno alla natura. Esito delle ricerche di Parmenide è una verità fondamentale, la sola davvero indubitabile: l’essere è e non può non essere; il non-essere non è e non può essere. Tale definizione non fa che affermare l’impossibilità del nulla; in altre parole, esclude che il nulla esista o possa essere pensato come una cosa reale. Sulla base di questa verità, l’essere è considerato immune dalla generazione e dalla morte, altrimenti si dovrebbe ammettere un tempo (prima della nascita e dopo la morte) in cui l’essere non è. Proseguendo questa riflessione, Parmenide giungerà ad affermare l’illusorietà del mondo che, per l’appunto, è soggetto al mutamento, alla generazione, alla corruzione e alla molteplicità, tutti caratteri che l’essere come tale non ammette.

PITAGORA DI SAMO
Fondatore di una scuola, o più propriamente una setta, dalla forte essenza religiosa e politica, Pitagora non ha lasciato alcuno scritto, pertanto risulta difficile distinguere la sua attività filosofica da quella dei suoi allievi.



raffaelloj
Scuola di Atene di Raffaello ( Roma, Musei vaticani 1509-10)



Ciò nonostante, al nome di Pitagora si lega una ricerca filosofica che individua l’elemento comune a tutte le cose nell’unità. Il mondo è infatti costituito di unità differenti che possono tra loro contrapporsi. Secondo la tradizione pitagorica, l’intera strutturazione dell’universo dipende dal numero, e in maniera più specifica dal rapporto fra pari e dispari. Merito di queste teorie è l’aver introdotto il problema della relazione fra unità e molteplicità all’interno della riflessione filosofica.



fotomileto
Mileto



LA RICERCA DELLA VERITÀ
0003z

In maniera conclusiva, a fare da guida a queste riflessioni, è la ricerca della verità, il cui senso può essere chiarito facendo riferimento al significato dei due termini greci aletheia ed episteme.

Il primo, che letteralmente significa “non nascosto”, indica la via della filosofia come conoscenza di ciò che non è occultato ma ben visibile e per questo innegabile; il secondo invece, che significa “dominare ciò che sta al disopra”, sembra descrivere la filosofia come indagine dei principi superiori, un tentativo di esercitare il controllo su ciò che ha potere nell'universo.



FRAMMENTI E AFORISMI



ANASSIMANDRO:

Principio degli esseri è l’infinito... da dove infatti gli esseri hanno l’origine, ivi hanno anche la distruzione secondo necessità; poiché essi pagano l’uno all’altro la pena dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo.

ANASSIMENE: Come la nostra anima che è aria ci tiene insieme, cosi il soffio e l’aria abbracciano il mondo intero.



ERACLITO DI EFESO:
- A chi discende nello stesso fiume sopraggiungono sempre acque diverse.
- Il Dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame, e muta come il fuoco, quando si mescola ai profumi e prende nome dell’aroma di ognuno di essi.
- Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell’anima: così profondo è il suo logos.
- Ascoltando non me, ma il logos, è saggio convenire che tutto è uno.
- Unico e comune è il mondo per coloro che sono desti, mentre nel sonno ciascuno si rinchiude in un mondo suo proprio e particolare.
- Polemos è padre di tutte le cose, di tutte re: e gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi.


PARMENIDE:
- Non potresti conoscere ciò che non è, perché non è cosa fattibile, né potresti esprimerlo.
- ...infatti l’essere è, il nulla non è: queste cose ti esorto a considerare.
- Razza di uomini senza giudizio, dai quali Essere e Non-essere sono considerati la medesimo cosa.
- Quale necessità lo avrebbe mai costretto a nascere, dopo o prima, se derivasse dal nulla?








Edited by filokalos - 26/3/2013, 11:10
 
Contacts  Top
0 replies since 26/3/2013, 10:36   172 views
  Share