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Georg Wilhelm Friedrich Hegel

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view post Posted on 19/12/2012, 16:14     +1   -1
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Georg Wilhelm Friedrich Hegel


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(1770-1851)

Gli Uomini che hanno cambiato il Mondo





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Allo scoppio della Rivoluzione francese Hegel, non ancora ventenne -era nato a Stoccarda il 27 agosto 1770 -, era studente a Tubinga, presso quel celebre centro universitario, fondato quattro secoli innanzi dal duca del Wurttemberg.


Gli avvenimenti parigini furono salutati dalla gioventù studentesca con manifestazioni del più ardente entusiasmo.


Fra i manifestanti che scesero in strada, sembra che il giovane Hegel si sia particolarmente distinto; il suo nome finì così nei brogliacci della polizia, sotto l’accusa di aver innalzato sulla pubblica piazza, con la complicità dell’amico e compagno di studi Schelling, l’albero della libertà.


Il clima rivoluzionario, col suo carico di esaltazione e di aspettative, lascerà una incancellabile impronta nella formazione del giovane, che, ancora quarant’anni più tardi, ricorderà quei giorni come «una meravigliosa aurora». Con uguale partecipazione egli seguirà poi l’epopea di Napoleone. nel quale vedeva incarnato l’«eroe storico-universale» che riassume in sé «lo spirito del mondo».



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A Tubinga, oltre a Schelling, Hegel ebbe fra i suoi compagni Hòlderlin, che ne influenzò la concezione religiosa con il suo panteismo misticheggiante.


Dopo la laurea in filosofia, per alcuni anni fu precettore presso famiglie private, prima a Berna, poi a Francoforte. Sono di questi anni, ancora sotto l’influenza degli studi teologici, vari scritti di ispirazione religiosa.

Con l’inizio del nuovo secolo, il desiderio di intraprendere la carriera accademica lo porta a Jena. Lì ritrova l’amico Schelling, che già insegna in quella università, e ne fa oggetto della sua prima opera di carattere teorico.


Differenza tra i sistemi filosofici di Fichte e di Schelling; nel confronto sembra più incline verso le tesi fichtiane. Decisamente favorevole all’amico si mostrerà invece nella dissertazione con la quale, nel 1801, ottiene la venia legendi, la libera docenza, e che tratta delle orbite dei pianeti: in latino, secondo la tradizione accademica, Dissertatio philosophica de orbitis planetarum.


Fra i due amici s’instaura uno stretto sodalizio, che approda alla fondazione del «Kritischer Journal der Philosophie» (Giornale critico di filosofia), animato da forte spirito polemico. Schelling, che era stato uno studente precocissimo, è più giovane di cinque anni, ma è il più vecchio che si proclama discepolo dell’altro.



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Nel 1805, nominato professore straordinario, Hegel pone mano alla Fenomenologia dello spirito, la prima opera davvero importante. Era concepita come manuale per gli studenti e doveva costituire il fondamento di un “sistema della scienza”.


La Fenomenologia viene pubblicata nel 1807 e scatena immediatamente un'infinità di polemiche; segna anche la rottura irreparabile dell'amicizia con Schelling, che ha visto nella prefazione un attacco alle proprie idee.




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Qui si chiude anche il periodo di Jena.


In seguito all'occupazione francese, conseguente al crollo dell’esercito prussiano, perde il posto all'università.


L’anno seguente è a Norimberga dove gli è stata offerta una cattedra di filosofia e la carica di rettore del ginnasio.

Con il soggiorno a Norimberga, che durerà otto anni, dal 1808 al 1816, s’inaugura quella che viene indicata come la fase sistematica dell'attività scientifica hegeliana; essa proseguirà ancora nel 1817 presso l'università di Heidelberg, uno dei più importanti atenei tedeschi, dov’è stato chiamato in seguito al consolidarsi della sua fama.

Qui vede la luce quella che è la sua opera più importante, l'Enciclopedia delle scienze filosofiche, esposizione completa e organica del suo sistema.



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Nel 1818 lo stesso re di Prussia dispone la chiamata di Hegel a Berlino, alla più prestigiosa cattedra di filosofia della Germania, che era stata di Fichte.


A Berlino egli continuerà ad esercitare il suo magistero fino al termine della sua vita.


Qui pubblica, nel 1821, l’ultima delle sue opere importanti, i Lineamenti della filosofia del diritto.



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Attorno al filosofo si costituì una scuola, con l'istituzione, nel 1823, di una cattedra di filosofia hegeliana.

Le lezioni del periodo berlinese, di filosofia della storia, di estetica, di religione, di storia della filosofìa, furono raccolte dai discepoli e pubblicate dopo la scomparsa del maestro, che morì il 14 novembre 1831, vittima di una terribile epidemia di colera scoppiata quell'estate in Germania.

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Il pensiero hegeliano afferma la preminenza della filosofia su tutte le altre scienze, in quanto scienza autonoma e universale. Essa ha il proprio oggetto dentro di sé, è «considerazione pensante del reale».


La verità scaturisce dall'accordo fra la ragione che pensa e la realtà dell'oggetto pensato: «Ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale».



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Il fine proprio della filosofia è il sapere assoluto. Esso si raggiunge mediante un processo dialettico, che si attua attraverso i tre momenti - la cosiddetta triade hegeliana - di tesi, antitesi, sintesi.


Il confronto tra due concetti opposti, la tesi e l’antitesi, si risolve superando l’opposizione nella sintesi.

Questa, a sua volta, si pone nel momento successivo come nuova tesi, nel perenne divenire del pensiero.

La realtà è l’Assoluto autocosciente nel ciclico processo che ricompone l’unità dello spirito.

In simmetria con i tre momenti del processo conoscitivo, il sistema di Hegel si divide in tre parti:
1. Logica, come scienza dell’idea in sé e per sé;
2. Filosofia della natura, scienza dell’idea nel suo alienarsi da sé;
3. Filosofia dello spirito, scienza dell'idea che dal suo allenamento ritorna in sé.

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All'interno della scuola hegeliana incominciarono ben presto a emergere tendenze che - vivo ancora e attivamente presente il maestro - sfociarono presto in aperti dissensi che porteranno, già nel 1835, alla scissione in due correnti contrapposte.

Le origini del contrasto si possono far risalire a due pubblicazioni, rispettivamente del 1829 e del 1830.


Nella prima, Aforismi sul non-sapere e sul sapere assoluto, Karl Goeschel faceva una strenua difesa della trascendenza e personalità di Dio e dell'immortalità deH'anima; nella seconda, di Ludwig Feuerbach, Pensieri sulla morte e sull'immortalità, si affermava il panteismo mentre l'immortalità dell'anima era nettamente negata.

In seguito alla scissione della scuola, si finì per identificare nel movimento una destra e una sinistra, con riflessi anche nel campo della politica.



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La tomba di Hegel a Berlino




Il presente video è tratto dalla collana "Il caffè filosofico
La filosofia raccontata dai filosofi",
un'iniziativa di Repubblica - L'Espresso,
in edicola dal 20 novembre 2009,
da una collana di 16 dvd
in cui il pensiero dei grandi filosofi
è spiegato con semplicità dai maestri di oggi. ;)

Non va dimenticato, in proposito, che alla sinistra hegeliana si ricollega, attraverso Feuerbach, la dottrina di Karl Marx.

In ogni caso la scissione non ha avuto effetti negativi sulla profonda influenza che Hegel ha esercitato sulla filosofia contemporanea. L’Italia è il paese dove più vivo si è manifestato l’interesse per il pensiero hegeliano. Esso ha avuto il suo centro di diffusione nell'università di Napoli, dove insegnavano Bertrando Spaventa e Augusto Vera. Di lì discendono Antonio Labriola, formatosi alla loro scuola, e poi Benedetto Croce e Giovanni Gentile, i due massimi esponenti dell'hegelismo in Italia.

Dall'inizio di questo secolo, dalla rinascita dell’idealismo propugnata da Croce e Gentile, al richiamo allo stato etico nel periodo fra le due guerre, fino alla crisi dello storicismo neoidealistico, se è cambiato più volte il modo di guardare a Hegel, non è diminuita la sua importanza.

Come ha scritto Norberto Bobbio (Da Hobbes a Marx, Napoli 1965), «Tutte le strade conducono a Hegel; o, che è lo stesso, tutte le strade partono da Hegel».



Edited by filokalos - 19/12/2012, 19:27
 
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