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Aakash Odedra - Un ballerino che vale per tre

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view post Posted on 22/9/2012, 08:19     +1   -1
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Aakash Odedra

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Un ballerino che vale per tre


La promessa angloindiana della Danza
con il suo spettacolo "Rising" ha portato in scena
un trittico firmato da coreografi di fama mondiale.



Se tre coreografi di fama mondiale decidono di inventare ognuno un assolo per lo stesso danzatore, non c’è da meravigliarsi se la stampa internazionale è pronta a incoronare quest’ultimo come «l’astro nascente della danza moderna».



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È quanto è successo al ventisettenne angloindiano Aakash Odedra, dopo che lo scorso febbraio ha interpretato a Londra Rising, un trittico firmato da Akram Khan, Sidi Larbi Cherkaoui e Russell Maliphant.


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Il ballerino, cresciuto tra Birmingham e Leicester, calca i palcoscenici da quando era poco più di un bambino.

Ha così spiegato: «Per mettere insieme tre maestri come loro ci sono voluti due anni, ma il risultato finale è valso di certo la fatica».



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Dopo il successo del debutto londinese, il Guardian ha scritto: «Odedra è un ballerino da seguire con attenzione».
Un artista, capace di far dialogare la danza tradizionale indiana con i linguaggi coreografici contemporanei e che fa spesso diventare il pubblico parte attiva dello spettacolo.



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Un cortometraggio creato da Jason Elberts
in collaborazione con la compagnia di Aakash Odedra per la prima di "Rising".
"Rising" esplora diversi processi e nuove forme di estetica
per creare un nuovo linguaggio personale.
Aakash esegue assoli con la coreografia di
Russell Maliphant, Sidi Larbi Cherkaoui e Akram Khan.
Gli effetti luce sonodi Michael Hulls e Willy Cessa.

Come spiega ancora Odedra: <i>«Rising è un lavoro che nasce dal basso per andare alla ricerca di nuovi linguaggi. Nei tre assolo, e nel pezzo finale, che io stesso ho coreografato, vado alle radici della danza indiana, che da oltre seicento anni si muove tra misticismo e sensualità, senza temere di contaminare quella tradizione con i movimenti più astratti e innovativi del balletto contemporaneo».

Lasciandosi ispirare dal nome del danzatore («Aakash» in indiano significa «cielo»), Khan, Cherkaoui e Maliphant portano l’artista su un palco pieno di luci, dando la sensazione che il suo corpo galleggi in un’immensa galassia stellata.

Odedra conclude: «Se c’è un file rouge che unisce questi lavori, è di certo l’idea della necessità di abbandonarsi a qualcosa di immenso, che va oltre noi stessi e oltre tutto quello che la religione ha voluto insegnarci del mondo. Che poi è quello che dovrebbe fare sempre la danza, una forma d’arte che, senza l’aiuto delle parole, insegna a vivere in modo libero».

 
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