C'è una nuova onda latina. Dopo che si è sgonfiata quella che una decina d'anni ci ha portato Ricky Martin, Shakira, Enrique Iglesias e altri, ora è il Brasile a guidare le classifiche (non solo quelle di crescita economica) di tutto il mondo.
Il tormentone chic dell'estate scorsa è stato «Shimbalaie» di Maria Gadù, erede dell'elegante tradizione cantautorale di Caetano Veloso e Gilberto Gil.
Genere completamente diverso, siamo sulla rivisitazione pop della tradizione folk del sertanejo, ma il dominatore delle classifiche di quest'inverno è stato Michel Teló.
E adesso tocca al suo delfino Gustavo Lima con «Balada», quello del tormentone tce tcerere tce tce. 
In attesa di scoprire il prossimo fenomeno — Criolo, rapper che arriva dalle favelas — torna Maria Gadù: con un tour partito da Verona (poi a Prato, il 5 luglio a Rimini, il 6 al Latinoamericando di Milano-Assago e il 9 a Roma) e con il nuovo album «Mais Uma Pàgina», canzoni intense ed eleganti e anche due brani in inglese.
«Mais Uma Pàgina» titolo ripreso dal testo di «Nó pé do vento» che recita «una pagina in più dello stesso libro, una nuova parte della stessa storia».
Una dimostrazione che Maria è qualcosa in più di «Shimbalaie». 
Questa piccola grande donna (classe 1986) sin da piccina, come una “Mozartinha”, suona, canta, compone canzoni e si esibisce in pubblico con una esistenza remota da cantante d’altri tempi.
La voce flautata e grave la rimanda come di un’altra età e consapevolezza, invece è proprio quella di una bambina di grande talento.
Oggi, a 26 anni, ha già conquistato tutto il mondo con il suo primo album dal titolo omonimo e che contiene Shimbalaiê, arrivata al numero 1 nelle classifiche italiane, nell’estate del 2011, quando in verità scritta all’età di dieci anni.
D’altro canto se Caetano Veloso impazzisce per lei e la “costringe” in un tour insieme per chitarra e voce, come si suol dire Ao Vivo, è la volta di dire “ci sarà un motivo”.
Caetano Veloso e Maria Gadù
E c’è a tutti gli effetti: la bambina girava per i bar di Rio de Janeiro intonando le canzoni di Adoniran Barbosa e Trem Das Onze non si trascura.
Se non la conoscete andate a scoprirla ad occhi chiusi, se la conoscete non perdetevi questa immensa possibilità di vedere una delle più potenti promesse della nuova musica brasiliana.
Il successo mondiale non l'ha travolta.
Il suo legame con l'Italia è forte. Nel 2007 era venuta per un festival musicale in Valpolicella e si era fermata quattro mesi. Era un momento particolare della sua vita e come ha confessato lei stessa:«Volevo lasciare la musica e non solo quello. È stato un periodo duro perché per la me la musica senza mia nonna, che era morta da poco, era diventata qualcosa di astratto. Poi l'ho sognata e ho capito che non dovevo mollare».
È tornata in Brasile e nel 2008 in un piano bar di Rio de Janeiro la sua voce ha conquistato il regista Jayme Monjardim che prende una sua canzone per una produzione tv.
Le si aprono mille porte e arrivano il primo album e Veloso che le propone un tour in coppia.
In questo nuovo album «Estranho Natural» è dedicata a lui.
E Maria confessa:«Tra noi c'è un'intimità al tempo stesso strana e naturale. Il testo descrive il nostro rapporto. Prima ancora del mio debutto discografico lui è venuto a Rio a sentirmi suonare. Poi mi ha telefonato e io pensavo "ma cosa succede, lui che è un artista che sta nel mio cuore da quando sono bambina, mi sta chiamando?". C'è stata subito empatia, musicale e umana» 
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