La cantante americana all'inizio del 2012 ha sedotto l'Europa con l'ipnotica Videogames con venti milioni di contatti su YouTube ancor prima che Born to Die, l'album d'esordio, venisse pubblicato...
Lana del Rey (al secolo Elizabeth Woolridge Grant) è bellissima, ha 26 anni (compiuti il 21 giugno); perfetta con i capelli rossi alla Ann-Margret e le lunghe gambe alla Nancy Sinatra, una Barbie pensante. 
I tabloid hanno malignato: «È tutta rifatta!».
Ma a parte le labbra non ci sono altri segni di interventi sul suo viso.
Lei ha protestato: «Come se alla mia età avere la pelle liscia non fosse una cosa naturale». 
David Lynch ha apprezzato il suo disco e la troverebbe perfetta in uno dei suoi film.
E lei ha confessato: «Lo adoro. Anch'io pratico la meditazione trascendentale».
Lana Del Rey ha avuto tutto e subito, un'attenzione mediatica senza precedenti, copertine di giornali patinati in tutto il mondo, da Vogue a Q in Inghilterra ad Interview in Russia, Les Inrockuptibles in Francia e il magazine del New York Times negli Usa.
Eppure sembra scontenta, sospira, si agita, si lamenta, dice che non tutto va come dovrebbe andare, che New York, la città dove è nata (anche se poi è cresciuta a Lake Placid), non l'accetta.
Tutta colpa di quella maledetta apparizione al Saturday Night Live.
Lana racconta: «Non è successo niente di grave; avevo già cantato dal vivo e con ottimi risultati nel Late Show di David Letterman, ma al "Snl" l'esibizione non è stata perfetta».
L'emozione le ha giocato un brutto scherzo, succede agli esordienti, ma la situazione le è sfuggita di mano.
La cantante e attrice Juliette Lewis l'ha attaccata su Twitter e gli stessi blog che l'avevano portata alle stelle hanno lanciato un tam tam denigratorio. «A questo punto tra me e New York si è creato una sorta di gap».
Il problema però, più che alla voce, è legato all'immagine. 
Da una ragazza bella e sempre perfettamente truccata e pettinata gli addetti ai lavori si aspettavano canzonette di tre minuti con un forte appeal radiofonico.
Lana Del Rey canta brani complessi, testi ispirati dalla sua attività di volontaria nei centri sociali di New York che raccontano di ragazzine che si svendono al più potente, di sex addiction, di vite sciupate nella spasmodica ricerca di celebrità.
Lana ha dichiarao in una intervista: «Credo che non si aspettassero da me un disco così maturo. Per qualche misteriosa ragione, invece, a Hollywood mi portano in trionfo, forse perché trovano le mie canzoni cinematografiche. E allora ho deciso: prossima destinazione, Los Angeles. È lì che ho girato in tre giorni un bellissimo video per il brano Summertime Sadness. Il video di National Anthem, invece, per il quale io stessa ho scritto il soggetto, è una produzione più costosa e sarà girato a Manhattan; è diretto da Anthony Mandler, che ha lavorato con Beyoncé, Rihanna, Eminem, Jay Z e Nicki Minaj.»
In Francia, Germania, Spagna, Inghilterra e Italia, è adorata.
Da noi le bellezze tenebrose hanno sempre avuto fortuna. 
E lei può ben dire: «Mi consola il fatto che anche artisti come Patti Smith, Lou Reed e Léonard Cohen fanno più numeri in Europa che negli Stati Uniti»
Degli anni trascorsi a Lake Placid, prima di tornare a New York, iscriversi alla facoltà di filosofia e iniziare una lunga gavetta, ha ricordi dolci: «Non avevo sogni particolari da ragazzina. Mi preoccupavo in generale di quello che sarebbe stato della mia vita. Guardavo gli adulti che conoscevo, tutti soddisfatti dei loro lavori, e io lì a chiedermi: "Che ne sarà di me? Non credo che sarei felice in un ufficio per otto ore al giorno".
L'idea la terrorizzava.
A 15 anni s'innamorava della poesia di Alien Ginsberg, arrivandolo a considerare un suo intimo amico.
L'amore per musicisti come i Nirvana e Dylan e Jeff Buckley e Cohen - la maggior parte scoperti su YouTube - sarebbe arrivato molto più tardi, sui ventanni, quando ormai era diventata una newyorkese a tutti gli effetti e già si esibivo nei club underground di Manhattan col nome di Lizzy Grant.
Usignolo o bufala?
Il mondo della musica non ha le idee chiare su Lana Del Rey, cantautrice americana che vive in Scozia, salutata come nuovo «fenomeno» pop.
Stati Uniti e Gran Bretagna ne subiscono il fascino già da qualche mese, alternando le lodi alle critiche.
Nata Elizabeth Grant, 25 anni, è stata definita da alcuni la «nuova Adele» e da altri l'ennesima trovata studiata a tavolino.
Due anni fa si esibiva nei locali con il nome d'arte di Lizzy Grant: aria dimessa, capelli platinati, look acqua e sapone.
Il suo primo album, Lana Del Ray, prodotto all'epoca da un'etichetta indie, è stato un fiasco.
Non è più in commercio e i singoli sono stati tolti da iTunes: per non influenzare i fan, secondo la versione ufficiale; per evitare figuracce, secondo i detrattori.
Oggi, chiusa nell'armadio Lizzy, è Lana a far da padrona: boccoli rétro, broncio seducente (e, secondo i maligni, frutto di qualche punturina da lei però sempre negata), un restyling
Nonostante le critiche, Lana Del Rey pare essere davvero destinata al successo (per quanto, forse, effimero): le prevendite online su Amazon del suo album
