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Gio Ponti - La Cattedrale di Taranto

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view post Posted on 16/6/2012, 17:44     +1   -1
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Gio Ponti - La Cattedrale di Taranto


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"Tutti gli ultimi progetti e i discorsi [di Ponti]
parlano la stessa lingua.
Una voglia di luce, di pareti che riflettano
una luce screziata iridescente,
che vibrino nell'intero arco
del giorno e della notte nella luce"

(L. Moretti, in "Domus", n. 497,1971).



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Giò Ponti sul cantiere
della Concattedrale nel 1970

(foto tratta dal mensile "DOMUS" - 1971)

Ultima delle architetture religiose pontiane la costruzione tarantina rappresenta non soltanto il culmine della sua ricerca di leggerezza e luminosità negli edifici, ma anche della sua interpretazione dell'arte come espressione di una naturale religiosità.

L'edificazione della concattedrale fortemente voluta all'arcivescovo di Taranto Giuseppe Motolese rispondeva alla necessità di creare un nuovo centro di fede per le recenti espansioni residenziali della città, capace di affiancare spiritualmente l'antica cattedrale di San Cataldo.

L'Istituto Internazionale di Arte Liturgica (UAL) incaricò del progetto Gio Ponti, già autore del convento del Carmelo a Sanremo (1957-1959) e delle milanesi San Luca Evangelista (1959-1961), San Francesco al Fopponino (1961-1964), Santa Maria Annunciata dell'ospedale San Carlo Borromeo (1963-1969).

La Gran Madre di Dio a Taranto è l'esito di un lungo processo di semplificazione e di successiva astrazione delle forme perseguito fino a trasformare in levità immateriale la concretezza della materia costruita.

Il progetto iniziale presenta, infatti, un edificio compatto dalla pianta a diamante, sfondo di un ideale asse prospettico tra la città vecchia e la nuova, che viene progressivamente ridotto ad una navata unica a pianta rettangolare, sulla quale si innalza un'aerea "vela" traforata.



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Alta fino a 53 metri, costituita da due pareti di cemento armato distanti un metro tra loro, la "facciata" è attraversata dall'aria e dalla luce grazie a 80 aperture gemelle dalle forme geometriche, tra le quali prevale la prediletta forma a diamante.

La vela è, quindi, un segno facilmente riconoscibile per i fedeli ed emerge dalla navata come un retablo popolato da figure di angeli e ricorda il visionario progetto per la cattedrale di Los Angeles.

La Concattedrale doveva avere uno stretto legame con la tradizione marinara del capoluogo ionico. Infatti, ciò che subito colpisce l'osservatore è la simbolica "vela" che si riflette nell'acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, le quali rappresentano il mare.

La vela sostituisce la tradizionale cupola ed è costituita da un doppio muro traforato che dietro ha solo il vuoto e le cui aperture o finestre sono state realizzate, come spiegava lo stesso Ponti, "perchè gli angeli vi potessero sostare".

Anche all' interno della chiesa ci sono richiami marinareschi, come le due colonne ai lati del presbiterio che reggono simboliche àncore. Dietro le piccole finestre della parte alta del muro di fondo, Ponti volle nascondere l'organo perchè, diceva, "il canto non deve nascere da un solo punto ma da tutta la coralità".



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L'altare maggiore è di pietra ma la porta rivolta verso i fedeli è coperta di ferro dipinto di verde. Allo stesso modo, anche la moquette per i rivestimenti è verde e la scelta di questo colore è dettata dalla volontà di evocare i fondali marini.



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Dietro l'altare, dipinti dallo stesso artista, l'Angelo dell'Annunciazione e la Madonna.Alla sinistra di chi entra è stata ricavata una cappella dedicata ai caduti della Marina Militare, di cui Taranto è importante base.



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L'architetto diceva di aver studiato il tempio in modo che il grande sole di Puglia trionfasse all'interno, dando una illuminazione gioiosa.



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Gio Ponti nasce a Milano nel 1891 dove si laurea in Architettura e nel 1921 e apre uno studio con Mino Fiocchi e Emilio Lancia.

Esordisce come progettista nel 1923 partecipando alla Biennale di Arti decorative di Monza.

Dotato di una incoercibile vitalità e fantasia applica la sua attenzione, oltre che alla architettura, anche al disegno di mobili, arredi, macchine, lampade, tessuti, ceramiche, oggetti di vetro, oggetti per la tavola, mostre e produzioni teatrali.

Dal 1923 al 1930 ha lavorato par la Manifattura ceramica Richard Ginori.

Instancabile ricercatore, cerca idee nelle grandi opere del passato e quando le scopriva, cercandole in posti ai quali nessun altro in Europa pensava, le pubblicava per aiutare e a stimolare gli altri sulla sua rivista "Domus" fondata nel 1928 e che ha diretto fino alla sua morte.

Dal 1936 al 1961 è stato professore presso la facoltà dl architettura del Politecnico di Milano e nel 1941 ha fondato la rivista "Stile", edita fino al 1947.

Numerose le sue opere nel campo dell'arredo, da ricordare la sedia "Superleggera" del 1955 e gli arredamenti per i transatlantici "Giulio Cesare" e "Andrea Doria".

Fra le sue opere d'architettura notevoli sono l'Istituto di matematica di Roma (1932-34), la villa Planchart a Caracas (1954), il grattacielo Pirelli a Milano (1955-60),la Cattedrale di Taranto (1971),il Museum of Modern Art di Denver (1972).

È morto il il 16 settembre 1979.



Edited by filokalos - 16/6/2012, 19:17
 
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