Scorcio dalla scogliera
L'edificio sorge in una località prossima a Matosinhos, nei dintorni di Porto, luogo di nascita di Siza e teatro delle sue prime realizzazioni.
Sono gli anni della collaborazione con lo studio di Fernando Tàvora ed è proprio questo che, vinto un concorso bandito dal comune di Matosinhos nel 1956, trasferisce l'incarico per la costruzione della Casa del tè a un Alvaro Siza venticinquenne.
Un atto di generosità professionale replicato a breve con la Piscina (1958-1965) nella Quinta da Concedo, sempre a Matosinhos.
I temi che caratterizzano l'edificio sono due. Innanzitutto un primo esercizio, da parte di Siza, della lezione tavoriana relativa alla giusta collocazione dell'edificio nel luogo.
È noto che si deve a Tàvora la scelta dell'ardita disposizione sui massi rocciosi che scendono dalla piana costiera all'oceano atlantico e immagini fotografiche d'epoca ci mostrano maestro e allievo impegnati in una passeggiata di interpretazione del luogo.
Sezioni trasversali
La collocazione acropolica dell'architettura è un tema ricorrente, quasi ossessivo, nell'opera di Tàvora e Siza lo sperimenta tanto in quest'opera quanto nella citata piscina all'interno della Quinta da Conceigào.
Negli stessi anni e a poche centinaia di metri dalla Casa del tè, la capacità di avvantaggiarsi dei dislivelli di terreno e delle complessità orografiche trova una realizzazione esemplare nella Piscina delle maree (1961-1966) e fissa un carattere costante nell'opera di Siza.
Vista interna della Sala Ristorante
Il secondo tema dell'opera è l'attualizzazione della cultura costruttiva tradizionale del Minho che si esplicita nell'invenzione di un grande piano di copertura a falde sfalsate, ricoperto in tegole e con l'intradosso interamente in legno di afzelia, sostenuto da pilastri in cemento verso l'oceano e da setti murari intonacati verso la riva.
Il tetto funge da elemento unificatore e caratterizza l'edificio tanto all'esterno, dove la contenuta altezza scelta per i volumi ne lascia prevalere forma e testura, quanto nell'interno, dove la superficie in legno - replicata nelle pavimentazioni - caratterizza i volumi chiusi ma si spinge fino alla linea di gronda, per lo più fortemente aggettante, creando una continuità spaziale.
Il principio di rilettura e attualizzazione delle tecniche tradizionali portoghesi, in relazione al quale deve essere citato anche il corpo verticale del camino, va di pari passo con una riflessione sul rapporto tra spazio scatolare con copertura a falde -prevalente nella vista da terra - e continuità spaziale tra interno ed esterno con finestrature a nastro verso il mare.
Veduta dal Ristorante
Pur avendone Siza, all'epoca, una conoscenza esclusivamente libresca, se ne può dedurre un'influenza dell'architettura wrightiana e, per esplicita ammissione dell'autore, "si nota l'evidente influenza di Alvar Aalto e, in particolare, della Maison Carreé e della biblioteca di Vipuri".
L'opera appare quindi pienamente inserita nella ricerca, che all'epoca Siza condivide con Tàvora, di una "terza via" tra tradizionalismo e modernismo.