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Gli Intra-terrestri....La vita nelle rocce

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view post Posted on 13/3/2012, 11:43     +1   -1
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Gli Intra-terrestri... La vita nelle rocce

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Se gli extraterrestri non sono ancora stati trovati,
gli «intraterrestri» sì...
Vivono in ambienti estremi,
in rocce provenienti dal mantello terrestre
sotto le dorsali oceaniche.




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Da tempo si conosce una grande famiglia di organismi chiamati “estremofili” perché in grado di vivere in ambienti estremi come miniere e perforazioni, ricavando energia da reazioni chimiche, senza svolgere la fotosintesi.

Ora questi microorganismi sono stati trovati anche in rocce portate in superficie nelle dorsali oceaniche, provenienti da centinaia di chilometri di profondità con temperature di centinaia di gradi. Tra i microbi che sono riusciti a svilupparsi in condizioni limite, c’è un gruppo appena scoperto: quello degli «intraterrestri».



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Daniele
Brunelli

Il gruppo di ricerca italo-francese, composto da ordinari dell'Institute de Physique du Globe di Parigi e da scienziati dell'Università di Modena e Reggio Emilia, guidato da Daniele Brunelli del dipartimento di scienze della Terra dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha pubblicato il 10 Gennaio 2012 sulla rivista Nature Geosciences la scoperta che apre grandi prospettive sull’origine stessa della vita e che eccita molto chi è alla ricerca di forme di vita anche su Marte, dove numerose sono le analogie rispetto all’ambiente in cui vivono gli «intraterrestri».



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Le prime forme di intraterrestri

La ricerca si è concentrata sulle rocce del mantello terrestre trascinate verso l’alto dalla tettonica delle placche (parti di crosta terrestre) e recuperate durante una campagna oceanografica italo-russa con la nave Strakhov condotta in Oceano Atlantico. Grazie alla dinamica delle placche, le rocce del mantello vengono portate da qualche centinaio di chilometri di profondità (dove generalmente si trovano) al fondale marino dove possono essere campionate aprendoci una finestra verso le parti interne della Terra altrimenti irraggiungibili.

Le rocce del mantello, le peridotiti, subiscono durante il cammino un raffreddamento importante da 1200° C a 100 km di profondità, fino ai 4° C del fondale marino. Questo raffreddamento è accompagnato da una progressiva trasformazione dei minerali della roccia che si arricchiscono in contenuto d’acqua formando in prevalenza un minerale chiamato serpentino.



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Immagini allegate all'articolo
pubblicato su Nature Geosciences

Brunelli spiega: “Da anni raccogliamo le rocce del fondo oceanico. Queste provengono dal fondo dell’Atlantico portate in superficie attraverso la dorsale. Sono organismi degradati con la materia organica cotta, visto l’ambiente caldo in cui si trovava. Però vediamo gli effetti della vita di questi microorganismi nei minerali utilizzati dalla loro attività metabolica, gli effetti del pasto, visto che hanno mangiato i minerali: siamo certi che è materia biologica”.

Questi organismi, quando le rocce fuoriescono dalle spaccature nella crosta terrestre, sono soggetti a un fenomeno di progressiva idratazione o, come si dice, di serpentinizzazione che fa acquisire acqua al reticolo dei minerali si libera una grande quantità di idrogeno.

"L’idrogeno è uno degli elementi principali per la respirazione di questi organismi. Quindi l’ipotesi fatta qualche anno fa è che nelle serpentiniti ci siano le condizioni ideali per l’inizio della vita sulla Terra"

Per tutti coloro che hanno lo sguardo rivolto allo spazio quindi la speranza viene dal cuore della Terra.



Daniele Brunelli ha spiegato come le prove della presenza di queste nuove forme di vita siano state raccolte in campioni raccolti sul fondo oceanico atlantico nei pressi della dorsale sottomarina: «Viste queste condizioni favorevoli all’inizio della vita, è partita la caccia a cercare microorganismi dentro queste rocce e noi siamo stati i primi a trovarli. Da anni raccogliamo le rocce del fondo oceanico. Queste provengono dal fondo dell’Atlantico portate in superficie attraverso la dorsale. Sono organismi degradati con la materia organica cotta, visto l’ambiente caldo in cui si trovava. Però vediamo gli effetti della vita di questi microorganismi nei minerali utilizzati dalla loro attività metabolica, gli effetti del pasto, visto che hanno mangiato i minerali: siamo certi che è materia biologica».

I prossimi passi dei ricercatori, i cui studi sono stati finanziati dalla fondazione Cassa di Risparmio di Modena, saranno quelli di recuperare nuovi campioni preservando i microbi presenti e poterne così analizzare il DNA.



Edited by filokalos - 13/3/2012, 12:14
 
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