Il nuovo Auditorium romano, progettato da Renzo Piano, è stato inaugurato il 21 aprile 2002.
Sono serviti sette anni di lavori e €175.000.000 di investimento per realizzare questa splendida cittadella della musica, un luogo che Renzo Piano stesso ha definito come: “allo stesso tempo sacro e profano, collegato alla città nel suo quotidiano, a dimensione urbana.
La dimensione spirituale è data dalla musica, dal canto e dagli intrattenimenti”.
Tre grigie cupole (i cosiddetti "scarabei") spiccano nel parco immenso (studi di registrazione, ristoranti, bar, librerie e musei), pavimenti di travertino rosso (tributo a Roma), solide decorazioni di piombo e legno prezioso.
Un complesso multifunzionale in grado di richiamare un grande numero di persone e pensato come elemento di connessione all'interno del frammentato tessuto urbano.
Il Foyer
Il Parco della Musica occupa, infatti, una vasta area strategica della città di Roma, tra la collina dei Parioli, il Villaggio Olimpico, Villa Glori e il quartiere Flaminio.
Il progetto nel suo complesso comprende:
- una sala grande (duemilaottocento posti) destinata all'opera e ai concerti sinfonici;
- una sala media con palcoscenico mobile (milleduecento posti) per musica da camera e balletto;
- una sala piccola (settecentocinquanta posti) per conferenze e musica sperimentale contemporanea;
- un teatro all'aperto (per tremila posti), pensato come una grande piazza urbana con gradinate disposte a emiciclo;
- servizi e attività complementari di natura culturale, commerciale e di ristoro - bar, ristorante, biblioteca e audioteca, mercato dei fiori, luoghi per lo studio e la didattica (per una superficie di 42.000 mq) - all'interno di un edificio a due piani; un grande parco pubblico di 40.000 mq attrezzato con sentieri pedonali, aree di sosta, giochi per bambini; un parcheggio per settecento posti auto.
Interno della Sala Sinopoli
Elementi chiave dell'intervento le sale per la musica: tre volumi singolari concepiti come casse armoniche di strumenti musicali. Le esigenze di acustica ne hanno determinato la forma finale, che ricorda la corazza di scarabei o armadilli: di differente ampiezza, capacità e diversa destinazione funzionale, le tre sale permettono la messa in scena di spettacoli quanto mai diversificati e sono separati strutturalmente in modo da facilitare l'insonorizza-zione.
L'intero spazio urbano e architettonico del grande complesso ruota attorno all'idea della centralità della musica: tutti gli spazi, sia esterni sia interni, sono pensati in maniera funzionale alla musica, per una maggior flessibilità e le migliori condizioni di acustica, anche in virtù delle diverse posizioni assumibili dall'orchestra rispetto al pubblico, al mutamento sia della posizione di seduta del pubblico sia della posizione delle sorgenti sonore, o dei tempi di riverberazione dei suoni.
Esterno dell'Auditorium
Estrema attenzione è stata, infatti, rivolta agli aspetti tecnici e funzionali, oltre all'introduzione di elementi di tipo innovativo; esigenze di flessibilità e acustica hanno determinato l'utilizzo di una sofisticata tecnologia, mitigata dall'uso di materiali naturali e tradizionali: la copertura delle sale è realizzata con struttura in travi e giunti in acciaio, con travi lamellari in ciliegio americano che sostengono i pannelli del controsoffitto.
L'esterno è in mattoni rossi posati a malta, le "corazze" in legno sorrette da funi e tiranti in acciaio.
Un'opera che si inserisce con equilibrio nel tessuto delle costruzioni circostanti, riqualificando il contesto: la sequenza dei tre volumi fortemente connotati, immersi nel grande parco alberato e disposti ortogonalmente attorno alla grande cavea teatrale all'aperto, completa in modo organico l'orografia del paesaggio esistente, cercando in particolare di ricomporre la frattura tra le propaggini inferiori della collina dei Parioli e la pianura fluviale su cui sorge il Villaggio Olimpico.
Un nuovo tempio per la musica che ha riqualificato l'area, divenendo occasione per il conferimento di una nuova identità urbana e culturale. 
Struttura Esterna dell'Auditorium
L'Auditorium Parco della Musica di Roma si sviluppa su un'area di 55.000 m² tra Villa Glori, la collina dei Parioli e il Villaggio Olimpico.
La sua struttura comprende tre grandi “scarabei” di diverse dimensioni, dalla copertura in lastre di piombo, posti a raggiera attorno alla cavea a formare un grande anfiteatro all'aperto, la cavea, che può accogliere circa 3000 spettatori.
Oltre alle tre sale da concerto la struttura comprende anche il Teatro Studio, tre diversi studi di registrazione ed il foyer (che in realtà è l'atrio comune alle sale). Sono stati aperti un bar, un bar-caffetteria e (con accesso anche alla strada) un bar-ristorante e una grande libreria. Il complesso ospita anche gli uffici della Fondazione Musica per Roma, che gestisce la struttura, e dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della quale è sede principale.
lo spazio museale dell'Auditorium
Dal novembre 2005 l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha trasferito il suo intero fondo bibliotecario e archivistico al Parco della Musica, con l'apertura della Bibliomediateca, una struttura pubblica di carattere prevalentemente musicale. Dal febbraio 2008 l'Accademia ha aperto, sempre al Parco della Musica, anche la nuova sede del suo museo degli strumenti musicali (il MUSA), che conserva ed espone la collezione di sua proprietà.
Il progetto ha inglobato anche i resti di una villa romana patrizia costruita intorno al 500 a.C. ritrovata durante i lavori ed ora visibile dai visitatori tra la Sala Santa Cecilia e la Sala Sinopoli.
Esso è la sede stabile della stagione sinfonica e cameristica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della fitta programmazione della Fondazione Musica per Roma che comprende eventi multidisciplinari, concerti di musica Rock, Pop, Jazz, contemporanea, lirica, elettronica e etnica, rassegne di teatro, danza, circo, letteratura e poesia, mostre, incontri con gli autori, Festival di Matematica, Filosofia e Scienze e le stagioni delle due orchestre residenti dedicate al Jazz e alla musica popolare.
la Villa Romana e la Sala "Santa Cecilia" all'auditorium di Roma
Una delle sale per le prove
L'aspetto estetico delle tre sale, a volte chiamate scherzosamente scarabei o armadilli, è senz'altro il catalizzatore dell'attenzione del visitatore. Sono esternamente formate da una base in mattone e dalla sala vera e propria, rivestita esternamente con listelli in piombo. Le tre sale sono state così battezzate:
Sala Santa Cecilia, in onore alla patrona della musica, con 2756 posti a sedere;
Sala Sinopoli, in onore al direttore d'orchestra Giuseppe Sinopoli, con 1133 posti;
Sala Petrassi, in onore al compositore contemporaneo Goffredo Petrassi, con 673 posti.
Teatro Studio, con 350 posti.
A queste si aggiunge la cavea di 3000 posti, intitolata a Luciano Berio.
