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La metamorfosi di Florence Von Erb

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view post Posted on 11/2/2011, 11:23     +1   -1
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La metamorfosi di Florence Von Erb

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Storia di una top della finanza
che si lasciò alle spalle il suo lavoro
per dedicarsi corpo e anima
all'impegno nella difesa delle donne



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La scintilla scattò dopo aver letto un articolo sul settimanale che ogni domenica si accompagna al "New York Times".

Raccontava, lungo un decina di pagine, i retroscena del traffico di donne portate via dai rispettivi paesi con il miraggio di una vita migliore e in realtà trapiantate quasi sempre nelle grandi città dell'Occidente, e sfruttate come oggetti sessuali e, solo quando erano fortunate, per i lavori domestici.

Florence Dall'O Von Erb, una bella signora di origini italiane sposata ad un americano, pensò e ripensò a quanto aveva letto, per lei una sorpresa totale visto che viveva nel mondo dorato della finanza newyorkese.

Il tempo fece il resto: Florence lasciò Wall Street e cominciò una nuova vita nel mondo dell'assistenza umanitaria. ^_^



Florence Von Erb così racconta in una recente intervista: «Mi resi conto che vivevo in un mondo chiuso, autoreferenziale, orientato esclusivamente in direzione della finanza».

Oggi rappresenta presso l'Ecosoc, il consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, il World Movement of Mothers, una Ong nata in Francia e che ha il rango di consulente presso l'Onu.



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Si occupa di combattere la povertà, di migliorare gli standard dell'educazione primaria nei paesi più arretrati, di promuovere i diritti della donna, di ridurre la mortalità infantile.
Mettendo al centro di tutto la donna che è anche madre. Un mondo e un lavoro davvero diverso da quello che per 25 anni ha occupato la Von Erb.
«Avrei potuto creare una Ong di cui essere interamente responsabile, ma ho preferito entrare in contatto con quella che veniva descritta nella storia sul traffico di esseri umani e della quale avevo anche letto un rapporto fatto sul campo».

Con una laurea in Francia e un master alla Hautes Etudes Commercial, ed esperienze di lavoro alla J. P. Morgan, alla Banker Trust e, per ultimo, alla Adair Capital di New York, Florence Von Erb si era specializzata nel mercato degli equities.

E, ricordando le riflessioni fatte nel periodo in cui ha maturato la decisione di cambiare vita, afferma che:
«È una corsa continua che non ti lascia il tempo di pensare a quanto accade intorno a te. C'è l'adrenalina di chiudere bene ogni contratto, ci sono gli andamenti del mercato che misurano la tua temperatura, i tuoi tempi di reazione, la tua capacità di decidere al momento opportuno di vendere o di comprare. Poi, appena ti fermi a pensare, ti accorgi di quanto sia irreale quel mondo. Soprattutto nel settore degli equities non riesci più a distinguere la differenza tra l'assicurare un prodotto finanziario e la scommessa pura, fine a se stessa e alla creazione di un profitto».



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Adesso che non spende l'intera giornata nel casinò Wall Street e si occupa degli altri, di coloro che stanno peggio e a cui mancano beni primari, Florence Von Erb sostiene di vivere più felicemente la sua vita.

A cominciare dal rapporto con il marito, anche lui nel mondo della finanza, e da quello con i quattro figli, tre ragazze e un ragazzo.

Il movimento che lei rappresenta presso l'Onu ha una struttura molto agile e poco costosa (10-15 persone), che fa da raccordo a una serie di Ong locali che si richiamano alle attività sul territorio.

E il raccordo con le Nazioni Unite è essenziale per ogni progetto, per allargare il più possibile la rete umanitaria.

MMM, così è conosciuta la Ong per cui lavora Florence Von Erb, cerca di stare fuori da ogni conflitto e discussione a sfondo politico o religioso.



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E come spiega la stessa Florence Von Erb: «Il nostro obiettivo primario è difendere la donna che è madre».
E racconta di quando a una delle prime riunioni alla Eco-soc, la rappresentante di un'altra Ong le fece una domanda. «Mi chiese se eravamo pro life, per la vita e io risposi: ma certo, come potremmo non esserlo».
Solo che chi domandava voleva sapere se la MMM era pro o contro l'aborto e la Von Erb, appena agli inizi della esperienza, non aveva colto il risvolto politico dell'interrogativo. :hmm:

Il lavoro umanitario ha fatto scoprire a Florence Von Erb anche il modo di ragionare sui problemi delle persone che lei ha frequentato per una vita.

«Quando annunciai la scelta di lasciare il lavoro a Wall Street per dedicarmi a una Ong, trovai una freddezza che soltanto con il tempo capii che era solo non conoscenza del mondo di chi si dedica agli altri. Non c'era né ammirazione né critica della mia decisione. Mentre invece l'espressione che ricorreva con maggiore frequenza era quella secondo cui per occuparsi degli altri è sufficiente fare beneficenza restando nel proprio mondo».



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La MMM è patrocinata
dall'UNESCo
a partire dal 1947

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Il Logo di
"Sure, We Can"

Dove "can" ha il
doppio significato
di "lattina" e
"potere" ;)

Con il passare del tempo e attraverso gli incontri fatti in questo mondo, Florence Von Erb ha allargato il suo impegno aprendo un fronte direttamente nella città di New York e coinvolgendo anche il marito il cui lavoro resta nel mondo di Wall Street. In questo caso a mettere in moto il nuovo impegno non è stata la lettura di un giornale, ma l'incontro con Ana Martinez de Luco, una suora conosciuta nel corso delle riunioni alle Nazioni Unite che le ha aperto una finestra sul mondo dei "canner", i senza casa che vivono solo grazie alla raccolta e alla vendita delle lattine di alluminio (can, appunto) abbandonate per strada, nei portarifiuti e nei cassonetti.
Riutilizzando lo slogan della campagna di Barack Obama, è nata l'organizzazione assistenziale "Sure, We Can".
Le stime più accreditate sostengono che a New York ci sono 10 mila canner, ben visibili perché il luogo più facile di incontro è davanti ai supermercati dove trasportano enormi involucri di plastica pieni di lattine.

Grazie a una legge cittadina del 1987, questo commercio è legale e gli homeless trovano di solito nei supermercati delle macchinette che pagano 5 centesimi di dollaro a lattina fino a un massimo di 240 contenitori: una quantità che significa un guadagno di 12 dollari.

Ma spesso c'è la fila, oppure la macchina non funziona o i clienti protestano per l'affollamento di canner.

E loro devono allora recarsi nei luoghi dove i camion fanno la raccolta di questo materiale: e comincia un'attesa in ogni condizione di tempo, senza essere mai sicuri del giorno e dell'ora in cui i camion arriveranno.

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Il Direttivo dell'MMM

Così Florence Von Erb, il marito, madre Ana e Eugene Gadsden, un afro americano che da 30 anni fa il canner, hanno organizzato a Brooklyn uno spazio dotato anche di un posto al coperto e di bagni, dove i senza casa possono portare tutto quello che hanno raccolto senza alcun limite, essere pagati subito e senza dover essere in balia di macchinette che fanno le bizze e di non sapere mai quando si faranno vivi gli emissari delle aziende che ricomprano le lattina usate.




Nel video un'altra Florence degna di nota: ;)
Florence + The Machine
nel video di Dog Days Are Over

Così, oggi la vita di Florence Von Erb si divide tra il movimento delle madri e i canner di New York. Una esistenza che la riempie di soddisfazioni.

Ma che non le impedisce di riflettere sulla sua nuova realtà.

«A Wall Street esiste il modo di gratificare chi dà molto, chi si impegna e raggiunge i risultati.
Ed è il bonus annuale che arriva a fronte dei risultati.
Non penso proprio che ci debba essere qualcosa del genere per chi si occupa di assistenza umanitaria.
Però, quasi sempre, nessuno ti dice grazie per quello che riesci a fare».
:)




Articolo originale di
Antonio Carlucci

Edited by filokalos - 11/2/2011, 19:25
 
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walterino20
view post Posted on 9/7/2011, 15:01     +1   -1




che bella
 
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