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Delitto Pasolini: morte di un poeta

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view post Posted on 1/11/2010, 23:05     +1   -1
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Delitto Pasolini: morte di un poeta

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(...) Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare
esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognun, era il mondo. (....)

(dalla poesia “Il pianto della scavatrice”,
Le Ceneri di Gramsci - P.Pasolini, 1957)





L'orazione e la rabbia di Alberto Moravia
ai funerali di Pier Paolo Pasolini

Trentacinque anni fa, Alberto Moravia, all'indomani del misterioso omicidio di Pier Paolo Pasolini (1922-1975) affermava «Il poeta dovrebbe essere sacro».

Omicidio misterioso perché, ancora oggi, non sono completamente chiari i risvolti e certamente non lo saranno mai.

Il dubbio è stato ben espresso da Marco Tullio Giordana con il film Pasolini, un delitto italiano: il regista ha strutturato la pellicola su una sceneggiatura che si basa sulle contraddizioni fra la prima sentenza, che condannò Giuseppe Pelosi per l'omicidio dello scrittore-regista «con il concorso di ignoti» e quelle successive (Appello e Cassazione), che invece attribuirono il crimine solo al ragazzo, colpito da una sorta di "raptus" in seguito alle reazioni di Pasolini.



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Fin dall'inizio si comprende che quell'omicidio sarà destinato a suscitare un mare di polemiche, certamente per la notorietà della vittima, ma soprattutto per le condizioni che sono alla base del crimine.

Pasolini è noto per i suoi attacchi al potere, per le sue polemiche orientate politicamente; inoltre è sempre pronto a mettere in discussione i vizi e le ipocrisie della borghesia.

La sua fine, in un luogo della costa ostiense, dove si era appartato con un ragazzino dal quale aveva acquistato delle prestazioni sessuali, è un appiglio molto saldo per i suoi detrattori, che sono tanti.



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I "ragazzi di vita" Pasolini non li ha raccontati solo sulle pagine dei libri, ma li ha conosciuti sul campo, animato dal bisogno di essere nella storia, nelle storie che raccontava.

E, poi c'è la sua omosessualità: un'anomalia imperdonabile per chi lo considera un attentatore alla morale, un violentatore del pudore già attraverso i film e gli scritti.

Da un lato quindi Pasolini ipocrita e carnefice, che pontifica attraverso elzeviri ed editoriali, ma che poi paga i ragazzi di borgata per soddisfare i suoi vizi. Dall'altro Pasolini vittima di una società ancora incapace di comprenderlo, pronta a demonizzarlo per le sue tante diversità.

E c'è chi sostiene, che qualcuno sarebbe stato anche disposto a dichiararne la morte: sulla spiaggia di Ostia, in modo brutale. Folle.



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Il cadavere di Pasolini ritrovato nell'idroscalo di Ostia



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Pasolini è stato un intellettuale che non ha risparmiato attacchi e che ne ha ricevuti: processi per vilipendio alla religione; film censurati (per le sue pellicole è stato denunciato una trentina di volte) e infuriate polemiche che hanno fatto eco ai suoi tanti scritti.

Un uomo non allineato che non ha saputo (o voluto) dare una lezione né politica né sociologica; un uomo di sinistra che però ha criticato l'autoritarismo sovietico e ha manifestato solidarietà verso i poliziotti aggrediti dagli studenti maoisti.
Per quanto si continui a discutere, non si giungerà mai a scoprire un'unica immagine di Pasolini, il che problematizza ulteriormente anche i tentativi di ricostruzione della sua morte.

Forse il fatto fu enfatizzato da chi voleva fare di Pasolini un martire delle "trame nere", ma non va esclusa la possibilità che effettivamente l'omicidio dello scrittore sia il risultato di un'azione punitiva, in pratica una "lezione" che qualcuno ha voluto impartire a quell'intellettuale scomodo, attirato in trappola attraverso la sua debolezza: il piacere a pagamento con persone dello stesso sesso.


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Il corpo martoriato di Pasolini... :cry:



C'è la possibilità che quella "lezione" si sia trasformata in omicidio, decadendo nello scempio prodotto dall'auto che ha schiacciato il corpo di Pasolini causando lo scoppio del cuore.



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Giuseppe Pelosi, accusato
della morte di Pasolini

Pochi giorni dopo la sua morte (2 novembre 1975) è il settimanale «L'Europeo» a sostenere l'ipotesi, attraverso la penna di Oriana Fallaci, della partecipazione di più persone al pestaggio mortale di Pasolini. (Una tesi che, come vedremo, verrà argomentata con testimoni e altre prove, dando sempre maggiore credibilità al teorema del delitto politico.

Sui muri di alcune città italiane appariranno scritte che non hanno bisogno di commenti: «Pasolini come Matteotti»... Chissà?

Anche se i giornalisti de «L'Europeo» non rivelano le loro fonti, vanificando ogni possibilità di approfondimento da parte del tribunale, elementi fortemente probatori provengono dalla sproporzione tra i colpi e le ferite inferte a Pasolini e le limitate escoriazioni rilevate su Pelosi.

Infatti, come diranno i periti, «in una colluttazione tra due soggetti, a meno che uno non sia gravemente menomato sul piano fisico, è impossibile che uno solo dei contendenti riporti gravi ferite mentre l'altro esca praticamente indenne dalla lotta. Invece il Pasolini ha riportato rilevanti lesioni, mentre il Pelosi non ha subito significativi traumi. Eppure il Pasolini - come è notorio -non era un vecchio cadente incapace di organizzare una qualche difesa: era agile, aveva un fisico asciutto, praticava lo sport, giocava ancora a calcio in partite regolari».
Come già detto nella sentenza di primo grado, verrà avanzata l'ipotesi che il Pelosi, da solo, non sarebbe stato in grado di ridurre Pasolini nello stato in cui venne ritrovato.

«In realtà possono farsi varie ipotesi: che si volesse rapinare Pasolini, che gli si volesse dare una lezione per un precedente "sgarbo", che si volesse proteggere il Pelosi alle prime esperienze e che un protettore vigilasse su di lui. Non esistono elementi - di fronte al mutismo sul punto del Pelosi, sempre ancorato alla sua versione difensiva originaria - che possano far preferire una delle causali sopra riportate o anche una causale diversa, allo stato non facilmente ipotizzabile».

La Corte d'Appello non sarà nella condizione di fornire una spiegazione certa sulle motivazioni che avrebbero indotto più persone a massacrare Pasolini, ma non avrà dubbi sulla colpevolezza di Pelosi.



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La perizia medico-legale sul corpo di Pasolini, condotta dal professor Faustino Durante, pone in evidenza una tale quantità di ferite e lesioni che rende difficile una ricostruzione precisa della dinamica dei fatti.

Sono numerose le lacerazioni cutanee, sottocutanee, ossee e dei visceri en-dotoracici (cuore) ed endoaddominali (fegato); le escoriazioni ecchimotiche, le fratture e le tumefazioni ne devastano il volto ma si estendono anche ad altre parti del corpo; lo sterno è fratturato, il cuore e il fegato sono lacerati.
Di certo le cause della morte di Pasolini vanno ricercate nel passaggio dell'automobile sul suo corpo. :blink:



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Tentiamo ora di ricostruire gli avvenimenti che condussero Pasolini ad incontrare Pelosi. :hmm:

Pino, diciassette anni, noto con il soprannome di "Rana", viene fermato dai carabinieri, dopo un breve inseguimento, intorno all'una e mezzo di notte del 2 novembre, sul lungomare Duilio di Ostia.
E alla guida di un'Alfa GT, l'automobile di Pasolini.

I carabinieri però non possono ancora saperlo; quando il ragazzo cerca di fuggire per la seconda volta, si lanciano ancora all'inseguimento, lo raggiungono e lo ammanettano. Il libretto di circolazione attesta che l'auto appartiene a Pier Paolo Pasolini; Pino Pelosi sanguina alla testa e diviene così immediatamente sospettato di furto e arrestato.

Appena giunto in cella nel carcere minorile di Casal del Marmo, il "Rana" confida ad un altro ragazzo di aver ammazzato Pasolini...



È un fatto che non può essere celato più di tanto: infatti quando, il mattino dopo, il cadavere del poeta viene ritrovato all'Idroscalo di Ostia, la posizione di Pelosi diventa drammatica.
Si trova davanti al magistrato che gli deve contestare alcuni fatti molto gravi.

L'esame approfondito di tutti i dati obiettivi (sopralluogo, interrogatori di Pelosi, reperti, oggetti contundenti, vesti, lesioni di Pasolini) da una parte smentisce il racconto di Pelosi sulla dinamica di tutta l'aggressione, e dall'altra induce ad avanzare con fondatezza l'ipotesi che Pasolini sia stato vittima dell'aggressione di più persone.

Nella sostanza, la vicenda si presenta gianiforme: in un caso Pasolini è stato ucciso da un "marchettaro": per un litigio degenerato nella violenza più cieca, in cui sono entrati in causa altri fattori, come il "raptus" e la paura.

Nel secondo caso invece l'omicidio è frutto di un'operazione di gruppo: se le cose stanno così si tratta di capire se la tragica fine sia il risultato di una regia organizzata ai danni del cliente di Pelosi, o se invece sia un'azione strutturata per punire quel moralizzatore che scriveva poesie come II Pei ai giovani!, e poi con quei giovani si appartava all'Idroscalo per consumare rapporti omosessuali mercenari.



L'ipotesi di un omicidio collettivo è quello che non ha mai cessato di alimentare le ricerche di quanti, nel corso degli anni, si sono sforzati di far luce intorno a questo anomalo crimine.

Non mancano i testimoni, scovati da «L'Europeo», che forniscono versioni anche diverse: la più prosaica, ma forse la più credibile, indica l'omicidio come l'effetto di una rapina finita male. Qualcuno avrebbe seguito l'Alfa con Pasolini e Pelosi fino all'Idroscalo e qui avrebbe cercato di rapinare il cliente del "Rana".

Forse la reazione di Pasolini ha determinato l'esplosione di violenza che ha condotto allo stato ormai noto.
Un piccolo mistero è costituito dall'anello: è possibile che Pelosi l'abbia perduto nel corso della colluttazione?
Per molti è difficile che quell'oggetto si sfili così facilmente, ma è piuttosto complesso giungere alla verità.

Così come è diffìcile scoprire a chi appartengono le numerose impronte di scarpe, presenti sul luogo del delitto e non corrispondenti né a quelle di Pasolini, né a quelle di Pelosi. Poi ci sono il maglione rinvenuto nell'Alfa, sul sedile posteriore e il plantare.

Relativamente alla reazione di Pasolini, va osservato che il regista ha già subito alcune rapine in occasione delle sue uscite notturne, pertanto un suo possibile gesto di ribellione è spontaneo e credibile.



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Pochi giorni dopo l'omicidio, il 5 novembre, la madre di Pasolini, la cugina, Graziella Chiarcossi, l'amica Laura Betti e gli avvocati Nino Marazzita e Guido Calvi si costituiscono parte civile per seguire le indagini e il processo e - come l'avvocato Calvi dirà in occasione del processo - per provare che «Giuseppe Pelosi non fosse solo».

La tesi della difesa sostiene che non fu Pelosi a lottare con Pasolini e che addirittura non conoscesse gli aggressori...

Per gli avvocati inoltre, uno dei temi centrali sarebbe "la maturità dell'imputato", descritto così: «un soggetto con gravi carenze intellettive e terribili lacune etico-sociali, ma la sua maturità, dal punto di vista giuridico, va valutata in relazione alla comprensione dell'atto criminoso e posta nel momento in cui uccise Pier Paolo Pasolini».

Il processo contro Pelosi presso il Tribunale dei minori di Roma inizia il 2 febbraio 1976 e si conclude il 26 aprile dello stesso anno con la seguente sentenza: si dichiara «Pelosi Giuseppe colpevole del delitto di omicidio volontario in concorso con ignoti, così modificato al capo b) della rubrica, nonché degli altri delitti a lui ascritti e, con la diminuente della minore età e la concessione delle circostanze attenuanti generiche, ritenute equivalenti alle aggravanti relative al delitto di furto, lo condanna alla pena complessiva di anni 9 mesi 7 e giorni 10 di reclusione e lire 30.000 di multa oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia. Visto l'art. 29 C.p. dichiara Pelosi Giuseppe perpetuamente interdetto dai pubblici uffici».


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Uno dei libri più recenti sul "caso" Pasolini:
Pier Paolo Pasolini. Una morte violenta.
In diretta dalla scena del delitto,
le verità nascoste su uno degli episodi
più oscuri nella storia d'Italia

di Visca Lucia


A leggere le migliaia di pagine di dichiarazioni, interrogatori, atti e perizie ci imbattiamo in tanti indizi fatti di sangue: piccole e grandi tracce sparse in quel Campetto di calcio, sui resti di assi di legno, su tutto il corpo e gli abiti di Pasolini.
Mentre tracce del genere sono poche sul "Rana".

Sono passati ormai trent'anni da quella maledetta notte ad Ostia: per qualcuno si è trattato della fine annunciata di Mister Hyde, morto nel peggiore dei modi.

Per altri invece del violento assalto alla voce libera di un predicatore laico, colpevole di essersi fatto fustigatore e moralista contemporaneamente, capace di scendere così in basso da divenire criptico e incomprensibile alla maggioranza.

Pier Paolo Pasolini è morto nel peggiore dei modi in un ambiente che sarebbe stata una sceneggiatura ideale per alcuni dei suoi film; forse un fondale da ragazzi di vita, tra i quali ha cessato di essere coscienza e carne.




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A quasi trent'anni dall'omicidio, nel maggio 2005 la Procura di Roma ha deciso di aprire un nuovo fascicolo sul caso. Il fascicolo contiene l'esposto dell'avvocato Marazzita, di parte civile, nel quale si chiede di procedere per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione.


Fino a quel punto l'unico copevole dell'omicidio era indicato in Pino Pelosi che però, dopo tutti questi anni, ha negato di aver commesso il crimine.


La nuova stagione di indagini è stata anche determinata dalle dichiarazioni del regista Sergio Citti, che si è detto convinto dell'esistenza di un vero e proprio agguato nei confronti di Pasolini, portato a compimento da un gruppo di persone.


Si ritorna quindi a parlare di omicidio politico nei confronti di un intellettuale "scomodo", che fu tradito da quell'ambiente "di vita" a cui aveva dedicato parte della sua esistenza.



Edited by filokalos - 12/11/2010, 22:56
 
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Alyosha
view post Posted on 6/1/2011, 00:44     +1   -1




(Scusatemi per il mio italiano imperfetto)
Vi ringrazio molto per il vostro lungo lavoro antorno alla morte terribile di Pasolini molto documentato. Mi dispiace tanto che l'Italia conosche anchora tanti fati violenti come questi. Si parla di Pasolini nell mondo come d'una personalità maggiore della culutra italiana. Comè non essere nella revolta quando si uccide un uomo (così importante) così crualmente ? Quale uomo merità di muorire con tanta paura e sofferenza ?
Auguro al'Italia un futuro all'imagine di quello che ha saputto fare di meglio.

Je vous remercie sincèrement pour ce long travail très documenté autour de la mort de Pasolini. Je suis profondément attristée par la violence que connaît encore l'Italie. On parle de Pasolini dans le monde comme d'une personnalité majeure de la culture italienne. Comment ne pas être révolté quand on tue un homme aussi important aussi cruellement ? Quel homme mérite de mourir avec tant de peur et de souffrance ? Je souhaite à l'Italie un avenir à l'image de ce qu'elle a su faire de mieux.
 
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1 replies since 1/11/2010, 23:05   4351 views
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