Il Forum delle Muse

« Older   Newer »
  Share  
Beowulf 1970
view post Posted on 14/9/2010, 11:52 by: Beowulf 1970     +1   -1




Andrea Ghira é veramente morto?

Secondo le ricerche effettuate, Ghira avrebbe inizialmente passato, tra alterne vicende, 18 anni nella legione straniera spagnola - il Tercio de Armada - dove si sarebbe arruolato il 26 giugno 1976 a Madrid, sotto il falso nome di Massimo Testa de Andrés ("de Andrés" in spagnolo sta per "di Andrea", proprio come il vero nome di battesimo di Ghira), dichiarandosi nato a Roma nel 1955 (posticipando quindi di due anni la sua vera data di nascita). Raggiunse il grado di Caporalmaggiore nel BOEL prima di esserne allontanato nel 1993 per carenza di condizioni psicofisiche.
Trascorse in seguito sei mesi in un kibbutz israeliano, riparando poi a Melilla, enclave spagnola in Marocco, dove la fidanzata Maria Rodriguez Valverde (ora trasferitasi coi quattro figli a Malaga), sorella di Benigno, un ex-legionario come lui, viveva e gestiva un chiosco sulla spiaggia.
E a Melilla, nella sua casa di Costa della Vigna numero 35, Ghira sarebbe poi morto in seguito a overdose all'età di 41 anni l'11 aprile 1994. Come comunicato in un secondo tempo dal Ministero della Difesa spagnolo, sarebbe stato trovato senza vita solo sette giorni dopo, il 9 settembre 1994. La testimonianza di una vicina di casa ricorda che "...era morto da qualche giorno, nella casa c'era un gran fetore e una siringa per terra, lui ai piedi del letto, vestito, con una mano protesa verso l'abat-jour ancora accesa". Stando alle testimonianze, i vicini sapevano che era tossicodipendente.
I funerali si sarebbero svolti due giorni dopo, l'11 settembre, come resta traccia sui registri del cimitero monumentale di Melilla, con il feretro portato a spalla fino al settore cimiteriale dei combattenti da quattro legionari caporalmaggiori - pari grado nonché amici di Ghira: Santodomingo, Cuellar, Algudo e Pavoni. La croce sulla tomba reca una scritta in vernice bianca: "CABO 1 CL, MASSIMO TESTA, DE ANDRES, 11.04.94, RIP". Quanto alla data dell'11 aprile 1994, spiega il direttore del camposanto: "Morì il 2 settembre 1994 e fu sepolto l'11 settembre. Quell'11 aprile '94 che compare sulla croce, invece, è stato senz'altro un errore. Sapete, sono passati tanti anni, le scritte col tempo si cancellano e noi periodicamente interveniamo per ripristinarle. Evidentemente qualcuno della manutenzione si è confuso".

La posizione della famiglia
"Questa mattina la signora Maria Cecilia Ghira ha spontaneamente consegnato ai carabinieri alcuni documenti in suo possesso che dovrebbero provare la morte del proprio figlio Andrea avvenuta in Spagna circa 11 anni fa, dove si era rifugiato dopo i gravi fatti avvenuti. In Spagna [n.d.r.: Andrea Ghira] era riuscito ad arruolarsi nella Legione straniera Tercio dove è rimasto fino alla sua morte. La famiglia non lo ha in alcun modo aiutato né è a conoscenza come sia riuscito ad uscire dall'Italia ed a arruolarsi. Al momento in cui la madre ha ricevuto detti documenti, il dolore per la morte di un figlio e la paura di dover affrontare un nuovo processo mediatico, le impedirono di darne notizia. Gli altri fratelli avevano deciso di continuare a vivere cercando di dimenticare e pertanto avevano lasciato alla madre ogni decisione in merito non volendo essere coinvolti in altre indagini che trascinassero i loro nomi e la famiglia sulle pagine dei giornali."

(Nota dei famigliari di Andrea Ghira pubblicata nell'ottobre 2005[10])


Sulla morte di Ghira grava però il dubbio di depistaggio, manifestato oltre che da Donatella Colasanti anche da Letizia Lopez, sorella di Rosaria, l'altra vittima del massacro del Circeo, nella trasmissione "Chi l'ha visto?", durante la quale sono anche state trasmessi i photofit di come dovrebbe apparire oggi Andrea Ghira.
Letizia Lopez nutre forti perplessità sul fatto che un uomo dell'alta borghesia romana, abituato ai privilegi di questa sua condizione, vissuto nell'agiatezza anche durante la sua latitanza, grazie alle protezioni ottenute, potesse arruolarsi da semplice soldatino della Legione Straniera Spagnola e affrontare vessazioni, sacrifici e durezze tipiche di quel corpo militare.
La Procura di Roma chiese l'esumazione della salma, cosa che avvenne il 14 novembre 2005 alla presenza degli investigatori italiani. Fu prelevato un femore per analizzare il DNA a Roma. Nella bara il cadavere risultava ancora affiancato dalla siringa che aveva procurato l'overdose nel settembre del 1994. Il 26 novembre 2005 l'esame del DNA confermò l'identità di Ghira.
Ma secondo quanto riportato nel 2006 nel libro "Tre bravi ragazzi" di Federica Sciarelli, l'analisi del DNA di Ghira sarebbe stata effettuata "a cura di persona non imparziale". L'avrebbe infatti condotta nei laboratori dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università La Sapienza, diretto dal Prof. Arbarello, la Dott.ssa Carla Vecchiotti: una genetista che risulterebbe, secondo le indiscrezioni, già allieva e pupilla della Prof.ssa Matilde Angelini Rota (medico legale responsabile dell' ambulatorio per la violenza carnale dell'Istituto di Medicina Legale della stessa Università), zia dal versante materno dello stesso latitante Andrea Ghira.
Così avrà a dichiarare Donatella Colasanti, prima di morire: "Andrea Ghira è vivo e sta a Roma, quelli sepolti a Melilla sono i resti di un suo parente, per questo il DNA è lo stesso".
In modo analogo si è espressa anche Letizia, la sorella di Rosaria Lopez.
Potrebbe non essere di Andrea Ghira il corpo sepolto a Melilla, in quanto esiste una foto del 1995, scattata dai Carabinieri a Roma, che ritrae un uomo camminare in una zona periferica della città: l'analisi dell'immagine al computer ha confermato che si trattava di Andrea Ghira.
Nel corso degli anni - e soprattutto dopo la trasmissione "Chi l'ha visto?" - suoi avvistamenti sono stati infatti segnalati in Argentina, Brasile, Costa Rica, Paraguay, Kenia, Sud Africa e Inghilterra.
Nel 2004 viene aperto un fascicolo su Ghira dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dal sostituto procuratore Giuseppe De Falco. Riprendono così le indagini per rintracciare Ghira, con perquisizioni a tappeto di Carabinieri, Sco e Digos. Vengono passati al setaccio nove appartamenti di parenti e amici di Ghira, con sequestri di documenti, lettere e computer. Altre ispezioni si svolgono all'estero. Due strettissimi familiari di Ghira vengono iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento, ma poi non si viene a sapere più nulla dagli inquirenti.
 
Top
2 replies since 15/8/2010, 18:32   10622 views
  Share