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La prima cellula artificiale

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view post Posted on 20/5/2010, 19:41     +1   -1
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La prima cellula artificiale




La vita è stata creata
per la prima volta in laboratorio.
Ci sono riusciti Craig Venter
ed Hamilton Smith,
i due biologi che nel 1995
sbrogliarono la matassa del DNA
e riuscirono a mapparne la sequenza.
I due hanno realizzato un batterio
che possiede un genoma artificiale




Svolta epocale nella ricerca. È stata costruita in laboratorio la prima cellula artificiale, controllata da un Dna sintetico e in grado di dividersi e moltiplicarsi proprio come qualsiasi altra cellula vivente.

Il risultato, pubblicato su Science (cliccate qua per leggere tutto l'articolo ;) ), è stato ottenuto negli Stati Uniti, nell'istituto di Craig Venter.





Come dichiarato dallo stesso Craig Venter: "Adesso è possibile concepire un mondo sulla base di nuovi batteri (e finalmente, nuovi animali e piante) realizzati con il computer e fatti crescere in successione".





Lo staff del J. Craig Venter Institute



Con questo nuovo passo il traguardo della vita artificiale è ormai più vicino che mai e si comincia a intravedere la realizzazione di uno dei sogni di Venter: costruire batteri salva-ambiente con un Dna programmato per produrre biocarburanti o per pulire acque e terreni contaminati.




I due artefici della scoperta del genoma: Craig Venter ed Hamilton Smith




Alcune fasi del processo
di "costruzione" della
cellula artificiale

Dopo avere ottenuto il primo cromosoma artificiale, la sfida è riuscire ad attivarlo, aveva detto Venter appena due anni fa.

Adesso ha raggiunto il suo obiettivo e lo ha fatto unendo, come tessere di un puzzle, i risultati ottenuti negli ultimi cinque anni

Nel 2007, l’equipe aveva già sintetizzato chimicamente il genoma di un batterio e aveva trapiantato il patrimonio genetico di un batterio in un altro.
Il primo passo era stato la costruzione di un Dna sintetico; quindi nel 2009 sempre il gruppo di Venter ha eseguito il primo trapianto di genoma da un batterio a un altro.

Adesso è ancora lo stesso gruppo, coordinato da Daniel Gibson, ad aver combinato i due risultati e aver assemblato la prima cellula sintetica, che gli stessi ricercatori hanno definito una "cellula artificiale", nonostante solo il suo Dna sia artificiale.

Come spiega un entusiasta Venter: "è la prima cellula sintetica mai creata, totalmente derivata da un cromosoma sintetico, costruita con quattro bottiglie di composti chimici su un sintetizzatore a partire da informazioni eleborate al computer".

Un procedimento complesso che ha portato appunto, dall’assemblaggio di vari pezzi, alla prima cellula artificiale. Gli scienziati puntano ora a "disegnare alghe salva-ambiente in grado di catturare anidride carbonica, stanno lavorando a nuovi metodi per velocizzare la produzione di vaccini."

Insomma, le potenzialità d’applicazione dei risultati ottenuti sono enormi. :bravo:

Secondo Venter, si potrebbero ottenere anche nuove sostanze chimiche, ingredienti alimentari, strumenti per la pulizia delle acque. La cellula artificiale, sottolinea, "è uno strumento davvero potente per provare a far fare alla biologia quello che vogliamo". :hmm:




Il Prof. Giuseppe Novelli

Il genetista Giuseppe Novelli, preside della facoltà di Medicina dell'Università di Tor Vergata di Roma ha così commentato la notizia:
«Si tratta di un traguardo fondamentale dell'ingegneria genetica, non solo per possibili risvolti applicativi, ma anche perché segna la tappa iniziale dell'era post-genomica.
Di fatto Venter ha creato qualcosa che prima non c'era, un batterio prima inesistente, perché il genoma artificiale che ha costruito con una macchina in laboratorio contiene dei pezzetti di Dna che non esistono nel genoma del batterio presente in natura».





Creare Batteri da
Genomi procarioti
elaborati in laboratorio.

Novelli spiega ancora:«Venter ha fatto tutto con una macchina. Prima ha letto la sequenza genomica del batterio in un database genetico, poi con un macchinario ha ricostruito chimicamente il genoma, aggiungendovi però nuove sequenze. Ha fatto pezzetti, ciascuno di 10 mila lettere di codice, poi li ha assemblati insieme fino a creare un genoma di oltre un milione di paia di basi. Poi ha inserito il genoma artificiale in un batterio svuotato del suo Dna e ha costruito una nuova forma di vita che funziona e si riproduce. La cellula così creata, infatti, prima non esisteva, e il suo genoma porta i segni distintivi della sua differenza dal batterio esistente in natura. In futuro si potranno creare nuove forme di vita capaci di produrre farmaci o di aiutarci contro l'inquinamento, per esempio batteri mangia-petrolio».



Mons. Bruno Forte, teologo e arcivescovo di Chieti-Vasto, commentando il risultato ottenuto da Craig Venter, pone un interrogativo: «ciò che sarà scientificamente possibile sarà anche eticamente giusto?».

Intervistato dal Corriere della Sera, mons. Forte spiega che la risposta sta «nel parametro che unisce tutti, non solo i cristiani: la dignità della persona umana».
Tuttavia, aggiunge il presule, «con buona pace di chi pensa che sia pregiudizialmente negativo, l'atteggiamento di fondo della Chiesa è di attenzione e simpatia», soprattutto perchè, afferma, «la prima cosa è l'ammirazione per le capacità dell'intelligenza umana».

Da qui a dire che Venter ha creato la vita, per il presule, ce ne corre e come spiega mons. Forte:
«In casi simili, il termine 'creazionè è usato nell'accezione comune, non certo teologica. Il senso teologico è tutt'altro: la creazione è ciò che avviene dal nulla. E l'uomo questo non lo fa: parte sempre da qualcosa che c'è. Io distinguo sempre tra scienza e scientismo, la pretesa alienante di voler tutto risolvere e spiegare».



Roberto Defez, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Lavora a Napoli all’Istituto di Genetica e Geofisica, e da molti anni
si occupa del problema degli organismi geneticamente modificati e
soprattutto della loro percezione nel pubblico

Roberto Defez, biotecnologo del Cnr, a proposito del risultato ottenuto da Venter, assicura: «Non dobbiamo avere paura. La vita artificiale non può esistere. Quella di Craig Venter è solo una grande dimostrazione scientifica che però non può avere nessun tipo di futuro nel mondo reale. Quell'organismo non può vivere se non in laboratorio. È soltanto un oggetto virtuale».

Intervistato dal Messaggero, Defez spiega che «non basta il dna da solo per determinare la vita in un organismo per quanto piccolo questo possa essere».

Per il biotecnologo, la cellula artificiale creata da Venter, «è un organismo fabbricato in laboratorio destinato a morire perchè non sarebbe mai in grado di sopravvivere in un ambiente naturale ed è quindi del tutto inutilizzabile».


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Edited by filokalos - 21/5/2010, 12:53
 
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