Dal 20 Novembre 2009 al 15 Marzo 2010 è stato possibile visitare una mostra dedicata alla “divina” Isadora Duncan (1878-1927), la creatrice della danza libera e moderna.
La mostra è stata organizzata dal Museo Bourdelle (Émile-Antoine Bourdelle, ironie connesse al cognome a parte, fu un artista molto influenzato dalla danzatrice).
In detta occasione sono stati riuniti quadri, sculture e fotografie con protagonista Isadora Duncan.
La Duncan “fu artefice di una radicale rottura nei confronti della danza accademica: abolì nei propri spettacoli le scarpette a punta, che considerava innaturali, e gli artificiosi costumi indossati dalle ballerine dell'XIX secolo, preferendo indossare abiti semplici e leggeri, che ricordavano il peplo dell'antica Grecia, e danzando a piedi nudi. Tali scelte si coniugavano con l'esigenza di favorire la libertà e l'espressività dei movimenti”.
Tra le tante foto ce n'è una bellissima di Isadora con i piccoli Deirdre e Patrick.
La danzatrice ebbe una vita travagliata e non-convenzionale: Bisessuale, si dice che abbia amato anche Eleonora Duse.
Una vita così piena ma segnata da una tragedia: i suoi due unici figli, a tre e cinque anni, affogarono nella Senna dove erano precipitati per un incidente d'auto.
Lei stessa, rimase vittima di un incredibile incidente automobilistico: venne strangolata dalla sua sciarpa impigliatasi nella ruota dalla sua auto.
Isadora Duncan è stata una donna libera. Prima di tutto da scarpe e corsetto. Che per una danzatrice, all'inizio del secolo scorso, era davvero temerario. Poi, era libera dal pensiero, dalla morale e dalla sessualità comuni; da una tecnica di danza e anche da una compagnia. Danzava come viveva: da sola e improvvisando.
Parigi le ha quindi reso omaggio con una mostra che ha riempito i saloni del Musée Bourdelle, casa-atelier dello scultore Antoine Bourdelle che in centinaia di disegni e soprattutto sui bassorilievi di marmo della facciata del Théàtre des Champs-Elisées la rese immortale.
Isadora, d'altronde, ispirò molti artisti: tra gli altri, Rodin; il fotografo Edward Steiehen; lo scultore José Clara; il disegnatore Jules Grandjouan (in mostra a Parigi anche alcune loro opere).
Nella mostra c'era anche una vera rarità: l'unico video esistente di Isadora, in cui lei danza con le braccia aperte e gli occhi rivolti al cielo.
Trentatré secondi ripetuti all'infinito.