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Casa 100k: Palestina verde e a basso consumo

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view post Posted on 14/2/2010, 16:41     +1   -1
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Casa 100k



Palestina verde e a basso consumo


Un progetto di edilizia
low cost e zero emissioni
nei Territori palestinesi.
Firmato: Mario Cucinella
da Bologna





Mario Cuccinella

Sono i tre presupposti – il primo di carattere economico, il secondo di carattere sociale e il terzo di tipo energetico - che danno vita al progetto La Casa da 100 k (euro), modello abitativo condominiale.
Il tentativo di restituire una risposta a domande di economicità, riduzione di emissioni inquinanti e senso di piacere dell’abitazione.
Una casa viva, colorata, che lascia spazio alle differenti identità e modalità di vivere, ma capace di produrre energia utilizzando ogni strategia passiva e attiva per rendere l’edificio una macchina bioclimatica.

Una casa che si avvale di tutte le tecnologie disponibili per limitare i costi di costruzione senza compromettere la qualità. Una casa a basso costo acquistabile grazie a un mutuo che può essere coperto in buona misura attraverso l’energia che è in grado di produrre.

L'ideatore di questo progetto è Mario Cucinella che è partito da questa semplice considerazione: il Pil pro capite in Israele è 25 volte quello del Pil nei Territori palestinesi; il consumo di elettricità è otto volte tanto. La dipendenza energetica da Israele è totale. E il tema della casa, come e dove abitare, nella prospettiva di un futuro Stato palestinese, è paragonabile alla ricostruzione dopo un bombardamento, o un sisma.

Mario Cucinella, 48 anni, è architetto, tiene master sulla sostenibilità alla Nottingham University ed ha avuto eco internazionale con la sua Casa 100K, a basso costo e zero emissioni.
Lo scorso maggio, alla mostra “Habiter écologique” di Parigi, è stato contattato dall’ambasciatrice dell’Anp, l’Autorità palestinese. Poi dalla Cooperazione allo sviluppo della Farnesina.





Morale: il 19 novembre a Ramallah, è stato key speaker dell’incontro Cooperazione allo sviluppo e architettura sostenibile, organizzato con l’Anp e tre agenzie Onu.
Ha avuto così inizio un programma, coordinato da governo palestinese e Cooperazione italiana, che si avvale di un badget di 80 milioni di euro per costruire nuove abitazioni e edifici istituzionali nei Territori. La prospettiva è politica: «Fine dell’occupazione, costruzione di uno Stato».





Cucinella ha fornito idee chiave per il piano casa, delle popolazioni palestinesi, che dipende dagli aiuti internazionali, da Un-Habitat alla Banca mondiale. Lo scopo è garantire a un popolo fiaccato da anni di incursioni militari, distruzioni e reciproche violenze nuove case per vivere in tempo di pace. :kiss:





A basso costo, igieniche, ad alta efficienza, se possibile a emissioni zero, così come assicura Cucinella: «È una chance storica. Immagino case per rendere le famiglie autonome, senza bisogno di attaccarsi alla rete elettrica o del gas. Il clima è caldo, bisogna proteggersi dall’irraggiamento solare. Penso a case di tre-quattro piani (più si sale più si complica la distribuzione dell’energia), con spazi comuni amichevoli. Alimentate da energia solare e geotermica. Spero di poter applicare le nostre esperienze di “cooling without air conditioning”. Case climatizzate in cui si capta l’aria calda da camini, per umidificarla e distribuirla una volta raffreddata, secondo i principi delle torri del vento, tipiche dell’architettura persiana e araba».





Una casa in grado di produrre



In campo edilizio una politica rivolta al miglioramento degli edifici, potrà avere un beneficio diretto non solo sulla qualità degli edifici stessi e della città ma anche un beneficio indiretto sulla riduzione di emissioni e di inquinamento urbano. Occorrerebbe pertanto sviluppare una politica locale capace di incentivare da un lato il recupero degli immobili più “energivori” e dall’altro di diffondere una migliore informazione sulle applicazioni di tecnologie a scala familiare. Una nuova economia in piccola scala, capace di generare piccole autonomie che moltiplicate per migliaia di unità creerebbero una inversione di tendenza: da edifici consumatori a edifici produttori di energia.





Se immaginiamo uno schema aggregativo di unità abitative – un condominio – riunite e accomunate dalla cornice strutturale, come quello descritto, abbiamo la libertà di prefigurare e progettare una serie di servizi comuni funzionali a ogni famiglia partecipante. In questo modo si azzera la polverizzazione e la reiterazione di oggetti strumenti (ma anche macchine - energivore), a favore di un’unificazione capace di produrre risparmi in termini di acquisto, gestione e manutenzione: dal locale lavanderia al sistema di raffrescamento, dal sistema di aspirazione polvere centralizzato a quello di smaltimento e compattamento dei rifiuti. Ma ci si può spingere fino al Car Sharing condominiale o al servizio di noleggio di attrezzature che generalmente ogni famiglia possiede, ma il cui utilizzo complessivo è davvero scarso: trapano, smerigliatrice eccetera. Utilizzare senza possedere può rappresentare una chiave di volta per abbattere costi e sprechi energetici. Ancor più l’ipotesi trova conferma se applicata al sistema energetico.





La spesa media mensile della famiglia italiana è pari a € 2.461 (Istat) e il 5 per cento viene destinato a combustibili ed energia elettrica (€ 123 ). Soltanto in elettricità, il consumo medio della famiglia è di circa 3.000kWh/anno. Un impianto fotovoltaico da un kW di potenza nominale è in grado di generare tra i 1.100 e i 1.600 kWh/anno (in funzione della collocazione Nord/Sud Italia).
Naturalmente, le cifre cambiano in proporzione – e vantaggiosamente – con una progettazione per impianti di maggiori dimensioni (ad uso di un condominio), per un’impiantistica integrata architettonicamente, con l’utilizzo di superfici captanti energia solare per i mesi invernali, circolazione interna dell’aria per quelli estivi, e con tutte le strategie passive adottabili per rendere l’edificio una macchina bioclimatica.





Se ipotizziamo che una famiglia di Milano – con 70 metri quadrati di tetto piano a disposizione – decida di sfruttare le attuali tariffe incentivanti per il montaggio di un impianto fotovoltaico, otterremo questo risultato:



Potenza impianto: 2,73 kWp
Produzione annua: 3000 kWh
Budget previsto per l’investimento: € 18.681,82
Credito annuale derivante dall’incentivo: € 1.320,00
Risparmio annuale sulla spesa elettrica: € 540,00
Ricavo totale annuale: € 1.860,00
Ricavo atteso nei primi 20 anni: € 37.200,00
Utile atteso nei primi 20 anni: € 18.518,18
Tempo di ritorno dell’investimento: 10 anni



Articolo originale
di
Enrico Arosio

 
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