Il Forum delle Muse

"Corso - The Last Beat", Storia dell'ultimo poeta maledetto...

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 18/11/2009, 11:10     +1   -1
Avatar

Super Ñasual Dating - Authentic Maidens

Group:
Magazzinieri
Posts:
1,960
Location:
Usa

Status:


image




Ho trovato questo articolo molto interessante, ma c'è un motivo in più per parlare volentieri di Gregory Corso: un video in cui Valerio Mastroandrea interpreta da par suo una poesia di questo poeta americano... ^_^




Valerio Mastandrea legge "Matrimonio" ("Marriage") di Gregory Corso
nel film "A Farewell To Beat" di Luca Facchini (2001) con Fernanda Pivano.

A Omero e alle Muse, Gregory Corso sarebbe sicuramente piaciuto...
Mentre il Parnaso poteva per lui davvero essere un luogo familiare. Logico dunque che tornato a Delfi, ormai quasi al capo linea della sua vita errabonda, invocasse a gran voce i loro nomi per essere ricevuto. Da poeta qual era, si riteneva a pieno titolo membro del club.



La scena è la partenza bruciante di “Corso - The Last Beat”, l’affascinante docu-film di Gustave Reininger premiato al Festival di Taormina e ora in predicato per la nomination agli Oscar 2009. Difficile sottrarsi alla profonda emozione suscitata da questo originale, sconvolgente ritratto del «Poeta dei poeti», come lo definì l’amico Allen Ginsberg.
Reininger, regista e collaboratore di lunga data di Michael Mann (la serie tv “Crime Story”) ha seguito Gregory Corso durante gli ultimi anni della sua vita.




Gustave Reininger

Il regista racconta:«Doveva essere un piccolo documentario, ma la realizzazione ha richiesto più di dieci anni».

Con la morte di Ginsberg, nel 1997, Corso diventava fatalmente l’ultimo dei beat. Un uomo distrutto, catatonico, imbottito di metadone.

Così lo trova Reininger quando lo incontra, dopo il funerale dell’amico poeta.

La proposta di partire assieme per l’Europa seguendo a ritroso le tracce della sua picaresca gioventù esercita su Corso un effetto rigenerante.

Come un generale di ritorno sui luoghi di battaglia, affronta l’impresa armato di aneddoti e di un corrosivo sense of humour.

A Parigi lo ritroviamo al cimitero del Père-Lachaise mentre ubriaco dirotta i fan di Jim Morrison verso la tomba di Oscar Wilde («lui sì un vero poeta») sepolto lì vicino.

Eccolo poi all’Hotel Richou, in rue Git de Coeur, che rievoca la Bohème anni Cinquanta di cui fu protagonista assieme a William Burroughs e agli altri beat.

Quindi a Roma davanti alla tomba di Shelley, il suo poeta preferito, nel cimitero acattolico, dove confessa di voler essere seppellito.

L’attore Ethan Hawke, che di Corso era un buon amico, svolge la funzione di narratore e spiega fra l’altro che né i figli dei fiori né il grunge sarebbero nati senza il big bang libertario e pacifista della poesia beat.

Poi da metà film lo stesso Reininger entra in gioco per risolvere il mistero che ossessiona Corso: la scomparsa della madre.





Ethan Hawke ci accompagna nel racconto
dell'Odissea di Gregory Corso.

Il padre, violento e semialcolizzato, da bambino gli raccontava che lei lo aveva abbandonato.

Il piccolo Gregory cresce in strada, dorme sotto i ponti, vive di espedienti.

A 17 anni, per aver rubato un cappotto usato, finisce nel famigerato penitenziario di Clinton.

E qui, grazie alla protezione del boss Lucky Luciano, scopre i classici e la mitologia greca.

Per salire poi agli altari della poesia. Ma la scomparsa della madre lo avrebbe segnato per sempre.

Reininger comincia a cercarla. Prima in Puglia, nel paesino natale. Poi in Connecticut dove, finalmente, riesce a rintracciarla. Si è risposata, ha una figlia.

L’incontro tra i due è uno dei momenti più toccanti, ma anche divertenti di “Corso the Last Beat”.





Anche perché, come del resto tutto ciò che accade nel film, anche questa è vita che si materializza davanti agli occhi della telecamera.

Lui: «Mamma, queste rose sono senza spine, le ho tolte io una ad una».
E lei: «Che gioia rivederti, amore mio, ma perché non ti tagli i capelli?».

Corso apprende che la madre era scappata perché non sopportava più le violenze del marito.



Poi l’ultimo Beat torna al Greenwich Village, per scoprire che gli restano pochi mesi di vita.

E così dopo aver assistito alla sua seconda nascita Reininger filmerà anche la sua morte. :(






Articolo Originale di
Alberto Dentice

 
Contacts  Top
0 replies since 18/11/2009, 11:10   925 views
  Share