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Cows in space, Uno Zoo che balla

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view post Posted on 20/8/2009, 15:26     +1   -1
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Cows in space






Uno Zoo che balla



I viaggiatori guardano distrattamente - senza grandi emozioni - il paesaggio che scivola via fuori dai finestrini, mentre il treno prosegue la sua corsa; e ogni viaggiatore sembra non attaccato o forse inattaccabile dagli scenari che volano via.

Scenari che si succedono con la velocità del treno; e pause lunghe quanto le soste nelle stazioni. All'improvviso, mentre il viaggio prosegue regolare, l'occhio del viaggiatore si ferma casualmente su una mucca, bucolicamente sdraiata al sole, in mezzo a un prato verde.

Ebbene, per un viaggiatore qualsiasi, che pensa ai fatti e ai guai propri, la cosa non ha alcun seguito. Per il coreografo svizzero Thomas Hauert, direttore della compagnia di danza "Zoo" (fondata nel 1997), quella mucca "savia" (non pazza), lo ha fatto passare miracolosamente oltre lo specchio.

Lo specchio di Alice: quello che permette di andare oltre, in un mondo altro. Cosi, il buon Thomas Hauert si è inventato, nel 1998, su musica di Aga-Fostier, un balletto di grande piacevolezza che si intitola "Cows in space" (mucche nello spazio).





È stato ripreso il 10 maggio a Chiasso ma promette di essere un po' in giro per il mondo nei prossimi mesi.

Risultando interessante non soltanto da un punto di vista coreografico in sé, ma come analisi del rapporto tra l'occhio del viaggiatore mentre si sposta su un qualsiasi mezzo di trasporto e la creatura viva, ferma o in movimento, che l'occhio guarda fuori dal finestrino.

Allegri, perché abbiamo di fronte un'eccitante fase critico-estetica della danza-, e cioè un esempio di un'arte "che si analizza mentre la si fa". O la si guarda. O la si rammenta.



Un'opera d'arte, insomma, intesa come una cipolla di Tropea, dolcissima, da capire mentre la si assapora, strato dopo strato, fino al punto che potremmo chiamare punto d'arrivo. O di partenza. Che importa in fondo?





Articolo Originale di
Vittoria Ottolenghi

 
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