Il Forum delle Muse

L'arte di Strada a Milano, Vernissage on the Road

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/8/2009, 19:35     +1   -1
Avatar

Super Ñasual Dating - Authentic Maidens

Group:
Magazzinieri
Posts:
1,960
Location:
Usa

Status:


L'arte di Strada a Milano



Vernissage on the Road

Beffano i divieti.
E trasformano i muri di Milano
in pareti per la loro arte.
Ora riconosciuta anche
da mostre e gallerie




Riccardo De Corato
presenzia un'operazione di pulitura
di muri presi da mira da writers milanesi

Bandita dal vicesindaco-sceriffo Riccardo De Corato, cancellata dalle squadre della nettezza urbana, punita da ordinanze comunali, l'arte di strada, a Milano, è più forte che mai.

Mentre gli assessori alla Cultura del sindaco Letizia Moratti si alternano come gli allenatori della squadra del cognato, la voglia di esprimere un'arte che un tempo si definiva underground tracima dai tombini e si diffonde tra strade e palazzi.



Grazie anche a tre esempi di artisti, così diversi tra loro e così uguali nell'intendere i nuovi bisogni di chi l'arte la fa ma, soprattutto, la vuole godere, fuori dalle auto-refenziate gallerie. Gli interpreti sono un rasta "pregiudicato", un poliziotto pluridecorato e un immigrato africano.




Un graffito di Bros a Milano



Nonostante la giovane età, 27 anni, Daniele Nicolosi, noto come Bros, da oltre dieci anni rende belli i freddi muri di periferia, affrescando vecchie fabbriche e capannoni con le sue visionarie rappresentazioni della realtà. Bros è il writer più acclamato di Milano e il nemico pubblico numero uno della Squadra Cobra, pattuglia di vigili che gira di notte, in borghese, per eseguire l'ordine di De Corato: dare la caccia ai graffitari.

Ma Bros, che è già stato pizzicato e denunciato più volte, corre in avanti e si è evoluto.

«Perché disegnare sulle pareti quando posso fare mie quelle superfici?», si è chiesto Bros, che ha attaccato giganteschi pannelli sulle mastodontiche insegne pubblicitarie che tappezzano i monumenti della città. Opere fatte per colpire e per essere guardate da migliaia di persone.




Il trailer della mostra "Welcome to the Museum"
in cui si vede anche il writer "Bros"...

Ma questo ragazzo con i dreadlock in testa e le scarpe spaiate voleva fare di più.

E ci è riuscito: «Tutto quello che ci circonda è un museo a cielo aperto».

Ecco il suo raid provocatorio, compiuto in una notte in cui ha affisso, beffando le 780 telecamere di sorveglianza del Comune, centinaia di targhe sui semafori, nelle aiuole, alle uscite di stazioni della metropolitana, con scritto "monumento al tubo" ( :rofl:), o "all'erba" ( :eh?: ) e "welcome to the museum".

Anche i burocrati della cultura si sono accorti di lui, e hanno ospitato un'opera alla mostra, allestita a Palazzo Reale, "Pittura italiana dal '68 al 2008".
Ma i vigili continuano a dare la caccia al suo Maggiolone pieno di bombolette.



Chi invece la caccia ai delinquenti la deve dare per lavoro è Angelo Langè, estroverso assistente di polizia, in servizio alla narcotici della Squadra mobile, campione di arresti, protagonista del documentario "Cocaina", scelto dal Viminale per fare il tutor a Raoul Bova in "Sbirri".




Angelo Langé, il poliziotto graffitaro



È un graffitaro, ma cerca di rispettare la legge e di limitarsi agli spazi che gli vengono assegnati. Tra appostamenti e pedinamenti, attacca calcografie che ritraggono un angelo con la bomboletta in mano, il distintivo di poliziotto al collo e la scritta "No alla droga". Ma Langè dipinge anche quadri, dove la droga è il filo conduttore. I bar si contendono le sue mostre e i giovani comprano le sue opere. L'ultimo dei nuovi artisti viene da lontano, e lontano è già arrivato.




Angelo Langé, un tipo alla Serpico, da anni gira di notte le strade della città
per ingabbiare i pusher. Ha ispirato anche un film.
E racconta di vite bruciate, di vip e insospettabili



Christopher Veggetti è un ragazzo del Congo, adottato a tre anni.
Cantante e musicista, Christopher ama dipingere le folle nelle stazioni. Lì posizionava il suo cavalletto, e veniva fermato dalla polizia che temeva attacchi terroristici.




Christopher Veggetti




Dai bellissimi e introversi orizzonti metropolitani alle tazzine da caffè: l'idea gli è venuta per irridere al formalismo delle gallerie che non lo ospitavano (e che oggi se lo contendono, una sua personale è a New York).
Fare di una tazzina una forma d'arte, che Veggetti firma Untizio.
Uno scherzo preso sul serio da un magnate russo e da una azienda di caffè: gli hanno commissionato centinaia di tazzine colorate. :ok:






Articolo Originale di
Giorgio D'Imporzano

 
Contacts  Top
0 replies since 17/8/2009, 19:35   1057 views
  Share