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Il ritorno degli SSD, Hard-disk magnetici Vs. Dischi allo Stato Solido

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view post Posted on 13/7/2009, 20:03     +1   -1
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Il ritorno degli SSD




Hard-disk magnetici Vs. Dischi allo Stato Solido


Poco meno di una decina di anni fa,
si parlava dei chip di memoria flash
che solo allora cominciavano ad affacciarsi
sul mercato con capacità e prestazioni
che oggi sembrano quasi ridicole.
La miniaturizzazione e l'avanzare della tecnologia
non hanno però minato le basi di questa tecnologia
che oggi, dopo aver conosciuto un grande successo
con gli USB drive, trova un grosso campo di applicazione
nei dischi SSD.



I dischi a stato solido, comunemente detti SSD (Solid State Drive), sono in grado di garantire ottime capacità a costi più contenuti, tanto da interessare diversi produttori.

Apple, ad esempio, presenta da tempo dischi SSD per i MacBook Pro, ideali per la velocità che riescono a raggiungere senza l'utilizzo di parti meccaniche in movimento, rendendo il notebook meno rumoroso e migliorando al tempo stesso le prestazioni.

I dischi a stato solido presentano un tempo di accesso ai dati nettamente inferiore: non bisogna aspettare cioè che una testina magnetica raggiunga un determinato settore del disco per poter iniziare a leggere i dati, bensì solo attendere la risposta da parte delle più "scattanti" celle di memoria.

C'è da precisare che, seppure nel gergo comune si continui ad utilizzare il nome "disco", un SSD non non ha proprio nulla di quello che è un "disco".




Il MacBook Pro!



Negli hard disk tradizionali, il meccanismo è molto simile a quello di un giradischi dove abbiamo un braccio che termina con una testina ed una puntina ed un piatto sul quale va poggiato il disco in vinile. Il suo posizionamento viene effettuato per mezzo di una particolare elettronica che comanda un servomotore: lo scopo è quello di avvicinare la testina alla traccia dove si trova il dato che deve essere letto oppure alla traccia che contiene la posizione libera dove il sistema ha deciso di scrivere un dato.






Nel caso dei dischi SSD non vi è invece alcuna parte in movimento e i dati sono scritti e letti solo utilizzando segnali elettrici.
Gli SSD possono essere comparati alle tradizionali chiavette USB e nulla vieta di pensarli proprio come grossi e più avanzati sistemi di questo genere. D'altro canto essi utilizzano dei chip di memoria flash per memorizzare il dato, anche se aggiungono una grossa parte di elettronica di controllo per far sì che le prestazioni siano elevate ed il comportamento sia aderente a quello di un normale disco rigido.





L'arma vincente dei dischi SSD è tutta nei tempi di accesso alle informazioni che non risentono in alcun modo dell'inerzia di componenti meccanici: non dovendo spostare nulla di fisico ma utilizzando la sola corrente elettrica per rilevare un dato, sono di circa 3 ordini di grandezza inferiori a quelli di un disco rigido. Nella tabella seguente abbiamo riassunto alcuni valori tipici interessanti per le due tecnologie allo stato dell'arte:



Valori tipici hard disk ed SSD



 CaratteristicheDisco rigido SSD
Tempi di Accesso10 ms10 us
 Banda dati 100 MB/s 100 MB/S
Capacità tipica 1000 GB 100 GB
 NCQ Si Si
 Interfaccia SATA, SATA 2 SATA, SATA 2
 Rumorosità 20 dBA 0 dBA
 Vita media 500.000 ore 1.000.000 ore
 Consumi 0,1 - 10W 0,01 - 10W
 Resistenza agli shock 100 G 1.000 G
 Formati 1,8", 2,5", 3,5" 1,8", 2,5", 3,5"


I dischi SSD presentano anche una vita media doppia rispetto ai comuni hard disk. Di contro, il rapporto prezzo/gigabyte è ancora piuttosto elevato, se relazionato ai dischi rigidi che utilizziamo normalmente.
Nei prossimi mesi però le cose potrebbero cambiare radicalmente visti i continui annunci di SSD non solo da parte dei produttori dei dischi rigidi tradizionali ma anche da aziende che finora si sono occupate solo di memorie RAM e Flash Drive.
Così il mercato potrebbe conoscere una situazione di grossa concorrenza ed ampia offerta, tutti fattori che spingono a far scendere i prezzi e rendere il prodotto più appetibile per l´utente finale.



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