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I Luoghi dell'anima, I racconti e le loro radici

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view post Posted on 11/7/2009, 16:25     +1   -1
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I Luoghi dell'anima




I racconti e le loro radici




Isabel Allende

Tutti gli scrittori si portano dentro
l'essenza della loro terra,
il loro paese, il dialetto, le leggende,
il paesaggio, il carattere
che li ha accompagnati e formati.
Influenzando lo stile e la creatività.



Siamo la terra che ci ha visto nascere, l'aria che abbiamo respirato, gli odori, i suoni, i colori, gli umori che ci hanno accompagnato fin dagli inizi del cammino, in un imprinting determinante e fondamentale che fa parte della nostra vita, qualsiasi strada scegliamo, in qualsiasi posto la viviamo, con quei caratteri genetici sempre dentro di noi, a esprimere le nostre origini, la nostra lingua, i nostri sentimenti, le nostre visioni.

Perché tutto ci appartiene, e nell'elaborazione della mente tutto si manifesta ancora, anche se in mille modi diversi, nel segno delle nostre espressioni che finiscono sempre per raccontare chi siamo, inscindibili dal nostro territorio.

Chi sarebbe Andrea Camilleri lontano dalla sua Sicilia, Roberto Saviano cresciuto in una città diversa da Napoli, Salvatore Niffoi senza l'asprezza antica della sua Sardegna o Claudio Magris senza l'aria forte di Trieste nelle sue parole?

Quante avventure per le strade d'America avremmo perso se Jack Kerouac fosse nato altrove, quante inchieste del Commissario Maigret non sarebbero esistite se Georges Simenon non fosse stato così intensamente francese, e quanti cacciatori di aquiloni non avremmo mai conosciuto se Khaled Hosseini non fosse nato a Kabul?




Khaled Hosseini a Kabul





Andrea Camilleri

E Isabel Allende non avrebbe mai scritto di case degli spiriti e di tante storie strettamente legate ai suoi luoghi se non le avesse respirate nel suo Cile, così come non ci sarebbe mai stata Macondo e i cent'anni di solitudine se Gabriel Garcia Marquez non fosse nato in Colombia.

Allo stesso modo, Luciano De Crescenzo non avrebbe raccontato nei vari libri di Bellavista quegli incredibili e irresistibili episodi di pura napoletanità se non li avesse vissuti insieme ai suoi concittadini all'ombra del Vesuvio.

Perché gli scrittori si portano dentro l'essenza della loro terra, suoni che hanno sentito, tradizioni che hanno assorbito, caratteri che hanno assimilato, e tutto ritorna nelle loro parole, nelle visioni delle storie che raccontano, nel rapporto di appartenenza che s'intreccia con la dimensione letteraria, in un ordito di formidabile potenza.

La Sicilia, ad esempio, non è solo Pirandello, Verga, Tornasi di Lampedusa, Sciascia, Bufalino, Consolo e i loro paesaggi dell'anima, ma è anche la fierezza di Marianna Ucrìa raccontata da Dacia Maraini, che ha attinto ai ricordi della sua infanzia trascorsa nell'isola.

E, ovviamente, è l'orgoglio ruvido del Commissario Montalbano, per cui Camilleri ha recuperato il suo dialetto e tutta la sua sicilitudine.




Una scena dal film-TV "Marianna Ucrìa"




Milena Agus

La Sardegna è nelle atmosfere di Mal di pietre e Ali di babbo, e l'autrice, Milena Agus, confida:
"Sono i miei luoghi, e ogni situazione che immagino non posso che pensarla qui, dove vivo".

E lì partigiano Johnny, di Beppe Fenoglio, guardava Alba, "la città episcopale che giaceva nel suo millenario sito, coi suoi rossi tetti, il suo verde diffuso, e il suo fiume, grosso, importante fiume, forse più grande di essa, forse beyond her worth, che appariva dietro...", e a descriverla erano gli occhi dell'autore, che lì era nato.

Dolorosamente riferito al proprio tessuto sociale, è uscito Scuorno, di Francesco Durante, viaggio romanzato e autobiografico sulla Napoli delle mille emergenze.

Dice l'autore: "È un percorso dolente e appassionato alla ricerca di un bandolo della matassa, il tentativo di trovare un motivo d'orgoglio, una possibile risposta alla domanda: che ci faccio io qui, vicino alle macerie perlopiù accantonate con l'ennesima operazione d'immagine?".

Mentre Rosa Maria Manari, ricercatrice storica con particolare riferimento alla sua terra, l'Alto Appennino reggiano, ha appena pubblicato Hanno il sorriso e la malinconia, che con sensibilità e malinconia riporta in vita le storie vere di un piccolo cimitero di campagna rintracciate tra i frammenti della memoria collettiva.



E Andrea Vitali, nato sulle rive del lago di Como, nel suo La modista e nel recente Dopo lunga e penosa malattia, ci restituisce un mondo dallo sguardo ironico e benevolo tipico della provincia sparita, segnata dall'immagine inconfondibile di certi bar, dagli odori polverosi di certi negozietti, e soprattutto dai gesti convenzionali dei suoi abitanti.
Nell'atmosfera che ha sempre respirato.
Perché i luoghi della memoria sono popolati di storie e di immagini, e le parole degli scrittori li riportano a noi. Ognuno con la propria dimensione e suggestione.



:kiss:



Articolo Originale
di
Lucia Castagna

 
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