Sono tempi difficili anche per le vetture di lusso, ma sin qui la Jaguar se l'è cavata meglio di altri.
Merito soprattutto delia XF, la berlina sportiva lanciata nella primavera dello scorso anno, cui il mercato ha riservato una buona accoglienza: oltre 30 mila vetture vendute, cifra incoraggiante per un prodotto per molti versi lontano dai canoni tipici dei modelli di scuola britannica.
Per la seconda stagione la sua famiglia si allarga: non verso il basso, come sembrerebbe suggerire il mercato, ma con una versione di punta.
La sigla, XFR, è quella che di norma la Jaguar riserva ai modelli ad alte prestazioni, che qui non mancano anche in virtù di un motore tutto nuovo: otto cilindri, cinque litri di cilindrata, potenza massima superiore ai 500 cavalli.
Tanto è bastato per garantire alla XFR il titolo di Jaguar più veloce di tutti i tempi, grazie ai 364 orari raggiunti sul leggendario lago salato di Bonneville, nello Utah. 
Ma al di là delle cifre da stampare nei libri dei primati, è difficile che un motore di tal fatta possa incidere granché sui risultati commerciali della XF.
Certo, l'aggiornamento tecnico era comunque necessario per andare incontro alle norme sulle emissioni nocive, europee e americane.
Ed è pure consistente, a cominciare dal ricorso all'iniezione diretta di benzina, che sono ancora in pochi a offrire.
Gli inglesi se la sono realizzata in casa, secondo l'abitudine che già avevano quando la marca era di proprietà Ford.
E che paiono intenzionati a conservare pure adesso, dopo il passaggio sotto le insegne dell'indiana Tata. Ma la crisi incombe, e finanziare certi gingilli è diventato problematico anche per le tasche del gruppo di Mumbai. Capienti fin che si vuole, ma non senza fondo.
