Il Forum delle Muse

3x11, Un terzo di secolo con i "Mummenschanz"

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Andbeat
view post Posted on 3/3/2009, 16:21     +1   -1




3x11


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Un terzo di secolo con i "Mummenschanz"

Qualche settimana fa (fino all'8 febbraio)
è andato in scena al Teatro Olimpico di Roma
uno spettacolo chiamato "Play", termine inglese,
che alludeva alle due fondamentali connotazioni teatrali
e, più strettamente, coreografiche:
il gioco della mimesi (e dello sport),
e il gioco dello scambio di ruoli tra identità diverse.






Insomma, una serata fatta, sì di divertimento basato sulla rivalità sportiva, ma anche di recitazione e di fantasiosa reinvenzione della danza e delle arti sorelle.
C'è stato anche da festeggiare il ritorno dei "Mummenschanz", targati Svizzera (direttore Bernie Schurch), con ottimi danzatori italiani, compresa la formidabile Floriana Frassetto, che è anche coreografa estrosa e innovatrice.
Questo spettacolo antologico riproponeva le loro più stravaganti invenzioni, nella forma e nei contenuti.
Intitolato "3x11", alludeva a 33 anni (ormai sono 36, in realtà) della compagnia, tornata a Roma dopo ben 14 anni di assenza.
La compagnia non si è mai posta semplicemente come gruppo di danzatori capaci di trasformare i voli e i salti in improvvise "forme plastiche", eppoi in oggetti immobili, spesso indistinti o inesistenti: quelli che noi, familiarmente, chiameremmo "cosi". Che, poi, attraverso la danza, si umanizzano.



Post Scriptum


Mummenschanz deriva dalla fusione di due parole, "mummen" che è il nome della maschera indossata nel Medioevo da chi giocava a carte o a dadi per soldi e voleva mistificare le proprie emozioni e "schanz", sorte, fortuna. Un nome che rimanda al gioco del travestimento e del caso e che sembra ritagliato su misura per i loro spettacoli.



Nati nel 1972 e ormai famosi in tutto il mondo, i Mummenschanz trasformano il palcoscenico in un mondo poetico di carta e gommapiuma nel quale raccontano piccole storie quotidiane in un continuo gioco di trasformazioni.



Nel silenzio del teatro gli spettatori, in bilico tra stupore e curiosità, sono affascinati da un universo di figure in movimento, maschere realizzate con materiali di uso quotidiano - cartone, stoffa, sacchi di plastica pieni d’aria, gomma piuma, materiali di imballaggio - che si trasformano in oggetti antropomorfi, in animali più o meno reali, in forme geometriche o romantiche. Il tutto in una rigorosa un’estetica dei materiali riciclati, intesa proprio come rifiuto dello spreco consumistico.






Un estratto da uno dei mitici
spettacoli dei Mummenschanz

Uno spettacolo che si basa sulla fusione di tanti linguaggi, il mimo, il teatro, la danza, la scultura e la musica, nel quale l’assenza della parola ha reso più puro il movimento, più leggibile il gesto.

Uno spettacolo per grandi e piccini perché si rivolge al bambino che è dentro di noi, che facciamo di tutto per tenere nascosto, ma che ha sempre più bisogno di trovare un proprio spazio, un luogo dove esprimersi.



:saluto:



Articolo Originale
di
Vittoria Ottolenghi
 
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