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MGMT, Un pop dalle sonorità kitschadeliche....

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Andbeat
view post Posted on 5/1/2009, 09:14     +1   -1




MGMT

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Un pop dalle sonorità kitschadeliche....




Andrew Vanwyngarden
e Ben Goldwasser.
Ovvero gli MGMT.
Band americana
ironica e trasgressiva.
Tra figli dei fiori e rock acido



Allegri, la Summer Of Love è tornata! Ricordate? I figli dei fiori, il rock psichedelico, gli slogan pace e amore, i viaggi in Lsd, le ammucchiate nudi nel fango, l'apertura del terzo occhio.



Se non lo ricordate, perché nel 1967 eravate distratti, o assenti giustificati in quanto non ancora venuti al mondo, fate come se.
È semplice: basta affacciarsi su YouTube e digitare MGMT sul motore di ricerca.



Sarete subito catturati dalle sonorità "kitschadeliche" e dal surrealismo ultrapop dei video che fanno da contrappunto illustrato a una enigmatica collezione di motivetti che frullano con ironia "infantile'", ma chissà quanto innocente, il caleidoscopico armamentario di una party culture passata di generazione in generazione con gli opportuni aggiornamenti dettati dalle mode e dall'evoluzione tecnologica.



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I Greatful Dead
i "padri" della psichedelia

Ieri il rock acido dei Greatful Dead (praticamente i precursori della musica hippy anni Sessanta).
Oggi il pop psichedelico e irridente degli MGMT.
Ovvero Andrew Vanwyngarden e Ben Goldwasser, due ragazzi americani (biondo, di una bellezza efebica il primo; capelli scuri e la barbetta incolta il secondo) che con "Oracular Spectacular" (Sony/Bmg) hanno messo a segno l'equazione perfetta: un album gradito al pubblico main-stream che conquista anche quello più scafato e di tendenza.
Tutti, critici compresi, a sottolineare la classe e la grazia di queste dieci canzoni prodotte da David Fridmann (lo stesso dei Flaming Lips) che fondono psichedelia anni '70 ed elettronica anni '80 con giocosa sfrontatezza.



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Un tipico album psichedelico proposto dai Flaming Lips




La copertina di
Oracular Spectacular

E quando ormai i brani più orecchiabili come "Kids", "Electric Feel", "Time To Pretend", "Weekend Wars" tappezzano anche le frequenze delle radio più commerciali, arriva la rivista " Rolling Storie" (Usa) a suggellare il fenomeno MGMT con un servizio dedicato ai dieci eventi «più caldi» dell'anno.



E pensare che nel 2002, quando si incontrano alla Wesleyan University, facoltà frequentata dai rampolli delle famiglie bene della Fast Coast, né Andrew né Ben pensano di formare una band.




Una delle copertine interne dei dischi degli MGMT



Ben ricorda:
«Ci si vedeva solo di tanto in tanto per scambiare idee e ascoltare la musica che ci piaceva».
Il collante decisivo è la scoperta del comune interesse per i parties ad alto voltaggio alcolico, la musica elettronica, il paganesimo misticheggiante dei vecchi hippies e la convinzione che una "joke song", una canzone scherzosa, possa essere al tempo stesso divertente e profonda.





Andrew Vanwyngarden e Ben Goldwasser



L'aspetto paradossale della faccenda è che questa candida cospirazione prende corpo nel campus apparentemente più austero e bacchettone degli Usa, dedicato a John Wesley, il fondatore del metodismo. La stessa istituzione universitaria da cui era già transitata tempo addietro anche un'altra icona trasgressiva della nuova scena soul made Usa come Santogold.



Dal punto di vista musicale i riferimenti del duo sono alquanto eclettici: le sinfonie liser-giche della Incredibile String Band, il minimalismo elettronico dei Suicide, la trance pulsante e ipnotica degli Spaceman 3. Ma quando sono in scena i due non fanno accademia rock. D loro scopo dichiarato è divertirsi, rimescolando provocatoriamente le avanguardie di ieri e di domani.



Il palco del club universitario, mentre gli MGMT suonano è un groviglio di fili elettrici e ricolmo di strumenti di ogni genere: tastiere giocattolo, chitarre elettriche, piatti per skretcha-re, percussioni, sintetizzatori, radio a transistor.



Andrew ha confessato al periodico francese "Les Inrockuptible":
«Ci ha sempre divertito provare a essere sgradevoli. Certe canzoni le abbiamo scritte solo perché volevamo dimostrare di essere veri asini rispetto al genere».



La sorpresa arriva quando i due studentelli scoprono che quella roba alla gente piace. Sembra assurdo, ma è così. Infatti, dicono:
«Gli anni alla Wesleyan sono stati assolutamente geniali. In quel periodo abbiamo imparato molto. Ma penso che la ragione per cui hanno lasciato un imprinting così importante sulla nostra musica è che all'epoca stavamo vivendo gli ultimi momenti di innocenza».



Tutto questo ovviamente sprigiona una ammaliante energia in ogni canzone di "Oracular Spectacular". Il commento dei due, a tal riguardo, è:
«Probabilmente quello che colpisce la gente è proprio questa energia adolescenziale che permea la nostra musica in ogni momento».



C'è dell'altro. Oltre ai testi sarcastici, alla musica da acid party sono infatti i video ironici e dai colori sgargianti ad aver accreditato gli MGMT come fashion boy della neo psichedelia.





Un fermo-immagine del video
"Time to Pretend"



In "Time To Pretend" cantano:
«Facciamo un po' di musica, facciamo un po' di soldi, troviamoci delle modelle per mogli. Vado a vivere a Parigi, mi faccio un po' di eroina e vado a letto con le star».



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Una sequenza del video "Electric Feel"



Certo è un modo ironico per dileggiare le pose di un rock'n' roll che ha flirtato senza pausa con gli eccessi d'ogni tipo. Qualcuno potrebbe anche pensare che il gioco lì abbia sedotti come una calamita irresistibile. Il video a un certo punto mostra i due ragazzi che mandano giù una pasticca. E prosegue descrivendo sogni, visioni, allucinazioni come in un parodistico souvenir di un viaggio in Lsd. È seguita un'ondata di sdegno.



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Altra sequenza coloratissima del video "Electric Feel"




E adesso i due si rifiutano di parlare di droghe o parties.
«Abbiamo voluto solo divertirci a prender in giro certe abitudini ».

Già, adesso sembra che l'unica a fare sul serio sia Amy Winehouse. :shifty:





Post Scriptum

Molta gente l'ha detestata. Altri l'hanno data per spacciata più di una volta. Niente da fare. La musica psichedelica e l'immaginario che la sottende promettono la stessa prodigiosa longevità del padre dell'Lsd, Albert Hofmann, morto a 102 anni, non molto tempo fa. Difficile certo superare il vertice assoluto di stile e creatività toccato negli anni Sessanta dai Greatfull Dead, dai Pink Floyd o dai Beatles con l'album "Sgt Pepper's".



Ma il seme gettato da quella prodigiosa genia di artisti ha continuato a dare i suoi frutti.



Negli anni Ottanta a raccogliere lo scettro dell'acid rock sono i Flaming Lips, band di Oklahoma City che ruota attorno alla figura carismatica del fondatore, Wayne Coyne, famosa per i testi bizzarri e i buffi spettacoli di genere psichedelico-spaziale.



L'ultima produzione "Christmas On Mars" è uscita di recente in dvd. Negli anni
Novanta il rock psichedelico vive una folgorante rinascita in Inghilterra grazie a gruppi dalle forti tinte acide come Spaceman 3 e My Bloody Valentine. E ora, nel terzo millennio la mitologia hippy riaffiora in chiave parodistica, nello psychedelic-folk di Devendra Banhart e nel pop ironico degli MGMT.



:stereo:



Articolo Originale
di
Alberto Dentice



Edited by Andbeat - 6/1/2009, 15:54
 
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