Tutti a Roma a capodanno: il Teatro Argentina ospiterà l'Aterballetto in "Romeo and Juliet" di Mauro Bigonzetti, musica di Prokofiev, scene e costumi di Fabrizio Plessi.
Come recita il pamplet di presentazione dell'opera:
"In scena la vita e la morte ma soprattutto la forza inarrestabile dell'amore: il più genuino dei sentimenti sottratto alla mediocrità del sopravvivere quotidiano ed alle ovvietà degli schematismi ordinari. Amore cancellato, negato e spazzato via, raccontato con le musiche di Prokovieff, più simbolico che narrativo, e con un'ambientazione scenica molto tecnologica."
Nella visione di Plessi, è una storia fatta di fuoco rosso, di acqua azzurra e di vento trasparente. Un vento che, poi, spazza via tutto. Pertanto, Bigonzetti ha immaginato la morte di due giovani che giacciono su un letto di rossi tizzoni incandescenti.
Una vicenda risucchiata a ritroso e che riporta fino al primo incontro tra i due innamorati, inesorabilmente divisi da una crudele cascata d'acqua bianco-azzurra, che precipita a valle tra due emblematiche alte montagne.
Bigonzetti e Plessi nelle loro visioni plastiche e dinamiche, vedono i due protagonisti - e alcuni loro elegantissimi cloni - come l'essenza della passione tra amanti appartenenti a cosche nemiche, ieri, oggi e sempre.
Due ragazzi, insomma, che scelgono di rischiare, come certi giovani di oggi, nelle notti dove non c'è airbag che tenga. Una tragedia sempre nuova e sempre cattiva. Ma è bene guardarla in faccia. Anche se Shakespeare aveva in mente chissà quali e quante altre profetiche visioni. Eternamente ricorrenti.