Il Forum delle Muse

Psicothriller

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Andbeat
view post Posted on 28/12/2008, 22:39     +1   -1




Psicothriller




L'inconscio dello scrittore... e del lettore

Per uno scrittore di gialli
il libro è un po' come il sogno:
offre al suo inconscio
la possibilità di esprimersi.
Ma sono guai anche per chi lo legge,
perché le azioni esercitate dal protagonista
vengono vissute dal lettore
come se fosse lui stesso a realizzarle.



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Il nero evoca il buio, la notte, il timore di non vedere quel che c'è... la paura che, esasperata, congela il cuore.

E perché uno scrittore sceglie di scrivere il nero?

Forse è attratto dal rimorso.

Forse per quello che non si può dire.

Di sicuro c'è che, nello scegliere di descrivere minuziosamente le fasi di un assassinio, raccontando i particolari disturbi psichici del protagonista che si muove all'interno di un'atmosfera opprimente, morbosa e ripetitiva, fino all'ossessione, realizza un sogno.

Il sogno, d'altronde, così come ci ha insegnato Freud, è l'appagamento, sia pure mascherato, di un desiderio. Per lo scrittore, quindi, il libro ha le stesse prerogative del sogno.

Lo scrittore, nel libro-sogno, dà al suo inconscio la possibilità di esprimersi.

L'inconscio dello scrittore è parte integrante del sogno-libro.

Scrivendolo, raccontandolo, realizza e mette in atto le pulsioni inquietanti, a volte terrificanti, che, nella vita quotidiana, nasconde, coarta.



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Il sogno-libro diventa, quindi, il punto d'incontro tra pensiero e realtà.

Con la scrittura pone termine alle repressioni.

Alle rimozioni.

Estrae da sé le angosce, l'inquietudine, l'insicurezza, le debolezze.

Lo scrittore, in particolare quello di psicothriller, quando racconta una storia, senza accorgersene, mette un certo ordine nel passato e se ne libera!

Completato il suo lavoro, infatti, prova una sensazione di benessere.
Allora, terminato il libro-sogno non scriverà più thriller?



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Dipende... Forse, venuto a conoscenza delle ragioni della sua sofferenza, non sentirà più il bisogno di sognare in una nuova storia...
Forse, quando nuovi conflitti, o anche gli stessi, si presenteranno alla soglia delle emozioni li proporrà ancora, con una nuova trama.
E chi legge psicothriller?

La lettura di uno psicothriller è come un'indagine psicologica.

E la ricerca di turbe psichiche, di follie efferate, in un personaggio, non necessariamente protagonista, perennemente combattuto tra ciò che vuole fare e ciò che deve assolutamente fare, che agisce indipendentemente dalla propria volontà perché non può fare diversamente, che oscilla tra realtà e delirio.

Il lettore di psicothriller si lascia agganciare da questo tipo di persona.

Si tratta di un personaggio inquietante, che ondeggia continuamente tra ragione e follia, gravido di spinte pulsionali, soprattutto quelle legate al sesso e all'aggressività, che sono le più intense e le più fortemente represse.



Così, mentre con lo scorrere delle pagine l'atmosfera diventa torbida, il personaggio ha il potere di raggiungere le zone recondite dell'animo del lettore.

Il lettore, anche se lo riconosce immorale e libero da inibizioni, ne resta affascinato perché si tratta di un soggetto abile nel liberarsi dai sensi di colpa mentre fa quel che vuole, ed è capace di diventare distruttivo pur di realizzare i desideri più occulti.

Il legame emotivo che si attiva fa in modo che le azioni esercitate dal personaggio vengano vissute dal lettore come se fosse lui stesso a realizzarle.



Il lettore di psicothriller si immedesima in lui e, mediante il processo di identificazione, diventa lui stesso il personaggio.

Quando legge, anche il suo comportamento assume delle caratteristiche particolari, cerca, infatti, di affondare in una poltrona, nel silenzio di una stanza. Si isola.

Non si può uccidere qualcuno, magari il padre, in presenza di altre persone!

E possono essere guai seri per chi lo interrompe nel culmine della storia!



Mentre legge, infatti, estrae dalla profondità del proprio inconscio le emozioni inconfessate, i propri desideri irrealizzati.
E può farlo senza sentirsi in colpa. Senza disagio.

Pensa allo stesso modo del personaggio, col quale si è totalmente identificato. E prova i suoi stessi sentimenti nei riguardi del mondo che lo circonda!

Il lettore di psico-thriller a fine libro può scoprire le proprie reazioni. Sconosciute fino a quel momento.




Quelle ansie, quei sentimenti di cui prima non era consapevole e che lo gestivano, quotidianamente, nelle scelte.


Leggendoli sul personaggio col quale si è identificato, venendo esse a galla, lo liberano dalla sofferenza causata dai conflitti nevrotici.


Quelli in grado di causare quella sottile sofferenza che si prova quando si desidera qualcosa che non si può realizzare, perché condizionati da una società strutturata rigidamente, dai tabù!





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Terminata la lettura, potrà accadere che il lettore possa percepire di aver risolto i suoi problemi? Sarà libero dalle nevrosi?
A volte succede... altre volte, invece, per realizzare la sua catarsi avrà bisogno di leggere ancora psicothriller.
Allora, la lettura di tanti psicothriller potrebbe sostituire una terapia farmacologia?

Come per lo scrittore, anche per il lettore di psicothriller, tutto dipende dalle proprie condizioni emotive e dalla loro quantità...

È possibile. :fu fi:




Articolo Originale di
Lia Viola Catalano


Edited by filokalos - 15/12/2010, 11:26
 
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Antonio Caracciolo1
view post Posted on 22/5/2016, 21:32     +1   -1




...sono scrittore di fotoracconti psico thriller, e tematiche psicosessuoerotofobe !...chiunque fosse interessato, li invio su Messenger!
 
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view post Posted on 4/6/2016, 22:06     +1   -1
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E perché non ne inserisce qualcuno anche qui? ^_^
 
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2 replies since 28/12/2008, 22:39   1087 views
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