«Io vedo suoni colorati», ha svelato Ida Maria in un'intervista.
Ida Maria Sivertsen è la 23enne stella nascente della pop music, vissuta per anni nella calma silenziosa di un villaggio norvegese a nord del Circolo polare, Nesna, educata da una scuola di frati missionari.
Il suo disturbo si chiama Sinestesia: una contaminazione della percezione dei sensi, la cui forma più comune è associare un colore a una nota. Per lei si è rivelato un vantaggio: le visioni che altri artisti cercano con droghe per lei sono la norma.
A ciò va aggiunto un talento musicale e una presenza scenica carismatica.
Simile per sonorità a band come Sugarcubes, Sundays, Strokes e Smiths, sul palco è una sorta di Iggy Pop in gonnella, che trasforma in spettacolo la sua energia, con performance rock rabbiose.
Scalate le classifiche inglesi con "Oh My God", il cui video è tra i più scaricati su YouTube, esce ora l'album, "Fortress Round My Heart", prodotto da Rea Label Group, Sony Bmg.
Non solo il vento gelido tra i fiordi in Norvegia quindi, ma anche la passione del miglior alternative rock venato di buon punk vecchia maniera.
Ida Maria si è fatta conoscere innanzitutto nel nord Europa, ma che nei prossimi giorni farà il grande salto partendo per un tour mondiale che la porterà in Australia, Stati Uniti e Inghilterra.
Niente Italia purtroppo, in quanto da noi è pressoché sconosciuta.
Ed è per questo che mi sono messo alla ricerca di qualche saggio dei suoi primi passi nel mondo della "musica che conta", sperando di essere utile a far conoscere meglio questa bravissima cantante.