I lavori di Satyendra Pakhalé sono entrati nelle collezioni del Centre Pompidou di Parigi e dello Stedelijk Museum di Amsterdam.
Per fare tanta strada è partito da una città sperduta del Maharastra, India.
È stata la ruvida infanzia rurale a insegnargli ciò che avrebbe animato gli anni a venire: se una cosa non c'è, costruiscila.
Si trattava di giocattoli. Più recentemente di oggetti che legano il contenuto hi-tech alla forma giocosa.
Come Add-on Radiator, il termosifone-traforo.
Add-on Radiator
Pezzi forti dell'immaginifico atelier come la "B.M. Horse Chair", scultorea sedia zoomorfa in edizione limitata, costruita in metallo con la tecnica della cera persa.
"B.M. Horse Chair"
Estruso d'alluminio, vetro e legno inventano invece la libreria Alinata shelving system, dallo spirito un po' spaziale.
La libreria Alinata shelving system
Ma Pakhalé non ha sposato una scuola di pensiero. È un nomade culturale (come ben esplicitato anche nel suo sito personale) e, avendo lavorato in India, Svizzera, Francia, Italia, Olanda, sostiene che non abbia senso parlare di Occidente o Oriente, tecnologia o artigianato.
Preferisce fare riferimento alla "cultura umana", denso insieme di idee afferrate a Mumbai o a New York (strano davvero che entrambi le città siano state devastate anche da fatti assolutamente terribili ed incredibili... )
Vasi disegnati per il marchio italiano "Alessi"
Con disinvoltura passa dall'hi-tech all'intensità materica della fusione a cera persa: che alla velocità della luce ci riporta da Amsterdam nei vicoli di un villaggio indiano.