Il Forum delle Muse

Double Club, Esperimenti notturni

« Older   Newer »
  Share  
Andbeat
view post Posted on 11/12/2008, 20:44     +1   -1




Double Club

image

Esperimenti notturni


Risto-dancing-bar.
Sarà un cult il club londinese
dell'artista-scienziato Carsten Höller?
Nel dubbio, si sappia che è stato
fortissimamente voluto
dalla Fondazione Prada...





image

Scienziati si nasce. E anche se si decide di cambiar mestiere, scienziati si resta. Basta guardare Carsten Höller con quell'aria apparentemente distratta e perplessa, sintomo di animo scientifico.



image
Carsten Höller



E quel metodo meticoloso ed empirico che arriva dai suoi studi di fitopatologia. Si laureò con una tesi sulla comunicazione olfattiva degli insetti e ora che è diventato artista, gli insetti siamo noi.



image
Un'installazione di Carsten Höller



image

Per questo Höller ha messo in moto dispositivi per provocare comportamenti umani in situazioni estreme; ha destabilizzato nel profondo i visitatori più adusi alle sfide delle avanguardie; ha inventato bizzarri attrezzi per volare come uccelli, imbragature per far l'amore sospesi a mezz'aria e pareti intermittenti dove le luci hanno la stessa frequenza delle onde cerebrali e regalano effetti allucinatori.
Scienziato in fondo al cuore Höller resta sempre, anche se oggi è uno degli artisti più ricercati al mondo. Anche se è riuscito a diventare persino popolare, nonostante un lavoro che popolare non è per niente.
Ma da quando centinaia di visitatori si son gettati piroettanti dai giganteschi tubi ritorti alla Tate Modern, lui è persino famoso come 'quello degli scivoli'.
Ora la Fondazione Prada dopo aver ospitato nel 2000 Synchro System, mostra alquanto estrema, ha deciso di finanziare uno dei suoi più ambiziosi progetti: uscire dai recinti protetti dell'arte, costruire un luogo pubblico, aprire i suoi esperimenti a vittime inconsapevoli di quel Laboratorio del dubbio che Höller pratica da anni.



image



Ed ecco Double Club: sulla carta semplicemente dancing-bar-ristorante, al n. 7 di Torrens Street.
Siamo a Islington. Il quartiere del New Labour Party: classe medio alta, mentalità progressista, bar di tendenza, teatri off, case georgiane, in una delle quali non a caso ha vissuto Tony Blair, fino al trasloco a 10 Downing Street (residenza di tutti i premier). Torrens Street invece è un budello di mattoni, con edifici fatiscenti, porte in ferro e vetri rotti, che fanno da quinta a localini punk.


image



Qui Höller entra e esce dal cantiere circondato da architetti, tecnici delle luci, bionde ed eleganti signore in nero che curano la comunicazione, fotografi che immortalano la nascita dell'opera dove dal 21 novembre si mangerà, si berrà, si ballerà pericolosamente in bilico fra due culture, dalle gerarchie rovesciate.



image




Quella occidentale, che per Höller spazia dal Giappone agli Stati Uniti inglobando l'Europa intera e persino il continente australe, e dall'altra parte il solo Congo. Per par condicio, tutto è diviso a metà. Metà bancone del bar (rigorosamente importato) è costruzione di cemento colorato, legno più tettoia di ondulite gialla e azzurra.



image




image

L'altra metà (la nostra) è una sofisticata onda di rame e vetri dove non si ordina birra africana, ma caipirinha, Martini e gin-tonic. Metà pareti sono decorate con dipinti di elefanti e tigri, l'altra metà è lastricata di azulejos che immortalano le città volanti di Kutrikov, architetto utopico anni Venti che Höller considera suo maestro spirituale.
Anche il ristorante è schizofrenicamente diviso tra noi e il Congo. Metà ha povere sedie in plastica ma tavoli imbanditi e impupazzati da tovaglie con ramages rosa. Nell'altra metà invece, in nome del 'Less is more', si mangia in piatti di porcellana dai purissimi profili nordici su nudi tavoli disegnati da Kram/Weisshaar: come dire i designer più artistici del momento che riescono a fare tutti pezzi unici in produzione industriale.



image



image

Sui muri, a pietre intonacate con scultoreo effetto giraffa (che, giura Höller, sono frutto di filologica tecnica congolese) si alternano quadri contemporanei (da Warhol a Boetti) appesi su nitide pareti occidentali. E a metà è diviso anche il menu. Si impone una scelta: tra il salto verso ignoti Kossa Kossa, Makabayu o Fumbwa (manicaretti di foglie di cui ignoriamo il nome e spezie sconosciute al palato) o rassicuranti linguine nostrane, francesissimo foie gras e britannico roast beef. Ma il vero laboratorio di Höller è nella discoteca. È qui che i giochi di luce allucinatori troveranno naturale trionfo.
Qui, sulla pista rotante, incauti ballerini si troveranno all'improvviso a dover cambiare ritmi e continenti, nell'alternarsi di musica che dal kabuki al punk improvvisamente sfocia in rumba congolese di sapore cubano. Il corpo prima ancora della testa reagirà alle differenze.



image




image

"Amo la musica", dice lui, "dunque la prima cosa che ho proposto a Miuccia Prada era di costruire un'opera-discoteca".
E la proposta incontra i desideri della signora Prada, del direttore Germano Celant e di una Fondazione che da tempo pensava fosse venuto il momento di allargare fini e scopi. Celant racconta:
"Sentivamo la stanchezza, dopo 15 anni si rischia la ripetizione. Ormai di mostre se ne erano fatte tante, tanti erano stati i progetti curati e promossi, tante le performance. Avevamo dimostrato di saper fare i cataloghi e gestire gli eventi, ma avevamo anche l'impressione che bisognasse cambiare rotta. È il momento di passare dal mostrare al costruire, dall'effimero a qualcosa che si confronti con la vita, l'architettura, il cibo, il sociale. Di fronte a una crisi che sta facendo tremare il sistema dell'arte come un castello di carte, bisogna tornare al confronto con la realtà".

E per essere pronti a tanto confronto, Höller e Prada hanno scelto i migliori alleati. Ed ecco il cast:



image


- Jan Kennedy, project director del 'Double Club' salito agli onori della cronaca per aver contribuito alla fama di Damien Hirst organizzandogli nel '98 il mitico ristorante 'The Pharmacy';
- Carmody Groarke, architetto premiato come 'Young Architect of the Year' nel 2007;
- i già citati Reed Kram e Clemens Wiesshaar, designer del momento; ma soprattutto
- Mourad Mazouz ( Momo per gli amici), lo charmant 'self made man' algerino che fonda un impero a partire da un localino di musica e cous cous nel Marais.


Oggi è proprietario dei più costosi ristoranti di Parigi e Londra, ha reinventato il paradigma stesso dei locali mescolando arte e design, musica e alta cucina e offrendo il miglior cibo possibile per occhi, orecchie e bocca.

Suo è il pirotecnico Sketch di Conduit Street, suo il Momo di Dubai e quello di Parigi, suo, ora, il management culinario e tecnico del 'Double club' di Carsten Höller.





image

Se Momo è una garanzia di piacere, Höller rappresenta la certezza di vivere un'esperienza imprevista. "Quello che mi interessa in questo lavoro è proporlo a persone che non hanno esperienza del mondo dell'arte. Verranno qui per mangiare, bere e danzare e incontreranno per caso la mia opera".




Per caso saranno costretti scegliere da che parte stare (Congo o Occidente?), per caso si troveranno negli occhi le luci allucinogene e, in bocca, sapori terrosi e sconosciuti. Ognuno reagirà a suo modo, pochi capiranno che sebbene siano a Londra, nel radical quartiere di Islington e in un locale targato Prada, in realtà sono le cavie del laboratorio del Doctor Höller. Lo strano scienziato-artista che non insegue mai le certezze, ma solo i dubbi.







The Double Club

7 Torrens Street
London EC1V 1NQ
ENGLAND


Tel. +44.207.837.2222
Email: [email protected]


:cannabis:





Articolo Originale di
Alessandra Mammì
 
Top
0 replies since 11/12/2008, 20:44   618 views
  Share