Il Forum delle Muse

Il fascino inconfessato del mistero, E se il mistero fosse tutto dentro noi?

« Older   Newer »
  Share  
Andbeat
view post Posted on 10/12/2008, 12:18     +1   -1




Il fascino inconfessato del mistero

image

E se il mistero fosse tutto dentro noi?


Perché il thriller ha fatto fortuna?
E perché le emozioni che suscitano i gialli
sono così significative da portare
sempre più persone a seguire
questo genere letterario?



Provare intense emozioni consente all'uomo di esistere psicologicamente e non solo biologicamente. In fondo i killer non sono poi così diversi da noi! :o no?:



image

"I buoni lo sognano, i cattivi lo fanno", recitava recentemente il titolo di un libro dedicato ai serial killer. Una sorta di sintetica per quanto discutibile, spiegazione del fascino e del terrore che nello stesso tempo provocano su di noi le storie gialle, gli assassini e quelli seriali in particolare. Un fascino e un terrore che ritrovano il loro spazio, a volte amplificato, a volte crudelmente violento, spesso scientificamente dettagliato, sui media, in Internet e nell'editoria classica cioè nella giallistica.
Perché questo gusto?
Le ragioni sono molteplici, complesse.
La letteratura popolare e l'industria dell'intrattenimento hanno insieme contribuito a formare un'immagine e un'interpretazione, stereotipata peraltro, del killer principalmente intesa come quella di un predatore sessuale, di un uomo, che implacabilmente si avvicina alla sua preda in una serie di atti che devono inevitabilmente concludersi con un assassinio.



image

Questa miscela di sesso e violenza, di sesso e morte, due grandi argomenti, poi, della psicanalisi freudiana, non sono però sufficienti a sintetizzare l'interesse del lettore per il giallo.



In realtà la letteratura giallistica ha origini antiche, proprio a riprova della sua aderenza con l'anima umana. Già Amleto scopre gli assassini di suo padre con metodi degni della migliore giallistica e, molti secoli prima, Edipo, in un crescendo di drammaticità e con una vera e propria inchiesta indiziaria, scopriva non solo di essere lui l'assassino di suo padre, ma, avendone sposato la vedova, di vivere incestuosamente con la propria madre.



image

La "radice" del giallo, allora, esiste da sempre, ma perché nasca davvero il giallo, come lo intendiamo noi oggi, sono poi inoltre necessari alcuni elementi.
In primo luogo ci deve essere una passione popolare per storie di crimini e di criminali famosi, e quella c'è da sempre, poi deve esistere la polizia, una invenzione di Napoleone, che tra l'altro prese a capo della neonata polizia parigina un ex criminale; e infine ci vuole la moda ottocentesca e romantica dei "misteri". Ecco una miscela di elementi di per sé idonea a convogliare l'interesse sempre crescente di enormi schiere di lettori.



Un elemento di verità può risiedere nel fascino del male in sé, e nel fatto che i killer non sono poi così tanto diversi da noi. Solo un poco, essi si sono "guastati" in un momento importante della loro vita, e si è rotto qualcosa dentro di loro. Ma non sono, spesso e soprattutto nella giallistica classica, "bestiali" od "inumani", non sono, dunque, dei folli.
Ci affascinano, quindi.



image

Ed ecco un primo argomento: siamo attirati da questo mix di mistero, intrigo e finanche violenza, spesso miscelate dal classico binomio sesso e morte, perché fa parte di noi, persone "normali".



Ma non vi è solo la morte o l'assassino come elemento unico e caratterizzante del genere; ad esempio nel caso del romanzo poliziesco arcaico o classico (il cosiddetto romanzo popolare), una figura come Fantomas, tutt'altro che un assassino e definito anche "l'inafferrabile", è il prototipo stesso della figura satanica, mitologica; ed è ciò che affascina. Le sue apparizioni sono talmente fuggitive, furtive e spettrali che nessuno, sia tra i personaggi del libro che tra i lettori stessi, sa se Fantomas sia realmente un essere umano o un fantasma.



Certo nella letteratura gialla il crimine, l'assassinio permangono come perno della storia, e quindi anche l'assassino è un personaggio affascinante, perché prima di tutto il suo crimine è concepito ed elaborato, quasi mai vi sono crimini arbitrari, ovvero commessi senza premeditazione.



image

Il crimine poliziesco è dunque un atto premeditato e ponderato. Il criminale sa molto bene che sarà ricercato e perseguito dalla polizia, per cui, egli tenta di confondere le piste, di seminare falsi indizi e moltiplicare gli ostacoli davanti al suo primo rivale, ovvero il detective.



Anche quest'ultimo è una figura affascinante che attira il lettore, perché, non solo egli è l'unico in grado di risolvere il mistero del delitto commesso, esplicitando quindi una certa superiorità intellettuale, ma perché, spesso, egli ha una personalità enigmatica. Il suo sguardo, il suo silenzio, i suoi gesti e persino il suo sorriso restano degli enigmi per il lettore medio, ovviamente degli enigmi affascinanti ed emozionanti.



image

Ed ecco quindi tornare alla domanda di base: perché le emozioni che suscitano in noi lettori le storie gialle sono così significative da portare sempre più persone a seguire questo genere letterario?

Occorre andare alla definizione psicologica delle emozioni e di cosa esse rappresentano per noi lettori.



Le emozioni sono delle reazioni affettive intense con una acuta insorgenza e con una breve durata solitamente determinate da stimoli ambientali.

Le emozioni emergono in relazione ai bisogni, e gli stati interni psicologici che ad esse si accompagnano, con frustrazione o gratificazione, si rivelano piacevoli o spiacevoli.
Il provare intense emozioni consente all'uomo di esistere psicologicamente e non solo biologicamente. :si si:



image

In altri termini le emozioni mostrano tutte, senza distinzione, sia quelle piacevoli che quelle spiacevoli, lo straordinario potere di farci sentire vivi, e a contatto con la nostra vera identità.



Trasponendo il discorso sul piano psichico, se i bisogni sono radicati nel corpo le emozioni costituiscono le rappresentazioni del corpo stesso e, in quanto tali, i catalizzatori del processo di emersione del Sé. Gli stati interni costituiscono l'elemento più significativo della nostra vita, attribuendovi significato nella misura in cui essa se ne dimostra ricca, siano quelli spiacevoli o piacevoli.
Senza il significato emozionale quello cognitivo apparirebbe ben poca cosa.



Ad una vita priva di emozioni, o comunque con limitati stati emozionali derivanti da quotidianità sociale o familiare, o anche affettiva, è preferibile una vita densa di emozioni anche se spiacevoli, tale è l'importanza del sentire per noi esseri umani.



Questo in fondo ci permette di comprendere il motivo per cui le persone ricercano stimoli in grado di far provare loro emozioni spiacevoli, come l'incertezza, la paura, l'angoscia, e questo certamente ha anche contribuito a fare la fortuna del genere letterario giallistico e dei thriller.




:paula:




Articolo Originale di
Daniela Di Battista
 
Top
Urania*
view post Posted on 10/12/2008, 13:45     +1   -1




Mi è tornato alla mente, quando da piccola, leggevo tutti i numeri di Diabolik :)
Anche i "cattivi" personaggi rappresentano una nostra parte interiore, in fondo.
 
Top
1 replies since 10/12/2008, 12:18   570 views
  Share