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Favole e suggestioni di un'Italia malinconica, I temi prediletti dagli scrittori italiani

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Andbeat
view post Posted on 24/11/2008, 11:32     +1   -1




Favole e suggestioni di un'Italia malinconica

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I temi prediletti dagli scrittori italiani



Storie immerse nei tempi passati
o nella modernità delle nostre metropoli.
Immagini visionane di qualcosa
che è esistito o che solleticano la fantasia.
Sono questi i temi prediletti dagli autori italiani
che troviamo prepotentemente
in classifica nelle ultime settimane.





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Le favole raccontate dai moderni cantori non tralasciano gli eventi reali, tragici e duri che la vita può sempre riservare.
Ma i ritmi del racconto sono quelli tipici delle fiabe

Ognuno col proprio modo personale di interpretare l'Italia, dando un tocco di magia e realismo con storie in cui tutti alla fine ci riconosciamo.

In una Napoli leggera e difficile allo stesso tempo incontriamo, in Non avevo capito niente di Diego De Silva, un imbranato dei nostri giorni eccentrico e simpaticamente disarmante. Vincenzo Malinconico avvocato napoletano è stato lasciato dalla moglie, che però lo cerca quando meglio crede, ha due figli, un maschio e una femmina, che in fondo un rapporto col padre lo vogliono mantenere, ma le sue giornate sono vuote, la sua esistenza è vuota, colmata da una televisione in sottofondo tutte le volte che torna nella solitudine della sua casa.

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Inaspettatamente, però, il tribunale che da luogo di lavoro è quasi diventato di passatempo, si trasforma nel posto dei miracoli: una giovane avvocatessa si innamora di lui e una nomina d'ufficio gli procura un lavoro importante. Finalmente per Vincenzo la fortuna gira e il coraggio di tirare fuori il carattere, anche quando di mezzo c'è la camorra, saprà ripagarlo di tutte le prepotenze subite. Ciò che rende irresistibile il romanzo è senz'altro quel punto di vista del protagonista su ogni piccola o grande cosa: Malinconico ha una pillola di saggezza o di filosofia personale per qualunque cosa accada e a volte si fa fatica a non condividere i suoi pensieri.



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Nessun miracolo, nessuno sconto dall'esistenza invece per i protagonisti de La città perfetta di Angelo Petrella. Anche qui siamo a Napoli, ma non quella divertente e ironica di De Silva, bensì quella violenta della guerra dei clan tra il 1988 e il 1994, quando c'è in ballo la supremazia dopo la scomparsa dei capi storici della camorra.

I tre destini che si incrociano sono quelli del sedicenne Sanguetta che viene dai Quartieri Spagnoli, fa lo spacciatore, nel carcere di Nisida è diventato informatore dei servizi segreti, di Chimicone che va al liceo e occupando la scuola fa nascere una cellula eversiva, la Barricata Silenziosa, pronta per la lotta armata, e l'Americano un poliziotto della Digos che cerca vendetta. Tra terrorismo, corruzione e criminalità organizzata, un romanzo crudo che però ha il merito di entrare nelle viscere di quelle dinamiche lontane dagli occhi dei più.



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Una storia commovente a cavallo fra il mito, la fiaba e la Storia d'Italia, quella che Andrea Camilleri ne Il casellante ci racconta. Lasciamo Napoli e la cronaca realistica del crimine per giungere alle atmosfere siciliane del 1942, anno che preannuncia lo sbarco degli alleati.

La vita di Nino, casellante di Sicudiana, è scandita dai due soli treni che vi passano, quello che da Vigata va a Castelvetrano e l'altro che fa il percorso inverso. C'è poco lavoro e così rimane il tempo a Nino di dilettarsi nel suonare le serenate col mandolino, ma ridurre le canzoni fasciste in marce e mazurche
gli costa il carcere. Minica, la moglie che aspetta un bambino, rimarrà da sola nella modesta e solitaria casetta, in balia di istinti arcaici che si nascondono dietro la semplice convivenza. La povera sposa, annientata dalla tragedia, si lascerà vivere dalla vita in attesa di una tentata metamorfosi. Vegeterà e sarà assente, e come gli alberi che danno i frutti anch'ella chiederà di essere annaffiata per darne lei stessa.




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Un storia d'amore dei nostri giorni è invece quella che Roberto Perrone narra in Averti trovato ora. Una favola moderna che nasce fra e-mail ed sms, proprio come la maggior parte delle storie che coinvolgono gli adolescenti e non di oggi.

Marco è un calciatore famoso che milita in serie A e in Nazionale, ha ventisette anni e non si è mai impegnato seriamente con una ragazza. Anna invece ha quarantadue anni, un marito, due figli piccoli, è docente universitaria e si occupa di volontariato. Hanno entrambi raggiunto i loro obiettivi e sono in quella fase della loro esistenza in cui tutto si è avverato e non hanno bisogno di chiedere altro. L'incontro fra loro però li metterà di fronte alla certezza che si stanno sbagliando, qualcosa manca e insieme possono trovarlo.

I due protagonisti, raccontati dalla prima persona del calciatore, sono ben descritti nei loro infiniti dubbi, nel loro addentrarsi in un qualcosa di indefinito e indefinibile che solo i sentimenti naturali, puliti e spontanei sanno spiegare. Inoltre Perrone ha il pregio di raccontare un'altra Milano, non quella solita dei salotti, ma quella più appartata e più vera.




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Relazioni pericolose, meno romantiche e meno suggestive, ma altrettanto
avvincenti, sono vissute dalle donne di Margherita Oggero in Il rosso attira lo sguardo. Quattro storie, ognuna ambientata durante le diverse stagioni dell'anno, dedicate a quattro donne ironiche, coraggiose, decise e fragili.

Gli uomini talvolta affascinati e innamorati, talvolta infastiditi e incapaci di comprenderne la complessità, sono quasi ombre di fronte alla luce di queste figure femminili. Tutte quante hanno bisogno di situazioni estreme per capire i loro reali desideri e non esitano a buttarsi a capofitto nel pericolo, nel crimine e nell'inganno. Donne che accettano quello che riserva loro il destino e donne che invece con determinazione lo scelgono anche se può costare loro molto caro.



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Tra miti e leggende popolari, tra Storia e identità culturale si dipana infine il romanzo postumo di Oriana Fallaci, balzato in vetta alla classifica dei libri più venduti appena uscito. Un cappello pieno di ciliege è l'insieme delle ricerche scrupolosamente svolte per anni dalla Fallaci, per dare quella visione il più possibile completa e definitiva dell'epopea della sua famiglia.

Tra i registri delle chiesette del Chianti, i racconti dei nonni e dei bisnonni dovevano diventare oltre che ricordi, episodi incastonati nella realtà, compiendo dove necessario salti immaginari per integrare parti mancanti della memoria personale e collettiva. Le pagine di questo libro permettono al lettore di avvicinarsi alla personalità contraddittoria di una donna che ha tenuto una condotta sempre anticonvenzionale, non certo chiarendone tutti gli aspetti, ma dando sicuramente loro un contorno che sfuma la donna con l'epoca che ha vissuto.







:reeading:




:saluto:

Articolo originale di
Francesca Scaringella

 
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