Bruno Munari, Mostra Antologica (09/10/08 - 22/02/09)

I ricordi che Bruno Munari (1907-1998) aveva della sua gioventù a Milano erano già intrisi di amara ironia.

"Mio padre aveva continui contatti con le più alte personalità di Milano, essendo cameriere al Gambrinus in Galleria, e mia madre si dava delle arie ricamando ventagli".

Nasce nel 1907 e quando abbandona l'avventura terrena avrà quasi compiuto 92 anni. La mostra di Roma, all'Ara Pacis racconta con leggerezza e con garbo quanto Munari ha costruito nella sua vita per far sorridere e riflettere bambini e grandi.

Ai bambini ha rivolto una gran parte del suo lavoro: giochi, libri, alfabeti. La mostra curata da Beppe Finessi e Marco Meneguzzo può contare sul felice allestimento di Marco Ferreri e della grafica sapiente di Italo Lupi.

Munari non ha mai rinunciato alla sua prima passione, l'essere artista. Partecipa al movimento Arte Concreta, in cui militava anche Lucio Fontana.
Come detto l'ironia sarà sempre il punto di forza del suo lavoro, come nella "Scultura da viaggio'" del 1958: un cartoncino colorato in rosso che si dispiega acquistando la tridimensionalità e poi si può ripiegare e metterlo in valigia.

La scultura è rossa ma la foto è in bianco e nero...

Molto prima, tra il '48 e il '50 compaiono i "Negativi-positivi".
Nel 1981 con la serie "Filipesi" collega con dei fili delle strutture semplici, lineari e verticali.

Dirà che non era ingombrante e che era un nuovo modo per "far vedere l'aria".
Più che un programma estetico potremmo dire che era un procedimento per contrastare la pesantezza formale che tanti danni ha creato alla cultura italiana.

Munari aveva leggerezza e soavità, ma anche carattere: alla Biennale del 1980, ai curatori che gli negavano la possibilità di esporre le sue famose "porte", farfugliando che la biennale doveva esporre soltanto tele, presentò ed espose appunto "Olio su tela": una tela di fattura elegantissima e sulla quale aveva semplicemente steso alcune pennellate di "olio".