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L'Amore è un fenomeno chimico?

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Andbeat
view post Posted on 5/8/2008, 22:47     +1   -1




L'Amore è un fenomeno chimico?

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E la chimica può davvero spiegare tutto dell'amore?

Cosa è l'eros? Perché la passione?
E quali sono i motivi del tradimento e della gelosia?
Secondo le ultime scoperte dei neuroscienziati
la chimica spiega tutto. Ma rimane uno spazio di creatività




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Amore: modificazione dell'attività cerebrale provocata da un ormone, l'ossitocina, per promuovere la riproduzione... Ecco cosa leggeremo in un dizionario alla voce amore in un futuro non troppo lontano.



Bando a ogni illusione romantica, in soffitta i poeti e cantori dei sentimenti. Fine delle angosce adolescenziali (anche da adulti): mi ama non mi ama?



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Grazie alle scoperte delle neuroscienze il mistero più fascinoso della storia della cultura umana, quello del desiderio, è stato smontato, ridotto a pura meccanica.



Secoli di pensiero sofisticato (da poesia al dottor Freud) e di esaltazione del sentimento, annullati da crude leggi di biologia.



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Lucy Vincent, neurobiologa autrice di numerosi saggi sull'argomento (tra i quali: 'Con il cuore con la testa', 'Innamorarsi'), dice:



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"Per molti è scioccante parlare d'amore in termini di neurobiologia, preferiamo credere che le emozioni restino il territorio di esplorazione dei poeti, dei romanzieri, al limite degli psicoanalisti".



Ma davvero le scoperte scientifiche sono in grado di eliminare l'idea di un amore romantico, soprattutto per sapere se la chimica sostituirà la cultura, la parola, l'immaginazione?



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Lucy Vincent, una donna che si propone sul serio di fare una rivoluzione nel modo di pensare e analizzare le emozioni umane cerca di essere rassicurante:


"Capirne i meccanismi non significa uccidere l'amore. Sarebbe come dire che descrivendo gli enzimi della digestione smettiamo di apprezzare la buona cucina. Allo stesso modo pur conoscendo cosa accade nel nostro cervello continueremo a subire la forza dei sentimenti. In più, troveremo una consolazione: quando finisce l'amore sapremo che non poteva essere altrimenti".



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Per secoli letteratura, teatro, più tardi il cinema, hanno esaltato il colpo di fulmine, l'amour fou, l'amore per cui si commettono follie, si lasciano famiglie, ci si riduce in povertà.



Ve lo ricordate il professor Unrat de 'L'angelo azzurro'? Perde soldi, rispettabilità, tutto, per il desiderio della sensualissima soubrette, Marlene Dietrich. Perché lo ha fatto, si sono chiesti esegeti e ammiratori del film e del romanzo di Heinrich Mann?





Oggi si direbbe che Unrat ha subito un'alterazione chimica del cervello. Un'alterazione non fatale, visto che dura (secondo i dati scientifici) dai 18 a un massimo di 36 mesi. La Vincent spiega:
"In quel breve periodo siamo come dei drogati".



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Un'affermazione che aiuterà gli addetti stampa dell'Eliseo a fare accettare ai francesi scioccati le scandalose liriche di una delle nuove canzoni di Carla Bruni. La first lady racconta la sua esperienza amorosa, dicendo al marito presidente "tu es ma came (.) plus dangereux que la blanche colombienne": sei la mia droga, più pericoloso della cocaina. :blink:



A questo punto è naturale chiedersi non se, ma quando un laboratorio farmaceutico troverà la formula chimica del filtro o un elisir d'amore, una pillola che ci farà innamorare, anch'essa un topos di fiabe, opere letterarie e liriche:



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"È il sogno di tutti. Perché la passione è bella e la sua fine e dolorosa, ma non basta somministrare dell'ossitocina. Quando si è innamorati tutto il cervello partecipa e comunica in un modo così complesso che per ora è impossibile provocare questa alterazione con una sostanza fabbricata in laboratorio. Sarà più facile inventare una pillola che annulli il sentimento di passione, arresti la produzione di certi ormoni."



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Ma chi vorrebbe vivere una vita senza passioni?

Nessuno probabilmente a parte Michel Houellebecq, che ne 'La possibilità di un'isola' (Bompiani) descrive un mondo di cloni che non hanno più desiderio sessuale.



O, in Italia, il protagonista di 'Six Pack' di Gianni Miraglia (Arcana), progettista di gadget che si divide tra palestre, lavoro e la necessità di far sesso ogni 15 giorni per evitare la tentazione di innamorarsi.

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Due eccezioni letterarie: nel mondo vero dobbiamo fare i conti con la natura che ci ha programmati per vivere queste passioni. Programmati, a scopo riproduttivo. Insomma, secondo la scienza quel che chiamiamo amore serve alla continuità della nostra specie.



Il problema è che la natura non ha previsto la vita di coppia, non ha immesso nel nostro cervello quei dati necessari alla stabilità delle società complesse la cui base è un nucleo familiare e indissolubile.



"Questo è un problema moderno in un mondo moderno. Nella preistoria la speranza di vita era di 25 anni, due persone si incontravano per riprodursi. Morivano presto, non si poneva il problema di creare un legame di amicizia e condivisione tra un uomo e una donna. L'attrazione è un escamotage per mettere insieme due persone che in natura non sono programmate per stare insieme".



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Ecco dunque dove la cultura prende il sopravvento su e contro la natura: far convivere due persone quando la passione è finita. E parlando della modernità, è Internet uno degli strumenti più adatti a far rinascere una certa forma di amor cortese, immaginario e con passioni molto mediate.





"Gli incontri in rete permettono valorizzare criteri che non sono biologici. Possiamo innamorarci perché condividiamo interessi comuni: per i libri, per la pesca, per il trekking. Però se oltre a cercare l'anima gemella vogliamo l'estasi, la passione vera e cruda, dobbiamo passare per la tappa biologica: nell'amor cortese non troveremo l'animalità del desiderio".



Quella pulsione irreprimibile ad esempio del 'Match Point' di Woody Allen. Cosa non farebbe Jonathan Rhys-Meyers per possedere Scarlett Johansson?



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Lucy Vincent è rassicurante però su un altro punto: tutte le forme di contatto liberano quantità importanti di ossitocina, l'ormone chiave degli affetti.



"Anche una buona conversazione partecipa all'aumento dell'ossitocina". Ecco che esiste un punto d'incontro tra cultura e chimica:
"Le quantità più elevate di questa sostanza sono liberate durante l'atto sessuale in particolare al momento dell'orgasmo. Perciò, più si fa l'amore è più forti sono le probabilità di restare insieme".



Questo però non garantisce la fedeltà, né l'indissolubilità della coppia, valori sconosciuti in quella zona del cervello chiamata amigdala:



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"Le aspettative di vita e l'ambiente moderno stanno trasformando gli esseri umani in monogami seriali, in termini prosaici: avremo nel futuro almeno tre vite di coppia. Il nostro cervello è plastico, le condizioni del nostro ambiente modificano il nostro comportamento. Una storia d'amore in un piccolo villaggio può durare a lungo perché ci saranno pochi stimoli di partner potenziali a minacciare la stabilità della coppia. Ma è impensabile oggi in una grande città".



Oggi Anna Karenina si godrebbe la vita invece di togliersela.



E la gelosia? È un prodotto di cultura, serve alla stabilità, o anche in quel campo la chimica è tutto? Le neuroscienze ci spiegano che anche la gelosia, sentimento primordiale, istintivo, atavico, obbedisce alle leggi della biologia, e che per questo sono gli uomini a soffrirne di più (vedi il caso Otello).



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"Un uomo può fertilizzare molte donne, ma non sarà mai certo della propria progenie: trovare una compagna fedele è una questione vitale dal punto di vista biologico per garantire la propria discendenza.
Per una donna invece l'infedeltà passeggera del compagno è senza conseguenze".



Eppure la Vincent salva l'idea che esista l'amore romantico, esclusivo, quello che supera ogni ostacolo e ci rende insensibili alla realtà vera.
Insomma, 'La ballata dell'amore cieco' di Fabrizio De André, dove lui si suicida perché lei lo chiede come prova d'amore e muore "contento e innamorato", è una realtà.



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Intanto perché si può amare una sola persona alla volta.
"Le immagini rilevate sul cervello di un uomo innamorato mostrano che l'amigdala diventa cieca ai segnali di altri potenziali partner: è come se il radar non funzionasse più. Inoltre vediamo che la corteccia prefrontale, la zona del cervello responsabile del giudizio sociale, è messa in veglia quando viene mostrata l'immagine della persona amata, in altre parole il cervello è incapace di emettere un giudizio.



'L'amore è cieco' è un'espressione quindi che va presa alla lettera: siamo programmati per costruire questa illusione".
Così si spiega l'amour fou.



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E quando finisce:
"Le coppie che restano insieme investono nella conoscenza dell'altro, nello sviluppo di legami non più sessuali ma affettivi e culturali. La sfida del futuro è trasformare la coppia da nucleo di riproduzione a cellula di sviluppo e affermazione personale".



Resta una domanda: perché un certo essere e non un altro può farci impazzire d'amore? Perché è bastato un attimo a Dante per scegliere tra tutte le donne la giovane Beatrice?



"Gli scienziati sono divisi. Alcuni pensano che sia puramente casuale: quando si è in età di riproduzione siamo attirati dalla prima persona che ricambierà i nostri segnali di desiderio. Un'altra scuola dice invece che si innesca un meccanismo basato su criteri precisi". <


E qui viene in mente Freud e le memorie spesso rimosse:
"Siamo sensibili a una persona che trasmette segnali amorosi simili a quelli emessi dai nostri genitori durante la prima infanzia. Ci portiamo appresso una sorta di impronta amorosa. E anche il profumo ci permette di riconoscere le persone con un sistema immunitario diverso dal nostro e quindi complementare. Ma queste sono ipotesi non comprovate".



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Un mistero da lasciare ai poeti e da far studiare agli psicoanalisti.




Articolo Originale di
Maria Grazia Meda



Edited by filokalos - 7/1/2014, 18:43
 
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Simoneo
view post Posted on 6/1/2014, 23:08     +1   -1




L'amore è solo una malattia mentale e va curata. Sul mio pianeta lo abbiamo fatto da sette millenni circa, da quando iniziò l'era della pianificazione economica. Abbiamo eliminato l'amore introducendo sostanze chimiche inibitrici.
 
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view post Posted on 7/1/2014, 18:48     +1   -1
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Presumo tu provenga dal pianeta descritto da Michel Houellebecq nel libro La possibilità di un'isola, ma sulla Terra siamo ancora abituati a credere che L'amor (che) move il sole e l'altre stelle, come avrebbe detto il poeta, italiano mica francese, Dante Alighieri... ;)
 
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