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Breve Storia del Futuro

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Andbeat
view post Posted on 23/10/2007, 16:28     +1   -1




Breve Storia del Futuro






Il futuro è un orizzonte carico di minacce, ma se vogliamo conquistarci qualche possibilità di evitare i disastri a venire, dobbiamo avere il coraggio di guardarlo in faccia. Senza paure, con lucidità e speranza. Come prova a fare da tempo Jacques Attali, che a sessantaquattro anni (è nato ad Algeri in una famiglia di ebrei) non dimentica l'insegnamento di suo padre.


«Non temere i tuoi nemici, impara a conoscerli per non averne paura».

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Appena arrivato in libreria il suo saggio "Breve storia del futuro", i critici lo hanno definito come un tentativo estremamente ambizioso e coraggioso di immaginare i destini dell'umanità nei prossimi cinquantanni. Attali parte da una premessa: la globalizzazione selvaggia minaccia di trasformare radicalmente le nostre vite, e di mettere in pericolo l'esistenza stessa della democrazia.





Il maitre-à pensée francese prova a spiegare: «Ho sempre lavorato in molte direzioni, ma se c'è un elemento di continuità nel mio lavoro è l'interesse per il futuro. Sono convinto che guardando il passato si possa comprendere l'avvenire. Sul lungo periodo, la storia rivela inevitabilmente le tendenze di fondo. Gli storici lo hanno dimostrato fino al XIX secolo. Io ho prolungato la prospettiva al XX e XXI secolo». E ricorda che il vero motore del divenire storico è la battaglia degli uomini per essere liberi, perché la storia umana «tende inesorabilmente verso la libertà ».
Per l'autore di "Breve storia del futuro" questa marcia verso la libertà, che non è lineare, perché è ostacolata da contraddizioni, poggia sui due pilastri: il mercato e la democrazia, «le due più importanti procedure dell'organizzazione della libertà, una sul piano economico, l'altra su quello politico».





Fin qui niente di nuovo. Ma dice Attali: «per bilanciarsi a vicenda, le due realtà dovrebbero avanzare simultaneamente. Oggi invece viviamo una situazione di profondo squilibrio, il mercato è globalizzato, la democrazia meno». E negli anni a venire è a rischio la stessa sovranità degli Stati, che non sarebbero però rimpiazzati da libere associazioni dei cittadini, ma da qualcosa di peggio.
«Nei prossimi vent'anni, si verificherà il declino degli Usa che non avranno più la forza di proporsi come gendarmi dei mondo. A quel punto, le leggi del mercato saranno le uniche in vigore sul pianeta. Il loro dominio sarà totale, creeranno nuove ricchezze ma anche il principio della disgregazione sociale. Tutto diventerà privato, perfino l'esercito, la polizia e la giustizia. Lo Stato e la democrazia abdicheranno di fronte al trionfo del profitto. Nell'iper-impero formato dal mercato mondiale domineranno le imprese, si svilupperanno l'iper-sorveglianza e l'auto-sorveglianza che trasformeranno il bisogno d'ordine e protezione in oggetti mercantili. Nasceranno tecnologie sempre più sofisticate, ma la lotta economica spietata, in assenza del contrappeso della democrazia e dello Stato di diritto, finirà per generare una situazione di caos e di conflitto che rischia di aver conseguenze devastanti per l'intero pianeta».





Nella cupa profezia di Attali figurano barbarie e regressioni di ogni tipo. Dalla violenza del denaro si passerà alla violenza delle armi, in un mondo senza leggi, martoriato da guerre per bande, terrorismi religiosi, Stati canaglia.
Poi, uno spiraglio ottimista... :)
Dopo il 2050 (se il nostro genere non si sarà autodistrutto, ma lui crede che l'istinto di autopreservazione vincerà), emergerà la consapevolezza che, l'umanità ha bisogno di un governo mondiale: «Sarà la fase dell'iper-democrazia».
«La risposta al caos generalizzato verrà dalle corporazioni. Le professioni si metteranno d'accordo a livello mondiale attorno ad alcune regole per evitare di finire nel baratro. Il modello è quello che già oggi vediamo profilarsi negli accordi di Basilea per quanto riguarda le banche oppure nell'azione della Fifa per quanto riguarda il calcio. Come nel Medioevo lo Stato è nato dalle strutture corporative, così nel nostro futuro il governo mondiale nascerà da una prospettiva corporativa».



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Spiegato il futuro più lontano, tutto sommato accettabile, Attali mette in guardia da quello prossimo (che è già presente): in cui le due grandi attività saranno l'assicurazione e l'industria del divertimento. «Di fronte ai rischi e alle incertezze della loro vita, gli uomini, da un lato, tenderanno ad assicurarsi sempre di più, dall'altro, vorranno distrarsi e perdersi in un oceano di sensazioni», spiega. E su questo sfondo di incertezze riprenderà l'eterno conflitto tra nomadi e sedentari: «Nomadismo significa libertà. Nel futuro la popolazione si dividerà in tre categorie: i nomadi di lusso, che domineranno la società. Poi ci saranno gli infra-nomadi, i più poveri che saranno obbligati a spostarsi per cercare di sopravvivere. In mezzo, si situerà la grande massa dei nomadi virtuali, i sedentari che si sposteranno solo virtualmente grazie alle tecnologie».




Quello delle tecnologie è un capitolo fondamentale e ha a che fare con la questione delle risorse.
La sorprendente tesi di Attali è: «In futuro l'uomo rischia di trasformarsi progressivamente in un artefatto. Non solo potremo clonare gli individui, aumentando la taglia del cervello, ma avremo l'utero artificiale». Perché eliminare la gravidanza? Per risparmiare tempo.
Questo infatti diventerà un bene sempre più prezioso, dato che nessuno è in grado di fabbricarlo, conservalo o venderlo: «Le risorse naturali sono sempre sostituibili da altre risorse. L'informazione sarà gratuita e sempre più diffusa. Il vero bene prezioso e insostituibile sarà il tempo, per il quale gli uomini saranno disposti a pagare moltissimo».
Parola di Jacques Attali, che alcuni considerano solo una Cassandra. Vedremo tra qualche decennio se le sue profezie saranno diventate realtà.




La mitica... Cassandra



Edited by filokalos - 21/3/2010, 12:20
 
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