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Raccontare è facile o difficile?

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Andbeat
view post Posted on 28/9/2007, 21:31 by: Andbeat     +1   -1




Una grande storia d'amore

Una donna e un uomo si conoscono.
Si piacciono, s'innamorano.
Dopo un tempo ragionevole,
sentendosi sicuri, si sposano,
e vivono a lungo felici e contenti.

Questa è una storia d'amore?
Sì, e probabilmente è una grande storia d'amore.
Ma difficilmente potrà essere un romanzo.

I romanzi o i racconti d'amore (o "rosa, se preferite)
sono quasi sempre (e il "quasi" lo mettiamo solo per prudenza)
storie d'amore contrastato, o difficile, o addirittura impossibile.

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Un amore nasce ma qualcosa gli impedisce di prendere il volo.
Questo conflitto, tra l'amore che vuole essere
e ciò che gli impedisce di essere,
è il nocciolo di qualunque storia d'amore.

Possiamo distinguere due grandi tipi di storie d'amore:
- quelle in cui il conflitto è esterno
(cioè il realizzarsi dell'amore è impedito dalle circostanze,
da differenze di classe, da odii familiari,
da legami preesistenti, da personaggi "cattivi".),
- e quelle in cui il conflitto è interno
(cioè il realizzarsi dell'amore è impedito
dal fatto che uno dei due non è innamorato,
o ha fatto o vuol fare scelte di vita incompatibili,
o ha un carattere impossibile, o è un indeciso cronico..)

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Questi due tipi di storia d'amore sono sostanzialmente diversi.
Se il conflitto è esterno, avremo una storia
soprattutto avventurosa: i due innamorati lotteranno
contro il mondo intero perché il loro amore possa realizzarsi.

Se il conflitto è interno, avremo una storia
più centrata sulla natura dei personaggi
perché uno dei due dovrà convincere l'altro
a cambiare il proprio progetto di vita.


...Lottare contro i mondo...

Se nella storia che vogliamo raccontare
il conflitto è soprattutto esterno,
allora la parte propriamente amorosa della storia
è tutto sommato secondaria.

Pensiamo ai Promessi Sposi:
l'amore tra Renzo e Lucia c'è fin dall'inizio,
è sicuro e non vacilla;
il problema sono gli ostacoli da superare,
le circostanze esterne, la cattiveria di Rodrigo,
la pusillanimità di don Abbondio.

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In questo tipo di storia i nostri due innamorati
sono dalla stessa parte.
Lottano fianco a fianco
— anche se magari le circostanze li tengono lontani.

Ma c'è un elemento drammatico importante:
uno dei due potrebbe, a un certo punto,
pensare di non farcela più.

Come Lucia, prigioniera nel castello dell'Innominato,
che prega la Madonna di farla uscire viva e intatta di lì:
in cambio, fa voto di rinunciare a Renzo e farsi suora.
(Sarà il cardinal Borromeo, nell'ultimo capitolo,
a sciogliere Lucia dal voto e a consentire il lieto fine:
un voto fatto in condizioni di estremo pericolo
non ha, infatti, alcun valore)

Questo elemento drammatico
— frequente in questo tipo di storia d'amore —
diventa ancora più drammatico
se l'altro innamorato rimane all'oscuro della cosa,
e continua a lottare con tutte le sue forze
senza sapere che l'altro ha ormai rinunciato.

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Ora, se vogliamo raccontare una storia di questo genere,
le questioni più importanti sono:
la misura, la credibilità, la diversità dei personaggi.



La misura.



Due innamorati sono innamorati, certo;
ma quanto sono innamorati?
Non tutti gli amori sono smisurati ed immensi.
Gli ostacoli, che i nostri innamorati incontrano,
devono essere commisurati alla forza del loro amore.

Diciamo che ciò a cui servono gli ostacoli, è:
mettere alla prova l'amore.

Non è detto che la storia abbia un lieto fine.
Se Giorgio ama Giorgia, e vogliono metter su casa,
ma Giorgio non riesce a trovare un lavoro stabile,
e quindi tutto si rimanda in continuazione
per mancanza di soldi, a un certo punto Giorgia potrebbe dire:
"Senti, Giorgio, io ti voglio tanto bene,
ma ho bisogno di uno che mi dia sicurezze".

Si va be' .... :rolleyes:

La credibilità.



Gli ostacoli che i nostri innamorati incontrano,
e le azioni che essi compiono per superarli,
devono essere materialmente credibili.
Non è necessario che un amore sia impossibile,
perché ci sia una storia da raccontare.
Basta un amore difficile. Evitiamo di esagerare.


È importante che chi legge la storia
possa identificarsi nella situazione,
riconoscerla come possibile,
come "una cosa che potrebbe capitare anche a me".

Le storie d'amore tra pastorelle e principi
(o tra dattilografe e capitani d'industria)
vanno bene appena appena per essere lette
in metropolitana mentre si va o si torna dal lavoro.
Una vera storia d'amore è un'altra cosa:
ci è più vicina, ci assomiglia di più.

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Una cosa importante per assicurare credibilità
alla storia d'amore è la definizione precisa
della "situazione materiale" dei due innamorati.

Scegliamo per loro lavori normali, redditi normali,
abitazioni normali, e — soprattutto! — nomi normali.

La storia d'amore tra Jessica Soriani, allevatrice di pavoni,
e Alexandro de Gubernatiis, sommelier,
non è in realtà meno avvincente di quella tra Giorgia Pautasso,
ragioniera torinese, e Giorgio Jevolella,
geometra siciliano (emigrato a Torino).

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La diversità dei personaggi.


I nostri due innamorati si amano,
ma non sono l'uno la fotocopia dell'altra.
Quando incontrano gli ostacoli, reagiscono diversamente.
Lui potrà essere più idealista ("Vedrai che ce la facciamo"),
lei più pratica ("Ma Giorgio, con i pochi soldi che abbiamo...");
o viceversa.

Lui sarà paziente e calcolatore,
lei più passionale; o viceversa.
Lui sarà più facile a rassegnarsi,
lei indomabilmente appassionata;
o viceversa.

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Ecco che la diversità dei due caratteri
produrrà un secondo conflitto, interno alla coppia,
non meno importante del conflitto
che oppone la coppia al mondo.

Ricordiamoci che la natura di un personaggio
salta fuori soprattutto nelle sue relazioni
con gli altri personaggi:
tanto più la natura d'una coppia salta fuori
nella dinamica della relazione tra lui e lei. :shifty:
 
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