L'autobiografia di un altro
Autobiografie inventate.
Mark Twain, l'autore del celebre romanzo Tom Sawyer,
ha scritto anche un divertentissimo
Diario di Eva.
Lo scopo del libretto è soprattutto far fare
una magra figura al povero Adamo,
che viene presentato come un vero tontolone,
rozzo e imbranato, contento solo di mangiare e dormire.
Molto più serie, e storicamente fondate,
sono invece l'autobiografia di Davide re d'Israele
scritta da Carlo Coccioli o
le Memorie di Adriano
di Marguerite Yourcenar
Immedesimarsi.
Volendo, anche noi possiamo giocare, più o meno seriamente,
a immedesimarci in un personaggio realmente esistito,
e scriverne l'autobiografia (o qualche frammento
autobiografico) o il diario.
Certo: dobbiamo documentari, informarci,
leggere qualche buon libro.
Ma non sempre è necessario divorare
intere biblioteche.
L'importante è infatti riuscire
a immedesimarsi nel personaggio,
provare a sentire le cose come le sentiva lui (o lei),
ricostruire l'atmosfera del tempo e del luogo.
Il personaggio secondario.
Un espediente spesso usato dai romanzieri
è quello di far parlare non il personaggio importante,
bensì un personaggio minore, magari di pura invenzione,
che però si sia trovato accanto, per un certo periodo,
al personaggio importante.
Così ha fatto Ernesto Ferrerò, nel romanzo N.,
(vincitore quest'anno del premio Strega)
un "falso" libro di memorie scritto
da un servitore di Napoleone.
Il diario di Pietro.
Proviamo a immaginare un diario di Pietro:
un umile pescatore di Galilea, che improvvisamente
incontra un uomo straordinario, tale Gesù,
e comincia a seguirlo.
Pietro è un uomo semplice, ciò che Gesù dice
lo affascina, però non lo capisce tanto,
e a volte lo stra-capisce o lo capisce a rovescio.
Immaginiamo di scrivere il suo diario,
giorno per giorno, mentre pian pianino
capisce con chi ha davvero a che fare..
Qui non abbiamo bisogno di studiare tanti libri:
un'attenta lettura dei Vangeli può fornirci
tutto il materiale necessario.
E la precisione storica non sarà tanto importante:
sarà importante l'immaginazione del personaggio-Pietro.
La straordinaria vita del nonno.
Ma non è indispensabile andare
tanto indietro nel tempo.
Anche di un nostro nonno potremmo scrivere
un'autobiografia immaginaria.
Chi non ce l'ha, un nonno o un prozio del quale
si raccontino cose favolose?
Che è emigrato in America,
che ha fatto la guerra in Africa,
che è salito in montagna dopo l'8 settembre,
che ha sposato la donna che amava
contro la volontà dei genitori,
che ha fatto fortuna cominciando dal nulla,
o al contrario, che da ricco che era si è ridotto in miseria.
Un buon esempio può essere
un romanzo di Giovanna Giordano,
Trentaseimila giorni, autobiografia immaginaria,
ma basata sulla tradizione familiare,
di un'antenata immigrata in America.
Giocare con il diario e l'autobiografia
L'album dei viaggi.
Avete mai provato a tenere un diario di viaggio?
Può essere molto divertente, e aiuta a conservare i ricordi.
Ciò che si scrive, lo si può poi ricopiare
in bella copia in un album,
alternando il testo alle fotografie che avremo scattato,
o a qualche "pezzo di carta" significativo:
lo scontrino del più grande McDonald's di Atlanta,
il biglietto d'ingresso al Louvre,
una banconota jugoslava
— fuoricorso, per carità —
da un milione di dinari,
una cartolina di piazza San Marco a Venezia
con i piccioni che formano la scritta "Coca-Cola,
la ricevuta del Gran Hotel di Rimini (se ve lo potete permettere)
Cartoline
Quando si è in viaggio, si sa,
si possono spedire le cartoline.
E allora immaginate di tenere un diario di viaggio
in forma di cartoline: non è necessario
che le spediate davvero, ma sarebbe meglio;
potete spedirle a voi stessi, oppure ai vostri amici.
Il pochissimo spazio disponibile per scrivere,
la necessità di farci stare anche saluti e auguri,
vi costringeranno a inventare frasi brevissime ed efficaci.
Viaggiare vicino.
Se non vi piace viaggiare, o non potete farlo,
potete sempre imitare Xavier de Maistre,
autore del più stupefacente diario di viaggio:
Il Viaggio intorno alla mia camera.
De Maistre si muove nella sua stanza,
incontra gli oggetti, li descrive,
racconta la loro provenienza
(questo mi fu regalato in quell'occasione..
questo lo comperai quella volta che.),
si dilunga sulla loro utilità e sull'affetto che ha per loro
(chi non ha la sua poltrona preferita?).
Il viaggio quotidiano.
Magari potete allungarvi un po',
e inventare un diario del viaggio
da casa fino al posto di lavoro.
Quante persone incontrate?
Quanti luoghi attraversate?
Com'è il vostro autobus?
I luoghi che attraversiamo e le persone
che incontriamo quotidianamente
fanno parte della nostra esistenza,
hanno un significato di cui spesso non ci rendiamo conto
— ma basta pensarci un poco, e si fanno scoperte interessanti...
Edited by Andbeat - 26/9/2007, 11:58