Il Forum delle Muse

Raccontare è facile o difficile?

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Andbeat
view post Posted on 17/9/2007, 14:25 by: Andbeat     +1   -1




...Dieci cose da non fare...

1
Non succhiate la penna. Fa venire acidità di stomaco.

2
Non pensate di aver scritto un capolavoro. Di capolavori ce n'è già abbastanza.

3
Non scrivete sotto la spinta di un'emozione. Aspettate che l'emozione si sia calmata, si sia depositata nel fondo del vostro cuore.

4
Non scrivete solo quando siete tristi. Per scrivere ci vuole energia, e l'energia è sorella della letizia.

5
Non buttate via. Mettete da parte, e rileggete tra un po' di tempo. Magari, in mezzo a tante cose inutili, c'era una cosa buona.

6
Non date nomi stranieri ai vostri personaggi. C'è il pericolo dell'effetto telenovela.

7
Non abbiate fretta. Le idee vengono e si svelano sempre un po' per volta, gradualmente.

8
Non preoccupatevi di "scrivere bene". Se una storia è interessante, è interessante anche se è scritta in maniera semplice e piana.

9
Non fermatevi a pagina tre. Continuate almeno fino a pagina quindici Le idee migliori vengono quando cominciamo a pensare di non avere più idee.

10
Non scrivete dopo mezzanotte. La notte è fatta per dormire.

**********************************

...Dieci buoni consigli...

Se la capacità di raccontare ce l'abbiamo tutti,
allora andiamo: cominciamo a raccontare.

Prendiamo carta e penna, o sediamoci
davanti alla macchina per scrivere,
o accendiamo il nostro computer e diamoci dentro.

Ma, mentre scriviamo, cerchiamo di tenere
presenti alcuni criteri di lavoro.

1
È importante rileggere. Curiosamente, è un comportamento diffuso: molte persone evitano accuratamente di rileggere quello che hanno scritto. Questo non va bene. Bisogna diventare buoni lettori di sé stessi. La prima regola è: leggere qualche frase, o un capoverso, poi fermarsi e farsi un po' di domande: fin qui va bene? ho detto tutto o ho dimenticato qualcosa? è tutto chiaro? ci sono particolar mancanti?

2
È importante essere avvincenti. Il primo desiderio di chi scrive è di essere letto: di essere letto tutto, fino in fondo, appassionatamente. Quindi un racconto o un romanzo deve essere innanzitutto avvincente. Come facciamo a capire se quello che abbiamo scritto è avvincente? Prendiamo dalla nostra libreria i dieci libri che consideriamo più avvincenti. Rileggiamoli, o almeno sfogliamoli, rileggiamo le pagine più emozionanti Domandiamoci che cos'è che rende così avvincenti questi libri (o queste pagine)? Poi leggiamo i nostri scritti, e facciamoci la stessa domanda.

3
La narratone è soprattutto cose e fatti. Spesso ciò che ci spinge a scrivere è un sentimento (o un'emozione). Noi vorremmo che chi legge rivivesse quel sentimento. Questo è giusto. È ingenuo, però, credere che basti parlare di quel sentimento perché il lettore ne diventi partecipe. Sentimenti ed emozioni nascono da situazioni, avvenimenti, fatti, cose, ambienti, paesaggi, viaggi, oggetti, parole dette o sentite, sogni, visioni. Se vogliamo che lo stesso sentimento si produca in chi legge, dobbiamo raccontare situazioni, avvenimenti, fatti, cose, ambienti eccetera. Se ogni volta che mangio una granita al caffè mi commuovo, non devo parlare della mia commozione, ma descrivere la granita al caffè.

4
Raccontare è far vedere. Succede a tutti, nel leggere un libro appassionante, di vedere con gli occhi della mente ciò che viene raccontato: come se un film venisse proiettato davanti ai nostri occhi. Mentre scriviamo dobbiamo domandarci continuamente: che cosa sto facendo vedere al lettore, in questo momento? Se in un certo momento non stiamo facendo vedere niente al lettore, ecco: è come se gli presentassimo uno schermo tutto nero.

5
La narrazione è fatta di "scene" e "inquadrature". Esattamente come i film, una narrazione consiste di un certo numero di "scene" e di "inquadrature". Mentre raccontiamo dobbiamo avere bene presente quando finisce una scena o un'inquadratura e ne comincia un'altra. Un trucco utile è questo: suddividiamo il nostro testo in tanti capitoletti, non più lunghi di mezza pagina ciascuno, e diamo un titolo a ogni capitoletto. Quasi automaticamente divideremo il testo in "scene, e mettere il titolo ad ogni scena ci aiuterà a capire che cosa effettivamente è "al centro della scena" in quelle righe.

6
Chi racconta la storia? Non sempre siamo noi a raccontare la storia. Possiamo inventarci un personaggio che la racconti al nostro posto. Possiamo farla raccontare al protagonista o a un personaggio secondario, che partecipa marginalmente all'azione (come il dottor Watson che racconta le avventure di Sherlock Holmes). Ma possiamo farla raccontare anche a un oggetto, a un animale, a una parte del corpo: immaginiamo la storia di Pinocchio raccontata dal suo naso o la storia del Gatto con gli stivali raccontata dagli stivali..

7
Attenti alle anticipazioni. "Giorgio non sapeva ancora che, accettando 'invito di quella donna, si sarebbe messo nei guai..". È facile incontrare frasi così. Spesso si crede che con frasi così si aumenti la tensione e l'aspettativa. Non è vero: si ottiene l'effetto contrario. Ora io so che Giorgio, avendo accettato l'invito di quella donna, si metterà nei guai Se non l'avessi saputo, se non avessi avuta questa "anticipazione" sulla storia, tutto per me — lettore — sarebbe stato più misterioso e avvincente.

8
Attenti al punto di vista. Se Giorgio mi racconta comè andata tra lui e Giorgia, è evidente che conoscerò solo una metà della storia. Se invece a raccontare sarà Giorgia, conoscerò l'altra metà: e non è detto che i due pezzi coincidano, perché ognuno deforma la realtà secondo la sua percezione e l suo comodo. Così, quando facciamo raccontare la storia a un personaggio, o comunque la raccontiamo dal suo punto di vista, dobbiamo evitare di assumere, anche per un solo istante, il punto di vista d'un altro personaggio. Similmente, la storia raccontata da un personaggio può contenere solo quelle informazioni di cui quel personaggio può ragionevolmente essere in possesso. Infine ricordiamoci che un personaggio, mentre ci racconta la sua storia, può anche mentire.

9
I dialoghi che difficili! È proprio difficile far parlare i personaggi. Una conversazione scritta che appaia "naturale" è in realtà molto diversa da una conversazione reale. Si possono seguire alcune piccole regole: a. scrivere solo quelle battute di dialogo che contengono informazioni nuove per il lettore, b. scrivere solo le battute che non possono essere previste dal lettore, e. sostituire, quando si
può, una battuta con un gesto espressivo, d. usare nel dialogo, quando si può, frasi "nominali", cioè senza il verbo.

10
Entrare subito in argomento. Per ultimo mettiamo un consiglio sull'iniziare. Evitate di prendere le cose alla larga (Manzoni nei Promessi sposi l'ha fatto: ma noi non siamo Manzoni), entrate subito in argomento, e chiamando le cose col loro nome. "Era una bella giornata d'aprile. Un uomo aprì la finestra e si affacciò". Meglio: "Giorgio aprì la finestra e si affacciò. Era una bella giornata d'aprile".
Sembra che non cambi quasi niente, invece cambia tutto: anziché cominciare con la meteorologia, cominciamo con un personaggio (reso evidente dal nome) e con un gesto: aprire la finestra e affacciarsi.
 
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14 replies since 6/9/2007, 06:37   5053 views
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