...anche perché le storie sono sempre quelle...
Secondo alcuni studiosi, non esistono al mondo
più di una trentina di diverse trame.
Pensate a quanti romanzi
(a cominciare dai Promessi Sposi)
hanno questa trama: lui e lei si amano,
ma qualcosa o qualcuno lo impedisce,
lui e lei vengono separati,
attraversano una serie di avventure,
alla fine si ricongiungono e si sposano.
Può cambiare natura la cosa che separa:
può essere la distanza fisica, o quella sociale,
il volere di un genitore, una malattia o una depressione,
un segreto inconfessabile e così via;
ma qualunque sia la cosa che separa,
il meccanismo della trama è lo stesso.
Questo per dire:
non è tanto importante la trama, l'intreccio.
Quasi di ogni storia si può dire che
è l'imitazione di un'altra storia.
Tutto sommato, la nostra stessa vita
somiglia alla vita di tanti altri.
Tuttavia, noi sentiamo la nostra vita
come unica e originale,
almeno per certi aspetti.
Quindi della storia che vogliamo scrivere
dobbiamo sapere che cos'è che la rende
unica e originale.
Bisogna pensarci accuratamente.
Attenzione: è possibile che, alla fin fine,
la nostra storia non sia per niente unica e originale.
Il più delle volte è così.
Spesso conviene rinunciare.
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...però si possono raccontare in tanti modi...Cominciamo il racconto.
"Un giorno, un uomo e una donna
si incontrarono in un bar..".
Oppure:
"Giorgia mi aveva piantato,
mi sentivo vuoto e stanco,
avevo bisogno di stare solo e separato dal mondo...".
Si può raccontare in terza o in prima persona.
Ricordiamoci che, contrariamente a quanto si crede,
il racconto in terza persona è più adatto
per dipingere emozioni e sentimenti,
mentre quello in prima persona è più adatto
per le storie fatte soprattutto di avvenimenti.
Provate a vedere che cosa succede,
prendendo un racconto in terza persona
e voltandolo in prima, e viceversa.
Vi accorgerete delle differenze.
Ma non esistono solo i racconti.
Per narrare una storia, si possono usare tante altre forme.
La forma della lettera, ad esempio.
Giorgio scrive a Giorgia:
"Mi hai piantato così, all'improvviso,
e non ho ancora capito.",
e continua raccontando la storia
dal suo punto di vista,
ma sempre rivolgendosi a lei...
Le lettere sono interessanti proprio perché
mettono in scena qualcuno che parla a qualcun altro.
Oppure: il diario.
"Ieri Giorgia mi ha piantato.
Ho deciso di tenere un quaderno
in cui scrivere tutti i pensieri
che mi vengono riguardo a lei...".
Oppure: gli appunti dello psicoterapeuta di Giorgio.
Giorgio gli racconta la sua storia, e lui prende nota.
Oppure: un vecchio amico di Giorgio lo invita
a un week-end in montagna.
Com'è naturale, invita anche Giorgia.
Giorgio si presenta solo.
L'amico gli fa domande, Giorgio elude.
Poi, alla fine, si apre.
Insomma: per ogni storia che vogliamo raccontare,
dobbiamo cercare la forma più adatta.
Ogni forma ci consente di mettere in luce
determinati aspetti della vicenda.
Si tratta di provare e riprovare,
finché non sentiamo di aver trovata la forma giusta.
Nello scrivere, la pazienza non è tutto:
ma quasi tutto.