Il Forum delle Muse

Dizionario dei Modi di Dire

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Andbeat
view post Posted on 6/8/2007, 16:28 by: Andbeat     +1   +1   -1




Una selezione dal....

Dizionario dei Modi di Dire per ogni occasione


O




obbedisco!
Fu la laconica e — nella sua laconicità — polemica risposta che Garibaldi inviò per telegramma, il 9 agosto 1866, durante la Terza guerra d’indipendenza, al Coniando Supremo italiano che gli aveva ordinato di ritirarsi dalla zona dei Trentino da lui occupata dopo la brillante vittoria di Bezzecca. Si ripete, all’occasione, per sottolineare che ci si inchina all’ordine del superiore, anche se personalmente si resta di parer contrario.

obtorto collo
Latino: a collo torto. Nell’uso colto. Controvoglia, come chi storce il collo nel mandar giù un boccone amaro.

occhio per occhio, dente per dente
Proverbialmente, così si riassume la biblica legge del taglione, che si applicava vendicando l’offesa con una offesa altrettanto grave (“‘taglione” sembra derivi dal latino talis, nel significato di “tale e quale”); legge che Cristo condannò (Matteo, 5, 38 e segg.) esortando a “porgere l’altra guancia”, cioè a perdonare l’offesa per amore di Dio.

ora canonica
Sono ore canoniche quelle (otto nel corso della giornata) in cui la Chiesa prescrive ai suoi ministri la recitazione dell’ufficio divino. Per estensione scherzosa, si chiama così l’ora, il momento in cui, per abitudine, si fa qualcosa come l’andare a tavola, o a letto, o a fare la partita con gli amici.

o tèmpora, o mores!
Latino: o tempi, o costumi! Proverbiale esclamazione deprecatoria di Cicerone richiamata, per lo più in tono di scherzosa indignazione, per deplorare i corrotti costumi contemporanei.

ottimo e abbondante...
Ironico commento che si sente talvolta ripetere a proposito di cose, in generale di cibi, la cui qualità lascia molto a desiderare, ma che si vuole sufficiente per la gente di basso rango.
Presso i reparti militari un ufficiale doveva, per regolamento, assaggiare il rancio prima che venisse distribuito alla truppa per accertarne il grado di commestibilità.
E in tempi di ristrettezze era a volte costretto, per forza di cose, a giudicare con indulgenza eccessiva l’opera del cuoco.

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Una selezione dal....

Dizionario dei Modi di Dire per ogni occasione


P



prendere un granchio
Equivocare, sbagliarsi di grosso, prendere un abbaglio. Probabilmente viene dal fatto che, se un granchio afferra l’amo, il pescatore si illude di aver catturato chissà quale grosso pesce e ritira in fretta e furia la lenza, ma solo per costatare l’errore e, deluso, lanciare qualche moccolo.

piove governo ladro!
Battuta che si ripete scherzosamente a proposito dell’abitudine dì addossare al governo, alle autorità, allo Stato la colpa di ogni inconveniente. La inventò, a commento di una vignetta, Casimiro Teja, direttore del giornale umoristico Il Pasquino, nel 1861, dopo che una manifestazione indetta dai mazziniani torinesi non si era potuta svolgere, non a causa di divieti governativi, ma di un acquazzone.

promesse da marinaio
Che non si mantengono. I marinai (d’altri tempi) erano famosi mancatori di parola, sia verso le ragazze, sia verso i santi, ai quali si raccomandavano durante le tempeste promettendo ceri e facendo voti d’ogni genere, destinati a essere dimenticati non appena scampato il pericolo.

passare sotto le forche caudine
Subire una grave umiliazione, non avendo alternative. Come i soldati di due legioni romane sconfitte dai Sanniti presso Caudio (l’odierna Montesarchio, fra Benevento e Capua) nel 321 a.C., che furono costretti a passare chini, in segno di sottomissione, sotto il giogo, cioè sotto due lance infisse in terra e sovrastate da una terza disposta orizzontalmente.

prendere due piccioni con una fava
Raggiungere due scopi con una sola azione. L’espressione deriva probabilmente da un metodo, poco ortodosso, usato per cacciare i piccioni, mediante un filo a un’estremità del quale era assicurata una grossa fava secca. Una volta inghiottita l’esca, il volatile non era più in grado di espellerla, come il pesce che abbocca all’amo.

parlare ostrogoto
Parlare una lingua o un dialetto incomprensibile e di suono sgradevole (quanto all’incomprensibilità, vale parlare greco, turco, arabo), o anche parlare in modo sgrammaticato. Per i civili, anche se decadenti, Romani, la lingua, gli usi e i costumi degli Ostrogoti, calati in Italia nel 489 sotto la guida di Teodorico, erano quanto di più rozzo e detestabile avessero mai conosciuto, e il loro nome passò in proverbio con questi connotati spregiativi.

parlar di corda in casa dell’impiccato
Parlare a uno di cose che gli rinnovano la vergogna o il risentimento, con ciò mostrando grave indelicatezza e mancanza di tatto.

passare in cavalleria
Si dice, scherzosamente, di cosa prestata e non avuta in restituzione, o che si ha motivo di supporre sia stata fatta abilmente scomparire. Quel mio libro non è più saltato fuori: sarà passato in cavalleria. La locuzione viene sicuramente dal gergo militare, ma è incerta l’origine di questo suo uso figurato. Forse per il fatto che la cavalleria era assai più rapida della fanteria.

paese di bengodi
Uno dei vari luoghi di delizia immaginati e descritti dal Boccaccio nel Decamerone. A Bengodi “si legano le vigne con le salsicce” (Dec., VIII, 3), e ogni altro godimento materiale è li, a portata di mano. Si cita nel discorso per magnificare una condizione agiata o, al contrario, come richiamo alla realtà.

paga Pantalone
Si dice per deprecare, ma con una certa fatalistica rassegnazione, gli sperperi del pubblico denaro da parte dello Stato e delle sue amministrazioni. Pantalon de’ Bisognosi è un’antica maschera veneziana della Commedia dell’arte che rappresenta il tipo del padre di famiglia dalla scorza ruvida ma con la polpa tenera, destinato alla fine ad allentare i cordoni della borsa.
Sostituita molto validamente da "Eh io pago...." espressione divenuta celeberrima grazie ad una delle mitiche interpretazioni di Totò....

parce sepulto
Latino: perdona a chi è sepolto. Lo dice lo spirito dì Polidoro a Enea (Eneicle, VI, 853) e si cita per esortare a non parlare male dei morti (e infatti ogni critica ai difetti di un defunto è preceduta dall’espressione abbastanza ipocrita: “Parlandone da vivo..”). Si usa con riferimento a chi, pur avendo causato danni, è già stato punito dalle circostanze e, comunque, non è più in condizione di nuocere.

Parigi val bene una messa
Francese: Paris vaut bien une messe. Così avrebbe risposto Enrico IV di Francia a chi gli rimproverava di aver abiurato le dottrine calviniste (il 25 luglio 1593) facendosi cattolico per accedere al trono. Si suole ripetere a giustificazione di qualche compromesso con la propria coscienza, fatto in vista di un vantaggio pratico.

parla come mangi!
Esortazione, spesso bonariamente ironica, rivolta a chi, per darsi tono, infiora il proprie discorso di inutili paroloni, dei quali magari non conosce neppure il significato. Esortazione valida per tutti a cercare di esprimersi con la massima chiarezza e semplicità.

pietra di paragone
In senso figurato, significa “termine di confronto, criterio, metro di giudizio, prova che chiarisce definitivamente una situazione rivelando il valore o le vere intenzioni di una persona”. La pietra di paragone è una varietà di diaspro (udite, dall’antico nome lapis Lydius, “pietra di Lidia”) usata per saggiare l’oro e accertarne il grado di purezza. Secondo un vecchio detto: “L’uomo ha la pietra di paragone per saggiare l’oro, ma l’oro è la pietra di paragone per saggiare gli uomini”.

pochi, maledetti e subito
Detto popolare riferita ai soldi: meglio un pronto incasso, se pur modesto, che l’incerta speranza di un più lauta guadagna di là da ventre.

politica del carciofo
La fa chi, in politica o altrove, raggiunge i suoi lini gradualmente. cogliendo le occasioni favorevoli a mano a mano che si presentano. Fu Carlo Emanuele III di Sardegna a dire che l’Italia era come un carciofo, da mangiare foglia per foglia, non in un solo boccone.

politica del doppio binario
E’ quella seguita da un partito che, pur aderendo alla maggioranza o facendo parte del governa, con scarsa coerenza collabora, più o meno scopertamente, con l’apposizione favorendone gli scopi.

pot-pourri
Francese, letteralmente: pentola putrida. È un piatto di origine spagnola (olio podrida) a base di carni stufate e verdure varie cotte con esse. Per estensione il termine è passato a indicare un opera composita, quale una scelta di brani letterari a una fantasia di motivi musicali. O anche, con valore spregiativo, qualcosa di riparato, prendendo un po’ qua e un po’ là, un guazzabuglio, un’accozzaglia di cose disparate.

pourparler
Francese: contatto, colloquio preliminare (diplomatico, d’affari o d’altra natura) volto a sondare il terreno, ad avviare una trattativa. Dei “tanto per parlare”, rendendo liberamente il senso originario del termine.

primus inter pares
Latino: primo tra uguali. Lo è chi, in un gruppo di persone di pari grado e dignità, ha maggiore autorità e una più elevata posizione gerarchica. Per esempio, il primo ministro nei Paesi a regime parlamentare, l’ufficiale più anziano che, in mancanza del comandante, ne assume le funzioni.
 
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15 replies since 19/7/2007, 21:30   11930 views
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