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Kees Van Dongen: Il rivale di Matisse

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view post Posted on 21/5/2011, 08:39     +1   -1
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Kees Van Dongen

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Il rivale di Matisse


Fauve, anarchiste et mondain,
Musée d’art moderne, Parigi,
dal 25 marzo al 17 luglio 2011


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Woman with a dog walking on the beach
(1937)

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Gipsy
(1927)

Vent’anni dopo la prima retrospettiva, il museo d’arte moderna di Parigi consacra una nuova mostra a Van Dongen.


Con un riguardo molto diverso per l’uomo e per l’opera: la prima mostra non trascurava alcun aspetto delle avventure del pittore, questa ne dimentica molti pezzi.


La selezione delle opere arriva solo al 1931, risparmiando sugli ultimi 37 anni della sua produzione. <_<


E in particolar modo su quell’infelice viaggio in Germania nel novembre 1941, su invito di Arno Breker, lo scultore ufficiale del Reich.


Il gesto ingenuo, opportunista e imbecille, più che politico, di Van Dongen è comunque segnalato nel catalogo.


L’interesse della mostra sta proprio nel percorso condensato in 115 opere: il sottotitolo “fauve, anarchico e mondano” è pertinente perché quest’ultimo aspetto, di solito disprezzato, è il più interessante. :ok:



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Nel 1905 Van Dongen è stato il più grande rivale di Matisse, specie nell'attribuirsi la paternità del fauvismo. Mentre il francese sceglieva soggetti bucolici nella Joie de vivre, l’olandese dipingeva cabaret o bordelli.



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Le narrateur et Albert Bloch à la maison close



Contrariamente ai colori puri del fauve, Van Dongen sceglie un espressionismo che i suoi concorrenti parigini ignorano e che sarà il punto di forza dei cugini tedeschi del movimento Die Brücke. Al diverso uso del colore, si aggiunge la diferenza ben più stridente delle loro convinzioni politiche: Matisse si dichiara borghese, Van Dongen è anarchico.



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Femme au collant, 1905




BIOGRAFIA



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Van Dongen

Cornelis Theodorus Maria Van Dongen, detto Kees, nasce il 26 gennaio 1877 a Delfschaven, nei pressi di Rotterdam, è il secondo di quattro figli di una famiglia borghese.

Suo padre possiede una piccola manifattura per la lavorazione del malto dove lavorerà lui stesso, come apprendista, a dodici anni.

All'età di quindici anni segue dei corsi serali all'Accademia Reale di Belle Arti di Rotterdam, dove sarà un allievo abbastanza regolare.

Durante questo periodo Van Dongen dipinge con colori scuri sia paesaggi sia vedute di Rotterdam, come anche ritratti di gente comune.

È all'Accademia che Kees incontra la sua futura moglie Guus (Augusta) Preitinger.

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Autoritratto in blu
(1895)

Nel 1895 l'Autoritratto in blu segna l'entrata del colore intenso e brusco nella pittura dell'artista.

Lo stesso anno espone per la prima volta allo Stadelijk Museum di Amsterdam, ed esegue dei disegni per un giornale: il Rotterdamsche Nieuwsblad.

Poco dopo si trasferisce in una stanza che affitta in un quartiere malfamato di Rotterdam.


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Guus Preitinger
(La prima moglie di Van Dongen)
(1910)

Raggiunge Parigi per la prima volta nel 1897, dove un suo compatriota, Ten Cate, lo ospita.

Resta affascinato dalla capitale francese.

Avendo ben pochi soldi, cento fiorini, deve svolgere molti piccoli lavori per poter campare.

Iniziano così dei mesi di miseria.

Per questo l'artista decide di rientrare in Olanda.

Nel 1899 ritorna a Parigi dove si installa da Guus, la sua compagna.

Si lega con Felix Fénéon e conoscerà Maximilien Luce che diventerà suo amico.

L'11 luglio 1901 si sposa con Guus e allo stesso tempo comincia la collaborazione con il giornale L'Assiette au Beurre per il quale preparerà le illustrazioni per un numero speciale dedicato alle prostitute.

A Parigi frequenta il Circo Medraro, il Caffè Azon e il Bauteau Lavoir, dove conosce Piccasso, Vlamnick e Derain.

Grazie a Signac e a Luce espone al Salon des Indépendents nel 1904.

Sempre in questo periodo espone al Salon d'Automne e ottiene di poter fare un'esposizione individuale da Vallard.



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Torse (1905)



Durante gli anni che seguono Kees partecipa a numerose esposizioni, in particolare al famoso Salon d'Automne del 1905.

Nasce sua figlia Augusta (Dolly), il diciotto aprile 1905 e trasloca al Bateau Lavoir dove si lega con Picasso con il quale diventerà un frequentatore assiduo del Circo Medraro.



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Dolly (Il quadro dedicato alla figlia Agusta) - 1905



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Femme au chapeu (1907)

Continua ed esporre a Parigi come a Rotterdam e grazie a Féneon, la galleria Bernheim Jeune acquista alcune sue opere.

Da febbraio ad agosto 1907 soggiorna in Olanda con la sua famiglia e al suo ritorno a Parigi, avendo abbandonato il vecchio domicilio, si stabilisce per un certo periodo da Piccasso, poi si trasferirà in Rue Lémarak.

Van Dongen prende contatto con il gruppo Die Brücke grazie a Pechster che viene a trovarlo nella capitale francese, nel mentre continuerà con le esposizioni in tutta la città (firma un contratto con la galleria Bernheim Jeune).

La sua indole di viaggiatore lo portò a compiere numerosi viaggi; attratto in modo particolare dalle culture mediterranee, dal 1910 al 1912 compì numerosi viaggi in Spagna, Italia, Marocco, Tunisia ed Egitto, che lo resero più colto e raffinato.

Nelle opere di questi anni Van Dongen ritrae la società del suo tempo con occhio critico e ironico e con uno stile brillante ed aggressivo, che tiene conto sia dei colori accesi e vivaci dei fauves, sia delle semplificazioni formali del cubismo, sia delle esperienze emotive dell'espressionismo: nasce così uno stile particolare, una fusione di diverse esperienze che porta verso una pittura diretta ed aggressiva.

La sua tavolozza particolarmente ricca esprime una potente vitalità, passionale e sensuale, indipendentemente dai soggetti scelti: la vita del circo e dei cabaret, le ricche dame dell’alta borghesia (che si contesero i suoi ritratti), la sfrontatezza di nudi provocanti e lussuriosi, la purezza e l’innocenza dei bambini, i ricordi dei suoi viaggi, le nature morte.

Questi temi ricorrenti vengono trasportati nel suo spazio pittorico, in una dimensione più vicina alla fantasia che alla realtà, dove lo sfondo scompare, i contorni si fanno netti e i colori si infiammano di vita propria.

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Fernande Olivier (1907)



Si notano la libertà nelle linee, la vivacità nei colori e l’attenzione agli aspetti decorativi tipiche dei fauves, in particolare di Henri Matisse e di André Derain: i rapidi tocchi di colore intenso, in cui sono abilmente dosate le tinte calde e quelle fredde, danno movimento e incisività alla scena, la brillantissima luce evidenzia forti contrasti di tono, il disegno è volutamente trascurato, il rifiuto delle tradizionali regole della prospettiva e del chiaroscuro porta a piani schiacciati e senza profondità, in cui l’ambientazione è ridotta ai minimi termini, con personaggi che fluttuano in uno spazio privo di gravità.

Van Dongen accetta inoltre la semplificazione geometrica dei primi paesaggi cubisti di Pablo Picasso; queste soluzioni stilistiche gli permettono di variare il ritmo della composizione, giocando sul contrasto tra curve sinuose.

Nello stesso tempo compaiono alcuni elementi più vicini all’espressionismo: mentre i fauves trattano i loro soggetti da un punto di vista puramente descrittivo, con poche allusioni di natura psicologica o sociale, i ritratti di Van Dongen vanno al di là della semplice rappresentazione e ricercano valori emotivi e simbolici attraverso un’analisi impietosa della società in cui vive, proprio come stavano facendo negli stessi anni gli espressionisti tedeschi.

Al ritorno dall'estero espone nuovamente al Salon des Indépendents e al Salon d'Automne.

La galleria Bernheim Jeune gli organizza due esposizioni individuali.

Nel 1912 diventa professore all'Accademia Vitti di Montparnasse, si trasferisce in Rue Rochereau e partecipa a numerose esposizioni internazionali: San Pietroburgo, Londra e Bruxelles.



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Tableau [la modella è Augusta Preitinger] (1913)

Quando, un anno dopo, esporrà alla Galleria Bernheim Jeune, si noterà un nuovo cambiamento di stile, ma un viaggio in Egitto farà rinascere il suo fauvismo.

Provoca scandalo al Salon d'Automne con il suo quadro intitolato Tableau

Sua moglie, con la figlia, partono per Rotterdam, ma Kees non può raggiungerle perchè scoppia la guerra che lo blocca a Parigi.

Incontra allora Lea Jacob, detta Jasmy, con la quale si trasferisce a Villa Saïd.

La Galleria Bernheim Jeune, a causa della guerra, è costretta a rompere il contratto.

Durante questi anni Kees scopre la moda, il jazz e il balletto.

Nel 1918 la guerra finisce e il nostro artista rompe del tutto con la sua famiglia.

Van Dongen si afferma come il pittore attirato da una certa società parigina ed espone in tutta Europa, illustrando nel frattempo diverse opere letterarie.

Nel 1920 conosce Anatole France e decide ormai di esporre direttamente nel suo atelier. Poco dopo effettua un viaggio a Venezia.

Nuovo scandalo: il suo Ritratto a Maria Ricotti è tolto dal Salon d'Automne perchè aveva presentato un numero eccessivo di dipinti; ma il pubblico prende la sua parte: la sua notorietà è ormai acclamata.



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Maria Ricotti dans L'enjoleuse (1921)



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Biarritz (1923)

Si trasferisce in Rue Juliette Lambert.

Tutta la Parigi dell'arte e della finanza posa per il pittore.

Nel 1925 appare la prima monografia dedicata a Van Dongen firmata Édmond de Courrières.

L'anno successivo Kees è nominato Chevalier de la Légion d'honneur e nel 1927 l'autore redige la sua biografia mascherandosi dietro Rembrandt.

Durante lo stesso anno lascia Jasmy Jacob e poi parte per il suo secondo viaggio in Egitto.

1929. Anno fondamentale per Van Dongen: ottiene la nazionalità francese.

Il Crack di Wall Street marca la fine degli anni folli. Le comande si rarefanno e un sentimento di dubbio si installa.

Come se non bastasse, a marcare l'inizio degli anni '30, sopraggiunge la morte del padre.

Kees si trasferisce in una grande casa a Garches.

Come tutti i pittori dell'epoca, vende sempre meno, ma preferisce smettere ogni tipo di commercio piuttosto che abbassare i prezzi.

Trasloca nuovamente in un immenso atelier vicino al Parco Monceau.

Nel 1935 viaggia in America e passa parte dell'estate a Deauville.

L’anno successivo la crisi sembra essere terminata: tutta l’alta società, europea e non si fa ritrarre dall’artista.



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Venise n°2, Le Manteau de Cygne,
(1925-1930)

Il 1937 è un anno importante, in quanto le opere di Van Dongen fanno il giro del mondo.

Le esposizioni si susseguono, in francia come all’estero.

Poco dopo il pittore conosce una donna di nome Marie-Claire con la quale si sposerà nel 1953, e dalla quale avrà un figlio (Jean-Marie) nel 1940.

Nel novembre del 1941 partecipa ad un memorabile viaggio in Germania organizzato dallo scultore Bruno Breker.

Molti artisti, tra cui Derain, Vlaminck, e Belmondo, prendono parte all’impresa.

Purtroppo il soggiorno suscita troppe emozioni e troppe gravi polemiche, così la grande retrospettiva intitolata ”Van Dongen, Cinquant’anni di pittura” , organizzata al suo rientro, viene clamorosamente boicottata.

Durante il periodo della guerra il pittore espone una sola volta al Museo di Belle Arti di Bordeaux e illustra alcuni libri di Voltaire e di Pruost.

Il 1946 è segnato dalla morte di sua moglie Guus.

Nel 1948 ritorna a Deauville dove ritrova la sua vecchia clientela dell’anteguerra. La sua fama ritorna così ad essere quella di una volta.

La Galleria Charpentier ripropone la grandiosa retrospettiva su Van Dongen a sette anni di distanza dal primo tentativo, e questa volta ottiene un grande successo.

Alla fine dello stesso anno (1949), il pittore compera una villa a Monaco che battezza le Bateau-Lavoir.



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Uno dei quadri più famosi di Kees van Dongen: Tango of the Archangel (1922)



Durante gli anni successivi continuano le numerose esposizioni in tutto il mondo, anche se l’artista non viaggi più molto volentieri.

Nel 1953 si sposa con Marie-Claire e si stabilisce definitivamente a Monaco.

1967: Van Dongen compie novant’anni.

Il Museo Nazionale di Arte Moderna di Parigi, poi il Museo Boymans-Van Beuningen di Rotterdam celebrano il suo anniversario con una retrospettiva comprendente 164 opere.

Il 28 maggio 1968 il celebre pittore muore a Monte Carlo. Stranamente la sua morte, a Parigi, passa inosservata. :boh:


 
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