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Dizionario dei Modi di Dire per ogni occasione
U
uovo di ColomboLa cosa più ovvia, la soluzione semplice e geniale cui però nessuno aveva pensato. Secondo l’aneddoto, il grande navigatore riuscì a fare star ritto un uovo, impresa che agli astanti appariva impossibile, ricorrendo a un piccolo espediente: schiacciandone il guscio a una delle due estremità.
usare il bastone e la carotaRicorrere alle buone o alle cattive maniere, secondo le circostanze, per piegare uno alla propria volontà, come si fa con cavalli e somari. L’espressione fu usata da Winston Churchill in due discorsi del 1943 per indicare la politica che intendeva seguire nei confronti dell’Italia.
ubi bene, ibi patriaLatino:
ove il bene, ivi la patria. Motto un po’ cinico, derivato da Cicerone (Tusculane, V, 37, 108): la patria è là dove si sta bene, in ogni senso; la parte ove stanno i propri interessi.
utile idiotaÈ lo sciocco zelante che si adopera per i fini di altri i quali, quando non sia più utile, lo abbandonano alla sua sorte. In politica così furono definiti, da Stalin, quegli intellettuali dei Paesi capitalisti che, senza appartenere a partiti comunisti, ne fiancheggiavano l’azione.
ubi màior, minor cessatLatino, letteralmente:
dov’è il maggiore, cessa il minore. Quando entra in scena un personaggio di rango superiore, l’autorità dei subalterni e le loro decisioni sono, o possono essere, revocate. O anche: di fronte a necessità o problemi più importanti, gli altri passano in seconda linea, in logico ordine gerarchico.
una tantumPer una volta soltanto. L’espressione, parzialmente latina, è usata nel linguaggio giuridico e amministrativo con riferimento a una prestazione, un pagamento, un’imposta a carattere straordinario, o quanto meno dichiarata tale.
unicuique suumLatino:
a ciascuno il suo. Massima del diritto romano ispirata a vari passi di Cicerone. Si ricorda per affermare che è compito della giustizia — e dovere del giusto — attribuire a ciascuno ciò che gli spetta, e anche per richiamare a distinte responsabilità e competenze.
uomini siate, e non pecore matte...Verso dantesco (Par., V, 80) che si ripete per esortare ad agire con discernimento, coerenza e chiarezza di idee.
uomo della stradaÈ la traduzione dell’inglese
the man in the street, ripreso dai Francesi con l
’homme de la rue: frase con cui si indica il passante qualsiasi chiamato a giudicare alla luce del suo semplice buon senso una cosa di pubblico interesse. Il cittadino medio e, per estensione, l’opinione pubblica.
uomo di pagliaSi dice di una persona che agisce in un affare (non sempre pulito) per conto e nell’interesse di un’altra che preferisce non figurare, restando dietro le quinte. Ha valore spregiativo. Sembra che fossero chiamati cosi i fantocci, in gran parte imbottiti di paglia, usati nelle “giostre” medievali di cui alcune (quali la giostra del Saracino, della Quintana) si corrono ancor oggi, in omaggio al folclore, in certe città italiane come Foligno, Arezzo, Asti.
uomo qualunqueIn sostanza, è ancora l’uomo della strada ma, essendo diventato la denominazione di un partito fondato da Guglielmo Giannini nel secondo dopoguerra (partito che raccoglieva i voti di quanti erano disgustati delle bizantine astrattezze dei politici e delle stesse istituzioni democratiche) agli orecchi della maggioranza suona come una definizione offensiva riferita a persona gretta, chiusa nel suo privato e sorda alle istanze sociali.
urbi et orbiLatino:
alla città e al mondo. Formula indicante le benedizioni solenni che il Papa impartisce alla città per antonomasia, ossia a Roma (di cui è vescovo) e al mondo intero. Scherzosamente, si dice di cosa risaputa, nota a tutti.
uscire a piedi avantiFamiliare eufemismo per “morire”, dal modo tradizionale di trasportare i defunti deposti nella bara.
uscire dal seminatoIn senso figurato, uscire dall’argomento in discussione; o anche, discostarsi da regole di comportamento che andrebbero rispettate.
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V
volere la botte piena e la moglie ubriacaVolere un vantaggio senza fare, in cambio, alcun sacrificio; mirare contemporaneamente a due scopi contrastanti, incompatibili tra loro.
vade retro, Sàtana!Latino: va’ indietro, Satana! Frase che si dice, di solito in tono scherzosamente scandalizzato, per respingere le lusinghe di chi vuole indurci a fare ciò che non possiamo o non vogliamo fare. Con queste parole Gesù scacciò il diavolo che lo tentava per la terza volta dopo il digiuno di quaranta giorni nel deserto (Matteo, 4, 10).
voi sonerete le vostre trombe e noi soneremo le nostre campaneFu la fiera risposta (riportata in varie versioni) che Pier Capponi diede a Carlo VIII re di Francia il quale, calato in Italia nel 1494 e apprestandosi a entrare in Firenze, voleva imporre alla città condizioni e tributi intollerabili. Si ripete a volte, nell’uso colto, per affermare la volontà di non piegarsi senza combattere alle pretese di qualcuno.
vecchio bacuccoSi dice, scherzosamente e impietosamente, della persona anziana, debole e rincitrullita, o quanto meno di idee retrograde. Per deformazione popolaresca di Abacùc, nome di un profeta biblico la cui statua, opera di Donatello, orna il campanile di Santa Maria del Fiore e che i Fiorentini soprannominarono affettuosamente “lo zuccone”.
vedove biancheEspressione usata nel giornalismo per designare le mogli di molti emigrati all’estero (specie dal Meridione) rimaste al paese, le quali rivedono così raramente i mariti che, pur non vedove, è come se lo fossero.
veni, vidi, viciLatino: venni, vidi, vinsi. Parole che si ripetono, generalmente con enfasi scherzosa.. per commentare la pronta e felice riuscita di un’impresa. Tramandate alla storia per il loro stile telegrafìco. con esse, secondo Plutarco (Vita di Cesare, 50, 6), Giulio Cesare annunciò la fulminea e decisiva vittoria da lui riportata contro Farnace, figlio di Mitridate, re del Ponto, nel 47 a.C. presso Zela (l’odierna Zile in Turchia).
verba volant, scripta manentLatino: le parole volano, le cose scritte restano. Antico proverbio citato per ricordare che quanto è scritto ha ben altro valore che quello delle semplici parole, e quindi per sottolineare l’opportunità o l’inopportunità di metter nero su bianco.
voltar gabbanaCambiare idee e partito secondo l’interesse del momento; lo stesso che mutar casacca . Il gabbano (variante più usata di gabbana) era anticamente un pesante soprabito con cappuccio, di origine araba.
vissutoSostantivato, il participio passato vissuto da anni va per la maggiore nel senso psicologico di “contenuto delle esperienze passate”, o anche solo come esperienza quotidiana” o “esistenza (pura e semplice)”. C’è il vissuto scolastico, il vissuto della coppia e quant’altri se ne vogliano, tutti da usare con molta parsimonia.
versare lacrime di coccodrilloMostrare un dolore che non si prova; pentirsi, con dubbia sincerità, di un male che si è deliberatamente provocato. Era credenza antica che il coccodrillo, divorata una grossa preda, e in particolare un uomo, piangesse per il rimorso. Ma la credenza era falsa; semmai, la supposta lacrimazione del coccodrillo sarebbe dovuta al fatto che l’uomo è comunque un cibo indigesto.
vittoria di PirroSi dice di un successo che reca più danni che vantaggi, effimero, presupposto di una immancabile e definitiva sconfitta. Pirro, re dell’Epiro, riuscì a battere i Romani a Eraclea e ad Ascoli Satriano, nel 280 e 279 a.C., ma a tale prezzo da indurlo ad abbandonare l’impresa.
vox pòpuli, vox DeiLatino: voce di popolo, voce di Dio. Proverbio latino di origine medievale citato per affermare che i giudizi, le convinzioni (o talvolta le mormorazioni) della maggioranza corrispondono al vero o hanno almeno un alto grado di attendibilità.
vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandareVersi danteschi (Inf., III, 95-96 e V, 23-24) che si richiamano, in genere citando solo il primo, per sottolineare l’inutilità di opporsi a un ordine che appare arbitrario, di voler modificare una situazione decisa da chi può imporre ad altri la propria volontà senza dover rendere conto a nessuno. E un invito, amaramente ironico, alla rassegnazione.
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Y
yes man Inglese: uomo del sì. Così è chiamata, dagli anglomani, quella persona che dice sempre di si al superiore, al datore di lavoro, in qualche caso per quieto vivere, più spesso per opportunismo carrieristico. In ogni caso, si tratta di un apprezzamento dispregiativo.
yé-yéCosì si definiva lo stile ritmica, scandito dalla frequente ripetizione del suono vé (che è uno ves, un si strascicato e deformato) adottato da molti autori ed esecutori di musica leggera americana in tempi non lontani. Per estensione, il termine passò a indicare i giovani imitatori e ammiratori (i fans,) ditali musicisti, dei loro atteggiamenti e fogge del vestire.
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FINE