Il Forum delle Muse

Posts written by Filokalos

view post Posted: 9/10/2012, 14:49     Campione del Garda - Un resort o solo una speculazione?... - Kronos
Grazie anche a nome di tutti quelli che si sono spesi per dare un loro apporto a questa discussione.... :ok:
view post Posted: 9/10/2012, 14:27     Campione del Garda - Un resort o solo una speculazione?... - Kronos
Oh, finalmente una testimonianza da parte di un possibile fruitore di questo progetto!
Se n'è discusso talmente tanto anche in questo angolo di Web (che di solito non ha la fortuna di avere molti commenti alle proprie pagine) che c'è da presumere che anche in loco non sia andato tutto liscio com'era nella mente dell'imprenditore...
Il luogo meritava sicuramente una particolare attenzione ma non certamente una bassa speculazione.
Spero che chi ha acquistato o chi contasse di farlo non rimanga con un pugno di mosche e che possa godersi la bellezza impareggiabile dei luoghi...
view post Posted: 9/10/2012, 10:04     Kingman U.F.O. Crash - Dimensione Ignoto


Kingman U.F.O. Crash

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Dopo l'incidente di Rosmell,
un altro strano velivolo precipita
in territorio statunitense.
Questa volta, però, il governo americano
sembra più preparato a simili eventi...



Nevada, 20 maggio 1953
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Fritz Werner sta lavorando a un progetto segreto del governo USA.

Il suo compito è misurare la forza delle radiazioni sprigionate durante i test nucleari compiuti nel deserto del Nevada.

Secondo quanto racconterà anni dopo, quel giorno viene convocato dal direttore per un incarico top secret: un jet sperimentale è precipitato in un volo di prova e lui dovrà esaminarne il relitto.

Phoenix, Arizona, 21 maggio
Werner scende dall'aereo con cui raggiunge il luogo di destinazione e viene condotto a bordo di un autobus con i vetri oscurati.
Ci sono altri quindici passeggeri oltre a lui.

L’atmosfera, più che di segretezza, sembra di cospirazione.

I passeggeri ricevono l’ordine tassativo di non scambiarsi nemmeno una parola durante tutto il tragitto.

La loro destinazione è Kingman, nei pressi del parco nazionale del Grand Canyon.




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Kingman, Arizona, alcune ore più tardi

È ormai sera quando l’autobus raggiunge l'area dell'incidente, interamente circondata da personale militare.

L’aereo non ha l'aspetto di un velivolo comune. È un disco di circa nove metri di diametro, parzialmente sprofondato nel terreno.

Werner viene incaricato di stimare, in base alle condizioni del relitto, la velocità al momento dell'impatto.

Lo scienziato però si convince che l'oggetto sia di provenienza non terrestre.

Insospettito, approfitta di un momento di distrazione dei militari per sbirciare all'interno di una tenda montata nelle vicinanze.

Disteso su un lettino da campo c’è il corpo di un essere umanoide, alto circa un metro e venti, con indosso una tuta argentea.

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Dayton, Ohio, 22 maggio 1953

Dal 1948 la base aerea di Wright Patterson è sede del progetto di ricerca sugli UFO del governo statunitense (FTD) e, dall’incidente di Roswell in poi, diventa la destinazione di ogni relitto di velivolo non appartenente all'Aeronautica americana.

Secondo le successive dichiarazioni di un anonimo pilota di stanza alla base, proprio lì vengono recapitate delle casse provenienti dal deserto dell’Arizona.

Su alcuni frammenti del disco volante sono riconoscibili caratteri di scrittura che al pilota ricordano il sanscrito.

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<p align="center">La base aerea di Wright Patterson

Insieme al relitto però arrivano anche tre contenitori frigoriferi con altrettanti cadaveri: i corpi di tre umanoidi, alti circa un metro e venti.
Il governo USA non ha mai confermato né smentito questo episodio.



La verità di Kingman

Nonostante Werner avesse firmato una dichiarazione secondo la quale avrebbe dovuto tenere per sé ciò che aveva visto, la convinzione che il governo stesse nascondendo alla popolazione la verità sui dischi volanti lo indusse a contattare alcuni ufologi.

Dapprima questi ultimi non gli credettero. Werner non poteva infatti portare prove o testimoni dell'episodio che, a differenza di Roswell, era stato tempestivamente controllato e occultato dalle autorità.

La svolta si ebbe solo quando l’esperto di ufologia Léonard Strindberg parlò con l'anonimo pilota della base di Wright Patterson: la sua storia aveva molti punti di contatto con quella di Werner e ne era un'indiretta conferma.

Tutto indusse quindi a pensare che, dopo Roswell, il governo USA avesse allestito un centro segreto per l'esame di relitti e naufraghi dello spazio.



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La dichiarazione giurata di Fritz Werner sullo schianto UFO avvenuto il 21 maggio 1953

L'Orlando Paranormal Examiner riferiva che il direttore del MUFON, David MacDonald aveva fatto il suo annuncio relativo al ricercatore Drew Harry che sosteneva di aver individuato due siti UFO crash nella regione di Kingman, Arizona.

Drew aveva dichiarato che a far precipitare l'Ufo fosse stato un impulso radar a piena potenza nel 1953 che il personale militare rapidamente recuperava e ne ripuliva il relitto.

L'archeologo e storico, incluse le foto e la documentazione dei siti in una sua conferenza, così come le informazioni presentate in contraddizione con le storie del passato relative al caso che vennero presentate e riportate originariamente da Raymond Fowler che per primo aveva rotto il silenzio nel 1973.

Fowler affermava che le sue informazioni erano fornite da Fritz Werner che è stato in seguito identificato come Arthur Stansel.



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Stansel era impiegato presso il comando Air Material a Wright Patterson Air Force Base in Dayton, Ohio.

Si era laureato presso l'Università dell'Ohio nel 1949 con una laurea in ingegneria meccanica e motori per aerei successivamente testati per l'Air Force.

Stansel dichiarò che era stato coinvolto nell'indagine preliminare top-secret, su di un UFO precipitato da qualche parte nel deserto intorno a Kingman.

Il Dr. Eric Wang, che era sospettato di guidare una squadra di retro-ingegneria su astronavi aliene,era a capo della Divisione Impianti all'interno dell'Ufficio di Studi Speciali Stensel in cui lavoravano.

Stansel aveva firmato un atto legale per confermare l'onestà della sua testimonianza, che è stata rilasciata da Ray Fowler in UFO Magazine, in aprile 1976. Già nel 1973, un uomo di nome Arthur Stansel - con lo pseudonimo di Fritz Werner - aveva redatto una straordinaria e controversa dichiarazione giurata relativa al presunto UFO che si era schiantato a Kingman, Arizona due decenni prima.

La sua dichiarazione giurata citava quanto segue "Io, Fritz Werner, giuro solennemente che durante un incarico speciale con la US Air Force, il 21 maggio 1953, ho assistito nelle indagini su un oggetto sconosciuto che si è schiantato nei pressi di Kingman, Arizona. L'oggetto era costruito con un metallo sconosciuto che somigliava all' alluminio lavorato ed era interrato in una ventina di centimetri nella sabbia, senza alcun segno di danno strutturale. Era ovale e di circa 30 metri di diametro e un portello aperto era abbassato in verticale ".



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Stansel Werner

Stansel Werner continuava: "Era di circa 3-1/2 metri di altezza e 1-1/2 piedi di larghezza. Sono stato in grado di parlare brevemente con qualcuno del team che avevano guardato all'interno per pochi secondi. Vidi due sedili girevoli, una cabina ovale, e molti strumenti e display. Venne montata una tenda vicino all'oggetto riparando i resti dell'unico occupante dell'imbarcazione. L'Essere era di circa 4 metri di altezza, carnagione scura marrone e aveva 2 occhi, 2 narici, 2 orecchie e una bocca piccola rotonda. Era vestito con un indumento argenteo e metallizzato; indossava un copricapo composto da materiale dello stesso tipo ed era senza alcuna protezione sul viso. Dichiaro che la dichiarazione di cui sopra è veritiera, apponendo la mia firma a questo documento il giorno 7 giugno 1973."



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Il 21 maggio, 1953 Stansel veniva chiamato dal suo capo ed istruito per un incarico speciale presso la Forza di Indian Springs Air Base dove veniva raggiunto da 15 altri specialisti, poi trasferiti con un aereo militare a Phoenix dove presero un autobus con i vetri oscurati viaggiando per circa quattro ore.

Quando arrivarono a destinazione da qualche parte a sud-est di Kingman in uno dei lavaggi dei Monti Hulapai, venivanoraggiunti e informati da un colonnello dell'Air Force che aveva detto loro che stavano per indagare sullo schianto di un velivolo di prova super-segreto.

A Stansel e agli altri specialisti sul bus era stato detto di non parlare tra loro in qualsiasi circostanza.



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Il compito di Stansel era di determinare le velocità e le caratteristiche di volo del velivolo quando era schiantato nella sabbia dopo essere stato scortato dalla polizia militare sul luogo dell' impatto.

Delle forti luci illuminavano il disco, che sembrava essere costituito da due piatti ovali convessi invertiti uno sull'altro per circa 30 metri di diametro che era sprofondato nella sabbia per circa 20 pollici.

Dagli elementi emersi sul luogo dell' impatto, Stansel aveva stabilito che il disco si era schiantato a una velocità di 100 nodi e non aveva ammaccature, segni o graffi sulla sua superficie in alluminio annerito.



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Un altro specialista aveva guardato all'interno dell' oggetto attraverso un portello di 3,5 x 1,5 metri che era aperto rivelando una interna cabina ovale con due sedili girevoli e molti strumenti.

Mentre erano di nuovo sul bus durante il viaggio di ritorno, gli studiosi furono costretti a firmare degli atti ufficiali "Segreti" ai quali fu detto di non riferire a nessuno di questo incidente.

Fowler svolse numerosi controlli sull'integrità e sulle veridicità delle dichiarazioni di Stansel e tutti coloro che lo conoscevano dichiaravano che era un uomo di notevole integrità e capacità scientifica.

Un'altra storia a sostegno del crash vicino a Kingman del 1953 venne fornita dal ricercatore UFO Leonard Stringfield nel 1977.



Un uomo che era nella Guardia Nazionale di Wright Patterson aveva sostenuto di essere stato testimone di una consegna proveniente dal "luogo dello schianto in Arizona" nel 1953.



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Il testimone dichiarò che 3 corpi furono recuperati e conservati nel ghiaccio secco; la loro statura misurava 4 metri, ed avevano grandi teste e la pelle marrone.

L' annuncio del primo blockbuster del MUFON dello scorso weekend è stato che erano stati donati sessanta volumi di incartamenti meticolosamente conservati e la documentazione relativa al crash e alla ricerca di Stringfields Leonard.

Così le informazioni di Drew e le carte di Stringfield sembrano andare di pari passo.

Va notato che diversi ricercatori UFO nel momento in cui Fowler rese pubbliche queste informazioni ritennero che tutto ciò fosse una bufala.

Questo non era un fatto insolito nel 1960 e 70, poiché il governo aveva rilasciato molto materiale con lo scopo di creare confusione e intenzionale disinformazione sulla credibilità degli avvistamenti UFO.

Inoltre, il ricercatore Harry Drew stava per rilasciare alcune informazioni aggiuntive e credibili relative a questo caso che stava per essere considerato un caso limite UFO.



Edited by filokalos - 9/10/2012, 15:47
view post Posted: 2/10/2012, 18:49     Musica Classica che Passione - Discografie
Certo è che fa una certa impressione vedere Cecilia Bortoli combinata come Sinead O'Connors...

sinadoconnorprecioussin

missionkw





:paula:

view post Posted: 2/10/2012, 15:37     Attori, Spettatori, registi? - Ascra
Il guaio è che spesso siamo a mala pena spettatori e spesso siamo pure distratti... :rolleyes:
view post Posted: 2/10/2012, 15:34     Che cos'è per voi la fortuna? - Ascra

Beh, parlando di fortuna, si può dire che è vero che spesso bisogna aiutarla a trovare la strada che porta a te, ma capita, ahimè spesso, che si perda e finisca là dove non è stato fatto alcuno sforzo.

Ciò nondimeno, cercare di realizzare i propri progetti a prescindere da una più o meno alta dose di "imponderabilità" (o per dirla alla maniera greca di "botta di culo" :D ) dovrebbe essere alla base di ogni idea che si vuole realizzare, confidando il meno possibile su "aiuti" esterni e cercando di metterci il massimo dell'impegno...

Le Muse e stelle sapranno poi apprezzare... ^_^

view post Posted: 30/9/2012, 08:48     Scogliere romantiche - Viaggi

Scogliere romantiche

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Accompagnati dal vento
tra brulichii di api, ostriche
e aragoste di prima qualità.





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Il Faro dell'Île Vierge

I fari e la costa
La costa della Bretagna è una delle più pericolose al mondo e per questo ha numerosissimi fari.

Molte torri sono state coraggiosamente costruite in mare, lontano dalla zone pericolose, dotate del sistema di lenti ideate nel 1823 da Augustin Fresnel. Oggi sono automatizzati e si è persa la figura del guardiano del faro.

A Ouessant vi è il più potente faro del mondo, mentre la piccola Île Vierge vanta il più alto d'Europa.



Saint Malo
Una passeggiata sui bastioni delle mura della città al tramonto è uno spettacolo indimenticabile.

E anche la potenza della marea che qui potrete osservare a vista d'occhio mentre sorseggiate un bicchiere di sidro.

Quando la marea è bassa attraversate il canale che vi porta all'Île du Grand Bé dove è sepolto lo scrittore Chateaubriand.



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Saint-Malo: Fort National



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Pointe du Raz
È un tratto di costa che non ha rivali in Francia. Scogliere di erica e ginestre a picco sul mare sotto di voi e davanti solo l'America.

Pointe di Raz è collegata a Pointe du Van con un meraviglioso sentiero panoramico che corre lungo la costa.

Vale la pena dedicarci un pomeriggio.



520rb

All’aria aperta

La costa bretone è il paradiso della vela, in particolare le aree del Golfo di Morbihan e delle acque costiere del Finistère, mentre le isole attraggono con i loro porti e gli ottimi servizi forniti. In tutte le località si noleggiano tavole da (kite)surf, piccole imbarcazioni a vela o catamarani.
Per informazioni Ligue Bretagne de Voile oppure Point plage
Se navigate con la vostra barca, Nautismeper tutte le notizie sui porti della regione.



Presqu'Île de Quiberon

Le piste ciclabili vi invitano a fare su e giù per la penisola. Se l'avete lasciata a casa, noleggiatene una da Cycle Loisir a Quiberon.
Se invece volete vedere dall'alto Quiberon e pesate meno di 95 kg potete fare un salto nel vuoto in tandem con il paracadutista Thierry Bovard: emozioni garantite. :ok:

Oppure potete vederla da sotto e immergervi con l'Ecole Francaise de Plongée di Quiberon alla scoperta di relitti come la barca norvegese “Carl Bech” che affondò nel 1911





Musica celtica

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La musica celtica è antica di secoli e oggi rivive con giovani band che mescolano i suoni tradizionali della cornamusa, dell'arpa o del flauto con nuovi suoni e nuove interpretazioni.

Tra gli esecutori più in voga, Kohann e Yann Raoul, che canta alcune delle sue composizioni in bretone.

Un club gettonato per esibizioni dal vivo: L'Omnibus (Rue des Acadiens, St. Malo), dove suonano regolarmente nuovi gruppi.

Coloro che preferiscono il classico possono seguire il Festival de la Saint-Loup, Guingamp, dove la scena incontra la danza tradizionale bretone (Place du Vally).

C'è anche un'etichetta locale che produce musica celtica: Keltia Musique.



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Un'immagine dal Festival de la Saint-Loup



Museo del miele
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Brulichio di api e un dolce ronzio vi condurranno alla Ferme Apicole de Terenez.

Sulla strada per Crozon, è una deviazione che vi illustrerà i metodi di estrazione del miele e la fabbricazione di torrone e hydromel (bevanda alcolica fermentata a base di acqua e miele).

Qui si può anche dormire e una dolcissima colazione vi attende al risveglio con i prodotti artigianali dell'azienda.



I sapori

Vietato stare a dieta e confondere galettes e crêpes.
Le prime sono salate e originarie di questa zona; le seconde dolci. Entrambe sono piegate come una busta, servite su un piatto e si mangiano con le posate.
Si accompagnano con le beurre de Bretagne, un burro salato e cremoso paradisiaco e da una boléè di sidro bretone.
Premiati anche gli amanti del pesce: qui aragoste, cozze e ostriche sono di prima qualità.



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Crêperie Corps de Garde Saint-Malo

Crêpes con vista mare direttamente dal centro storico, sulla terrazza riscaldata dell'antico corpo di guardia. Lussureggianti crêpes con dosi generose di burro salato.





TyCoz, Morlaix
Tipico pub bretone in una casa sulla baia (XV sec) nella Città Alta. Se fuori fa freddo, la padrona accende il camino, antico di 600 anni. Al bar si serve la Coreff, una forte birra alla spina.

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Taverne de la Marine Rennes

Elegante bistrot, tipicamente francese, serve pranzo a prezzi ragionevoli. Il soprannome dice tutto: Brasserie de la Mer, con menu tutto di pesce.



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Gli eventi



Mille Goules
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Seconda metà di settembre per celebrare le gallo, la lingua d’oil della Bretagna dell’est, lingua romanza (a differenza del bretone che appartiene al ramo celtico) riconosciuta accanto al francese come lingua ufficiale della zona.




American Film Festival

Non è celebre come Cannes, ma il festival sul cinema americano di Deauville presenta prime visioni di nomi del grande schermo. ^_^




Quaidesbulles
L'ultimo fine settimana di ottobre 400 fumettisti si ritrovano a Saint-Malo e la trasformano in una tavola colorata.

Un evento imperdibile con più di cento padiglioni.




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Yaouank

Dal 1° al 17 novembre musica e cinema dei giovani si incontrano a Rennes.

Yaouank in bretone, significa «giovane» e il festival è noto per la sua serata finale, il più grande fest-noz del mondo: dalle 17 del sabato alle 5 del mattino della domenica si danza per 12 ore. :blink:



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:saluto:



Edited by filokalos - 6/10/2012, 17:08
view post Posted: 29/9/2012, 16:29     Dolcissima Sharapova - Mercurio

Dolcissima Sharapova



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Maria Sharapova ha lanciato la sua 'linea' di caramelle.
La tennista russa, attuale n.3 del tennis mondiale,
le ha presentate in un evento a New York
presentandole come
"caramelle che fanno impazzire le ragazze come me".




C’è più gusto a tifare Maria Sharapova. ^_^

Che fosse bella e brava era già cosa nota, la dolcezza invece è una novità.



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Bionda, altissima (1 metro e 88) e longilinea, la venticinquenne campionessa russa, con un physique du rôle da modella e svariati premi incassati sul campo da tennis (ha vinto a giugno gli "internazionali" di Parigi meglio noto come Roland Garros), ha scelto di legare il suo nome a una linea di bon bon.

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La nuova marca di gomme, caramelle, liquirizie e dolcetti si chiama Sugarpova


La tennista, con il più zuccheroso dei sorrisi, ha lanciato questo "brand", inaugurando la sua prima vetrina di dolciumi sulla Fifth avenue a New York.



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Dieci le varietà di caramelle (inevitabile, la linea di gomme a forma di pallina da tennis), tutte rappresentate da un provocante logo: una bocca femminile rossa e carnosa.

La stessa "Masha" (come amano chiamarla i suoi fan) ha dichiarato: «È il mio progetto più entusiasmante perché si tratta di un mio business».

E i fondi certo non le mancano: dal 2005 è l’atleta donna più pagata al mondo, circa 26 milioni di dollari all’anno grazie ai risultati sul campo e ai contratti multimilionari con gli sponsor.



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Le Sugarpova non si troveranno nei comuni negozi di dolciumi. Sarà possibile infatti acquistare tubetti e sacchetti delle gustose caramelle solo su internet, sul sito ufficiale di Maria al prezzo di 5 dollari.

Una parte del ricavato sarà devoluta alla fondazione umanitaria della tennista russa che sostiene progetti a favore delle vittime del disastro nucleare di Cernobyl.

Un motivo in più per comprarle. :wub:





Edited by filokalos - 30/9/2012, 12:33
view post Posted: 27/9/2012, 16:34     Google compie 14 anni - Google

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Google compie 14 anni






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Ricordo vagamente quel giorno in cui girando per il Web, mi accorgevo di un banner promozionale che reclamizzava un nuovo browser che prometteva meraviglie.

E devo dire che appena usato l'effetto fu davvero portentoso.

Quello che prima richiedeva svariati minuti (se non addirittura ore) di ricerca ti si presentava davanti quasi il secondo dopo del click... :blink:

Era da poco nato Google ed il suo vagito avrebbe assordato ogni "browser" fino a quel momento utilizzato...

A 14 anni esatti da quel momento, Google si autocelebra nel doodle di oggi...

Collegandosi al motore di ricerca si scopre il logo impresso su una torta con 14 candeline, per festeggiare le 14 primavere dell'azienda americana.

È stata fondata il 7 settembre 1998 da Larry Page e Sergey Brin e il suo core-business, il motore di ricerca, è così popolare che in inglese è nato il verbo ''to google'', che vuol dire fare una ricerca sul web.

Cliccando sul logo le candeline si spengono e compare la scritta Google. ;)




view post Posted: 21/9/2012, 17:01     Milos Karadaglic - Classico da hit parade - Saranno Famosi?
La fortuna di vederlo dal vivo non l'ho avuta, ma c'è stato modo di apprezzarne le doti in uno speciale trasmesso da una Tv ispanica giusto qualche settimana fa.
D'accordo, non era come vederlo "live" ma sembrava tutto all'altezza delle aspettative.... ;)
Non posso garantire però su un intero spettacolo di circa 90 minuti.
Bellissima musica e straordinario l'interprete ma, almeno per me, faticherei non poco a restare sveglio... :)
view post Posted: 20/9/2012, 16:00     Raccontare è facile o difficile? - Grammatica
Una scoperta che ha dello straordinario... :happy0005:

Questa pagina è consigliata come Sito Didattico Per Docenti per la Scuola Media dell'Istituto Comprensivo Veronella Zimella (città di Verona) e non solo ...

È la prima pagina web ad essere segnalata tra le altre 20 ... ^_^

Vedere per credere ----> QUI


Edited by filokalos - 15/5/2013, 09:34
view post Posted: 19/9/2012, 21:54     +1 - Delitti Italiani

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Nell'«agosto dei delitti» del 1990 cominciata con l’omicidio di via Poma a Roma,
viene catapultata in prima pagina la notizia del “mostro di Balsorano”.
Cristina, una vispa bimba di 7 anni, non si ritrova.
Era scomparsa dalla sera precedente, il 23 agosto,
“scappando” di casa intorno alle 20,30 con uno yoghurt come cena
per andare a giocare nella piazzetta del paese con gli amichetti.




La chiamano "Biancaneve". Ma quella sera non risponde. La cerca tutto il paese. Ha solo 7 anni e c'è il timore che si sia persa nel bosco. Le unità cinofile ritrovano il suo corpo dietro una siepe, la mattina successiva, a 200 metri da casa, la testa rotta con una pietra. Si pensa subito a un maniaco che l'ha violentata e uccisa. Vengono perquisite tutte le case del paese. Ma Cristina Capoccitti,"Biancaneve", non è stata violentata. Tre giorni dopo, alle 12.15 la polizia ascolta il cugino tredicenne, Mauro Perruzza: dice che è rimasto con lei fino alle 21. Ma non può essere, perché Cristina è morta prima. L'interrogatorio si fa serrato. Si arriva a sera e Mauro crolla. Spiega che è stato un incidente: stava inseguendola, lei è caduta, ha picchiato la testa su una pietra. Lui si è spaventato e l'ha strangolata.



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UNA LUNGA NOTTE

Lo portano alla Procura dei minori. E, a notte fonda, ore 1.25, cambia versione: «Volevo possederla».
L'ha spinta a terra, lei ha picchiato la testa. E l'ha strangolata. La notizia va in stampa, ma alla chiusura del verbale Mauro ritratta: «È stato mio papà Michele». Prima dice di averlo visto rientrare a casa piangendo,
poi, di averlo visto nel boschetto tentare di violentare e poi soffocare Cristina.
Cosa sia accaduto esattamente quella notte non si sa, perché l'audio dell'interrogatorio sparisce.
Arrestano suo padre. Sequestrano dalla lavatrice una camicia, pantaloni e un fazzoletto sporchi di sangue.
Il caso è chiuso. Forse.



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UN GIORNALISTA SCOMODO
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Mauro diventa l'eroe che voleva proteggere il padre.
E Michele il "mostro di Balsorano". Dicono che avesse atteggiamenti da pedofilo, gli danno fuoco alla casa.
In primo grado Michele prende lo stesso avvocato che aveva il figlio, che non può dunque accusarlo. L'ergastolo arriva subito.
Ma il destino di Perruzza s'incrocia a questo punto con l'inviato di Oggi, Gennaro De Stefano, che con una personale controinchiesta giornalistica smonta, pezzo per pezzo, il castello accusatorio. L'Italia si divide in innocentisti e colpevolisti.
In appello Mauro cambia ancora versione: in totale ne darà 17. Ma viene considerato attendibile: ergastolo confermato.




LA DROGA

Ma è subito dopo la sentenza che De Stefano pubblica una sconvolgente lettera inviata da Mauro al padre il 12 aprile 1991. Dice: «Lo so che sei lì dentro per colpa mia». Cosa vuol dire? Scoppia il finimondo. De Stefano accelera. E, un mese prima della Cassazione, il 28 agosto pubblica su Visto il memoriale di Michele ancor più scioccante. Tutti si domandano quali altre sorprese abbia nel cilindro il cronista. Ma tre giorni più tardi un poliziotto gli infila della cocaina in auto e lo arrestano. Da lì al 28 settembre non ci sono così altre sorprese: la Cassazione ratifica la sentenza.



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LA MORTE DI PERRUZZA

Quando la trappola viene scoperta e il poliziotto finisce dentro, De Stefano, dopo due mesi di carcere ingiusto, riprende la sua inchiesta. Trova le prove che portano i giudici, in un processo satellite a Sulmona, a smentire tutte le accuse che inchiodano Perruzza. Ma la richiesta di revisione viene respinta. Mauro, affidato a un'altra famiglia, a Gubbio, non ha più voluto saperne né di suo padre, né di sua madre, né dei fratelli. Michele muore d'infarto il 22 gennaio 2003. Sepolto a venti metri dalla tomba di Cristina, affidò la sua ultima frase al soccorritore dell'ambulanza: «Per favore, dite a tutti che non l'ho uccisa io».



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COME È FINITA...


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Perruzza aveva sperato nella revisione del processo dopo che il “processo satellite” di Sulmona aveva gettato, nuovamente e pesantemente, la croce addosso a suo figlio Mauro, all’epoca 13enne. Il quale, a principio, s’era autoaccusato dell’omicidio della cuginetta, per poi ritrattare e puntare il dito contro il padre ed assurgere a super-testimone. Dirà l’avvocato Attilio Cecchini che combattè (gratis) per difendere dall’ergastolo un semplice muratore: «La mia è stata una battaglia di civiltà. Il sistema doveva avere il coraggio di ammettere l’errore giudiziario che, d’altra parte, è connaturato al processo penale che è un procedimento lungo, fatto dagli uomini che, appunto, sbagliano. Michele Perruzza, un innocente condannato all’ergastolo, non chiedeva vendette. Chiedeva che la giustizia, dal suo interno, ammettendo l’errore, facesse giustizia».



Sono passati più di vent’anni. Case Castella è rimasta come una sorte di “via Crucis” salendo la strada fatta di tornanti che va a morire alla piazzetta principale di Ridotti, proprio sotto la montagna confinante col territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo.

La prima “stazione” è stata attaccata dal tempo. Sono ormai sbiadite le scritte in vernice nera e a caratteri cubitali sui muri al bivio per Ridotti dalla Superstrada del Liri ricordano al passante che questa è la terra del delitto di Balsorano. “Cristina rimane nel nostro cuore...”, “Andate via assassini...”, “Maria.., vaff...”.



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Nessuno, invece, ha voluto cancellare le scritte al lavatoio comunale, uno dei luoghi cardine nella ricostruzione del delitto visto che Mauro raccontò di esservi andato a lavarsi dopo aver assistito al delitto.
C’è scritto: “Michele, Maria assassini”... “Maria, non sporcare l’acqua con le tue mani piene di sangue”.
Non a caso quasi tutte le scritte sono contro Maria Giuseppa Capoccitti, la moglie di Perruzza, la madre di Mauro, la zia di Cristina.
I paesani, gli stessi che hanno festeggiato con i fuochi d’artificio la condanna di Perruzza, hanno dato l’ergastolo anche a lei.

Un’altra stazione è il borgo, un pugno di case racchiuse in un tornante e diviso da una scalinata (dove fu vista per l’ultima volta la piccola) che collega la Provinciale da sotto a sopra concludendo con la casa dei Capoccitti, chiusa da tempo a vederla da fuori.
Mai più riaperta, da vent’anni, è invece la casa dei Perruzza, al civico 23, così come sono fermi i lavori in quella che doveva essere la nuova abitazione di una famiglia oggi dilaniata: Perruzza è morto, la moglie (che aveva chiesto da tempo il divorzio) s’è rifatta una vita al Nord dove portò anche i suoi due figli mentre Mauro è stato adottato da una famiglia di Gubbio ed ha pure cambiato cognome.
È in abbandono anche il capanno, un altro luogo cardine di questa storia maledetta, dove il nonno di Cristina allevava i maiali e dal cui tetto Mauro disse ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di aver visto il padre sopra la sua cuginetta «che la steva a finì».
Il ragazzo (dopo un sopralluogo dei giudici) fu creduto e Michele condannato all’ergastolo. Ma nel processo-satellite, davanti al Tribunale di Sulmona, una perizia ha dimostrato che a quell’ora Mauro non poteva aver visto nulla perchè era buio.

Ma la “stazione” più triste, viene dopo il borgo, racchiuso da un ornate.
A Case Castella agosto è tempo di more. Ne sono stracolmi i cespugli che accerchiano una piccola radura dove, fin dal primo anniversario, è stata eretta una “edicola” nella cui bacheca c’è la foto di una bimba che sorride senza un dentino.
Ci sono anche alcuni oggettini: ricordo di Loreto, delle cascate del Niagara. Una bambolina. E tanti mazzi di fiori, compresa una siepe che sta crescendo bassa con la forma del nome di Cristina. Nome richiamato anche da un scritta in legno multicolore.



L’ultima stazione è al cimitero di Ridotti dove si arriva dopo avere superato la chiesetta in cui si celebrò il funerale di Cristina, nella sua piccola bara bianca, e quello di Perruzza, sulla cui bara, l’avvocato Cecchini, disse: «Sulla tua tomba vorrei scrivere: Michele Perruzza ergastolano innocente, simbolo di una giustizia ingiusta».

La tomba di Perruzza, al cimitero, è in un loculo nella parte sionistra mentre a destra c’è quella di Cristina che è un’esplosione di bambolotti e di “ricordini”.
Sulla lapide di Michele ci sono soltanto le date di nascita e di morte.

Intorno, ormai dopo nove anni, non c’è nessuna sepoltura. Tutti loculi vuoti.

Nessuno vuole stare «vicino» al «mostro di Balsorano». :o no?:



Edited by filokalos - 19/9/2012, 23:12
view post Posted: 12/9/2012, 21:46     La Vera Storia del Conte Dracula - Biblioteca

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Vlad III Dracula, noto anche come Vlad Ţepeş (1431-1476)

Il Conte Dracula è il personaggio principale
dell'omonimo romanzo scritto
dall'irlandese Bram Stoker nel 1897,
trasformato in opera teatrale di maggior successo
nel 1925 da Hamilton Deane e John L. Balderston.
Il vampiro per antonomasia, meglio conosciuto come
il non morto (Nosferatu, che in romeno significa "Non spirato")
che ha la necessità di nutrirsi del sangue degli esseri viventi.



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In un cantone dell’Ungheria, nella prima metà del ’700, un contadino di nome Arnold finì stritolato sotto un carro di fieno.
Un mese dopo, quattro paesani morirono fulmineamente della morte orribile di coloro che, secondo la tradizione dei luoghi, vengono dissanguati dai vampiri.
Scattò l’allarme, vennero riesumati alcuni cadaveri di recente sepolti.
Fra questi, quello di Arnold che recava inconfondibili le note caratteristiche del vampirismo.
Il corpo era fresco, integro, non recava traccia di decomposizione; i capelli, le unghie, la barba erano cresciute, le vene piene di sangue fluente che inondava il lenzuolo in cui era stato avvolto alla sepoltura.
Un magistrato, al cospetto del quale la esumazione era avvenuta, ordinò che venisse immediatamente piantato un paletto appuntito nel cuore di Arnold: dal corpo partì un grido 2 straziante, come fosse stato in vita.
Poi fu decapitato e dato alle fiamme: così, del vampiro, non si sentì più parlare...

Questa e decine di altre analoghe cronache si possono leggere nell’opera che l’abate Dom Augustin Calmet pubblicò nel 1749, dal titolo «Dissertazioni sulle apparizioni degli spiriti e dei vampiri», in cui sono raccolti numerosi racconti, molti dei quali inediti, di apparizioni e incursioni vampiresche in paesi dell’Europa centro-orientale.



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Questa macabra figura fu introdotta nella cultura dotta dell’occidente verso il 1600, da alcune relazioni di viaggio in Grecia e nei Balcani: ma sarà nel ’700, secolo diviso fra razionalismo e mistero, illuminismo e tradizioni occulte che il vampiro diventerà un personaggio, o un incubo se vogliamo, per gli europei occidentali.

Voltaire osservò che fra il 1730 e 1735, non si fece altro che vedere vampiri.
Non si trattava, però, solo di una moda del secolo, perché il vampiro è molto più antico.

Ne parlano documenti dell’antica Cina, di Babilonia, Caldea, Assiria, Egitto. In una tavoletta di scongiuri proveniente dalla biblioteca di Ninive, la tredicesima formula insegna a combattere «il fantasma, lo spettro, il vampiro».



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La credenza che il corpo di un morto possa desiderare il sangue è presente anche fra i greci: in «Ecuba», Euripide rappresenta Achille nel suo sepolcro, placato dal sacrificio di una vergine di cui beve il sangue. E un vampiro, secondo le cronache dell’epoca, fu esorcizzato dal grande mago Apollonio di Tiana, contemporaneo di Cristo.
È una tradizione, comunque, tipica dell’oriente europeo, dal quale proviene lo stesso nome: vampyr in magiaro, upiery in polacco, upiry in russo.

Collin de Plancy nel suo celeberrimo «Dizionario infernale» scrive:
«Si dettero questi nomi ad uomini morti e seppelliti da parecchi anni o almeno da parecchi giorni, i quali si facevano vedere in corpo ed anima, parlavano, camminavano, succhiavano il sangue dei loro parenti, li sfinivano ed infine lor cagionavano la morte. Non si troncava il corso delle loro visite e delle loro infestazioni che dissotterrando i cadaveri, impalandoli, tagliando loro la testa e bruciandoli... i giornali di Francia e dell’Olan-da parlarono dal 1693 al 1694 di vampiri che si mostrarono in Polonia e soprattutto in Russia».

A dimostrazione di come il fenomeno fosse preso tremendamente sul serio, dal Medioevo in poi in questi paesi, non stanno soltanto l’imponente numero di cronache e tradizioni, ma anche le complesse pratiche magiche e rituali, nonché i provvedimenti giuridici volti a difendere la comunità dall’attività del vampiro.


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La copertina della prima edizione di "Dracula" di Bram Stoker


Non è un caso quindi che l’irlandese Bram Stoker, padre del più celebre vampiro della cultura moderna, avesse ambientato in Romania e segnatamente sulle montagne della Transilvania il romanzo «Dracula» (1897) che originò una rinascita del genere vampiresco, che dura ai giorni nostri grazie anche a capolavori cinematografici come «Nosferatu» di Mornau del 1922 e «Vampyr» di Dreyer del 1932.




Edizione integrale di "Nosferatu",
regia di F.W. Murnau liberamente ispirata al romanzo di Bram Stoker

Dracula nasce in Transilvania perché ancor oggi i contadini di quelle regioni vivono nel terrore di vampiri e licantropi e formano croci con pezzi di aglio per proteggersi da sgradevoli visite notturne. Pochi anni fa, nel 1968, una zingara rumena raccontò al professore del Boston College, Raymond Me Nally, di aver trafitto con un paletto il corpo del padre nella bara perché convinta che fosse un vampiro.

Quella di Stoker non fu solo fantasia, perché un conte Dracula in quei luoghi è esistito veramente.

Lo hanno ritrovato il già citato Mc Nally e Radu Florescu, un altro docente del Boston College di origine rumena.
La descrizione fatta da Stoker del castello è perfetta, dicono i due studiosi; e in quel castello, a riprova della sua reale esistenza, affermano di aver trovato anche il ritratto del terribile Dracula.
Di lui, però, i contadini transilvani non parlano come di un vampiro e come riferisce Florescu:
«Furono confusi quando chiedemmo loro di Dracula come vampiro sebbene lo conoscessero come crudele dominatore».

Dracula, dunque, non avrebbe mai morso un collo, ma l’esistenza di un signore sanguinario in una terra dov’è così radicata la paura e la tradizione del vampiro ha fornito a Stoker lo spunto per il romanzo.

Il Dracula storico nacque tJr nel 1431 con il nome di Vlad, figlio di Vlad Drakul principe 4 di Valacchia: di qui il patronimico Dracula, nome intriso di significati occulti poiché « drakul » in rumeno significa demonio.

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Bela Lugosi nei panni e nel film "Dracula" (1931)



E demoniaca fu la sua vita perché dominò la Valacchia dal 1456 al 1462 con incredibile efferatezza, prima di venire ucciso nel 1476, dai turchi.

Nella zona si dice che la sua maledizione è ancor viva e a farne le spese furono gli stessi ricercatori guidati dai professori di Boston.

Lo zio di Radu Florescu, durante l’ispezione del castello, cadde in un burrone e si ruppe un’anca.
Tre studiosi rumeni impegnati nelle ricerche morirono misteriosamente. :paula:

Per i contadini transilvani la spiegazione c’è, anche se ripugna alla ragione: erano andati a frugare nei segreti di Vlad l’Impalatore, il Dracula maledetto, che non perdona anche dopo cinque secoli.

Ma chi era e che cosa fece per meritarsi tanta abominevole fama?

Si dice che portò le torture quasi a raffinatezze artistiche.

Fra tante mostruosità, preferiva il supplizio del «palo», da cui l’appellativo di Tepes, «impalatore» (è col paletto appuntito che si uccidono i vampiri e forse in questa predilezione per i pali sta una delle ragioni che associarono Dracula alla tradizione vampiresca).



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Un vampiro e la sua vittima come appaiono nell'iconografia inglese dell'Ottocento




Il conte Dracula (Count Dracula) è un film del 1969 diretto da Jesús Franco.

Secondo le informazioni raccolte da Me Nally e Florescu, impalava la vittima di persona, di solito lentamente, interrompendo di tanto in tanto il supplizio, per poterla ingiuriare in visite seguenti.

Ma amava anche le impalature spettacolari.

Mc Nally racconta:
«Una volta fece una foresta di 20 mila turchi impalati. In un’altra occasione la sua efferatezza si manifestò verso i sudditi: riunì i malati e i mendicanti in un palazzo, vi diede fuoco e li lasciò bruciare vivi, per far sì che il suo popolo fosse sano e benestante». :woot:

Gli studiosi cercano le cause di tanta aberrazione, che si estrinsecava talvolta in atti maniacali come quando — secondo la relazione di Florescu — fendeva gli ombelichi delle sue amanti se restavano incinte.

La spiegazione starebbe in un episodio della sua infanzia: a 13 anni era stato catturato e tenuto prigioniero dai turchi e fu vittima di un’aggressione sessuale da parte del Sultano.




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Vlad Ţepeş riceve gli inviati del sultano



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Un'antica stampa ritrae Vlad "l'impalatore"

Di qui sarebbe partita la sua depravazione: in carcere Dracula ragazzino chiedeva ai secondini di portargli topi e uccelli per impalarli e strappar loro le piume.

Secondo gli studiosi di Boston, dopo l’esperienza col Sultano sarebbe diventato omosessuale e ciò spiegherebbe il maltrattamento delle amanti e l’uso dei pali, probabilmente come simbolo di potenza.

Dracula morì in combattimento, contro i turchi nei pressi di Bucarest.

Prima di essere seppellito a Sganov, proprio fuori dalla capitale, il cadavere — che continuava a incutere paura — venne decapitato.

Con questa sepoltura finisce la vicenda terrena del conte Vlad l’Impalatore, figlio di Drakul, detto Dracula.



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La tomba di Vlad

E qui comincia la leggenda, la letteratura che lo vuole principe dei vampiri, celebrato da libri, film e fumetti. Non era. un vampiro, perché forse di vampiri non ce ne sono mai stati, a dispetto delle cronache popolari e del buon abate Dom Calmet, ma certamente fu un personaggio sinistro, la cui fama raccapricciante è dovuta al sangue che ha versato se non a quello che ha succhiato: il Dracula «storico», insomma, è altrettanto «nero» di quello letterario.

Si dice che il mito vampiresco crebbe intorno a lui a causa dei pipistrelli che infestavano la zona dove abitava.

La tradizione rumena parla di pipistrelli, probabilmente idrofobi, che volavano dal castello, attaccando e mordendo chiunque si avvicinasse.



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È stato facile, quindi per la fantasia popolare, associare un così malefico signore alle caratteristiche dei ripugnanti volatili a forma di topo che ne costituivano la corte minacciosa in agguato sui torrioni del maniero.

Sanguinario e impalatore attorniato da volatili vampiri: è la spiegazione del mito romanzesco.

C’è una notizia, però, che ridà qualche speranza a chi si rifiuti di accettare la realtà storica di Dracula come semplice, sia pur efferato signore transilvano e non come essere che sorgeva dalle tombe per succhiare il sangue dei vivi.

Quando, nel 1931 a Sganov, vicino a Bucarest, fu aperta la cripta in cui era stato sepolto Vlad Tepes cinque secoli prima, la tomba fu trovata vuota: il conte Dracula non c’era più. I ricercatori di Boston hanno dato una spiegazione: l’empia fama di quel cadavere avrebbe indotto alcuni monaci, timorosi che i resti potessero dissacrare il terreno di sepoltura, a traslare segretamente la salma altrove. E’ la spiegazione forse più logica, ma non è certa né documentata, per cui chi ama pensare che Dracula sia uscito dalla tomba, con mezzi propri, per andare in giro di notte a succhiare sangue dai colli è sempre nel suo diritto.



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Statua di Vlad l'Impalatore



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Le ipotesi sono ipotesi: i fatti dicono che il Conte Dracula, nella sua tomba, non c’era più.

Resta da chiarire perché il mito del vampiro, così vivo nelle terre insanguinate da Dracula, si sia trasmesso intatto dalla tavoletta di Ninive a Dom Calmet, alla cultura moderna.
È un mito che nasce da un bisogno ancestrale dell’uomo: quello di continuare ad esistere al di là della morte, di perdurare nel tempo, di essere immortale.

Così un mondo contadino emarginato, lontano dai dogmi religiosi codificati, senza una precisa nozione del trascendente ha creato la figura dell’essere che si ribella alla morte e trova il modo di sopravvivere attraverso un atto materiale, l’assimilazione di linfa vitale, di sangue che ridà una sorta di vitalità all’etere cadaverico.

È una forma rozza, terrena, di fede nella rinascita, presente in tutte le società primitive e che, in alcune, assume l’incarnazione del vampiro. Una fede confinata nel ghetto del male, perché le classi più evolute avevano più sofisticate forme di sopravvivenza da proporre alla massa, in paradisi angelici ed eterei nirvana.



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L'attore Christopher Lee
nei panni inconfondibili di Dracula

Il vampiro dei contadini resta una creatura di ordine differente, di classe inferiore rispetto al fantasma dei castelli aristocratici e perciò la cultura evoluta lo detesta, lo condanna come simbolo delle forze del male che si agitano, in una specie di vita, quando muore la luce del sole.

Il morto, dissanguato dai canini del vampiro diviene vampiro a sua volta: egli trasmette agli altri, con il suo morso malefico, il beneficio dell'immortalità.

I contadini che agghindano di collane d’aglio le porte di casa, i montanari che tramandano agghiaccianti racconti nell’Europa orientale, inconsapevolmente amano questa loro sanguinaria creatura perché, se esistesse, sarebbe la prova palpabile della loro immortalità, la prova che si può vincere la morte: una prova più vicina del confuso al di là spiegato dai dotti.

La prova che si può diventare immortali, com’era stato per il contadino ungherese Arnold, vampiro da un mese, prima che un magistrato crudele, rappresentante del potere costituito, non avesse fatto distruggere con un paletto appuntito la soprovvivenza larvale che aveva raggiunto.


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Articolo Originale di
Cesare Medail


Edited by filokalos - 13/9/2012, 15:31
view post Posted: 9/9/2012, 22:46     50° MARILYN - Pittura & Scultura

50° MARILYN


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In occasione del 50° anniversario della prematura scomparsa di Marilyn Monroe,
QueenArtStudio organizza l'Expo Internazionale di Arti Visive ‘50° Marilyn’.
In mostra, una raccolta di immagini di dipinti e memorie,
scatti fotografici, opere di grafica, scultura e installazioni visive.





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Norma Jeane a 3 anni con la madre Gladys Monroe

Marilyn Monroe nasce il 1° giugno 1926 alle 9.30, presso il General Hospital di Los Angeles, come Norma Jeane Baker Mortenson.
Baker come Jasper Baker e Mortenson come Edward Mortenson (ma nessuno dei due è il vero padre) rispettivamente primo e secondo marito di Gladys Pearl Monroe, madre di Jeane.
Gladys aveva sposato appena sedicenne, nel 1917, Jasper detto Jack o Jap Baker, un uomo molto violento dal quale aveva avuto due figli, Robert Kermit detto Jackie, e Berniece, e dal quale dopo anni di pesanti percosse aveva divorziato nel maggio del 1922.
Nonostante avesse ottenuto la custodia dei figli il marito li rapì portandoli a vivere nel suo paese natale nel Kentucky. Gladys non rivide più il figlio maschio morto tredicenne per malattia.
Nell'autunno del 1924 Gladys sposa Edward Mortenson, l'unione dura meno di un anno e quando Gladys dà alla luce Norma Jeane, si sono già lasciati da un pezzo.
L'uomo che con maggiore probabilità è il padre biologico di Norma Jeane è C. Stanley Gifford, un collega di lavoro con cui Gladys aveva allacciato una relazione. Gifford se ne andò e lasciò Gladys per sempre a Natale del 1925, presumibilmente perchè Gladys gli aveva annunciato di essere incinta.
Una volta, quando Gladys dava già segni di turbe mentali e Norma Jeane era ancora piccola, le mostrò la foto di Gifford dicendole che era suo padre. In età adulta l'unico ricordo di quel volto furono un paio di baffetti alla Clark Gable, che gli conferivano una vaga somiglianza con l'attore; per questo motivo Marilyn provò sempre una grande ammirazione per Gable, nel quale le sembrava di riscontrare la figura paterna e quando lavorarono insieme sul set de "Gli Spostati" (The Misfits) ne fu felicissima.



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Una delle opere in mostra nell'Expo Internazionale di Arti Visive "50° Marilyn"
Primo Scalzotto: "Per Marilyn" misura 70x45x18 terracotta bronzata del 1998 (mai esposta)



Lasciate le "vesti" di Norma Jeane Baker ed intrapresa la carriera di attrice, cantante e modella americana, dopo aver trascorso gran parte della sua infanzia in case-famiglia, Marilyn Monroe diviene un sexy-symbol fuori da ogni tempo, vera e propria icona della cultura pop.



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Roberto Pinetta: 'L'Attrice'
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La sua vita s’intreccia anche con personaggi come il presidente John Kennedy e il fratello Robert, dei quali fu anche amante.



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Roberto Silvestrini: "Marylin covers chair"
Milano 2009



Il suo decesso fu ufficialmente classificato come "probabile suicidio", e rimane tuttora avvolto da un alone di mistero. (Di questo se ne è parlato anche nel Forum delle Muse nella sezione "Dimensione Ignoto")



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Una delle fotografie poco conosciute di Marilyn in mostra



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Questo ritratto di Marilyn Monroe è costituito
interamente da codici a barre UPC
L'artista Scott Blake ha fatto questa foto
con 1.944 codici a barre dai DVD di Marilyn.

In occasione del 50° anniversario della sua prematura scomparsa, QueenArtStudio organizza l' Expo Internazionale di Arti Visive ‘50° Marilyn’.



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In mostra ci saranno immagini di dipinti e memorie, scatti fotografici, opere di grafica, scultura e installazioni visive, per celebrare Marilyn Monroe dai primi anni di carriera ai momenti di grande successo internazionale.


La Expo Internazionale di Arti Visive si svolgerà dal 15 al 29 Settembre nella centralissima Galleria "Città di Padova" naturalmente a Padova




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L'artista Craig Alan ha realizzato questa stupefacente installazione avvalendosi persone reali


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"Dolce Marilyn" - Un ultimo servizio fotografico
15 Settembre 2012 ore 18 - Galleria 'Città di Padova'
vicolo S.Margherita 2 Padova



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Carlo Maggiolo

L’Artista Carlo Maggiolo, in occasione della Vernice dell'Expo Internazionale di Arti Visive ‘50° Marilyn, presenterà la sua performance, un'Opera d'arte concettuale intitolata 'Dolce Marilyn'.


Un "dolce", con ritratta l'icona della bellezza, sarà gustato dai partecipanti alla mostra che consumandolo, pezzo dopo pezzo, faranno sparire l'immagine della stella hollywoodiana.

A simboleggiare e sottolineare la grandezza infinita e inesauribile dell'icona "Marilyn", saranno scattate delle foto al dolce mano a mano che ne verranno mangiati i pezzi, e successivamente saranno appese come un vero e proprio servizio fotografico a Marilyn.



Il servizio fotografico andrà "letto" come un magico gioco di ricomposizione "fetta per fetta" dalla prima all'ultima foto e viceversa in una specie di loop infinito che ben esemplifica il meccanismo dello "show biz" che porta alla ribalta grandi artisti.



Una forte ed importante introspezione concettuale attraverso il gusto e successivamente attraverso la visione di semplici scatti che mette in evidenza la sensibilità e la personalità di Carlo Maggiolo, un'artista dalle mille sfaccettature.




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E-mail: [email protected]

Tel: 334-6447738


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Facebook




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GLI ARTISTI CHE ESPONGONO

Aneta Florea, Carlo Maggiolo, Cristina Megna, Dean Il Defonse, Deborah Centorrino,
Dipriori, Domenico De Cosmo, Fabio Gomiero, Federico Zambon, Francesca Stramaglia,
Genesio Carnevale, Gianni Saccoccio, Ivo Vassallo, Luca Vinciguerra, Lucillo Santesso,
Luciano Presta, Mauro Lacqua, Mauro Malafronte, Nicoletta Paccagnella,
Nunzia Giovanniello, Patrizia Torino, Rossana Melai, Samanta Lai, Sandra Bennici,
Siro Polazzetto, Teresa Palombini, Valerio Doddi



Edited by filokalos - 16/9/2012, 16:09
view post Posted: 7/9/2012, 08:07     Le Mostre di Giardinaggio - Echo

Le Mostre di Giardinaggio

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Settembre ed Ottobre sono i mesi designati
per le fiere e/o mostre di giardinaggio.
Eccovene alcune in programmazione
in tutta l'Italia...





...............Piemonte...............

Verbania



Giardini (giapponesi) di carta
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Il Salone del Libro Editoria & Giardini è unico nel suo genere.
Si tratta di un’intera manifestazione dedicata ai libri che trattano di temi verdi. Per questa undicesima edizione, che si terrà dal 22 al 30 settembre presso la Villa Giulia di Verbania, il sottotitolo è “Nel giardino giapponese”.
I circa 3000 libri che saranno esposti avranno infatti tutti tematiche legate al mondo del giardinaggio, ma una sezione sarà dedicata esclusivamente a quella nipponica.
Il fitto programma degli eventi fuori salone sarà anch’esso un omaggio alla cultura orientale: mostre di Ikebana e di Kakemono, esposizioni di origami, micro corsi di giardinaggio sulla cura di piante giapponesi e bonsai, oltre che visite guidate e conferenze. Inoltre sarà possibile assistere alla Cerimonia di piantuma-zione del Kaki: si tratta di piantine davvero singolari, in quanto figlie di un albero sopravvissuto alla bomba atomica di Nagasaki.



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Lombardia - Cusago (Mi)



Cusago fa il bis autunnale

"Cusago in fiore d'autunno" la manifestazione florovivaistica
dedicata agli amanti del verde organizzata da Proloco Cusago
in collaborazione con l'Amministrazione comunale.

Torna anche quest’anno, per la seconda edizione, la versione settembrina della manifestazione organizzata dalla Pro Loco di Cusago in collaborazione con il Comune.

Sabato 22 e domenica 23 settembre torna infatti “Cusago in fiore d’autunno”.

I verdi prati che circondano il Castello Visconteo ospiteranno gli stand di vivaisti provenienti da ogni parte d’Italia, che esporranno le proprie coltivazioni: piante da frutto, arbusti e fiori di ogni specie, orchidee, rose, peonie, ellebori, dalie e cactacee e molto altro ancora.

Il filo conduttore è il desiderio di riscoprire varietà più rare, comprendendo anche alcune piante aromatiche, officinali e molte altre.
Al fianco dell’esposizione florovivaistica ci saranno anche altri prodotti, nell’ottica di offrire una gamma completa: vasi, arredi, libri a tema e molto altro.

Aperta dalle 10 di sabato fino alle 19 (domenica aprirà invece alle 9), la mostra mercato offre la possibilità di fermarsi tutta la giornata grazie a un’area parcheggio gratuita e a vari punti di ristoro.



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Mantova



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Presso la Valle dei fiori, a Mantova, non ci si ferma mai, e anche in autunno gli eventi e i corsi non mancano.
In particolare dal 29 settembre al 28 ottobre sarà la volta dell’Autumn Colors Show: dopo il caldo estivo arrivano i primi giorni freschi.
Con il cambio di stagione cambiano anche i colori di fiori e piante, in un ventaglio di tonalità completamente diverse.
Riscoprirle è dbbbligo e la Valle dei fiori concede anche qualche coccola culinaria in più.
Ogni fine settimana sarà infatti caratterizzato da un prodotto diverso, valorizzato da numerose degustazioni: dalla zucca fritta alla castagnata, passando per molti altri prodotti di stagione.
L’ultimo weekend di settembre, dal 29 al 30, sarà dedicato a un minicorso, che avrà come tema la cura e la manutenzione del tappeto erboso. Grazie ai consigli di un esperto i vostri prati non avranno più problemi.




Parabiago (Mi)



Uniti dalla stessa passione

Arrivato alla sua decima edizione, dal 14 al 23 settembre si terrà il Raduno Internazionale del Bonsai e del Suiseki.

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La manifestazione è organizzata e ospitata da Crespi Bonsai, che esporrà anche i cento migliori esemplari realizzati dagli appassionati.
Questo raduno infatti racchiude anche la parte finale della mostra-concorso “Amatori a confronto”: i bonsai selezionati saranno presentati a una giuria di esperti e al pubblico. Al termine delle votazioni saranno premiati sia cinque esemplari scelti dalla giuria sia il più votato dai visitatori.
Ovviamente oltre alla mostra-concorso, la manifestazione sarà arricchita da dimostrazioni, laboratori e molto altro.



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Brescia



Un cuore verde nel centro di Brescia
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Torna anche quest’anno Florinsieme, la manifestazione organizzata dall'Associazione Florovivaisti Bresciani.

Nel cuore della città lombarda, e in particolare in Piazza Duomo, l’evento florovivaistico avrà come tema i “Meetings in the green”.

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Dal 15 al 23 settembre una grande mostra-mercato sarà arricchita da mostre ed eventi collaterali, con incontri aperti al pubblico e serate con musica e spettacoli.

Lo spazio a disposizione è grande, circa 1200 metri quadrati: moltissimi espositori quindi, che offriranno una varietà di proposte diverse fra loro, rispecchiando un mondo dalle numerose sfaccettature.




Località varie



A spasso fra animali e piante

Fattorie didattiche a porte aperte è un evento dedicato ai più piccoli e alle famiglie, con l’intento di far scoprire - o riscoprire - i segreti e la bellezza della natura e dell’agricoltura.


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Il 30 settembre ben novanta aziende e fattorie, fra le circa 185 appartenenti alla Rete Regionale, rimarranno a disposizione di chi vorrà visitarle.



Si tratta di un’occasione per osservare e imparare, ma anche per mettersi in gioco e provare in prima persona alcune attività.



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Il tema scelto per quest’anno, “Dalla terra alla tavola”, riunisce due delicati e importanti aspetti dell’approccio alla natura. L’educazione alimentare e ambientale infatti si fondono per offrire ai bambini e ai loro genitori una conoscenza e competenza più ampia di un argomento davvero essenziale.



Ognuna delle aziende propone un’attività diversa, dalla semplice visita a veri e propri laboratori e degustazioni.

Sarà difficile scegliere in quale fattoria recarsi!





............... Veneto ...............

San Pietro Viminario - Vanzo (Pd)



Voglia di scoprire e riscoprire
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L’occasione è perfetta per visitare il bellissimo parco che attornia l’altrettanto bella Villa Giustiniani: Vanzo floreale questo mese vi offre la possibilità di passeggiare in un luogo dalla storia secolare.

Il 22 e il 23 settembre vivaisti e artigiani presenteranno i propri prodotti: fiori, piante, elementi d’arredo, abbigliamento e accessori particolari.

Al loro fianco vi saranno anche produttori di specialità culinarie, in particolare venete, e allevatori di animali da compagnia in via d’estinzione.

Fra le specie botaniche sarà la rosa ad essere protagonista. In omaggio all’antico roseto della Villa, l'esposizione comprenderà sia varietà antiche che moderne.

Ovviamente anche altri fiori avranno un loro spazio: ortensie, bulbose, iris e graminacee sono solo alcuni esempi. Non meno interessante è la presenza di numerose specie di frutti antichi e recuperati, con un occhio di riguardo per alcune varietà insolite di mela.



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Padova


L’evento in grande

“Flormart” è il punto di riferimento per chi vuole essere aggiornato su tutte le novità in uscita nel mercato del settore florovivaistico. È una mostra internazionale, che racchiude in tre giorni il meglio per chi il giardinaggio lo fa per mestiere, in tutte le sfaccettature.
La manifestazione infatti è aperta a vivaisti come a paesaggisti, ma anche a urbanisti, giardinieri e tutte le altre figure legate alla cura del verde. Dal 13 al 15 settembre la zona fiera di Padova ospiterà dunque gli espositori dei marchi più importanti di tutta Europa, in un ambiente in cui sarà facile anche cercare di instaurare nuove collaborazioni lavorative. Un’occasione unica e imperdibile se ci si vuole affacciare al settore florovivaistico, ma anche per chi ne fa parte da tempo e sa che, soprattutto in questo settore, occorre mantenersi costantemente aggiornati.



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Piazzola sul Brenta (Pd)


Giovani fiere promettenti

“Fiori e Colori” è una manifestazione giovane: tuttavia la prima edizione, che si è tenuta Tanno scorso, ha già avuto un’affluenza di circa 7000 persone. Forte di questo risultato si ripropone nel 2012. La location è lo splendido giardino di Villa Contarmi di Piazzola sul Brenta, che in quest’occasione si colorerà ancora di più. Protagoniste dell’evento, che si terrà l’ultimo fine settimana di settembre, ovvero il 29 e il 30, saranno le piante insolite e rare. Per Unterà durata di “Fiori e Colori” saranno organizzati intrattenimenti musicali e disposte aree di ristoro, con una parte dedicata al divertimento dei più piccoli. Per l’occasione sarà inoltre possibile prenotare una visita guidata alla Villa con una tariffa convenzionata.



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Valeggio sul Mincio (Vr)
Prodotti alla prova

Se vi siete persi qualcosa delle novità del mercato o se volete provare dal vero prodotti per la motocoltura e per il giardinaggio non vi resta che visitare Demogarden, che quest’anno si svolgerà all’interno del Giardino del Sigurtà di Valeggio sul Mincio.



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Dal 22 al 24 settembre gli stand espositivi accoglieranno i visitatori offrendo una gamma completa di attrezzi e macchinari, con in più uno spazio dedicato a merce settoriale di piccole dimensioni: sementi, strumenti per il taglio, irrigatori e molto altro saranno a disposizione per gli acquisti. Durante l’intero svolgersi dell’evento inoltre saranno organizzati corsi e laboratori tecnici.






Schio (Vi)


Fra antichi giardini e serre alla scoperta delle orchidee
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La settima edizione della Mostra Mercato Giardino Jacquard ritorna alle origini e dopo una “esperienza primaverile” si ripropone in autunno.

La manifestazione si terrà infatti fra il 22 e il 23 settembre, ovvero nello stesso periodo delle prime edizioni.


Il bellissimo Giardino Jacquard, l’ex area Lanerossi e il Lanificio Conte ospiteranno un’esposizione unica di piante e fiori, ma soprattutto orchidee e bonsai.


In particolare le orchidee saranno le vere protagoniste: ibridi e nuove specie verranno presentate dagli appassionati e dagli esperti, che non mancheranno di offrire anche la loro competenza per rispondere a domande e curiosità, ma anche di presenziare a veri e propri mini corsi.

Per quest’occasione verrà anche aperta la prestigiosa serra utilizzata anticamente e ultimamente riportata a splendore. Al suo interno saranno esposte le orchidee, le quali parteciperanno anche al concorso “Best in show Giardino Jacquard 2012”.


I vincitori saranno premiati dall’Associazione Italiana di Orchidologia.






...............Emilia Romagna...............


Guastalla (Re)



Alla scoperta di antiche specie nuove
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In questo periodo si fa un gran parlare di specie da proteggere e di varietà da riscoprire, ma quali sono?

Dove si trovano?

Ecco allora che in occasione della mostra-mercato Piante e Animali Perduti, sabato 29 e domenica 30 settembre, le piazze e le strade di Guastalla ospiteranno sia prodotti ortofrutticoli sia animali.

Il binomio fra orto ed aia è reso ancora più particolare proprio dalla ricercatezza degli esemplari, tutti rari e antichi.

Fra mostre pomologiche allestite da esperti agrari, esposizioni micologiche e degustazioni di prodotti tipici della zona, sarà anche possibile ammirare tantissimi animali; chi vorrà potrà inoltre sperimentare di persona la mungitura e la raccolta del latte.

I laboratori e le attività saranno aperti a grandi e piccini, per garantire a tutta la famiglia un divertimento formativo.





Riccione (Rn)



In cerca delle piante giuste per i mesi freddi

Come ormai d'abitudine, settembre ospiterà l’edizione autunnale di Giardini d’Autore. Nella splendida cornice della Villa Lodi Fè a Riccione il 22 e il 23 settembre alcuni fra i migliori vivaisti esporranno la loro produzione, che in questo periodo è ancora ricca e rigogliosa. Anzi, il periodo autunnale è l’ideale per ammirare le ultime fioriture prima del riposo invernale ed è anche il momento migliore per scegliere cosa piantare nei propri giardini. Grazie alle numerose varietà presenti, si avrà solo l’imbarazzo della scelta: aster, salvie e viti ornamentali, rose, frutti antichi e rampicanti sono solo alcune delle specie fra cui cercare la propria pianta preferita. Ad affiancare i vivaisti ci saranno anche artigiani che offriranno soluzioni di arredo ma anche stand con piccoli animali da giardino. Inoltre la mostra-mercato sarà arricchita da brevi corsi di giardinaggio e da iniziative proposte dall’Associazione Maestri di Giardino.




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...............Liguria...............

Celle Ligure (Su)



Fra frutta ed energie rinnovabili

C’è un evento che si presenta come qualcosa di più di una semplice mostra-mercato.
Si tratta di Fiori Frutta Qualità, l’iniziativa che punta anche a far riscoprire ai visitatori l’importanza di un uso consapevole dell’energia rinnovabile. II 29 e il 30 settembre, il centro storico di Celle Ligure ospiterà non solo vivaisti, ma anche esperti di biotecnologie e fonti rinnovabili. Le vie della città saranno colorate da varietà di fiori e frutti ancora poco conosciuti, nel tentativo di far riscoprire anche cultivar che meriterebbero più spazio sulle nostre tavole.
L’altro grande tema è poi quello di un corretto sfruttamento e utilizzo dell'energia e dei mezzi per produrla: gli espositori saranno a disposizione per approfondire una questione così importante, offrendo spiegazioni dettagliate e rispondendo a tutte le eventuali domande. Il tema sarà infine ricollegato all’uso che si può fare di queste pratiche alternative anche nel settore agricolo.



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...............Toscana...............

Lucca



Qualità elitaria fra le mura lucchesi

L’affascinante città di Lucca ancora una volta rende omaggio al suo territorio, riproponendo anche quest’autunno “Murabilia”: fra venerdì 7 e domenica 9 settembre all’interno delle mura cittadine sarà possibile ammirare una vasta esposizione di fiori e piante.
Da questa edizione cambia tuttavia la location: tutto si svolgerà su due baluardi, San Regolo e della Libertà, nelle loro cannoniere, nei sotterranei, nella cortina interna del Baluardo della Libertà e nell'Orto Botanico.
Gli spazi, più ridotti rispetto agli anni precedenti, sono un indizio di quello che vuol diventare la manifestazione: selezioni più serrate, e qualità più elevata renderanno Murabilia un evento elitario, che si concentrerà sugli espositori prettamente inerenti al settore del giardinaggio. Le specie protagoniste di quest’anno sono due in particolare.
Le Hosta, erbacee perenni amate per il loro fogliame decorativo, e le Aloe, apprezzate sia per il valore estetico sia per le virtù medicinali ed erboristiche.



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Loc. Sant'Ilario, Lastra a Signa, (Fi)



Alla riscoperta di “pomi” d’altri tempi

Sappiamo bene che di ogni pianta e di ogni frutto esistono numerose varietà.
Sappiamo altrettanto bene che spesso se ne prediligono solo alcune, magari perché ritenute più semplici da coltivare o esteticamente più appetibili. Presso i Vivai Belfiore di Lastra a Signa però è possibile ritrovare anche cultivar più antiche e rare: dal 14 al 23 settembre si terrà infatti la mostra Pomarium.
Dieci giorni in cui potrete ammirare pomacee anche insolite e poco conosciute, viti da tavola e da vino e molte altre varietà di frutti ormai coltivati in pochi esemplari.
Oltre all'esposizione, durante l’evento si terranno corsi sull’argomento, con un riguardo in particolare sulla cura del frutteto familiare.
A fare da contorno infine ci sarà una piccola mostra-mercato di prodotti di vario tipo, tutti comunque collegati al tema della manifestazione.



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Firenze



Un intero settore in mostra

È solo alla seconda edizione, ma Expo Rurale vanta già un’affluenza elevatissima, e quest’anno prova a bissare il successo. Nell’affascinante quanto esteso Parco delle Cascine di Firenze, nel cuore della città, un intero mondo si presenterà ai visitatori, riproponendosi come alternativa alla quotidianità più frettolosa a cui molti di noi sono abituati.

Dal 20 al 23 settembre l’intera area ospiterà eventi, corsi, workshop, laboratori e una mostra-mercato, tutti incentrati su numerose coltivazioni, toscane e non solo: olivicoltura, viticoltura, cerealicoltura ma anche florovivaismo, zootecnia e molto altro.

Inoltre sarà possibile gustare i frutti di questi lavori e partecipare ad approfondimenti anche grazie alla collaborazione di esperti.



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...............Lazio ...............


Roma



Fiori in mostra a Villa Borghese
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La mostra mercato “La Conserva della neve”, quest’anno giunta alla sua decima edizione, dal 14 al 16 settembre, presenterà presso il Parco dei Daini, nella splendida cornice di Villa Borghese a Roma, le ultime novità in campo vivaistico, di progettazione, senza tralasciare la letteratura relativa al mondo verde e l’oggettistica strettamente legata alla pratica del giardinaggio ed all'allestimento degli spazi verdi.

L’intento che questo evento vuole raggiungere è duplice: dare un carattere sempre più internazionale e prestigioso alla manifestazione e offrire ad un maggior numero di visitatori l’opportunità di acquistare o solo conoscere varietà vegetali che non potrebbero altrimenti trovare poiché prodotte da vivai particolarmente specializzati esterni ai circuiti solitamente conosciuti; proprio per questo saranno presenti circa 100 espositori la cui caratteristica comune è data dalla notevole specializzazione in particolari generi botanici da collezione e dall’elevato livello qualitativo.




...............Umbria...............


Perugia



Raddoppio autunnale

Per rispondere sia a un desiderio di dare spazio alle fioriture autunnali sia alle richieste di visitatori ed espositori, quest’anno il Perugia Flower Show raddoppia e si ripresenta a settembre.
Dopo il successo della consueta edizione primaverile, il 22 e il 23 settembre sarà la volta di tutte quelle varietà che fioriscono in questo periodo. Spesso sottovalutate, sono in realtà moltissime e altrettanto meritevoli di essere elogiate.
Ecco dunque che presso i giardini del Frontone faranno bella mostra di sé sia tantissimi fiori sia frutti.
Alcuni esempi?
Rose antiche, ortensie, perenni autunnali ed aromatiche da una parte, peperoncini, frutti minori e frutti antichi dall’altra.
Come nella versione marzolina anche in questo caso la mostra-mercato sarà corredata da un fitto programma di eventi, laboratori, e mini corsi per grandi e piccini, per poter scoprire come prendersi cura correttamente delle piante appena scoperte.



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Calvi dell'Umbria (Tr)



Una moltitudine di varietà
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Calvi dell’Umbria l’1 e il 2 settembre ha ospitato per la dodicesima volta la mostra-mercato “Tra pomi e fiori”.

Si tratta della manifestazione florovivaistica più antica della regione, e propone una selezione di vivaisti provenienti da tutta Italia.

Le vie del centro si riempiono ogni volta di numerosissime varietà di fiori e piante per cercare di accontentare tutte le richieste e per offrire ai visitatori una vasta scelta.

Agrumi, rose, tillandsie, peonie, acidofile e carnivore possono solo fare da esempio a una lista ben più corposa. Inoltre sarà allestito un angolo dello scambio, in cui i visitatori avranno modo di barattare i propri semi e le proprie piante per allargare la propria collezione.

Fra gli stand dei vivaisti trovano inoltre spazio anche esposizioni di artigianato e prodotti gastronomici locali, ma anche animali da cortile inusuali.

Altrettanto interessante è stato il connubio con l’arte pittorica e fotografica di artisti noti a livello nazionale.



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