Il Forum delle Muse

Posts written by Filokalos

view post Posted: 24/5/2012, 08:46     I Borghi più belli d'Italia - I Borghi più belli d'Italia

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Nel marzo del 2001 nasceva il club de I Borghi più Belli d'Italia su impulso della Consulta del Turismo dell' Associazione dei Comuni Italiani (ANCI).


Questa iniziativa è sorta dall'esigenza di valorizzare il grande patrimonio di Storia, Arte, Cultura, Ambiente e Tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti.


Sono infatti centinaia i piccoli borghi d'Italia che rischiano lo spopolamento ed il conseguente degrado a causa di una situazione di marginalità rispetto agli interessi economici che gravitano intorno al movimento turistico e commerciale.



L'associazione organizza, all'interno dei borghi, iniziative, come festival, mostre, fiere, conferenze e concerti che mettano in risalto il patrimonio artistico e architettonico, quello culturale tradizionale, storico, eno-gastronomico, dialettale, coinvolgendo nelle manifestazioni gli abitanti e le istanze locali, i comuni, le scuole, le associazioni culturali, i poeti e i musicisti locali.


L'Italia minore, quella a volte più sconosciuta e nascosta, rappresenta al meglio il dipanarsi della storia millenaria che ha lasciato i suoi segni indelebili soprattutto in questi luoghi rimasti emarginati dallo sviluppo e dalla modernità a tutti i costi.


Non si tratta di Paradisi in Terra ma c'è la volontà di far tornare a vivere i piccoli centri storici e attirare visitatori per trovare quelle atmosfere quegli odori e quei sapori che fanno diventare la tipicità un modello di vita che vale la pena di "gustare" con tutti i sensi. ^_^



:saluto:







view post Posted: 18/5/2012, 21:28     Ciao - Off-Topic

Non capita spesso che i visitatori di questo forum, oltre a soffermarsi a leggere qualche pagina, decidano anche di lasciare traccia del loro passaggio.

Meno ancora succede che decidano di "presentarsi" perché, forse, non è una pratica molto incoraggiata, dato che più che alla "socializzazione" qua si bada alla divulgazione.

Ma resta sempre una piacevole evenienza, specie poi quando chi di affaccia nel Forum delle Muse ha così tante passioni "protette" dalle 9 mitiche sorelle... :wub:

Se ti va di lasciare altre tracce del tuo passaggio, fai pure, ovviamente nel rispetto dello spirito e della filosofia del luogo (che potrai vedere riassunta nella homepage) e se la Storia della "Gabbianella" di Sepulveda ti ha colpito, sappi che in questo forum è stata dedicata un'intera pagina...

QUA ;)




view post Posted: 16/5/2012, 19:30     Le nuove scoperte sull'architettura dei neuroni - Psicologia

Le nuove scoperte sull'architettura dei neuroni

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Studi rivoluzionari hanno rivelato
i meccanismi molecolari del cervello.
Generando speranze: questa volta si potrebbe
veramente trovare la cura per l’Alzheimer
e molti altri disturbi
E stimolando prospettive: si potranno capire meglio il
funzionamento del cervello
e i fondamenti del linguaggio e della coscienza...



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[color=red]Molecole come opere d'arte

Come fa il nostro cervello a ricordare quanto ci è successo tanto tempo fa?

Come fa perfino a ricordare qualcosa che risale a poche ore addietro?

Le neuroscienze hanno a lungo studiato i processi della memoria, mietendo una mole impressionante di eccellenti risultati.

Restano, però, molti problemi di fondo ancora aperti e perfino dei paradossi.

Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica internazionale «PLoS Computational Biology» da due fisici canadesi, Travis Craddock e Jack Tuszynski (Università di Alberta) e da un neuroscienziato e anestesiologo americano, Stuart Hameroff (Università dell’Arizona), promette di aprire una nuova frontiera in questo settore.

Detto molto semplicemente, questi studiosi offrono un modello teorico e sperimentale di quello che succede dentro i neuroni.

Hanno, nel vero senso della parola, sondato quello che succede all’interno dei singoli neuroni responsabili della fissazione e della successiva salvaguardia delle tracce mnemoniche.



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Donald Olding Hebb

Occorre, qui, forse, fare un passo indietro.

Nel lontano 1949, uno dei padri delle moderne neuroscienze, il canadese Donald Olding Hebb, aveva individuato l’autografo cerebrale della memoria: la fissazione stabile dei ponti che si creano incessantemente tra i neuroni, le cosiddette sinapsi.

Il motto che lo ha reso famoso è «i neuroni che sparano insieme si sposano insieme» (in inglese è più grazioso: «neurons that fire together wire together» ^_^ ).

In altre parole, due neuroni che si attivano allo stesso tempo, in uno stesso preciso momento, stabiliscono tra di loro un’alleanza stabile per il futuro.



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Una Sinapsi

Attivate uno di questi, e anche l’altro risponderà prontamente all’appello.

Questo tipo di sinapsi si chiama, da allora, una sinapsi hebbiana.

Ne è passata, da allora, di acqua sotto i ponti. Nel 1966, all’Università di Oslo, Terje Lomo e Timothy Bliss, studiando il consolidamento della memoria nell’ippocampo del coniglio, scoprirono il fondamentale meccanismo chiamato potenziamento a lungo termine (in gergo internazionale Ltp).

Lo sposalizio tra i neuroni veniva da loro certificato su precise basimolecolari.



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I Microtubuli

Il problema, però, spiega Stuart Hameroff, è che molte di queste molecole della memoria (delle speciali proteine) vivono solo pochi minuti o poche ore, mentre i ricordi vivono molto più a lungo.

Un paradosso, questo, che il lavoro sopracitato conta di poter risolvere.

"Guardando dentro" neuroni e sinapsi, si scopre così un’architettura di grande complessità e di grande bellezza: i cosiddetti microtubuli, parte dello scheletro delle cellule, ma che, nei neuroni, assumono proprietà particolari.

Sono colonne di forma esagonale, formate da moltissime molecole, le tubuline, che hanno ciascuna all’incirca la forma di un fagiolo.

Questi fagioli possono essere ripiegati su se stessi o invece aprirsi. E lo fanno in modo contagioso, facendo aprire o chiudere altre tubuline lungo tutto il tubulo.

Il loro passaggio dalla forma aperta a quella chiusa racchiude informazione e questa informazione si propaga lungo l’intero tubulo e può poi trasmettersi a un neurone successivo.



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Il processo è assai simile a quanto avviene in un microcalcolatore.

È così che l’immagazzinamento e la trasmissione di informazione possono restare stabili anche su lunghi periodi, in certi neuroni anche lungo molti anni. La quantità di energia consumata è bassissima.

L’articolo spiega tutto ciò in grande dettaglio, con illustrazioni degne di un grande disegnatore.

Ecco quindi trovata, secondo questi scienziati, la soluzione del paradosso della memoria.

Come spiega Hameroff: «Abbiamo scoperto quello che sembra proprio essere il sito della memoria, il codice del ricordare, all’interno dei neuroni. Abbiamo scoperto la memoria, senza alcun paradosso. È forse solo un primo passo, ma le conseguenze possono essere molto importanti per capire il funzionamento del cervello, perfino per capire i fondamenti del linguaggio e della coscienza».


Un cartone animato divulgativo:
Esplorando il corpo umano - Siamo fatti così -
I NEURONI episodio 13

E descrive anche le possibili applicazioni pratiche: «Il trattamento dell’Alzheimer e di altri disturbi del sistema nervoso, compresi i disturbi da stress post-traumatico. Diventerà forse possibile in futuro potenziare la memoria o, all’opposto, eliminare ricordi traumatici».

Hameroff è autore di numerosi articoli e libri scientifici su quello che succede all’interno dei neuroni, uno di questi scritto a quattromani con il noto fisico ematematico inglese Sir Roger Penrose (autore del discusso saggio La mente nuova dell’imperatore).

Nel comunicato stampa rilasciato ieri congiuntamente dall’Università dell’Arizona e dall’Università di Alberta, Hameroff non ha peli sulla lingua: «Molti articoli tecnici di neuroscienze concludono promettendo cure per l’Alzheimer e altri disturbi. Anche noi ora lo facciamo,
ma questa volta potrebbe essere vero ».



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Una speranza contro Alzheimer




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Un nuovo sistema per rigenerare i neuroni, potenziale speranza contro Alzheimer o ictus.
Ricercatori in parte finanziati dall’UE hanno convertito le cellule gliali del cervello in due diverse classi funzionali di neuroni.
I loro risultati, pubblicati sulla rivista Public Library of Science (PLoS) Biology, potrebbero portare a importanti progressi nel trattamento delle malattie neurodegenerative.
Lo studio è stato in parte finanziato dal progetto EUTRACC («European transcriptome, regulome and cellular commitment consortium»), che è sostenuto con 12 milioni di euro nell’ambito dell’area tematica «Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute» del Sesto programma quadro.
Le cellule gliali (o cellule della glia), comunemente conosciute come il collante del sistema nervoso, circondano i neuroni responsabili della trasmissione delle informazioni. Le cellule gliali forniscono sostanze nutritive e ossigeno ai neuroni, e li isolano gli uni dagli altri.
Inoltre li proteggono dagli agenti patogeni e rimuovono i neuroni morti.
Questo nuovo studio si è focalizzato sulle astroglia (cellule gliali a forma di stella), uno dei più comuni tipi di cellule gliali.
Le astroglia hanno diverse proiezioni che fanno da impalcatura di sostegno per i neuroni.


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Sono inoltre strettamente legate alle cellule gliali radiali. Durante lo sviluppo embrionale del cervello, queste cellule gliali radiali o si trasformano in neuroni o fungono da impalcatura su cui eseguire la migrazione dei neuroni neonati.
Mentre le astroglia normalmente non hanno il potenziale di generare neuroni, il gruppo di ricerca della professoressa Magdalena Gotz e del dottor Benedikt Berninger, del Centro Helmholtz di Monaco di Baviera, in Germania, è riuscito a provocare la loro conversione in due principali classi di neuroni corticali. Più precisamente, le astroglia sono state convertite in neuroni eccitatori e inibitori che eccitano o inibiscono l’azione nella cellula bersaglio. Questi risultati sono stati raggiunti grazie all’espressione selettiva di specifici fattori di trascrizione, ovvero di proteine che si legano a sequenze specifiche del DNA e quindi controllano il trasferimento delle informazioni genetiche. «In questo studio siamo riusciti a riprogrammare i neuroni appena creati, rendendoli capaci di sviluppare delle sinapsi funzionanti. Queste rilasciano - a seconda del fattore di trascrizione utilizzato - sostanze neurotrasmettitrici eccitatorie o inibitorie», dice l’autore principale dello studio, il dottor Christophe Heinrichs della Ludwig Maximilians Universitat (LMU) di Monaco di Baviera (Germania). «I nostri risultati lasciano sperare che la barriera che separa le cellule neuronali e le astroglia - strettamente connesse tra loro - non sia insormontabile», aggiunge il dottor Berninger.




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Scoperta la molecola che "spegne" i neuroni




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Grazie a una ricerca effettuata dalla Yale University, è stato scoperto che una proteina, la MKP-1, funziona da interruttore per la MAPK, fondamentale per la sopravvivenza e il giusto funzionamento dei neuroni.

Dallo studio dell'Università americana, condotto su 21 pazienti depressi deceduti e 18 soggetti sani, è emerso che la quantità di MKP-1 presente nel cervello dei depressi è doppia rispetto a quella negli individui sani; la molecola, a sua volta spegne la MAPK che favorisce la comparsa di sintomi depressivi.

Nei test sugli animali si è potuto osservare che inattivando la proteina nel cervello dei topi, questi diventavano immuni allo stress; al contrario, iperattivando la molecola, l'animale iniziava a manifestare sintomi depressivi.

La depressione è una malattia che causa sintomi più o meno gravi, per questo i farmaci sono efficaci solo sul 60% dei pazienti; per questo la ricerca fa sperare nella produzione di una nuova classe di farmaci.

La ricerca è stata pubblicata su Nature Medicine.



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Come funzionano i neuroni del nostro cervello?



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Una lumaca Aplysia
di fronte ad un labirinto...

La registrazione mnestica è il risultato di una reazione elettrica e di un processo biochimico che avvengono nel cervello. Alla base di tutto ci sono i neuroni, cellule nervose formate da un tratto allungato detto assone da quale partono degli impulsi, e dai dendriti, prolungamenti ramificati che diffondono gli impulsi agli altri neuroni.

Ognuno di questi si comporta così come un cervello in miniatura, in pratica come una piccola rice-trasmittente. Gli impulsi elettrici emessi dal neurone si propagano attraverso le sinapsi (spazi esistenti fra i dendriti e gli assoni, vedi le memorie e le sinapsi) mediante speciali sostanze chimiche, prodotte dai neuroni stessi, chiamate neurotrasmettitori o mediatori – sono circa 40, tra cui la noradrenalina, la dopamina, l’acetilcolina – e in questo modo il cervello codifica, classifica, archivia ed elabora informazioni. Perciò, spiegano oggi i neurofisiologi, a ogni memorizzazione corisponde una modificazione chimica delle cellule celebrali.



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Una lumaca Aplysia
di fronte ad un rompicapo...

Come spiega Eric Kandel, della Scuola di medicina e chirurgia della Columbia University di New York, che con la sua équipe sta studiando i processi dell’apprendimento, della memoria e del ricordo per capire meglio come funzionano i neuroni del nostro cervello, in un organismo semplice come l’Aplysia, una lumaca marina: “Se una quantità sufficiente di sostanza chimica raggiunge il neurone successivo, questo a sua volta emette un impulso”

“Se invece la sostanza chimica che passa tra un neurone e l’altro è troppo poca, il secondo neurone produce un debole segnale o non ne produce affatto.”

Quest’ultimo caso si verifica nei momenti di assuefazione, di ripetitività, nella mancanza di forti emozioni. Al contrario durante la scarica emotiva passa una maggior quantità di conduttore chimico, provocando così un segnale di spinta, quasi un’ “accensione” di cellule o una piccola serie di “fuochi d’artificio” dentro il cervello. Insomma le forti emozioni “fissano” i ricordi e li “saldano” alle cellule grazie alle trasformazioni biochimiche delle loro proteine (vedi emozioni e ricordo. Che nesso c’è?), mentre il DNA funzionerebbe da “nastro” di registrazione. Tali forze selettive nell’organizzazione della memoria si identificano dunque con le pulsioni e con gli aspetti emotivi-affettivi e motivazionali che regolano la vita degli individui (vedi come funzionano i ricordi e le emozioni?). Del resto questo rende ragione del contributo che la psicanalisi, come metodo di studio delle funzioni mentali, ha portato a questo processo spiegando bene come funzionano i neuroni del nostro cervello.



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Ictus, possibile riabilitare neuroni sofferenti



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L’ictus è una delle patologie maggiormente pericolose per l’uomo.

È possibile riabilitare i neuroni sofferenti? La mancanza di ossigeno al cervello crea delle ischemie, delle vere e proprie “ferite” che provocano la morte dei neuroni: dopo un attacco di questo tipo la prima cosa che si fa è quella di tentare, attraverso farmaci e riabilitazione, di riportare la persona ad uno stato di autosufficienza accettabile.



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Le nostre cellule cerebrali, se non sufficientemente ossigenate, muoiono. Uno degli obiettivi della ricerca medica è quello di riuscire a trovare una cura che sia in grado di limitare i danni di una patologia spesso davvero devastante per l’uomo.
Il dott. Thomas Carmichael ed i ricercatori dell’Università della California sono stati in grado di segnare un importante passo in avanti verso tale traguardo, come reso noto dalla rivista Nature. E sebbene lo studio sia stato condotto su un modello animale in laboratorio e manchino ancora tutta una serie di protocolli prima di pensare di trasferire gli studi a livello umano, la scoperta ha avuto del sensazionale.
Il team è riuscito infatti a provare che la scarsa reattività dei neuroni dopo un ictus, è collegata all’accumulo del GABA, una sostanza che inibisce la trasmissione dell’impulso nervoso e che viene rilasciata dalle cellule in seguito ad una ischemia cerebrale. Ovviamente la ricerca si è basata sul recupero dei neuroni sofferenti, posti nei pressi delle zone colpite dall’ictus: è ancora impossibile recuperare una cellula cerebrale morta.



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Lo spiega il dott. Thomas Carmichael:
"Da tempo molti studiosi hanno concentrato la loro attenzione sulle aree adiacenti a quelle più colpite dall’evento.
Per i neuroni morti, infatti, non c’è più niente da fare, ma è importante recuperare quelli che, pur essendo sofferenti, sono ancora vivi. Tocca a loro supplire alle funzioni oramai irrimediabilmente perse nella zona dell’ictus, modificandosi e stabilendo nuove connessioni nervose.
Una possibilità data dal cervello in nome della sua plasticità davvero estrema in caso di emergenza.
L’eccesso di GABA nei neuroni circostanti impedisce l’organizzazione di questa reazione di emergenza.
Per questo abbiamo provato a somministrare agli animali un farmaco già noto e utilizzato per inibire specificamente la funzione del GABA.
Ed i risultati non sono mancati: i topi trattati con il farmaco recuperavano le funzioni motorie in modo più veloce e completo rispetto a coloro non trattati. Il trattamento deve però avvenire nei giusti tempi.
L’effetto positivo sul recupero motorio si osservava quando il farmaco veniva somministrato pochi giorni dopo l’ictus."



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La memoria migliora se i neuroni sono nuovi




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La nascita di nuovi neuroni (neurogenesi) non cessa totalmente dopo lo sviluppo, ma continua per tutta la vita in alcune zone del sistema nervoso adulto. Ricerche recenti hanno mostrato che la neurogenesi è indispensabile per la formazione della memoria e interessa in particolare l’ippocampo, una parte del cervello che si trova nel lobo temporale e che è sede di funzioni cognitive di vitale importanza. Gli studi, tuttavia, non sono riusciti ancora a chiarire in che modo i neuroni ‘neonati’ vadano ad integrarsi nei circuiti già esistenti, contribuendo di fatto alla formazione di nuovi ricordi e al buon mantenimento dei vecchi.
Il team di ricercatori del CNR-LUMSA-EBRI presso il Centro Europeo di Ricerca sul Cervello, struttura nata con il fondamentale contributo della Fondazione Santa Lucia, ha fatto un ulteriore ed importante passo verso la comprensione delle condizioni necessarie affinché i neuroni neonati si attivino nel favorire e migliorare alcuni tipi di apprendimento e memoria.



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I neuroscienziati, coordinati da Felice Tirone dell’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare (INMM) del CNR, in collaborazione con il prof. Vincenzo Cestari dell’Istituto di Neuroscienze del CNR e dell’Università LUMSA e del dr. Alberto Bacci dell’European Brain Research Institute, hanno dimostrato con il loro studio che un fattore di fondamentale importanza per la neurogenesi è rappresentato dalla velocità con cui i progenitori (le cellule staminali che daranno luogo ai neuroni) si differenziano nell’ippocampo. Da questa velocità dipenderà infatti il buon esito di tutto il processo.

Come spiega Tirone: “I nuovi neuroni devono maturare secondo una corretta sequenza temporale affinché divengano funzionali per l’acquisizione di nuove memorie e per il recupero di memorie già esistenti” .

Alla base dello studio vi è un approccio sperimentale differente da quelli precedenti in letteratura.

I ricercatori hanno infatti sviluppato sui topi un nuovo paradigma sperimentale che accelera la differenziazione dei neuroni neonati senza alterarne il numero, ottenuto mediante l’espressione selettiva nei progenitori neurali dell’ippocampo di PC3/Tis21, un gene specifico nell’accelerare il differenziamento di questi e di altri tipi di progenitori neurali.



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“Forzando i nuovi neuroni a bruciare le tappe della loro differenziazione per un periodo predefinito, abbiamo potuto osservare che un piccolo numero di neuroni di 2-3 settimane di età è critico per l’apprendimento”, prosegue il ricercatore dell’INMM-CNR. “Infatti i topi così trattati non solo falliscono nell’apprendere nuove informazioni spaziali, ma sono anche incapaci di utilizzare quelle precedentemente acquisite”.

Tirone continua: “PC3/Tis21, di cui già abbiamo osservato in passato una azione contro i tumori cerebrali dovuta proprio alla sua capacità di fare differenziare i progenitori neurali, potrebbe in effetti avere anche altre potenziali ricadute applicative della ricerca, in quanto è attivato dal Nerve Growth Factor, molecola la cui deprivazione sembra essere una importante componente nella malattia di Alzheimer. In effetti l’ippocampo è una delle prime strutture cerebrali che risulta danneggiata nell’Alzheimer, morbo caratterizzato in maniera precipua da disorientamento spaziale e deficit di memoria. Si potrebbero quindi guadagnare informazioni utili anche alla comprensione dei meccanismi alla base di questa malattia”.

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Felice Tirone

È quindi una questione aperta e di rilievo nelle neuroscienze comprendere i meccanismi di controllo ed i fattori che influenzano la neurogenesi adulta, nel campo della memoria come indicano ora queste ricerche, ma anche della depressione, la quale, come alcuni ricercatori hanno recentemente proposto, potrebbe instaurarsi a causa di una neurogenesi adulta difettiva.

view post Posted: 14/5/2012, 14:48     Best-seller da non leggere - Biblioteca

Best-seller da non leggere

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Dimenticati i capolavori degli
anni 60 e 70, la letteratura
italiana oggi è fatta di trame
banali e stile mediocre.





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A giudicare dai titoli più venduti in libreria pare proprio che i lettori italiani siano peggiorati negli ultimi trenta-quarant’anni. :rolleyes:


Non c’è da meravigliarsi. :shifty:



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La generazione letteraria del 1910-1924, che pubblicava i propri libri attorno al 1960-1970, è stata la più ricca e feconda apparsa da secoli nella letteratura italiana.



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I lettori ereditavano le qualità degli scrittori. Erano lettori avventurosi e impavidi, che non temevano difficoltà di contenuto e di stile, fantasie, enigmi, allusioni, culture complicate e remote.



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In quegli anni libri bellissimi ebbero un successo che oggi non si potrebbe ripetere. Pensiamo sopratutto a due casi.

Quello dell’Insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera e quello delle Nozze di Cadmo e di Armonia di Roberto Calasso.


Non si era mai visto un così arduo libro di saggistica, fondato su una analisi rigorosa dei testi, conquistare un pubblico tanto vasto, e ripetere il suo successo in ogni Paese.


Oggi la lettura tende a diventare una specie di orgia, dove ciò che conta è la volgarità dell’immaginazione, la banalità della trama e la mediocrità dello stile.


Di fronte a certe proposte "letterarie" viene da pensare che sia molto meglio non leggere affatto, piuttosto che leggere Dan Brown, Giorgio Faletti e Paulo Coelho.


Intanto, continua la scomparsa dei classici. Gli italiani non hanno mai letto Dickens e Balzac.


Oggi, anche Kafka (che nel l970-80 era amatissimo) va a raggiungere Tolstoj e Borges nel vasto pozzo del dimenticatoio. :sob:


Per fortuna, restano i poeti: o, almeno, una grande poetessa, Emily Dickinson.



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Cliccando sopra questa immagine verrete indirizzati alla Homepage del sito
interamente dedicato alle opere di Emily Dickinson :ok:



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Anche i numeri stanno calando. Negli ultimi mesi le vendite dei libri — sia delle clamorose novità sia del lento catalogo — sono discese di circa il 12% rispetto agli anni precedenti: così dicono le stime...


È una vera catastrofe editoriale, alla quale speriamo che portino rimedio i prossimi mesi dell’anno.


La spiegazione è ovvia: la crisi economica si è allargata e si è estesa.


Ma niente è meno costoso, e tanto indispensabile, come il piacere della lettura.


Il principale rimedio è la diminuzione del prezzo dei libri.


Molte case editrici ricorrevano, negli anni passati, a un sistema di vendite scontate (del 20-30%) in alcuni mesi dell’anno, specialmente ottobre, novembre, dicembre.





I risultati economici erano notevoli.


La cosa mi sembra perfettamente legittima.


Non si vede perché una casa automobilistica possa abbassare, per qualche mese, i prezzi delle vetture, e una casa editrice non possa diminuire quelli dei libri.


Ma, nel 2010, è accaduta una cosa inverosimile.


Sottoposto a non si sa quali pressioni, il governo ha di fatto ucciso le vendite straordinarie dei libri, o le ha ridotte al minimo. :ranting:


L’industria editoriale italiana è gracile e fragile.


Se non si vuole farla affondare completamente, il provvedimento del 2010 va assolutamente abolito.

Ogni editore venda i propri libri al prezzo che preferisce.... ^_^

view post Posted: 13/5/2012, 18:26     Libro degli Zio Ematitos - Svago
Sposto la discussione e linko anche dove andare a leggere direttamente siffatta "opera" letteraria ----> Andate QUI
view post Posted: 10/5/2012, 11:43     Poecylia: fra caruggi e resort - Benessere

Poecylia: fra caruggi e resort

welcomezs

Una dimora per tutti coloro che desiderano
trascorrere del tempo lontano dai clamori
ed a contatto con la natura.
Un luogo dove ritrovare se stessi.



Scalinate, caruggi, le case antiche del centro storico.


La dolcevita a Carloforte, nella Sardegna sud-occidentale, è fatta di piccole cose, ancora autentiche.


Si possono fare esperienze di pesca turismo, immersioni e passeggiate nell’Oasi Lipu per osservare gli uccelli che vivono lungo la scogliera.


Con la bella stagione si può prendere il sole a Cala Fico e Capo Sandalo, oppure raggiungere La Caletta, dove bere l’aperitivo in attesa dello spettacolare tramonto.


La migliore cucina carlofortina, con pasta fresca e pesce, si assaggia al Tonno di corsa, ricavato all’interno di una vecchia casa.



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Una pietra adibita a cartellone segnaletico

Per dormire, invece, c’è il Poecylia, resort nascosto nella macchia mediterranea, con quattro suite arredate con quadri, fotografie e opere collezionate dai proprietari durante i loro viaggi nel mondo (doppia in b&b 140 euro, tel. 333 7629790,).



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Poecylia è la realizzazione di un sogno che ebbe inizio alla fine degli anni 70, quando Piero Giaculli, capitato per caso a Carloforte, sull’isola di San Pietro, decise di comprare alcuni ruderi per farne in seguito il suo buen retiro.



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Circondato dalla macchia mediterranea, rosmarino, mirto, cisto, corbezzolo, eucalipti, agavi e dalla vegetazione tipica dell’isola, Poecylia è ubicato all'interno di una proprietà privata di sette ettari riservata ai soli ospiti del resort.


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La dimora si trova in un’antica zona mineraria, il villaggio del Becco, località popolata da cormorani, falchi della regina e conigli selvatici.



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Qui la falesia, precipitando a picco sul mare, forma una costa selvaggia ed un golfo unico e straordinario, costellato da splendide calette difficilmente raggiungibili via terra.

Oasi protetta della natura, è la zona più incontaminata e remota di Carloforte.

Nel Poecylia, nelle architetture, nei suoi interni e negli arredi si ritrovano le esperienze di Piero Giaculli.

Gli incontri con i più noti artisti, fotografi e subacquei di tutto il mondo.

I viaggi nei paesi che più l’hanno influenzato come il Messico, i Caraibi, il Giappone, e gli indimenticabili anni 60 e 70, consegnati più al mito che alla storia, trascorsi nel Mediterraneo, in quelle altrettanto mitiche isole della Grecia e delle Eolie.

A Capri ed a Procida. Come pure a Roma ed a Napoli, sua città natale.



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Nasce così una dimora unica, solare, che non è, né vuol essere, in alcun modo, un hotel, un albergo o un bed and breakfast tradizionali, ma somiglia più ad una piccola gemma pensata per essere offerta a tutti coloro che desiderino usufruire della straordinaria energia della Natura per potersi rigenerare in totale relax attraverso il silenzio e la meditazione...

Il Mondo magico e diverso del Poecylia non é adatto a tutti. Anzi, in alcuni casi può essere addirittura sconsigliato.

oecylia è un luogo sacro di una bellezza senza tempo, lontano dai clamori e dal turismo estivo e tradizionale.
Poecylia è un luogo dove ritrovare se stessi.



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La caverna "Mezzaluna"



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Proprio per questi motivi non si trovano, all’interno delle camere, i "comforts" abituali, stereotipi di quasi tutte le strutture ricettive, come la televisione, il telefono, internet, frigo bar o l’aria condizionata. La maggior parte dei servizi è invece centralizzata nelle aree comuni.



Le camere, arredate con charme e semplicità, quasi monastica, sono fresche naturalmente grazie al modo con cui sono state concepite e costruite. Affacciano tutte su di un terrazzo adiacente il giardino di macchia mediterranea che circonda la dimora, dove corre un pergolato di meravigliose bouganville. Nelle zone comuni non sono solo gli elementi decorativi e l'arredo a rendere unico e diverso il Poecylia, ma anche, e soprattutto, la biblioteca, a disposizione sia per consultazione che per piacevoli momenti di lettura.



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Un "Tea-corner"



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Gli ospiti del Poecylia possono poi raggiungere a piedi, in pochi minuti, attraverso un delizioso sentiero, immerso in una flora rigogliosa, una stupenda ed incontaminata spiaggetta di ciottoli, raggiungibile diversamente solo via mare.



È il punto più primitivo e spettacolare di San Pietro. Dalla spiaggetta si possono effettuare straordinarie e rilassanti nuotate ed escursioni snorkeling attraverso piccole ed incantevoli insenature nascoste, raggiungibili solo dal mare, lontane dalle spiagge più frequentate dell'isola, e tra un miriade di scoglietti affioranti che formano in alcuni casi vere e proprie piscine naturali, dove si riposano, tra un tuffo ed un altro, intere famiglie di cormorani.



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La caverna della "Sirenetta"



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La colazione, a buffet, viene servita, senza limiti di orario per offrire a gli ospiti il massimo relax, nella stupenda cornice che guarda l’incomparabile panorama della baia tra punta dei Cannoni e capo Sandalo.

All’estrema punta del belvedere, che cade a picco sul mare, in uno scenario mozzafiato, si trova il luogo ideale ed unico per poter ammirare, alle ultime luci del giorno, il sole che tramonta, affondando nel mare, in una straordinaria tavolozza di colori.

La Porta sull' Infinito. :wub:

Al buio della notte, è possibile contemplare l’infinita volta celeste, dove un numero incalcolabile di stelle brillano con un'intensità senza pari.



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Carloforte by Night



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Indirizzo: Località Becco - 09014 Carloforte
email: [email protected]
Piero: +39 333.76.29.790
Simona:+39 333.89.64.250
Fiorella: +39 333.20.43.088
Tariffe 2012
Offerte
Exclusive Formula, per coloro che desiderano soggiornare avendo tutta o parte della dimora a disposizione: on request
Animali domestici: 20€/die
Matrimoniale uso singola: sconto 20%
Letto aggiunto, secondo disponibilità: aumento 40%
Bambini: secondo l’età
Check in: dalle 12 in poi.
Per arrivi prima delle 12 contattare preventivamente
Check out: entro le 11
view post Posted: 5/5/2012, 18:07     Campione del Garda - Un resort o solo una speculazione?... - Kronos
Più se ne sente di questa storia, più ci si accorge che siamo di fronte ad una grande speculazione che sta andando a rotoli... :(
view post Posted: 4/5/2012, 10:12     La macchina che legge i pensieri - Psicologia

La macchina che legge i pensieri

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La lingua parlata è una caratteristica unicamente umana.
Nel cervello umano si sono sviluppati meccanismi che
decodificano gli ingressi acustici altamente variabili
in elementi significativi del linguaggio, come fonemi e parole.
Svelare i meccanismi di decodifica negli esseri umani
si è dimostrato difficile, perché la registrazione invasiva
dell'attività corticale di solito non è possibile.
Nello studio presentato in questa pagina,
sono state utilizzate procedure neurochirurgiche
per il trattamento di epilessia,
in cui viene misurata l'attività neurale direttamente
dalla superficie corticale,
offrendo un'opportunità unica per spiegare
come il cervello umano compia il riconoscimento vocale.
È stato così svelato l’ultimo mistero della mente !!




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Ascoltare i pensieri, sbirciare tra le pieghe del cervello: quello che la fantascienza aveva etichettato ieri come telepatia, oggi un gruppo di neuroscienziati l’ha realizzato.

Grazie a chip impiantati nella testa. Gli elettrodi, fissati in quel lobo temporale in cui i suoni vengono convogliati dal nervo uditivo e scomposti in fonemi, hanno fedelmente registrato gli impulsi elettrici generati dai neuroni impegnati ad ascoltare una serie di parole.

Con molta pazienza e l’aiuto di un computer i ricercatori dell’università californiana di Berkeley hanno poi collegato ogni gruppo di segnali emessi dai neuroni a una parola.

Fino a ricostruire, passo dopo passo, il vocabolario che il cervello usa per tradurre i suoni in concetti.

La ricerca appena pubblicata sulla rivista Plos Biology si va ad aggiungere a uno studio giapponese che, sempre analizzando gli impulsi elettrici del cervello, l’anno scorso aveva ricostruito le scene di un film che in quel momento passava davanti agli occhi di un uomo.



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Matthew Nagle

E nel 2006 ad un ragazzo di 26 anni paralizzato dal collo in giù, Matthew Nagle, era stato impiantato un chip nel cervello capace di tradurre gli impulsi elettrici dei neuroni in comandi per muovere il cursore di un computer o una mano artificiale.

La lingua che le cellule del cervello usano per comunicare tra loro cominciano a essere captate e decifrate.

E questo sguardo diretto che i neuroscienziati gettano da qualche anno nel nostro organo del pensiero apre prospettive illimitate.

L’esperimento di Berkeley per esempio ha coinvolto 15 pazienti che dovevano subire un intervento al cervello a causa di una grave epilessia.

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Brian Pasley



I 256 elettrodi fissati nel lobo temporale avevano il compito principale di segnalare al chirurgo il punto esatto da cui scaturiva un attacco epilettico. Ma i segnali sono stati usati anche dai neuroscienziati guidati da Brian Pasley per studiare l’elaborazione del linguaggio.

Lo stesso ricercatore ha dichiarato: «Il nostro scopo era capire come fa il cervello a comprendere le parole nonostante tutte le variazioni che il loro suono può avere, a seconda che a pronunciarle sia un uomo o una donna e che il ritmo del discorso sia lento o veloce».



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BrainGate è una nuova tecnologia in cui viene impiantato
un chip nel cervello che capta gli impulsi elettrici.
Un computer interpreta questi impulsi come azioni.

Il cervello, hanno scoperto gli scienziati californiani, riesce a scomporre il suono di una parola in frammenti di decimillesimi di secondo, con frequenze che variano da 1 a 8mila hertz.

Ascoltando attentamente i segnali dei neuroni è stato possibile fotografare l’impronta lasciata nel cervello da alcuni termini comuni in inglese come jazz, cause, deep.

Da lì, i ricercatori di Berkeley sono passati alla seconda fase dello studio, quella più utile per restituire la parola a pazienti che l’hanno persa per ictus o malattie degenerative come il morbo di Lou Gehrig.

Una delle persone che in teoria potrebbero beneficiare di questi esperimenti è l’astrofisico inglese Stephen Hawking.



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Stephen Hawking

Colpito da Sla (Sclerosi Laterale amiotrofica) e ormai settantenne, lo scienziato riesce a comunicare solo attraverso la contrazione di un muscolo della guancia.

Ma a Berkeley non solo è stato possibile ascoltare una parola e “fotografarne” l’impronta nel cervello.

Gli scienziati sono stati anche capaci di percorrere il sentiero opposto: partendo dalla traccia dei neuroni e trasformandola di nuovo in suono con l’aiuto di un computer.

Per attivare le scariche dei neuroni infatti, spiega Pasley: «non c’è bisogno di pronunciare la parola, basta infatti solo immaginarla».



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Articolo Originale di
ELENA DUSI



Edited by filokalos - 4/5/2012, 11:47
view post Posted: 24/4/2012, 15:23     In vacanza da soli... - Viaggi

In vacanza da soli...

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Da soli oppure in gruppo,
la vacanza è da single





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C’è chi si “accontenta” di un weekend in Toscana o sceglie le terme più vicine, giusto per scappare all’atmosfera un po’ zuccherosa dei cioccolatini a forma di cuore e delle vetrine traboccanti di gadget romantici.

C’è invece chi programma con cura, mesi di anticipo, e investe tutto non solo sulla settimana a Sharm El Sheik (ad oggi, la destinazione più gettonata dai single italiani, seguita da Cuba e Santo Domingo) ma anche sugli incontri che potrà fare: guardaroba nuovo, valigia ragionata, lettura attenta delle recensioni di chi l’ha fatto prima, due o tre guide dettagliate e studiate ben prima della partenza.

La vita dei single-turisti, specie se maschi e eterosessuali (le donne che viaggiano da sole possono ormai contare su network consolidati e guide specializzate, mentre la classifica delle destinazioni gay friendly è oggetto di appositi e rigorosi aggiornamenti tutti a portata di clic) non è semplicissima.

Basti pensare al costo della stanza d’albergo che penalizza chi non è in coppia. Impensabile, infatti, pagare metà della tariffa prevista per la doppia.



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Ma le difficoltà non finiscono qui: gli operatori specializzati come l’agenzia romana Speed o Viaggi per single, la principale concorrente) lavorano per mettere insieme gruppi perfettamente equilibrati di uomini e di donne, in genere 40 in tutto, in modo da favorire i potenziali incontri.



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Mentre le donne sono le prime a aderire alle offerte, i maschi, specie se giovani, continuano ad ammettere con difficoltà di non avere alternative, e spesso ripiegano sulla mini-vacanza in gruppo, magari a tema (casinò, movida e sport sono in cima all’elenco, seguiti da cibo e spiaggia).
Giuseppe Gambardella, tra i fondatori di speedviaggi, giura: «Non è una buona idea perché in questo modo si finisce col non incontrare nessuna persona nuova e si comunica esclusivamente in italiano. Certo non è obbligatorio innamorarsi in vacanza, ma può essere molto piacevole ritornare con l’agenda arricchita da nuovi numeri di telefono».


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Un'immagine dal film "Into the Wild"

Secondo un sondaggio condotto dal sito, le possibilità di incontrare un nuovo amore viaggiando da soli raddoppiano se si è donne e triplicano addirittura se si è maschi under 35: zaino in spalla e mente aperta, dunque.

Il 30% dei single in partenza, comunque, usa i social network per decidere la meta, mentre un altro filone, ricchissimo di decaloghi e buoni indirizzi sul web, è quello into the wild: il viaggio da soli inteso come scoperta di luoghi mai visitati prima, possibilmente selvaggi.

Senza, s’intende, il finale tragico del film scritto e diretto da Sean Penn.

In questo campo, un operatore che offre numerose possibilità è Avventure nel mondo . Ma le nuove conoscenze non sono incluse nel pacchetto.



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Abano Terme Padova

RELAX SUI COLLI EUGANEI


Risvegliare le energie stimolando i chakra e scegliere tra una vasta gamma di trattamenti wellness: è la promessa dell’Hotel Abano Ritz, 5 stelle, nel cuore del più importante centro termale d’Europa, sui Colli Euganei.

I prezzi partono da 66 euro a notte.

Offerte weekend a 250 euro.

Sconti del 20 per cento per la doppia uso singola.




Venezia
I PIACERI DELLA GIUDECCA



Una scelta controcorrente?

A Venezia da soli, in un hotel che gode della quiete dell’isola della Giudecca e di veloci collegamenti con San Marco.

L'Hotel Molino Stuckyoffre pacchetti con cocktail di benvenuto e una serie di trattamenti per il corpo a partire da 250 euro per la singola e dai 150 euro per scrub e massaggi.




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Saturnia Grosseto
REMIS EN FORME IN SINGOLA



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Lusso accessibile al Terme di Saturnia Spa & Golf Resort[/URL]: due notti in stanza singola, un trattamento per il corpo, due cene, l’accesso alle terme e all’antico bagno romano costano 590 euro.

Da provare il massaggio Pindasweda che profuma il corpo con camomilla, lavanda e melissa...




Maribor Slovenia
SORGENTI CALDE E PASSEGGIATE



La Slovenia è vicina, sorprendente, economica e ricchissima di centri termali e casinò. Meta perfetta per i single che vogliono ritemprarsi
e divertirsi.

Tra le terme più belle: Putj, nella Stajerska (da non perdere il massaggio subacqueo).

Nella vicina Maribor, col suo centro medioevale, si può alloggiare all’Hotel Orel (3 stelle, da 46 euro)



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Amsterdam Olanda
LA NOTTE È PICCOLA

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Per la musica, il jazz, i pub sui canali e la possibilità di girare fino a notte tarda, Amsterdam è una tra le mete migliori per chi viaggia da solo (o da sola).

L'Hotel Vondel (4 stelle) è centrale e offre stanze da 70 euro a notte per la doppia uso singola (hotels.com).

Tutti gli eventi cittadini si trovano su Amsterdam 2012 event.


Voli da 55 euro.





Lisbona Portogallo

GIOVANI, DESIGN E MOVIDA



Short break in una delle capitali più amate L’International Design Hotel (4 stelle, a partire da 92 euro a notte) si trova nel Barrio Alto e offre diversi pacchetti weekend.

I suoi interni sono ispirati a quattro filoni tra i quali scegliere per trovare il compagno perfetto: urban, tribu, zen e pop.

Voli dall’Italia da 79 euro



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International Design Hotel



Marsa Alam Egitto
SOTTO IL SOLE DEL SUD



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Volo andata e ritorno e sette notti con pensione completa affacciati su una delle più belle spiagge egiziane, Marsa Alam.

L’albergo, effetto club, è il Coraya: tre piscine, ampia scelta di bar e ristoranti all’interno, animazione e nessun supplemento sulla stanza singola.

Interessante la quota di € 574 per una settimana per "single"...
Ancora di più se si è in due dato che per lo stesso periodo si pagano meno di € 800 ;)




Londra Gran Bretagna
SHOPPING AL FEMMINILE



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Acquisti tra amiche a Oxford Street dalle catene low cost fino ai paradisi delle shopalcholic come Selfridges.


E per un weekend da single vale la pena offrirsi i lussi e i pacchetti (Welcome Rewards) proposti dal St. Martins Lane, un 5 stelle del West End disegnato da Starck(da 350 euro).


Volo da 30 euro.





Santo Domingo Rep. Dominicana
AL RITMO DI SALSA O MERENGUE




Salsa, merengue e bachata sono gli ingredienti base della vacanza giusta per chi ama scatenarsi.

Siamo nella prima tra le città fondate dagli spagnoli nelle Americhe.

L’offerta include: volo dall’Italia, cinque notti al Boutique Hotel Europa, trattamento pasti compreso e quattro ore di lezioni di ballo con i maestri.


Prezzi da 700 a 1400 euro circa




:saluto:



Articolo Originale di
Vera Schiavazzi

view post Posted: 22/4/2012, 17:36     Ernesto "Che" Guevara (1928-1967) - Incipit

Ernesto "Che" Guevara (1928-1967)

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Ernesto Guevara de la Serna,
più noto come Che Guevara, el Che
stato un rivoluzionario,
guerrigliero, scrittore e medico argentino.
Guevara fu membro del Movimento del 26 di luglio e,
dopo il successo della rivoluzione cubana,
assunse un ruolo nel nuovo governo,
secondo per importanza solo a Fidel Castro.


Gli Uomini che hanno cambiato il Mondo



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L'uomo politico cubano di origine argentina Ernesto Guevara de la Sema, detto Che, leader della guerriglia e teorico della rivoluzione, rappresenta in tutto il mondo la speranza, l'esempio e lo stimolo della lotta per una società migliore.

La sua fortunata immagine, immortalata dalla famosa fotografia di Korda che lo ritrae col basco in testa e i capelli fluenti che gli incorniciano il volto, domina nei cortei, sugli striscioni, sulle magliette dei ragazzi di tutto il mondo.

Se volessimo dirlo con le parole di Castro, è diventato «un simbolo invincibile e duraturo per tutti gli oppressi, gli sfruttati, i rivoluzionari, per chiunque si dedica anima e corpo a una causa e agli altri, per chi dimostra una vera solidarietà, per chi non potrebbe mai abbandonare un compagno, per l'uomo semplice e senza macchia che non fa compromessi tra quanto dice e quanto fa, tra teoria e pratica, tra pensiero e azione».

Nato a Rosario, in Argentina, il 14 giugno 1928, era il maggiore dei cinque figli di una famiglia della media borghesia che coltivava il radicalismo politico. La sua biografia è emblematica delle tradizioni rivoluzionarie sudamericane.



Si laurea in medicina all'università di Buenos Aires ma, insofferente del regime peronista, abbandona presto l'Argentina preferendo dedicarsi a «curare le nazioni anziché i singoli»; si mette in viaggio su una vecchia Gilera e visita buona parte dell'America latina.

Nel 1953 partecipa all'esperimento progressista di J. Arbenz in Guatemala contro l'imperialismo usa, e fa esperienze analoghe in Cile e in altri paesi. In Guatemala gli viene dato il soprannome con cui è universalmente conosciuto, derivato dal suo frequente interloquire col manierismo verbale "che" proprio degli argentini.

I suoi viaggi gli insegnarono a guardare all'America latina non come a una serie di nazioni distinte l'una dall'altra, ma come a una sola entità culturale ed economica; e si convinse che la lotta armata fosse l'unica soluzione per porre fine alle sperequazioni sociali che in essa esistevano.



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La mitica Gilera del Che Guevara




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Esule in Messico, si unì a Fidel e Raul Castro e ai fuoriusciti cubani, e fece parte del ristretto numero di guerriglieri che nel dicembre del 1956 sbarcarono a Cuba impiantandovi il primo focolaio rivoluzionario. Presto, segnalatosi per le sue doti di comandante politico-militare, ed emerso come uno dei più capaci capi del movimento guerrigliero, ebbe da Castro l'incarico di aprire un secondo fronte sulla Sierra di Escambray.

Da lì, dopo una serie di successi, guidò una colonna dell'esercito ribelle alla presa de L'Avana e contribuì a porre fine alla dittatura di Fulgencio Batista. Ciò gli valse, oltre alla nazionalità cubana, una posizione di primo piano nel gruppo dirigente castrista.

A Cuba divorziò dalla moglie peruviana, dalla quale aveva avuto una figlia, e sposò Aleida March, membro dell'esercito castrista, dalla quale ebbe quattro figli.

Quando Castro assunse il potere, Guevara, uno dei principali esponenti del governo rivoluzionario, fu nominato presidente della Banca nazionale cubana e ministro dell'industria dal 1961 al 1965, influenzando largamente la politica economica del nuovo regime.

La personificazione dell' uomo nuovo che doveva nascere dal processo rivoluzionario, il cubano del futuro, disinteressato, laborioso, onesto, critico, altri non era che lui stesso, il Che: fece del suo tipo un archetipo; era un eroe che voleva creare una fabbrica di eroi.

Malgrado l'asma che gli tormentava il petto e le fragili gambe che a stento lo reggevano, aveva fatto la rivoluzione; ma si rese conto che l'uomo nuovo non era attuabile e che lui stesso aveva in parte fallito nei suoi compiti di governo.

Comprese che il suo entusiasmo non era trasferibile.



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La Casa del Che Guevara



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Coerentemente, abbandonati gli incarichi di governo lasciò Cuba in secreto; la sua scomparsa venne attribuita alternativamente al relativo fallimento della sua politica di industrializzazione, alle pressioni esercitate su Castro dal governo sovietico, e ai dissensi sorti tra Guevara e la leadership cubana circa lo sviluppo economico di Cuba e la linea ideologica da seguire.

Nell'ottobre di quell'anno, Castro lesse una lettera in cui il Che riaffermava la sua solidarietà con la rivoluzione cubana ma spiegava che «altre terre del mondo» reclamavano «il contributo dei miei modesti sforzi», manifestando così la sua decisione di andare a combattere come guerrigliero nelle lotte per la liberazione che si svolgevano in altre parti del mondo.

Per due anni fece perdere le sue tracce; forse viaggiò clandestinamente in vari paesi per organizzarvi la guerriglia, mentre intorno alla sua figura di rivoluzionario si veniva creando un'aura quasi leggendaria dalla risonanza mondiale.



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Che Guevara e Fidel Castro

Lo ritroviamo nell'autunno del 1966 in Bolivia, a organizzare il movimento di guerriglia contro il governo Barrientos; fu una vicenda tragica e sfortunata, testimoniata dal Diario in Bolivia, in cui il Che registra meticolosamente i progressi compiuti dai guerriglieri che per undici mesi addestrò e al cui fianco combatté.

L'8 ottobre di quell'anno il suo nucleo armato venne annientato dalle truppe speciali boliviane e Guevara, catturato e trasportato ferito nella cittadina di Higueras, fu freddamente giustiziato il giorno seguente.

Era il 9 ottobre del 1967.

Il Diario in Bolivia fu pubblicato postumo nel 1968, mentre il suo pensiero sulla strategia rivoluzionaria continentale compare in diversi scritti, i più noti dei quali sono Guerra per bande e guerra di guerriglia: un metodo.

In queste opere Guevara sottolinea il primato dell'elemento volontaristico e della lotta armata, e critica le posizioni legalitarie e sostanzialmente immobilistiche dei movimenti operai tradizionali del subcontinente latinoamericano.

I suoi scritti più significativi sono stati pubblicati col titolo Scritti, discorsi e diari di guerriglia.




Molti brani, in varie lingue e in svariati paesi del mondo,
sono stati dedicati alla figura del Che:
da noi, il primo fu questo omaggio che Sergio Endrigo
gli rivolse nel primo anniversario della scomparsa,
cioè nell'autunno del 1968, e che venne pubblicato
in due distinti 45 giri, abbinato ad altrettante canzoni.
Questa canzone ha per titolo Anch'io ti ricorderò



Mentre venivano messe in circolazione foto del guerrigliero assassinato e si discuteva sulle circostanze della sua morte, la sua leggenda cominciava a diffondersi; la sua vita avventurosa e la sua tragica morte divennero argomento di articoli, tributi, poemi, canzoni.

Anche coloro che avevano poco simpatizzato con i suoi ideali comunisti militanti quando era in vita, ora esprimevano la loro ammirazione per la sua integrità e la sua coerenza.

Personaggio coraggioso, pronto a morire per difendere le sue idee, intellettuale e pensatore oltre che uomo d'azione, il Che non accettò mai Privilegi e fu sempre pronto al sacrificio, convinto che le sue idee andassero attuate per ottenere un mondo più giusto.


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Edited by filokalos - 22/4/2012, 20:01
view post Posted: 17/4/2012, 15:57     Canova e la danza - Pittura & Scultura

Canova e la danza

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Che sorpresa, Canova era pittore...
Intellettuale e salottiero, il grande scultore
ebbe una copiosa produzione figurativa ancora poco conosciuta.
Una mostra per la prima volta la rivela.
E scopre che la sua arte era come una danza




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La Fondazione Canova è tornata ad indagare e celebrare la grandezza storica e artistica del grande scultore Antonio Canova.


Possagno (TV), suo amato luogo natale, ha ricevuto il suo patrimonio culturale e lo conserva per mostrarlo, studiarlo e riscoprirlo in tutti i suoi aspetti. Questa volta, la Fondazione si è attivata per il recupero di un capolavoro e nello stesso tempo per studiare uno dei temi su cui lo scultore si era cimentato spesso, amante della musica, del teatro e dello spettacolo tout court.


Intellettuale e salottiero, impresario galante e audace sperimentatore.



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Come tutte le grandi personalità artistiche, anche Antonio Canova (Possagno 1757, Venezia 1822) rivela aspetti inediti o contraddittori.


Per esempio, alla sua attività di statuario neoclassico affiancava una copiosa produzione grafica e pittorica; per non parlare dei bozzetti in terracotta, piccoli capolavori eseguiti in tutta libertà per dare sfogo alle sensazioni più sottili e travolgenti.

Il fatto è che Canova ha incarnato perfettamente la figura dell'artefice a cavallo di due epoche, quella del sensismo-illuminismo e quella del romanticismo. Nel culto della bellezza muliebre e nell'attrazione per il sublime simile a Haydn e Mozart, a Goethe e Foscolo.


Come amava dire Winckelmann, Canova «disegnava con il fuoco ed eseguiva con flemma».


La mostra Canova e la danza dà conto della complessità dell'artista («moderno Fidia» per i contemporanei), restando tuttavia aderente a un tema che fu un fenomeno importante per l'artista e per l'Europa tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento.



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Le Grazie e Venere danzano davanti a Marte




Tutto ruota intorno alla seducente figura della Danzatrice con i cembali del 1812 - qui nella versione in gesso restaurata.




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È da quasi un secolo, dal periodo del primo conflitto mondiale, che uno dei capolavori di Antonio Canova,
la versione in gesso della “Danzatrice con i cembali”, protendeva al cielo i suoi candidi moncherini.
Ora, completato il suo restauro – sponsorizzato dalla Fassa Bortolo – è il “piatto forte”
della mostra “Canova e la danza” ospitata dal museo e gipsoteca Canova di Possagno sino al 30 settembre.
Un omaggio a quelle bellissime, vigorose nella loro gioventù,
creature che lo scultore trevigiano, per usare una terminologia moderna,
plasmava anche come una sorta di antidoto alla depressione.



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Danzatrice con le mani sui fianchi
(San Pietroburgo, Ermitage, 1812)

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Danzatrice col dito al mento
(modello in gesso, Possagno)

A Possagno è conservato il gesso originale della “Danzatrice con i cembali” eseguita circa duecento anni fa per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij, ora patrimonio inamovibile del “Bode Museum” di Berlino.

Già coinvolta in un incendio nel palazzo della capitale austriaca, presenta delle pericolose fessurazioni che ne hanno impedito lo spostamento dalla sua attuale sede. Per altro, è proprio sul gesso protagonista di questo evento che lavorò in prima persona Canova che ne affidò poi la trasformazione in marmo ad abili collaboratori e su cui intervenne alla fine nell’intento di rappresentare “la vera carne”

La Danzatrice è pura «bellezza in movimento», ideata pensando al palcoscenico e al Parnaso: una baccante moderna che ha sempre provocato ammirazione.

Lo stesso si può dire della Danzatrice col dito al mento, «lavorata in giorni tristissimi» (come ricorda l'iscrizione incisa da Canova sul gesso nel 1809), e della Danzatrice con le mani sui fianchi, acquistata prima dall'imperatrice Giuseppina Bonaparte e poi da Alessandro I di Russia.

Tuttavia, la vera sorpresa è generata dai dipinti in mostra. Sono tempere su carta dai colori brillanti in contrasto con i fondi bruni, o monocromi su tela concepiti a imitazione della pittura dei vasi greci o degli affreschi pompeiani fatti conoscere attraverso incisioni fin dal 1757.



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In certi casi si tratta di fregi che danno continuità lineare e ritmo alle singole pose.

Quando Canova dipinge sta tra Botticelli e Raffaello.


Le sue danzatrici si sollevano leggiadre sulle punte disegnando nell'aria eleganti concatenazioni di passi.

Sono menadi ingentilite, silfidi e fate ammaliatrici, nelle cui effigi sopravvivono quella di Maria Medina Vigano, mitica danzatrice dell'epoca, e quella di Lady Hamilton (Emma Lyon) che nel 1786 si esibiva nei migliori salotti di Napoli vestita alla greca imitando attitude e portde bras classici, come quelli riemersi con gli scavi settecenteschi di Ercolano e Pompei.



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Antonio Canova nacque a Possagno (Treviso), a circa 80 km da Venezia, il primo novembre 1757: a soli quattro anni rimase orfano del padre, Pietro; la madre, Angela Zardo, si risposò poco dopo con Francesco Sartori e si trasferì nel vicino paese di Crespano, ma Antonio rimase a Possagno, con il nonno Pasino Canova, tagliapietre e scultore locale di discreta fama. Questi eventi segnarono la sensibilità di Antonio Canova per tutta la vita.
Fin da giovanissimo, egli dimostrò una naturale inclinazione alla scultura: eseguiva piccole opere con l’argilla di Possagno; si racconta che, all’età di sei o sette anni, durante una cena di nobili veneziani, in una villa di Asolo, abbia eseguito un leone di burro con tale bravura che tutti gli invitati ne rimasero meravigliati: il padrone di casa, il Senatore Giovanni Falier, intuì la capacità artistica di Antonio Canova e lo volle avviare allo studio e alla formazione professionale.
Nel 1768, Canova cominciò a lavorare nello studio della scultura dei Torretti, a Pagnano d’Asolo, poco distante da Possagno: quell’ambiente fu per il piccolo Antonio (che tutti chiamavo “Tonin”) una vera e propria scuola d’arte. Furono i Torretti ad introdurlo nel mondo veneziano, ricco di tanti fermenti culturali e artistici. A Venezia, Canova frequentò la scuola di nudo all’Accademia e studiò disegno traendo spunto dai calchi in gesso della Galleria di Filippo Farsetti.
Dopo aver lasciato lo studio dei Torretti, avviò una bottega in proprio: eseguì le prime opere che lo resero famoso a Venezia e nel Veneto: Orfeo e Euridice (1776), Dedalo e Icaro (1779).



La mostra “Canova e la danza” continuerà a fino al 30 settembre.
Sito: Museo Canova
E-mail: [email protected]
orario 9.00 – 18.00 chiuso lunedì

La Gipsoteca Museo Canova
Possagno (TV) - Via Antonio Canova 74[/size]



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Articolo Originale di
Sergio Risaliti

Edited by filokalos - 17/4/2012, 18:30
view post Posted: 13/4/2012, 09:19     I nuovi romanzieri oltre la pagina - Calliope

I nuovi romanzieri oltre la pagina

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Uno dei principi cardine che
regola la "cultura" nell'era digitale
è l'abbattimento di barriere di entrata fisiche
ed economicamente rilevanti,
per la creazione e la riproduzione
di contenuti, siano essi testuali, audio.





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Il concetto di letteratura ha subito in questi ultimi sessantanni una sorta di dilatazione.


Le forme primarie di romanzo, racconto e poesia sono diventate via via troppo anguste perché la creatività letteraria vi finisse col rimanere relegata.



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Poiché se da un lato la forma-romanzo ha raggiunto livelli di perfezione soltanto sfiorati in passato (vedi le opere "supervitaminizzate" e che "tutto comprendono" di Thomas Pynchon e David Foster Wallace, oppure i capolavori del post modernismo di Don DeLillo), vero è anche che da altre arti, come il cinema, la musica, perfino il fumetto, sono venuti fuori protagonisti le cui creazioni a ben diritto possono essere collocate nella sfera dell'esplorazione poetica, della costruzione romanzesca.



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Il "nuovo" romanziere, l'autentico poeta del nostro tempo, insomma, nel loro continuo interrogarsi, per esplorare (e rappresentare) il senso dell'esistere, trovano lacerazioni oscure e momenti di inquieta nitidezza anche oltre la letteratura intesa nel senso più tradizionale del termine.




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Non si sa davvero come indicare se non come "romanziere" un autore del calibro di Matt Groening: i Simpson come i Buddenbrock, sì, come perfette "chiavi" per aprire le porte del reale. E non è troppo limitativo definire semplicemente "cantautori" poeti - a tutti gli effetti - come Guccini o De Gregori?


Per non parlare di Nick Cave o Léonard Cohen, ma anche - nel cinema - di Wim Wenders o di Werner Herzog.


In questo senso illuminanti, programmatiche e lungimiranti sono state le scelte, di anno in anno sempre più sorprendenti e appassionanti, degli accademici di Svezia che assegnano i Nobel.



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Si pensi alle pastoie scolastiche da cui hanno tirato fuori il futuro della letteratura, candidando al Nobel Bob Dylan.


O quando l'hanno assegnato a Dario Fo: il palcoscenico è diventato libro. Un romanzo, appunto. ^_^


Emblematica è stata, del resto, la frantumazione geografica. E sono stati per primi gli accademici svedesi a sconfiggere il provincialismo e l'anacronistica supremazia della Vecchia Europa.

Che mappa straordinaria è quella disegnata dai Nobel recenti: dal cinese Gao Xingjian al giapponese Kenzaburo Oe, dai sudafricani Nadine Gordimer e John Coetzee al nigeriano Wole Soyinka, dal colombiano Garda Marquez all'egiziano Nagib Mahfuz, dall'ungherese Imre Kertesz al peruviano Mario Vargas Llosa, al russo Alexander Solzhenitsyn, alla nera americana Toni Morrison, all'irlandese Seamus Heaney.



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Dettaglio della Medaglia del Premio Nobel per la Letteratura assegnato a Camilo José Cela



A questo punto, non ci resta che aspettare il Web. Quella è la nuova frontiera.

In Rete possiamo attraversare biblioteche senza pareti in cui troviamo milioni e milioni di volumi: c'è tutta la storia della letteratura a nostra disposizione.


Oltre i paesi e i confini, oltre l'Oriente e l'Occidente, lo scrittore di domani è già online: immerso in una nuova immensa dimensione, mediante un "altro" linguaggio, è pronto a prenderci per mano per accompagnarci "dentro" l'attualità, con la lettura del romanzo illimitato, della poesia infinita, del racconto eterno.




Articolo Originale di
Davide Marchetta



Edited by filokalos - 13/4/2012, 12:51
view post Posted: 4/4/2012, 12:26     La ferita del Giappone - Kronos

La ferita del Giappone

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I resti della foresta di Takata Matsubara, nella prefettura di Iwate.




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James Whitlow Delano

A un anno dal terremoto, dallo tsunami e dal disastro nucleare
che hanno sconvolto il Nord-Est del paese,
in molte zone la ricostruzione procede a rilento.
La devastazione. Il silenzio irreale.
Il pericolo delle radiazioni.
La ricerca dei cadaveri.
Viaggio nella zona intorno alla centrale.
Dove il governo giapponese ha proibito l'ingresso...




James Whitlow Delano è un fotografo statunitense che vive a Tokyo.

Ha pubblicato vari libri e sviluppato progetti sui diritti umani e l’ambiente.

Le foto di questa pagina sono state scattate alla fine di gennaio 2012 mentre le parole che leggerete sono un "vivo" racconto dello stesso James Whitlow Delano...



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Un albero di ciliegie Sumi-Yoshino, simbolo di rinascita nella cultura giapponese










Quando sono entrato, furtivamente, attraverso un checkpoint non sorvegliato, nella zona nucleare proibita che si estende per un raggio di 20 chilometri intorno alla centrale di Fukushima, in una luminosa mattina di Pasqua, non ho potuto fare a meno di pensare alle particelle invisibili che trapassavano il mio corpo. Le radiazioni non si possono sentire, né vedere, assaporare o fiutare e proprio per questo fanno così spavento.

Mi sono addentrato al seguito di uno scrittore che portava con sé un contatore Geiger. Con mia grande sorpresa, il suo strumento registrava gli stessi valori trasmessi on line dal governo giapponese. Il livello di radiazioni, rilevato adesso da due fonti diverse, indicava che si poteva rischiare tranquillamente di trascorre qualche ora nella zona, ma viverci per mesi sarebbe stata una cattiva idea.



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Un rimorchiatore si è depositato tra alcune case, a più di un chilometro di distanza dal porto.
Questo ed altro è stato opera di un gigantesco tsunami



Così, escogitai un piano per entrarvi con una macchina fotografica.
A partire dalla mezzanotte del 21 aprile il governo giapponese aveva proibito l'accesso alla zona nucleare circostante la centrale di Fukushima-Daiichi in un raggio di 20 chilometri, in base alla Legge Fondamentale sulle contromisure per far fronte alle catastrofi che ha assegnato alla polizia il potere di detenere agli arresti per un massimo di 30 giorni chiunque entri nella zona nucleare e ha imposto una multa fino a 100 mila yen (900 euro).



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Anziane donne anziane risalgono una collina dove si trova il santuario e gli alberi di ciliegio scampati alla furia dello tsunami



Così, invece di attraversare altre distese di campi col pericolo di essere avvistato dalle pattuglie in perlustrazione, ho lasciato la parte interna della zona e mi sono trovato a conversare con degli agenti che venivano da Kyoto per sorvegliare il principale posto di controllo settentrionale.



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Un maestoso albero di ciliegio ad Ofunato, nella prefettura di Iwate.



Con loro ho consumato un piatto di spaghetti alla bolognese riscaldati in un forno a microonde e osservato autobus carichi di uomini in tute bianche, maschere e occhiali di protezione che attraversavano il chek-point alla ricerca delle vittime dello tsunami.



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Un altro scenario di devastazione ad Ofunato, nella prefettura di Iwate



Dopo pranzo sono sgusciato attraverso un'altra barriera non sorvegliata diretto verso la zona del disastro.



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Quel che resta di una ferrovia ad Ofunato, nella prefettura di Iwate



Erano passate sei settimane da quando il maremoto si era abbattuto sulle coste, ma i danni che aveva prodotto erano congelati nel tempo. Il mio respiro affannoso sotto la maschera riduceva la capacità di ascolto.



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Kesennuma, prefettura di Miyagi. Dopo l'onda di 25 metri



All'interno degli edifici devastati dall'onda nera regnava il caos: imponenti tamburi taiko erano precipitati nelle cucine, le pareti crollate mettevano a nudo gli interni come grandi case di bambole mentre la brezza faceva a brandelli costosi tendaggi e una bicicletta si era arenata in una pozza formata dal riflusso delle onde.



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Kesennuma. Le strade si allagano con l’alta marea perché il terremoto ha fatto sprofondare la costa di circa un metro



Ponti di legno che attraversavano un piccolo fiume erano stati spazzati via a centinaia di metri all'interno dove giacevano infranti.



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La devastazione a Toni, nella prefettura di Iwate.



Risaie inaridite e frastagliate luccicavano bianche come il deserto dei Gobi. La terra era sprofondata di 70 centimetri. Una virulenta marea di plenilunio aveva sommerso con le sue onde campi che venivano arati prima del disastro.



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Campi di riso invasi dall'acqua marina lungo la regione costiera di Tohoku



Oltre il fiume, le scogliere precipitavano nel mare. Dove ha incontrato gole profonde nel promontorio, lo tsunami è riuscito a incanalarsi e a ingorgarsi distruggendo le fondamenta delle case a strapiombo sulla spiaggia.



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L'acqua del mare portata dallo tsunami ha invaso le terre di Odaka



In qualche caso, si è abbattuto sul promontorio ed è rifluito dall'altro lato spazzando via case che altrimenti sarebbero state sicure.



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Il relitto di una nave a Kesennuma, nella prefettura di Miyagi.



Adesso, la paura delle radiazioni ha impedito agli abitanti di sgomberare le macerie.



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Una barriera che impedisce l’accesso al villaggio di Iitate, nella prefettura di Fukushima



Più di 19.000 persone sono morte l'11 marzo 2011 nel terremoto e nello tsunami che hanno devastato la costa del Tohoku, nel nordest del Giappone.



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Un'auto della polizia nel villaggio fantasma di Kawauchi



In alcune zone la ricostruzione si sta rivelando più difficile del previsto, sia perché il sisma ha fatto sprofondare la costa di circa un metro, allagando alcune città costiere, sia perché i terreni sono in gran parte in mano ai privati, molti dei quali igurano tra le vittime.



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Otsuchi, prefettura di Iwate. Solo pochi edifici hanno resistito allo tsunami.



Per rendere abitabile la zona intorno alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi servirà ancora più tempo.



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La centrale nucleare di Fukushima Daiichi




Le immagini più scioccanti
del terribile terremoto e dello tsunami
che hanno colpito il Giappone l'11/03/2011,
sul quale incombe l'emergenza
di fughe radioattive.

La fuga radioattiva ha costretto più di 80mila persone a lasciare le loro case, e alcuni villaggi resteranno disabitati per decenni.

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Il cimitero di Otsuchi.



Il 16 dicembre il governo giapponese ha proclamato lo stato di arresto a freddo dei reattori danneggiati, un passo fondamentale per la stabilizzazione del sito.

Più di tremila persone lavorano oggi nella centrale, che sarà smantellata entro quarant’anni...





Da un reportage di
James Whitlow Delano



Edited by filokalos - 4/4/2012, 20:28
view post Posted: 2/4/2012, 21:34     I magnifici delle Olimpiadi - Mercurio

I magnifici delle Olimpiadi


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Federica Pellegrini fotografata da Max&Douglas

A pochi mesi dai giochi di Londra,
molti atleti devono ancora qualificarsi.
Ma qualche quasi-certezza c'è.
Ecco le donne e gli uomini
che ci emozioneranno per 3 settimane...





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Elena Isinbaeva che più di altre arriva vicino agli angeli... :wub:

Nostalgici astenersi. Le Olimpiadi moderne fanno trenta e l'edizione londinese, al debutto il 27 luglio, offrirà il campionario sfolgorante di tutto ciò che lo sport non dovrebbe essere: punti di Pil e picchi di audience, sponsor e blister, maneggi politici e controlli ematici.

Contro tutte le buone ragioni per fuggire dai Giochi estivi, una sola resiste dai tempi del barone De Coubertin: gli atleti.

Anche tra loro, ormai, le distanze si misurano in anni luce. Un arciere deve vincere l'oro per incassare dalla sua federazione quello che Kobe Bryant, olimpionico di basket a Pechino 2008, guadagna in un paio di giorni dal suo club, i Los Angeles Lakers.

E il villaggio olimpico, sorta di falansterio protosocialista dove per tre settimane i ricchi e famosi dormivano fianco a fianco con i poveri e ignoti, è disertato dalle stelle dello sport.

Eppure i 10 mila e passa che gareggeranno a Londra per tre settimane saranno quasi uguali, accomunati dall'utopia meritocratica.

L'unica differenza la farà la medaglia con i cinque cerchi nelle versioni oro, argento, bronzo.

Dal quarto posto in giù si può fare appello allo spirito di Atene 1896: l'importante è partecipare. Ed evitare di spaccare tutto negli spogliatoi.



GLI IMBATTIBILI



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Kobe Bryant

A circa duecento giorni di distanza dalla cerimonia di apertura, l'elenco dei partecipanti è largamente incompleto. Per molti sport le qualificazioni ai Giochi andranno avanti fino a primavera inoltrata.

Infortuni fisici e inciampi nei controlli antidoping sono altri fattori di variabilità. Registrato questo disclaimer, si può esaminare il primo gruppo di atleti. Sono quelli che, salvo catastrofi, non possono perdere.

Una puntata sicura è il basket maschile, con oro agli Stati Uniti.

I campioni uscenti di Pechino possono ricandidarsi per Londra.

Questo significherebbe una squadra con Carmelo Anrhony, Dwayne Wade, Dwight Howard, Chris Paul, Deron Williams, Kobe Bryant.

A loro si aggiungerebbe il miglior giocatore dei Mondiali 2010, Kevin Durant, un atleta di altri tempi per quanto è tecnico e magro.



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L'"inumano" Usain Bolt... :o no?:

È vero che Kobe, l'americano cresciuto fra Reggio Calabria e Reggio Emilia, ha appena incassato un divorzio finanziariamente devastante.

Ma se il Dream Team 3.0 perde bisogna andare a cercare il giro di scommesse clandestine a Singapore, come nell'inchiesta di Cremona sul calcio.

Altri vincitori predestinati sono i keniani nelle prove di atletica leggera dagli 800 metri alla maratona. Quali keniani? Uno qualunque.

Per limitarsi alla maratona, i primi venti migliori tempi del 2011 appartengono ad arieti del Kenya. E 86 su 142 corridori capaci di scendere sotto il muro delle 2 ore e dieci minuti arrivano dal Kenya, con gli etiopi al secondo posto a grande distanza (28 corridori).

Come ci riescano è argomento di dibattito socio-scientifico. Vengono dagli altipiani, hanno un ematocrito naturale alto, dunque maggiore capacità di ossigenare il sangue, sono leggeri e bassini, vogliono diventare ricchi. Fatto sta che vinceranno anche a Londra.

Nella caregoria "misteri del corpo umano" rientra a pieno titolo Usain Bolt. Agli ultimi Mondiali di atletica di Oaegu, la scorsa estate, è stato squalificato per falsa partenza sui 100 metri. Da farsi venire il dubbio che l'abbia fatto apposta per lasciare la vittoria all'altro giamaicano Yohan Blake. A Londra starà più attento.

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Ryan Lochte

Resta da vedere se il più grande sprinter di tutti i tempi riuscirà ad avvicinarsi ancora ai muri dei 9" sui 100, dei 19" sui 200 metri e dei 10 milioni di dollari all'anno in contratti di sponsorizzazione.

Nel nuoto, il re di Pechino Mike Phelps (otto medaglie d'oro) avrà filo da torcere dall'altro statunitense Ryan Lochte, nuovo imbattibile delle vasche.

Altrettanto invincibile, anche se riscuote meno simpatie, è l'armata cinese.



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Chen Ruolin: la cinesina che stupisce anche i pesci...


In alcune discipline come la ginnastica artistica e, soprattutto, i tuffi, non ce n'e per nessuno.

Ai mondiali di sport acquatici disputati a Shanghai nell'estate 2011 la squadra dicasa ha vinto 10 ori su 10.

Tra le donne Chen Ruolin e tra gli uomini Qiu Bo, il fenomeno della piattaforma da 10 metri, minacciano sfracelli.

In altre discipline, come l'atletica e in parte il nuoto, la Repubblica Popolare è in flessione da quando gli scandali del doping di Stato hanno suggerito maggiore prudenza ai funzionari del Partito addetti allo sport.

La Cina, del resto, punta a piazzarsi in cima al medagliere delle prossime Olimpiadi, come è accaduto a Pechino (51 ori).

Al momento, però, l'Olympic medal tracker, una sorta di exit poll in aggiornamento permanente pubblicato dal sito di UsaToday, prevede che i cinesi arrivino primi come numero di medaglie (93), ma secondi dietro gli Stati Uniti come vittorie (37 a 39).

L'Italia è accreditata di un ottavo posto dietro il Giappone, con 10 ori e 36 medaglie complessive.


Molto meglio degli 8 ori e 27 medaglie totali di Pechino 2008.

Tra gli invincibili italiani, non molti, ci sono due donne. Federica Pellegrini avvicenda allenatori e fidanzati ma il risultato non cambia.



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Valentina Vezzali in abito da sera
ma con la sua inseparabile spada...

La nuotatrice veneta batte le avversarie e se ne frega di essere simpatica, come quando ha scansato l'onore di portabandiera alla cerimonia di apertura con una scusa da matrona sessantenne: a stare troppo in piedi le fanno male le gambe.

Non ha avuto remore a restare in piedi quando ha inaugurato, a ridosso di Natale, il suo nuovo locale "Tacco 11 " nella natia Spinea.

Ma quello è business.

Fra le possibili sbandieratrici ha così preso quota la candidatura di Valentina Vezzali, mostro di bravura, agonismo e longevità atletica, tornata alle gare dopo la maternità.

In alternativa, ci sono la windsurfer Alessandra Sensini, la pallavolista Leo (Eleonora) Lo Bianco.



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Josefa Idem: Highlander!

Oppure Josefa Idem, nata a Goch (Germania) e italiana per matrimonio.

Rema su un kayak nella gara dei 500 metri.

Difficile che prenda una medaglia ma, a quasi 48 anni, lei sì ha già vinto.




GLI SFIDANTI



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Roger Federer

L'agonismo è rivincita. :B):

A Londra saranno in tanti con il dente avvelenato, se un'espressione del genere può adattarsi - e non può - al re dei gentlemen, il tennista svizzero Roger Federer.

Il "genero ideale" era dato per finito.

Poi ha vinto il Masters di New York e sembra più in salute del campione uscente, l'inquietante maiorchino Rafa Nadal.

Anche per lui i Giochi possono essere una rivincita contro Novak Djokovic, che con il suo talento comico poteva accontentarsi di essere il Jerry Lewis serbo e invece è diventato il numero uno mondiale al posto del collega spagnolo.

Un altro resuscitato è lo schermidore livornese Aldo Montano.



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Aldo Montano dal podio olimpico
a "Ballando con le stelle" e ritorno... :huh:

Lo si dava per smarrito nella giungla dei format televisivi più infamanti.

Da beniamino dei paparazzi è tornato re della pedana con la vittoria ai Mondiali 2011 nella gara individuale di sciabola.

Molto più triste, per ora, la rentrée del nuotatore Ian Thorpe. Lo squalo australiano fatica parecchio a ritrovare l'onda, un po' come Filippo Magnini che sembra entrato nella categoria, sportivamente poco redditizia, di "fidanzato di Fede" (Pellegrini).

Nell'atletica, chi mal sopporta la dittatura keniota nelle corse di fondo può sperare nel ritomo del fuoriclasse etiope Kenenisa Beicele, dopo un sabbatico concluso da poco. Nella boxe si spera nella vittoria di Clemente Russo, il pugile casertano che a Pechino si è fermato a un passo dall'oro.

Nel calcio non ci sarà la rivincita della nazionale italiana. Gli azzurri sono così abituati alle brutte figure olimpiche che stavolta hanno evitato di qualificarsi.

Dopo la Nigeria battuta in finale dall'Argentina di Leo Messi nel 2008 e dopo la sorpresa Ghana ai Mondiali del 2010, potrebbe essere arrivato il momento di una rivincita africana con medaglia d'oro.



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Un'altra suggestiva immagine di Federica Pellegrini (By Max&Douglas)



BELLEZZA E SPONSOR



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Una Dea dell'Atletica: Darya Klishina

L'occhio vuole la sua pane e l'avrà. L'atleta è il simbolo della bellezza fin dai Giochi originali, quelli di Olimpia, dove si gareggiava nudi o quasi. Ma gli antichi greci non avevano le telecamere e non conoscevano discipline come il beach volley, concepite per mostrare bulli e pupe in costume da bagno. Nel marketing olimpico l'estetica ha un peso crescente e forse non e un caso se, rispetto a Pechino, sono stati eliminati dai Giochi baseball e softball, due discipline sexy come l'avviso ai naviganti.

Oltre alla pallavolo da spiaggia, i praticanti e le praticanti del voyeurismo olimpico hanno un ampio programma al quale attingere. Il volley tradizionale è, in modo altrettanto tradizionale, frequentato da atleti e ariete attraenti.

Lo stesso vale per nuoto e pallanuoto con l'inconveniente che le gare si svolgono sott'acqua.

Da quest'anno per la prima volta ci sarà il torneo di boxe femminile che alcuni considerano l'aberrazione finale della "noble art".

Ma nessuna Million dollar baby può eguagliare le bellezze dell'atletica.



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Allyson Felix festeggia il titolo conquistato
nei 200 m ai Mondiali 2007.

Ai mondiali di Daegu alcuni concorsi, soprattutto le gare di lancio e di salto, sono diventati sfilate.

In particolare, si sono segnalati martello (il giapponese-rumeno Koji Murofushi) e giavellotto (il norvegese Andreas Thorkildsen) per gli uomini.

Per le donne, le astiste Elena Isinbayeva (Russia) e Silke Spiegelburg (Germania), la sprinter statunitense Allison Felix e la lunghista Daria Klishina sulla quale è superfluo ogni commenta.


Forse non vincerà medaglie ma a 21 anni è già una delle donne più sponsorizzate di Russia con contratti, fra l'altro, da Nike e Red Bull.



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Uno degli sportivi più attesi dalle donne che vedranno le Olimpiadi: il norvegese Andreas Thorkildsen... :)




NON FATE GIOCARE I BAMBINI !



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Il Baby tuffatore Tom Daley

Tra gli spettacoli che ci si risparmiereb-be volentieri ci sono le liti di Pechino sugli atleti bambini.

Il limite di età nella partecipazione ai Giochi varia da sport a sport.

I minimi sono nei tuffi (14 anni) e nella ginnastica (16 anni).

Alle Olimpiadi di quattro anni fa ci furono polemiche sulla partecipazione del tuffatore britannico Tom Daley, nato nel 1994.



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Nadia Comaneci: la prima olimpionica
pluridecorata a 14 anni!!

Ma il peggio si è visto nella ginnastica femminile, dove la Cina ha presentato atlete (He Kexin, Yang Yilin, Jiang Yuyuan, Deng Linlin) che, a ridosso delle Olimpiadi, si sono viste retrodatare di due anni la data di nascita sul passaporto, come hanno denunciato gli allenatori della squadra statunitense.

Al di fuori dei Giochi, il problema si aggrava con la pressione economico-politica della vittoria a ogni costo.

E l'età scende sempre di più.

Fino a Mosca 1980 hanno gareggiato ginnasti di 14 anni.

La più famosa di loro è la romena Nadia Comaneci, prima ad ottenere il voto 10 in un esercizio ai Giochi di Montréal nel 1976.

In seguito, i limiti sono stati alzati per evidenti motivi legati allo sviluppo psicofisico degli atleti e ai danni prodotti dallo sport al massimo livello agonistico su individui poco formati.

La casistica include orrori come il doping forzato nei regimi dittatoriali o, per parlare di democrazie, la morte per anoressia della ginnasta Usa Christy Henrich ( 1994) e della connazionale Julissa Gomez, tetraplegica a 15 anni dopo un incidente al volteggio e scomparsa a 18 anni nel 1991.




PRONOSTICI AZZURRI



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La nazionale azzurra con più "bellezze" in campo:
il sestetto della Pallavolo

Prevedere le sorprese delle Olimpiadi mesi prima dell'inaugurazione è impossibile. Per tifo nazionalista ci si augura di rivedere la sorpresa dei mondiali cinesi di nuoto dello scorso anno, quando il Settebello ha vinto l'oro delb pallanuoto battendo avversari più grossi e più forti con la strategia del torero: farli muovere fino a stancarli.

Lotterà per l'oro anche la squadra di pallavolo femminile che ha vinto la World cup lo scorso anno.

In altre discipline di squadra siamo competitivi ma bisogna ancora qualificarsi.

Il Setterosa della pallanuoto deve aspettare il torneo pre-olimpico di Trieste, in aprile.

Il volley maschile ha ancora una chance dopo avere mancato di poco l'obiettivo nella World league giocata in Giappone a novembre.





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Giulia Quintavalle

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Flavia Pennetta

In attesa di una qualificazione che non dovrebbe mancare e anche il giovane ciclista veronese Elia Viviani, astro nascente delle gare in pista oltreché buon corridore su strada.



Si spera nei judoka convocati dal commissario tecnico Pino Maddaloni, oro olimpico a Sydney 2000 e titobre di una palestra nel quartiere napoletano di Scampia.



I Mondiali di Parigi sono andati male ma si punta sulla conferma di Giulia Quintavalle, vincitrice a Pechino.



Nella lotta greco-romana cerca la qualificazione Andrea Minguzzi, numero uno ai Giochi cinesi nella categoria 84 chili, mentre è già qualificato un altro oro di Pechino, il pugile Roberto Cammarelle.





In genere non deludono i tiratori, che a Pechino hanno portato due primi posti con Giovanni Pellielo e Chiara Cainera.


Il tennis come per là verità la maggior parte dello sport italiano, può portare piazzamenti solo dal lato femminile, con la coppia di gemelle diverse Flavia Pennetta e Francesca Schiavone, capaci di dare il meglio quando giocano per la nazionale, come in Federarion Cup, la Davis delle donne vinta tre volte...



Articolo Originale di
Gianfrancesco Turano

view post Posted: 22/3/2012, 16:53     Mario De Biasi - Un Mondo di Baci - Fotografia

Mario De Biasi

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Un Mondo di Baci


Quando un bacio arriva all’obiettivo...
Con le sue foto Mario De Biasi ha raccontato
guerre e lotte sociali,
ma ha poi deciso di aprire il suo album segreto.
Ad Aosta è in mostra
il lato romantico di un fotoreporter




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Mario De Biasi

«Una fotografia può essere un bacio o uno sparo»


Forse era stanco di spari Mario De Biasi, allora fotografo di Epoca, quando scattò il primo dei baci della sua collezione, quello di due profughi ungheresi felici di avere appena attraversato il confine, fuggiti dal loro Paese invaso dai sovietici, nel 1956.



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Li fotografò perché «a volte basta un bacio per cambiare lo stato d’animo di una persona»: in questo caso, lui stesso.



A Budapest, i colleghi avevano soprannominato De Biasi «l’italiano pazzo» per la sua incoscienza nel correre fra le pallottole in cerca dell’inquadratura migliore.



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Uno dei famosi ritratti di guerra a Budapest di Mario De Biasi



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Espace Porta Decumana

Invece era un italiano romantico, lo scopriamo adesso che ci lascia guardare quel suo album di effusioni rubate con l’obiettivo, in una mostra che si è inaugurata all’Espace Porta Decumana di Aosta il 14 febbraio, e quando mai poteva: è il giorno di San Valentino.


Sono trentasei fotografie in bianco e nero (curioso: la capienza di un vecchio rullino) e dodici a colori, prese «a margine» delle sue missioni, messe da parte in decenni di carriera.


Baci parlanti, baci nella storia, perfino baci sociali: all’uscita della fabbrica, nel grano di un picnic da boom economico.


Fanno parte di un genere fotografico, non c’è dubbio. Il bacio rubato.



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Amore in periferia, Porta Vigentina, Milano



Che rubato poi spesso non è, come dimostrò la vicenda del Baiser de l’Hotel de Ville di Robert Doisneau, la cartolina più venduta del mondo...
Era una recita, lo si scoprì solo quando troppe coppiette vollero riconoscersi in quel bacio deambulante, una volle pure dei soldi, e il fotografo a malincuore dovette tirare fuori la fattura degli attori.


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Le baiser de l'hotel de Ville - (Robert Doisneau)



Ma «un bacio è sempre rubato» sosteneva quell’altro grande romanticone della fotografia francese, Édouard Boubat, che con questa scusa ne fece anche lui provvista.



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Couple on bridge (Édouard Boubat)




Chissà se lo era, rubato, il bacio nel retrovisore della macchina di Elliott Erwitt?



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Sicuramente era artificiale il bacio tra sacerdotino e suorina di Oliviero Toscani, ma qualcuno la prese male lo stesso: quel bacio sì che era una pallottola, a suo modo.



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E che dire poi del bacio di Times Square, nel V-Day, il giorno in cui finì la guerra, quando tutti si baciavano a casaccio per strada, e però Alfred Eisenstaedt catturò il bacio giusto, con rovesciata e casqué, fra il marinaretto e la crocerossina, icona della pace ritrovata? Un bacio scaccia-pallottole....



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Agosto del 1945: il leggendario bacio nel V–Day "catturato"
da Alfred Eisenstaedt a Times Square.



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Bacio alla stazione, Austria 1955


Non potremmo giurare, insomma, che tutti i baci rubati da De Biasi, dalla Finlandia all’Andalusia, da Milano al Danubio, siano così ingenui.

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Brasile (1977)


Lui non lo era, una volta almeno fu divertito provocatore: quando mandò la giunonica Moira Orfei a passeggiare in un bianco abitino attillato per piazza del Duomo a Milano, solo per fotografare la fucileria di sguardi maschili che la circondava.


È possibile che alcune coppiette si siano accorte del voyeur che li rapiva per l’eternità, e non abbiano deciso di recitare un pochettino il loro dolce abbandono.


Ma senza un po’ di teatro, che bacio è. ;)






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Famiglia collettiva, Copenaghen, anni-70





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Dopo la burrasca, Ravenna, 1958

Mario De Biasi è nato nel 1923 a Sois (Belluno) e inizia a fotografare nel 1945 con un apparecchio rinvenuto tra le macerie di Norimberga, dove si trovava deportato.

Presenta la sua prima mostra personale nel 1948 a Milano, dove vive e lavora e nel 1953 entra a far parte della redazione di Epoca, con cui realizza, in più di trent’anni, 132 copertine e innumerevoli reportage da tutto il mondo a dimostrazione del poliedrico e versatile punto di vista attraverso il quale ha toccato più temi con formidabile resa narrativa.

Fittissima la sua carriera espositiva, tra cui la partecipazione alla rassegna Gli Universalisti alla Photokina di Colonia nel 1972, alla mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968 al Solomon Guggenheim Museum di New York nel 1994, alla grande retrospettiva all’Arengario di Milano nel 2000, al Paris Photo del 2007 e alla mostra sul Neorealismo Italiano di Madrid nel 2008. Ha pubblicato – fino ad ora – oltre 90 libri fotografici ed è inoltre presente nel volume The Faces of Photography: Encounters with 50 Master Photographers of the 20th Century.

È stato insignito di numerosi premi internazionali tra i quali Erich Salomon Preis a Colonia nel 1973, il Premio Saint-Vincent di giornalismo nel 1982, il Premio Friuli Venezia Giulia nel 1994, il premio alla carriera al Festival di Arles nel 1994 e l’Ambrogino d’oro conferito dal Comune di Milano nel 2006.

Del 2003 è il titolo di Maestro della Fotografia Italiana, massima onorificenza della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.


All'attività di fotografo affianca quella di disegnatore, alla quale si dedica con passione e quella di docente nei numerosi workshop in cui insegna ai giovani.



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Milano, 1953




Mario De Biasi - Un mondo di baci
Fotografie dagli anni cinquanta ad oggi
15 febbraio – 26 maggio 2012
Aosta, Espace Porta Decumana
Via Torre del Lebbroso, 2 - Aosta
Orario: lunedì dalle 14 alle 19, martedì-sabato dalle 9 alle 19, domenica chiuso
Ingresso gratuito

Per informazioni
Regione autonoma Valle d’Aosta
Assessorato Istruzione e Cultura
Servizio attività espositive
Tel. 0165 274401
E-mail: [email protected]
Sito Regione Aosta
Espace Porta Decumana Tel. 0165 274807


Ufficio Stampa
SPAINI & PARTNERS
Tel. 050 36042-310920
Guido Spaini (e-mail: [email protected])
Matilde Meucci 329 6321362 – (e-mail: [email protected])
Rachele Giannessi 3473839137 – (e-mail: [email protected])




Articolo Originale di
MICHELE SMARGIASSI
784 replies since 29/8/2008