Il Forum delle Muse

Monumentalismo

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view post Posted on 22/1/2015, 09:35     +1   -1
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Monumentalismo
01_1508_1512_Michelangelo_Sistine_Chapel

Michelangelo,, Ignudo, (1508-1512), Città del Vaticano, volta della Cappella Sistina.

Origini: Roma
Periodo:XVI secolo
Curiosità: Papa Giulio n (1503-1513) commissionò a Bramante,
nel 1505, la ricostruzione della basilica di San Pietro,
in forme e dimensioni talmente gigantesche e colossali
da far sembrare piccoli tutti i più imponenti edifici,
superstiti del mondo antico,
dal Partenone al Pantheon, a Santa Sofia..



L'arte monumentale è definita dalla vastità delle dimensioni, dall'imponenza e dalla mole dei soggetti rappresentati e dall'ambizione di costituire un modello imperituro nel tempo. Durante il Rinascimento potenti committenti incoraggiano a Roma lo sviluppo di una tendenza al monumentalismo destinata a prolungarsi in epoca barocca.


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Michelangelo. David, 1501-1504, Firenze. Galleria dell’Accademia.È una scultura realizzata in marmo, tra il 1501 e il 1504. Misura circa 4 metri ed è oggi conservata nella Galleria dell’Accademia a Firenze. E’ considerato un simbolo del Rinascimento e della città di Firenze. Molti artisti e grandi esperti di arte, addirittura ritengono che il David sia l’oggetto artistico più bello che sia mai stato creato dall’uomo. Inizialmente fu collocato in Piazza della Signoria a Firenze, ma in seguito a danneggiamenti dovuti sia ad atti vandalici che ad agenti atmosferici, si è deciso di spostarlo, lasciando al suo posto una copia (nella foto a destra), presente dal 1910.



È Michelangelo il protagonista di questa concezione artistica: nei suoi capolavori di architettura, scultura e pittura le misure gigantesche, la grandiosità della composizione, la vastità delle superfici, la possente definizione anatomica e muscolare creano una monumentalità che sbalordisce e inquieta, modello imprescindibile per gli sviluppi del contemporaneo manierismo.

Già ad apertura di secolo nel suo David (1501-1504), commissionatogli quale simbolo della repubblica fiorentina, colpisce la gigantesca dimensione dei suoi più di quattro metri di altezza.

Le dimensioni gigantesche saranno una costante del suo fare artistico, sempre in diretto rapporto e paragone con l’architettura e la scultura romana antica di dimensioni colossali.



Michelangelo_Mos


Michelangelo. Mosè, 1513-1515, Roma. San Pietro in Vincoli. La posa, l'espressione, il trattamento della superficie marmorea indicano lo stato d'animo teso, concentratissimo di Mosè, che sembra chiamare a raccolta le proprie energie per porre un freno al prorompere dei sentimenti, all’esplodere della fisicità, allo scatto d'ira.
Pensato per il colossale mausoleo non realizzato di Giulio II e per essere inserito a tre metri d'altezza dall'osservatore, Mosè porta a maturazione il motivo centrale del David repubblicano: lo scultore blocca nell'Immagine monumentale il momento di massima concentrazione psichica, accentuato dalla massa continua e fluente dei capelli e della barba, raccolta nella mano del profeta.
Negli oltre due metri e mezzo di altezza della statua Michelangelo condensa la sua forza espressiva, la tensione emotiva del fare artistico, monumentale nelle dimensioni e possente e superbo nello sforzo di liberarsi dal peso greve della materia.



Così la monumentalità della piazza del Campidoglio disegnata da Michelangelo non afferma solo la potenza della Roma moderna, ma la grandiosità di quella antica, accogliendo infatti i superstiti frammenti di una colossale statua dell'imperatore Costantino. La magniloquenza delle forme, le dimensioni monumentali, Il rapporto figure-architettura, la padronanza dei volumi giganteschi, le possenti anatomie virili esprimono la sua visione dell'arte, colossale ed eroica, alimentata dai contemporanei ritrovamenti archeologici, come l'Apollo di Anzio, il Laocoonte dell'Esquilino, il Torso del Belvedere.



La_caduta_dei_giganti


Giulio Romano e aiuti, La caduta dei giganti, 1532-1535, Mantova, Palazzo Te. Tutto in questa sconcertante sala sottrae allo spettatore ogni punto di riferimento valido alla misurazione razionale dello spazio, illusoriamente dilatato.
È mutato il tono con cui sono trattati i temi mitologici, non più filtrati attraverso l'aura reverenziale di cui li rivestiva il Rinascimento, ma qui interpretati in chiave ironica e grottesca, capricciosa e stravagante. Colonne spezzate, muri crollati, mattoni che si sbrecciano, tutto in scala gigantesca: il crollo degli elementi architettonici è in clamorosa contraddizione con l'evidente solidità del palazzo, costruito dallo stesso Giulio Romano. I ghigni grotteschi e le smorfie caricate di queste enormi figure caricaturali si amplificano nella dimensione monumentale della superficie affrescata, entro una vertiginosa prospettiva illusoria. La porta d'ingresso della sala non ha praticamente cornice: il visitatore non deve percepire soluzione di continuità tra spazio reale e architettura dipinta, tra realtà e illusione.
Le pareti incombono con potenza visionaria sullo spettatore con le raffigurazioni monumentali dei titani abbattuti da Giove, plasticamente definite dal disegno.
I colossali e muscolosi corpi dei giganti schiacciati e folgorati possono apparire anche come una parodia profana, irriverente, quasi carnevalesca rispetto ai sublimi modelli michelangioleschi.





Edited by filokalos - 22/1/2015, 10:36
 
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