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Melody Prochet, un tuffo nel dream pop

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view post Posted on 17/3/2013, 18:04     +1   -1
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Melody Prochet, un tuffo nel dream pop


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È uscito alla fine del 2012
Melody’s Echo Chamber,
il disco della cantante francese Melody Prochet,
scritto quasi interamente da Kevin Parker dei Tame Impala.





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Di ragazze con la voce da usignolo, dalla bellezza eterea e dallo sguardo un po’ assente, volto verso una dimensione lontana, ne stanno spuntando come funghi.

Ogni tanto sembra che non si possa proprio a fare a meno di riproporre gli stessi look e di riciclare atmosfere oniriche.


Ma Melody Prochet, meglio conosciuta con il nome d’arte Melody’s Echo Chamber, esce dall’anonimato perché è stata baciata dalla fortuna.

Brava e bella quanto volete, ma se non si hanno i produttori giusti, con delle brillanti idee non si va da nessuna parte.

Melody Prochet, 25 anni, una bellezza che le ha fatto guadagnare paragoni con Françoise Hardy, ha una formazione classica, studi in design e una passione per la sperimentazione.

Già popolare negli Stati Uniti, dove è spesso in tour, il suo primo album da solista, “Melody’s echo Chamber”, è un tuffo nel dream-pop, fra Cocteau Twins, Blonde Redhead e Stereolab.

Multi-strumentista di formazione classica, Melody Prochet approccia tre anni fa Kevin Parker dei Tame Impala durante la data di quest’ultimi nella sua Parigi; lui ne rimane affascinato, recluta i My Bee's Garden di lei come support act per la successiva tournée europea.



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Dopo aver fatto fare un po’ di gavetta, i Tame Impala, ma soprattutto Kevin, completamente ammaliato dalla spigliatezza della francesina, l’aiuta a svecchiare la chanson française e a donarle una veste più attuale.

Così comincia l’avventura di Melody, tra Australia e Francia, che porterà alla realizzazione del suo primo disco solista.

Oltre ad avere un aspetto molto glamour (che è anche ciò che la sta portando ad avere una certa notorietà sulle riviste patinate di moda), Melody ha una voce sensuale e languida.

Come appena uscita da un film di Truffaut o Godard, appare immediatamente chiaro il sodalizio tra la base melodiosa e le distorsioni psichedeliche.

Undici tracce raffinate, ogni tanto velatamente sporcate da ritmi sintetici ed electro rifiniture.



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Parte col botto con il singolo I Follow You, una ballata che supera la nostalgia con un finale in assolo chitarrista e continua con una più ruvida Crystallized, che alterna una monotona cantilena segmentata ad esplosioni d’incandescenza ritmica.

Dream Pop, etichetta che le è stata parecchie volte assegnata è azzeccatissima per Some Time Alone, Alone e Bisou Magique, prima traccia delle due cantate in francese, insieme a Quand Vas Tu Rentrer? , dagli echi stanchi, di natura ambient, mentre il registro cambia quasi completamente con Endless Shore, di cui le tastiere sono il pezzo forte e gli anni ’80 sembrano lo scenario adatto per immergersi.

Completamente fuori controllo è Is That What You Said, una bella prova di sperimentalismo reverse tape, ma di costante esecuzione, senza particolari stravolgimenti emotivi.



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Be Proud Of Your Kids, ultimo degli undici brani, sembra stato esaguito da una Charlotte Gainsbourg un po’ ubriaca che si porta dietro i figli a vociare in studio di registrazione, simpatico e molto, ma molto d’oltralpe.

Come racconta la cantautrice: «Con un nome come il mio non potevo che diventare una musicista. È stato mio padre a volermi chiamare così, un italiano della provincia di Torino con un passato in una rock band».

Cresciuta ed educata musicalmente (gli studi classici, e il tessuto familiare) in Provenza, l’ultima promessa della Fat Possum offre, in buona sostanza, un dream pop atipico, fluido nello smarcarsi, ipnotico, da una categorizzazione precisa.

Melody’s Echo Chamber è a tutti gli effetti un ibrido dream pop che permea di fascinazioni per la decostruzione delle tradizioni psych, glam, kraut, space-rock, shoegaze e sunshine pop.





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Si fa ampio uso di approccio retrofuturistico per layer nel synth-work, ma si guarda anche alla nativa Francia per certi groove e numeri kitsch à la Air, cadenze da chanson française e tributo all'attualità.

Melody’s Echo Chamber è un esordio brillante che presenta la Prochet come talento carismatico e dal senso dello stile innegabilmente cool. Più importante, è disco marketable in una piazza satura qual è oggi quella del dream pop.

Con un debole per la psichedelia stralunata, il ritmo motorik casalingo e una naturale predisposizione per quel classicismo melodico che ricorda la musica da camera, Prochet è anche una appassionata dei limiti estremi del pop.

Melody’s Echo Chamber è stato registrato tra Perth (con Kevin Parker dei Tame Impala) e la casa sulla spiaggia dei nonni a Cavalière in Francia.

Il disco ha vissuto così dell’incontro artistico, oltre che sentimentale, fra due musicisti di estrazione molto diversa, rischiando di finire nel caos e nel fallimento ma raggiungendo un imprevedibile equilibrio.

La raffinatezza intellettuale fra jazz e musica colta degli Stereolab, la sensualità pop di Gainsbourg, le atmosfere dream pop alla Broadcast portate da Melody e la psichedelia retro, lo space rock, l’elettronica, le distorsioni e i rumori di Parker danno vita a un album che vive e bene delle sue apparenti contraddizioni: sogno e incubo, luce e ombra, serenità e tumulto, arpeggi e distorsioni, morbidezza e ruvidezza.

Con la sua voce fumosa e sensuale e l’aria romantica, Prochet incarna quella tipica eleganza e decisa percezione di sé che da sempre sono associate alla migliore musica francese d’esportazione.



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Ma, per quanto la sua identità nazionale scorra attraverso l’essenza degli undici brani che compongono Melody’s Echo Chamber, l’album suona universale; uno sguardo oltre ai confini dell’esperienza personale pescando attraverso l'arte pop europea - kraut, space-rock, dream-pop, elettronica - in un modo che è cinematografico e musicale nel suo intento.

Melody, per dodici anni, ha studiato viola al conservatorio di Aix-en-provence, suonando Debussy e Messiaen.

«Tutto è cambiato quando, a 18 anni, mi sono trasferita a Parigi e ho scoperto il rock alternativo: Radiohead e Spiritualized, Sonic Youth e Can. A cambiarmi la vita è stato il disco “Misery is a butterfly” dei Blonde Redhead».

Melody Prochet è stata inserita da Stereogum in un listone orientativo comprendente i migliori (quaranta artisti) emergenti dell’anno in corso.

Recentemente Vogue l'ha "consacrata" Artist of the Week, e Pitchfork è stato da par suo accomodante, pur senza innesco eccessivo, nel lanciarla.

Poco a perdersi nelle pieghe del superfluo: col risultato di un lavoro già rilevante per sound messo in luce. Buona la prima, Melody.





Nel video Youtube, tutti i brani del progetto Melody’s Echo Chamber, ovvero:
I Follow You: (0:00-3:34) ---------------------------------- Crystallized: (3:34-7:35)
You Won't Be Missing That Part Of Me: (7:35-11:51) ----------- Some Time Alone, Alone: (11:51-15:37)
Bisou Magiue: (15:37-19:46) ---------------------------------- Endless Shore: (19:46-24:41)
Quand Vas Tu Rentrer?: (24:41-29:02) ------------------------ Mount Hopeless: (29:02-33:34)
Is That What You Said: (33:34- 36:03) ------------------------ Snowcapped Andes Crash: (36:03-41:19)
Be Proud Of Your Kids: (41:19) -------------------------------- Licenza YouTube standard



Edited by filokalos - 18/3/2013, 08:03
 
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