PAM - Paper Art Museum

Questa architettura, a struttura portante in acciaio, che interessa una superficie coperta di 1.672 m2 è stata realizzata nel 2002 a Shizuoka, in Giappone ed ospita la sede di un museo privato di un produttore di carta.

Il particolare interesse per i materiali ha portato l'architetto di questo museo, Shigeru Ban, a dedicare la propria carriera a sperimentare nuove strutture e metodi di costruzione.

Dopo il devastante terremoto che colpi Kobe nel 1995, Shigeru Ban è diventato consulente presso l'Alta Commissione per i Rifugiati delle Nazioni Unite, sviluppando sia il progetto della Chiesa di Carta sia il prototipo della Casa di Carta, una soluzione temporanea per i senza tetto fatta di cilindri di cartone. Nello stesso anno, l'architetto ha proposto nuovi ripari sempre in cartone per i rifugiati del Ruanda.

Attico del complesso

Facciata anteriore che affaccia sull'atrio di PAM A con le porte scorrevoli chiuse.

Le facciate del Paper Art Museum di Shizuoka sono formate da pannelli in fibra di vetro rinforzata.

Il complesso è costituito da due corpi. Tutti i fronti sono realizzati in pannelli rinforzati con fibra di vetro.

PAM A presenta una pianta quadrata tripartita; nello spazio centrale si trova l’atrio che impegna un volume corrispondente allo sviluppo verticale di tre piani, la parte destinata agli uffici è orientata a sud, affacciata sul giardino mentre lo spazio espositivo è orientato a nord. Passerelle attraversano il volume dell’atrio per collegare ad ogni livello i due diversi spazi funzionali mentre, sul lato che affaccia sul giardino è aggiunto un ulteriore spazio vetrato, che si configura come un quarto piano.
Pareti ed aperture mobili rendono possibile conseguire una continuità spaziale tra interno ed esterno.

PAM B era precedentemente il laboratorio ed è stato ristrutturato per ospitare una galleria d’arte contemporanea. Questo corpo si sviluppa su un solo piano.
Originariamente, PAM B era un laboratorio, mentre oggi è adibito a galleria di arte contemporanea.
La presenza di schermi scorrevoli e di porte traslucide che possono trasformarsi in tende offre la possibilità di avere spazi protetti dalla luce diretta del sole.


L'edificio ha una pianta rettangolare divisa in tre file, di cui quella centrale forma un atrio alto tre piani.
La continuità tra interno ed esterno è ottenuta quando i grandi schermi sono aperti in modo da formare tettoie simili ai tradizionali shoji giapponesi.

L'obiettivo del complesso è quello di ricreare spazi per la vita contemporanea con l'uso di materiali, anch'essi contemporanei, ma che seguono principi e relazioni spaziali appartenenti all'architettura giapponese tradizionale.

Interni di PAM A con le porte aperte e chiuse.

Nella PAM A, l’apertura degli schermi consente di creare spazi di transizione tra interno ed esterno.
La PAM B era una struttura preesistente di 924 mq che è stata rimodellata da Ban.